Anime & Manga > Inazuma Eleven
Segui la storia  |       
Autore: Ashla    17/03/2020    2 recensioni
ULTIMO AGGIORNAMENTO: 02/08/2023 (sì, ogni tanto vivo)
Storia interattiva
"Il progetto Arcadia è solo una menzogna.
X.A.R.E è fuori controllo ed è una minaccia che deve essere fermata.
Per questo ho spento il supercomputer, ma non è ancora finita: non finirà mai se io sarò in circolazione.
Loro mi cercheranno, ci cercheranno.
Ho fatto molti errori nella vita ma creare X.A.R.E è stato il peggiore, ho creduto nelle favole e ora il mondo è in pericolo..."
Un supercomputer, un mondo virtuale e otto giovani guerrieri pronti a difendere la Terra...
(Storia ripubblicata)
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Hello!
Eccomi qui!
Spero che il capitolo vi piaccia, è stato un po’ complicato/delicato da gestire.
In Code Lyoko situazioni tipo queste sono all’ordine del giorno e pure nelle prime tre serie di Inazuma Eleven!
Se dovesse urtare la sensibilità di qualcuno…scusate.
Finalmente mi avvio verso la conclusione della prima parte di Code Arcadia (e della scaletta di settembre)!
Come vedrete non c’è il titolo, è una scelta consapevole per non spoilerare cose e verrà messo con il secondo capitolo!
Io mi preparo con un ombrello in mano…
Ciao, Aiko.
 
 

Ritorno al passato

Parte prima 

 
 
 
Giovedì, mattina


Qualcuno gli leccò la faccia, Arion aprì lentamente gli occhi e guardò Spotter, accanto al suo letto, con sguardo assonnato.
«Ciao bello, lasciami dormire ancora un po’, sono stanchissimo».
Il ragazzo si girò e, per farlo, notò l’ora, spalancò gli occhi stupefatto.
«SONO IN RITARDO!»
Il ragazzo schizzò fuori dal letto ma inciampò e finì a lungo disteso per terra portando con se le lenzuola, qualcuno bussò alla porta poi la voce dolce di Silvia lo chiamò.
«Arion, tesoro, è tardi».
«Lo so zia! Per favore, preparami qualcosa che possa mangiare lungo la strada».
Il ragazzo si alzò, sistemò velocemente il letto e, nel giro di pochi minuti, si vestì e uscì in corridoio saltellando mentre si metteva un calzino.
Vedendolo arrivare in cucina; Kathryn ridacchiò e lo salutò.
Arion ricambiò e cominciò ad abbottonarsi la divisa con una mano cercando portarsi alla bocca la tazza di the con l’altra, la rossa gli sorrise e andò ad aiutarlo a sistemare la giacca.
Finito di bere, il ragazzo afferrò un panino con la marmellata e uscì, era ormai arrivato in strada quando sentì Kathryn che lo chiamava, si fermò e la ragazza lo raggiunse in cortile allungandogli la borsa con i libri.
«Come pensi di andare a scuola senza questa sciocchino».
Silvia, che stendeva i panni, sorrise.
«Grazie Kath! Ora devo proprio andare, devo andare prima per ripassare con JP. Ciao Kath, ciao zia Silvia!»
Arion si allontanò, le due sospirarono all’unisono, si guardarono e scoppiarono a ridere.
 

