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Autore: mido_ri    21/03/2020    0 recensioni
Maekawa Yuki, un investigatore anti-ghoul di secondo grado, si trova a dover fronteggiare un essere spaventoso.
Desideroso di aiuto, cerca l'appoggio dei suoi superiori, ma nessuno crede alla sua scoperta.
"Indietreggiai; ero già a conoscenza di ciò che sarebbe accaduto di lì a poco, ed era troppo tardi per scappare.
Ero prossimo alla morte, eppure non potei pensare a nient'altro che al fatto di volerne sapere di più su quella cosa, di più, di più...
[...]
Fu in quel momento che dovetti ricredermi sul mio ultimo pensiero. Il mio addome si contrasse, trattenni il fiato, un orecchio cominciò a fischiare.
Qualcosa di estremamente rapido e affilato mi sfiorò il lato sinistro del viso e si fermò a mezz'aria. Percepivo un lieve ronzio e un forte calore sulla guancia."
Genere: Introspettivo, Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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7.

- Ya... Yashiro?

Il ragazzo continuava a tenere la testa rivolta verso il basso, come se fosse privo di sensi, ma potevo scorgere il movimento delle sue spalle dettato dal respiro. 
Kuroyama si mosse in avanti per raggiungerlo, ma io lo trattenni.

- A-aspetti! E se fosse una trappola?

La mia voce uscì fuori come un sussurro, anche se ormai di sotto tutti avevano sicuramente sentito il casino dovuto alla nostra irruzione nell'appartamento.

Nonostante il ragazzo fosse legato e indifeso, indubbiamente una vittima, qualcosa mi diceva che non tutto era al suo posto. E non mi riferivo al fatto di avere di fronte una persona che era stata rapita, ma al mio istinto che purtroppo non mi dava pace.

"Possibile che..."

Il ragazzo aveva i capelli davanti al viso, di modo che potevo a malapena vederne il mento, oltretutto la mancanza di luce in quella stanza non aiutava affatto. Eppure Kuroyama aveva chiamato quella persona per nome, voleva dire che la conosceva. Non mi sembrava che fosse un Colombo, ma...

"Aspetta... I capelli... Yashiro..."

- Kuroyama, no!

Lo tirai per un braccio, ma l'altro sembrò non essersi neanche accorto del mio tentativo di fermarlo e mi spinse via distrattamente. In un attimo fu a terra, intento a slegare le braccia del ragazzo.

- Si fermi, per favore! Non è come pensa... lui... lui è quel ghoul.

L'altro sollevò leggermente il capo alle mie parole e mi guardò negli occhi. Tremai. Eppure erano gli occhi di un ragazzo come tanti. Consapevole del fatto che Kuroyama non poteva vederlo, mi rivolse un sorriso compiaciuto, come a voler dire: "bravo, l'hai capito, ma è comunque troppo tardi". 
Furono esattamente queste le parole che lessi nel suo sguardo. 

- Kuroyama!

Ma la voce dell'altro mi giunse con tono che non avevo mai sentito prima. Era una voce rotta da un pianto imminente e, in qualche modo, piena di gioia. Per concretizzare ancora di più quel senso di gioia, Kuroyama accolse il ghoul fra le sue braccia e lo strinse con forza. Le sue spalle tremavano. 

- Superiore Kuroyama...

- Maekawa... smettila. Yashiro è mio fratello. 

Sussultai. Quella era l'ultima cosa che mi aspettavo di sentire. Non conoscevo bene Kuroyama e non lo avevo mai sentito parlare della sua famiglia, quindi era possibile che non sapessi di un suo eventuale fratello. Ma quello era un ghoul, c'era qualcosa di sbagliato. 

- Kuroyama... si sbaglia! Quel ghoul non è suo fratello, la sta ingannando!

Questa volta il mio superiore si voltò nella mia direzione e parlò di nuovo con una voce colma di felicità. Possibile che si fidasse di quel ragazzo a tal punto?

- Ho perso mio fratello tanti anni fa... è stato rapito da un gruppo di ghoul. Credevo che fosse morto... per tutto questo tempo io...

Il ghoul che si era presentato a me con il nome di Shiro avvolse il collo dell'altro con le braccia e lo rassicurò con parole dolci.

- Sapevo che prima o poi saresti venuto a salvarmi... ti ho aspettato.

Nonostante io conoscessi la verità, Shiro sembrava estremamente sincero in quel momento. 

- Sarei dovuto venire prima, scusami.

Kuroyama si alzò e aiutò l'altro a fare lo stesso.

- Riesci a camminare?

Shiro annuì.

- Bene, allora torniamo a casa. 

I due si guardarono negli occhi e sorrisero. Qualcosa nel loro sguardo mi disse che erano davvero fratelli, d'altronde si assomigliavano anche; ma ciò servì soltanto a confondermi ancora di più. 

