Seneca rispondeva agli uomini che si lamentavano della brevità della vita dicendo che stavano commettendo un'errore. Essi infatti valutavano la vita nella sua quantità e non nella sua qualità. Seneca sosteneva che la vita è abbastanza lunga per compiere le cose veramente importanti. In questi giorni di quarantena ho molto tempo per pensare e mi pongo numerose domande, mi chiedo se Seneca non abbia fatto a sua volta un errore di valutazione. Per quanto non si debba giudicare la vita dalla sua quantità, quanto può aver assolto ai compiti davvero importanti della vita un ragazzo che cessa di vivere a vent'anni?
Per quanto una persona possa vivere a pieno il dono della vita, come può in cosi poco tempo dire di aver condotto una vita degna di essere vissuta?