Eden entrò a scuola e si diresse verso la sala ristoro: aveva proprio voglia di un the caldo.
Una volta arrivata si fermò di colpo: davanti alla macchinetta delle bevande vi era Michael Ballzack che si girò sentendo la porta aprirsi.
I due rimasero fermi per un po’, poi lei sorrise e si avvicinò salutandolo, lui ricambiò.
«Allora Eden, the o cioccolata?»
«Oggi ho voglia di the…di un the caldo».
Si affrettò ad aggiungere la ragazza, quella frase le era uscita proprio male, (s)fortunatamente il ragazzo parve non accorgersene e mise i soldi dentro per offrirle la bevanda.
«Verifiche?»
«No, interrogazione in matematica, ma io l’ho già fatta. Tu Michael caro?»
«Storia, all’ultima ora. In classe mia stanno tutti ripassando come dei matti».
«E tu? Immune all’ansia pre verifica?»
Il ragazzo scosse la test, la macchinetta emise un segnale acustico, le passò il bicchierino, lei lo ringraziò.
«Penso solo che sia inutile affannarsi prima: quello che sai, sai. Così ti agiti e basta, non risolvi nulla».
Eden annuì mescolando la bevanda.
«Non vedo l’ora di vedere la vostra amichevole di questo pomeriggio».
«Ci sei anche tu?»
Michael pareva sorpreso, lei lo scrutò cercando di capire il suo stato d’animo a quella notizia.
«Certo, non mi vuoi?»
«N…No! Non ho detto questo!»
Il ragazzo perse la maschera e cominciò a gesticolare con le mani, continuando a scuotere la testa, Eden rise e lui le mise il broncio arrossendo leggermente.
 

Riccardo, Anita e Gabi camminavano tranquillamente verso la scuola parlando della partita di quel pomeriggio.
«Sono sicura che batterete la Occult!»
«Speriamo, sono davvero un ottima squadra. Con il Quinto Settore non potevano dare il meglio ma ora senza costrizioni…»
Affermò meditabondo Riccardo guardando Anita che, d’altra parte, era molto fiduciosa e non vedeva l’ora di vederli finalmente giocare, era passato tanto tempo da quando li aveva visti per l’ultima volta e voleva assolutamente vedere il Virtuoso Vulcanico del ragazzo, secondo il fratello era una tecnica formidabile.
«Ce l’avete sempre fatta, riuscirete anche sta volta!»
«Sperando che X.A.R.E non rovini tutto…»
Riccardo e Anita guardarono confusi Gabi che scosse la testa.
«Scusate, stavo solo pensando…non è strano? Da lunedì è tranquilla, è il periodo più lungo che sia passato senza un suo attacco».
«Si sarà trovata un hobby».
«Esatto, magari il giardinaggio».
Anita e Riccardo risero, Gabi sospirò.
«Stai tranquillo, può non vuol dire niente. È semplicemente un periodo così, ecco…godiamocelo finché possiamo».
Il maggiore dei Garcia annuì poco convinto al discorso dell’amico e rimase in silenzio mentre Riccardo e Anita continuavano a parlare tra di loro, li guardò un attimo e sorrise: forse doveva davvero calmarsi e godersi quelle giornate di riposo e, decisamente, quei due dovevano mettersi insieme.
Il ragazzo sapeva già da tempo dei sentimenti della sorella per il migliore amico, lui l’aveva sempre incoraggiata dicendole che Riccardo ricambiava ma lei non ci aveva mai creduto poi, dopo il pigiama party a casa di Eden, quest’ultima gli aveva scritto e i due avevano deciso che avrebbero fatto di tutto per renderli meno ciechi riguardo al sentimento che entrambi provavano.
Anita rise imitata da Riccardo: i due erano proprio carini insieme, nessuno sano di mente poteva negarlo.
Li avrebbe fatti mettere insieme, ad ogni costo.
 