Lasciatomi davanti casa, Kuroyama mi raccomandò di riposarmi e mi assicurò che ci saremmo visti la mattina seguente a lavoro. Provai un'ultima volta a dirgli la verità, ma lui mi interruppe salutandomi vivacemente e così fece anche Shiro, ringraziandomi per aver lavorato al fianco di suo fratello mentre lui era assente. Me ne tornai nel mio appartamento e mi lasciai andare sul letto senza neanche svestirmi. Ero stanchissimo, ma ero sicuro che non avrei chiuso occhio neanche quella notte. 

Forse Kuroyama aveva ragione e io mi ero semplicemente sbagliato. Eppure avevo visto quel ragazzo in faccia. Ero più che sicuro che Yashiro e Shiro erano la stessa persona, ma come avrei fatto a convincere Kuroyama prima che quel ghoul lo uccidesse? E soprattutto, perché Kuroyama non sapeva che suo fratello era un ghoul

Passai l'intera notte a escogitare un piano che avrei messo in atto il giorno a venire. 

-

- Yuki!

Kuroyama sventolò la mano nella mia direzione e mi rivolse un sorriso raggiante. Sembrava una persona completamente diversa. Decisi di approfittarne. 

- Buongiorno, come sta Yashiro? Spero che non sia ferito.

- Fortunatamente no, è soltanto un po' scosso. 

Finsi di essere molto felice della notizia e cercai di inoltrarmi ancora di più nel suo racconto.

- Le ha per caso raccontato come se l'è cavata da solo in questi anni? Insomma, che fine hanno fatto quei ghoul che lo hanno rapito?

- Be'... è una storia un po' lunga. Per farla breve, ha vissuto con quei mostri per un paio d'anni. Non lo hanno ucciso soltanto perché sapevano della sua famiglia. Contavano di ricavarne dei soldi usandolo come ostaggio. 

Quella sì che era una scusa campata in aria. 

- E perché non lo hanno fatto subito? 

- Perché lui è riuscito a fuggire. 

- E perché non è tornato subito dalla sua famiglia?

- Yuki, so che sei un bravo investigatore, ma non dovresti rivolgere tutte queste domande ai tuoi colleghi. 

Kuroyama si grattò la nuca e rise nell'evidente intento di sviare il discorso. 

"Già, sono un investigatore anti-ghoul e le chiedo queste cose perché il suo caro fratellino è uno di loro"

Avrei voluto rispondergli in questo modo, ma stavo seguendo un percorso preciso. 

- Senta... visto che oggi finisco il turno prima di lei, stavo pensando che, insomma... Lei si è appena ricongiunto con suo fratello, ma non può lasciare il lavoro neanche per un giorno. Non crede che Yashiro si senta solo? Potrei andare a fargli visita questo pomeriggio... 

Un sorriso si fece spazio sul volto di Kuroyama, che mi diede una pacca sulle spalle. 

- È un'ottima idea! Yashiro ha bisogno di riprendersi e non c'è niente di meglio che fare due chiacchiere con un ragazzo della sua età. Inoltre potresti cogliere l'occasione per scusarti delle cose che hai detto ieri e spiegargli che è stato tutto un malinteso, vero?

- S-sì, certamente!

"Col cavolo... le farò aprire gli occhi e vedrà lei stesso qual è stato il vero malinteso"

-

Sfregai le mani l'una contro l'altra non certo perché avessi freddo, ma perché ero così nervoso che sarei potuto svenire sullo zerbino davanti all'ingresso dell'appartamento di Kuroyama. Sapevo che con me Shiro non avrebbe finto, ma mi avrebbe rivolto una serie di minacce e insulti. O si sarebbe limitato a mangiarmi, tanto Kuroyama avrebbe creduto a qualunque cosa.

Suonai il campanello, udii dei passi veloci e la porta si aprì dopo pochi secondi. Mi trovai davanti uno Shiro completamente diverso: capelli tagliati, occhi grandi e grigi in bella vista, vestiti nuovi e dai colori sgargianti; nulla in confronto al ghoul con il volto sempre nascosto e vestito con abiti neri e trasandati. Ora sembrava davvero un umano e, con quell'espressione serena, somigliava davvero molto al mio superiore. 

- Yuki! Il mio fratellone mi aveva detto che saresti venuto. 

Urlò queste parole con il sorriso sul volto, volto che però mutò subito dopo, lasciando spazio all'ira. Shiro mi afferrò per il collo e mi sbatté contro la porta che aveva appena chiuso. Avvicinò la testa alla mia e parlò con tono rabbioso. 

- Cosa stavi cercando di dire a mio fratello ieri sera, eh? Ti rendi conto che stavi mandando a monte il mio piano? 

- Lui... lui non è tuo fratello. 

- Credi che sia capace di mentire fino a tal punto? Io e Kuroyama siamo fratelli. Kuroyama e Yashiro Hinazuki.