«Grazie mille, a dopo!»
Kathryn sorrise alla vecchia vicina di casa che le aveva affidato la sua barboncina e, tenendo a guinzaglio Spotter e altri tre cani, si diresse verso il parco lì vicino per permettere loro di giocare in tranquillità.
«Eden? Sei sveglia?»
«Dimmi tutto, cara».
Kathryn esitò un attimo poi sospirò.
«Mi manca».
«Lo so cara, lo so».
Qualcosa si mosse, poi la mano dell’amica afferrò lentamente la sua, appoggiata sul cuscino, e gliela strinse.
«Perché se n’è andato così? Dici che tornerà?»
«Non lo so Kath. Però lo rivedremo, ne sono sicura. Non lo conosco bene però mi da l’impressione di essere un bravo ragazzo e poi…»
«E poi?»
«Ha molto per cui tornare. Tornerà».
Kathryn non parlò confusa da quell’affermazione, Eden, seppur impacciata per il buio, le accarezzò i capelli.
«Io…»
«Aitor, ti ammazzo!»
La voce di Anita fece sobbalzare le due, ma la giovane Garcia non disse più nulla, le due ridacchiarono.
«Dormiamo un po’ anche noi tesoro».
«Conviene, non vorrei svegliarla e rischiare la vita io…Notte».
I cani abbaiarono riportandola alla realtà: erano arrivati al parco e volevano essere lasciati liberi, Kathryn sorrise.
«Arrivo, arrivo. Buoni».
Poco dopo i cani correvano liberi mentre la ragazza li guardava pensosa seduta su una panchina con Spotter stravaccato davanti a lei.
«Ha molto per cui tornare. Tornerà».
«Spero Eden, spero…»
 

«Mi dispiace, oggi dovevo arrivare prima per ripassare con Arion e JP…ovviamente manca Arion».
Roxanne ridacchiò tenendo il cellulare all’orecchio mentre Aitor sbuffava in chiamata.
«Va beh, è il solito. Tu? Pronta per la partita di questo pomeriggio?»
«Ma Aitor, dovrei chiedertelo io! Sei tu che giochi!»
«Sì ma non sono io che vedo il mio amore».
Roxanne arrossì, Aito ridacchiò immaginando la reazione dell’amica.
Quel pomeriggio ci sarebbe stato pure Sol, il ragazzo infatti aveva una visita medica in città durante la mattinata e appena Arion lo aveva scoperto, lo aveva invitato a fermarsi a pranzo e poi alla partita.
Roxanne non vedeva l’ora, l’ultima volta che lo aveva visto era stata in occasione di quella famosa uscita al Luna Park, poi non ne aveva più avuto l’occasione a causa dei numerosi impegni scolastici e di X.A.R.E.
«Terra chiama Rox».
«Ci sono, ci sono!»
Aitor ridacchiò.
«Bene, so che sarai emozionata ma vedi guardare dove vai…miss testa tra le nuvole».
«Io guardo sempre dove vado!»
«Sì, certo. Come quella volta che sei caduta sulle scale, o che sei inciampata sulla radice o… Alla buon’ora! Scusa Rox, è arrivato Arion».
«Tranquillo, buon ripasso! A dopo!»
La ragazza, canticchiando allegra, mise il cellulare in borsa e cominciò ad attraversare la strada, a metà il semaforo divenne arancione, cominciò a corre.
Fece per salire sul marciapiede ma mise male il piede, scivolò in avanti.
 

Riccardo e Anita scoppiarono a ridere, Gabi rallentò il passo per lasciarli un attimo da soli.
La ragazza se ne accorse e lo guardò confusa, lui negò, invitandoli a proseguire, con faccia angelica e si chinò come se dovesse allacciarsi la scarpa poi prese il cellulare ed entrò nella chat con Eden.
I due erano ormai abbastanza lontani e procedevano fianco a fianco, Gabi scattò una foto e la mandò all’amica, si alzò e riprese a camminare lentamente mandandole un audio giusto per farsi vedere occupato se uno dei due si fosse girato.
«Ma io mi chiedo come quei due facciano a non accorgersene, si vede che è reciproco».
Sbottò a bassa voce mentre l’amico e la sorella attraversavano le strisce su una strada deserta, il semaforo era verde.
 

Il cielo era plumbeo e minaccioso, nel mare in tempesta i piranha saltavano dentro e fuori dall’acqua.
Una grossa quantità d’ energia passò nel sottosuolo e andò a convogliarsi in unica grande torre presente su una piccola isola circondata dal mare, l’alone della torre diventò nero.
 

Gabi, sempre intento a fare il vocale per l’amica, arrivò al margine della strada, i suoi due compagni erano ormai arrivati a metà, il ragazzo cominciò ad attraversare prima di vedere una moto che arrivava sfrecciando nella direzione di sua sorella e dell’amico.
Senza pensare il difensore corse verso di loro.
«Attenti!»
I due si girarono confusi, li spinse via, qualcuno suonò poi tutto divenne nero.
«GABI!!»
 

Si sarebbe fatta male, molto male.
«Attenta!»
Due braccia forti bloccarono la caduta di Roxanne, la ragazza si strinse al proprietario per poi arrossire riconoscendo la voce.
«Sol!»
Roxanne si staccò di colpo certa di essere diventata rossa come i capelli di Kathryn, il ragazzo le sorrise.
«Ciao Rox! Stai bene?»
La maggiore annuì a capo chino sperando che il rossore passasse in fretta, aveva fatto l’ennesima brutta figura e l’aveva fatta di fronte a lui che l’aveva salvata da una caduta certa.
«Dovresti stare più attenta».
«Lo so, che ci fai da queste parti?»
Il ragazzo, che si stava guardando intorno, si fermò e la fissò confuso.
«Ho una visita e poi oggi pomeriggio vengo con voi a vedere l’amichevole, te ne sei dimenticata?»
«No, no!»
«Ma Aitor? Mi avevi detto che andate a scuola insieme».
«Doveva andare prima per ripassare».
«Allora ti accompagno io! Tanto la visita è alle undici!»
Il ragazzo le sorrise e con lei, al settimo cielo, cominciò ad avviarsi verso la Raimon.
Qualcuno suonò, una macchina freno di colpo evitando per poco un ciclista.
«Guarda che ho io il verde!»
«Ma che dici! Ce l’ho io!»
I due si guardarono, i cellulari squillarono allo stesso tempo indicando una notifica.
 
iBlater-gruppo Arcadia, nuovo messaggio da Kath: X.A.R.E ha attivato una torre.
 


Eden sedeva tranquillamente su una delle comode sedie della sala ristoro, Michael era dall’altra parte del tavolino e i due chiacchieravano allegramente riguardo alle loro serie TV preferite.
Il cellulare della ragazza, posato sul tavolino, vibrò una volta, lo schermo si illuminò segnalandole una notifica da iBlater.
 
Gabi: foto.
 
«Scusa un attimo, è da parte di Gabi».
La ragazza prese il cellulare e aprì l’applicazione: nella foto comparivano Riccardo e Anita che camminavano fianco a fianco.
Eden sorrise dolcemente, Michael lo notò e si sporse in avanti.
«Cos’è?»
«Niente, Michael caro».
Rispose lei notando che Gabi stava registrando un’audio.
«Ah, giusto…cose che non esistono».
«Ma no! Una cosa tra me e lui. Non sarai mica geloso?»
Domandò la ragazza guardando l’altro che, portate le braccia al petto, fece il broncio.
«Geloso? Io? Nei tuoi sogni».
L’audio di Gabi arrivò e lei si alzò sorridendo avviandosi vicino alla finestra, lì si girò per tenere sotto controllo l’altro che la fissava confuso.
«Scusami un secondo, è una cosa importante!»
Fece partire l’audio.
«Sono o non sono carini? Tranquilla, non mi sentono: sto parlando piano e sono lontani…e poi sono così occupati a chiacchierare tra loro che manco se fossi a tre centimetri mi sentirebbero. Ma io mi chiedo come quei due facciano a non accorgersene, si vede che è reciproco…»
Eden ridacchiò sentendo il tono cospiratorio dell’amico poi, però, ci fu un lungo silenzio che la confuse, qualche secondo dopo le sembrò che il proprietario del cellulare stesse correndo.
«Attenti!»
La voce di Gabi pareva terrorizzata, qualcosa suonò.
«GABI!!»
L’audio finì lasciando Eden pallida, spaventata da quello che aveva sentito: le voci dei suoi amici erano terrorizzate.
Michael, accortosi del cambiò d’umore della ragazza, si avvicinò e le sfiorò un braccio, lei si riscosse e lo guardò cercando di mantenersi calma.
«Che sta succedendo?»
«N…niente».
Il ragazzo la guardò male e si limitò a toglierle di mano il cellulare, per poi prima fissare la foto e far partire a sua volta l’audio, Eden non lo fermò intenta com’era a cercare di star tranquilla e poi, forse, quella volta l’aiuto dell’altro lo voleva.
Michael arrivò alla fine e alzò gli occhi spalancati guardando la ragazza.
«Cosa?»
«Io…non lo so».
Il cellulare vibrò e segnalò una nuova notifica.
 
iBlater-gruppo Arcadia, nuovo messaggio da Kath: X.A.R.E ha attivato una torre.
 
«Arcadia? X.A.R.E? Torre? E, soprattutto, l’audio di Gabi…che significa tutto questo Eden?»
La ragazza scosse la testa, prese il cellulare e, giratasi di spalle, compose il numero di Gabi: nessuna risposta.
Eden provò anche a chiamare Anita e Riccardo ma non riuscì a mettersi in comunicazione neanche con loro.
«Senti, devo andare».
La ragazza si avviò verso la porta, Michael la bloccò prendendole una mano.
«Vengo con te».
«N…»
Il ragazzo la guardò con aria determinata.
«Sì, sei scossa e la situazione non mi piace per niente e poi…ci tengo a te, non voglio che ti capiti qualcosa di brutto».
In un’altra situazione Eden avrebbe reagito diversamente a quelle parole ma in quel momento arrossì solo, imitando Michael che, nonostante il rossore sulle guance, la guardava più determinato che mai, la ragazza si ritrovò ad annuire e i due corsero fuori dalla sala ristoro.
Usciti fuori si trovarono affiancati da Arion.
«Vengo anche io, Aitor rimane qui a tener sotto controllo la situazione…Michael!?»
«È con me, tranquillo».
Usciti da scuola i tre cominciarono a correre ed eden informò Arion dell’audio ricevuto da Gabi, il ragazzo provò a chiamare Riccardo ma, anche a lui, non rispose nessuno.
Arrivati alla via che conduceva alla torre, qualcuno li chiamò: Sol e Roxanne spuntavano dalla zona pedonale del centro e si dirigevano correndo verso di loro.
«I semafori sono impazziti. X.A.R.E ci è andata giù pesante questa volta».
Eden rischiò di inciampare e guardò, con gli occhi spalancati, la maggiore che, nel frattempo, aveva notato Michael e si era portata una mano alla bocca.
«Ehi. Io sto con lei…mi ha detto Eden che potevo venire».
Arrivati alla torre, con grande sorpresa dell’attaccante, si avviarono alla casa abbandonata e da lì scesero nel laboratorio.
«Era ora! Ho già inserito i codici per virtualizzarci. Arion, devi solo premere invio. Poi su quel post-it ho segnato i codici per i veicoli, inseriscili e mandaceli. Ragazze, andiamo».
Kathryn notò Michael, lo guardò confusa però non disse nulla e si avviò in sala scanner seguita da Roxanne.
Eden tentennò, prese il cellulare dalla borsa e lo diede a Michael.
«La password è 1505. Chiama Riccardo e gli altri e dammi loro notizie, ok?»
«Stai tranquilla, Eden. Adesso li chiamiamo noi almeno una volta ogni due minuti!»
Esclamò Arion cominciando ad armeggiare al computer, la ragazza guardò l’attaccante della Raimon che si limitò ad annuire.
«Grazie».
 
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inazuma Eleven / Vai alla pagina dell'autore: Ashla