Deglutii, avrei voluto fargli tante domande, ma la paura sopraffaceva la curiosità. Fortunatamente però Shiro aveva una gran voglia di parlare e mi raccontò tutto di sua iniziativa.

- Ti chiedi come faccia Kuroyama a essere il fratello di un ghoul? Semplice... lui è come me. 

Sgranai gli occhi, ma non potevo muovermi per via della sua presa che, oltre a immobilizzarmi, mi faceva provare un forte dolore, eppure lo shock era ben più travolgente di quella sensazione.

- Già... io e Kuroyama siamo stati adottati da una famiglia che non sapeva della nostra natura. La nostra madre biologica è morta durante il parto e nostro padre ci ha lasciato in un orfanotrofio ed è stato ucciso dai Colombi pochi anni dopo. Quando i nostri genitori adottivi si sono accorti che cominciavo a mostrare segni di anormalità, all'età di nove anni, non hanno avuto il coraggio di uccidermi e mi hanno abbandonato in un quartiere rinomato per l'alta presenza di ghoul. È lì che sono stato aiutato da quelli come me e non sono morto di fame. Kuroyama invece era diverso. Nonostante sia più grande di me, a quel tempo non aveva ancora dato segni della sua natura di ghoul, così nostro padre adottivo, che lavorava nel reparto di ricerca sui ghoul nel CCG, ha continuato per anni a rubare degli inibitori di cellule RC e a somministrarli a Kuroyama, facendogli credere che fossero medicine di altro tipo. Probabilmente mio fratello prende ancora quelle schifezze. Mi chiedo come mai sia così debole... forse il numero di cellule RC nel suo sangue è troppo basso, in compenso io ne ho molte in eccesso. Comunque, quella stupida di nostra madre ha fatto credere a Kuroyama che fossi stato rapito e divorato da un gruppo di ghoul mentre tornavo da scuola e un anno dopo si è suicidata perché non riusciva a sopportare che i suoi figli fossero dei mostri. Ed è questo il motivo per cui Kuroyama ha deciso di diventare un investigatore anti-ghoul, perciò possiamo dire che la sua intera vita è fondata sulle menzogne di quelle due persone senza scrupoli. Divertente, vero?

Questa volta non sapevo davvero cosa dire; a parte il fatto che non avrei potuto parlare in ogni caso perché Shiro mi teneva ancora bloccato.
Come a leggermi nel pensiero, mi diede un'ultima spinta e si allontanò. Sembrava molto triste.

- Ho sperato... con tutto me stesso che Kuroyama mi trovasse. Ho passato tutti questi anni a raccogliere informazioni su di lui, ma quando ho scoperto la sua posizione al CCG non ho avuto il coraggio di presentarmi a lui. Non tanto per paura che mi detestasse, ma perché non volevo rovinargli la vita.

- È... è per questo che non mi hai ucciso?

- Che intendi?

- Una volta stavi per attaccarmi, ho percepito la tua presenza, ma Kuroyama era con me. Tu... non volevi che lui ti vedesse.

Shiro si sedette sul divano e mi lanciò un'occhiata divertita.

- Io e mio fratello ci siamo separati quando eravamo ancora due ragazzini, ma riesco a capirlo lo stesso. Lui ci tiene a te e... per quanto il mio aspetto mi tradisca, non sono poi così cattivo.

I suoi occhi diventarono improvvisamente rossi e neri e in un attimo il ragazzo fu di nuovo di fronte a me. Non ebbi neanche il tempo di indietreggiare per lo spavento.

- Non volevo uccidere il suo animaletto da compagnia, capisci? Lo avrei reso triste.

- Tu... tu hai mai ucciso qualcuno?

Shiro mi guardò negli occhi, mentre i suoi ritornavano pian piano alla loro forma naturale. In quel momento non mi faceva così tanta paura, anzi, mi dispiaceva per la vita che era stato costretto a vivere a causa dell'egoismo dei suoi genitori.

Prima che Shiro potesse rispondere alla mia domanda, il cellulare cominciò a squillare. Era Kuroyama.

- Yuki, ascoltami bene, tu e Yashiro dovete scappare.

Parlava velocemente e con tono grave. 
La sua voce era interrotta dal respiro affannoso e si potevano chiaramente udire delle voci in lontananza. Delle grida. Questa cosa non preannunciava nulla di buono.

- Accanto al posacenere in cucina ci sono delle chiavi. Con quelle potrai aprire il garage e usare la mia seconda macchina parcheggiata lì. Hai capito? Scappa il più lontano possibile e non portare con te nulla che ti possa fare rintracciare dal CCG.

- Kuro- aspetta!

Shiro mi guardava con gli occhi sgranati e un'espressione irrequieta. Aveva sentito tutto, ma neanche lui aveva capito cosa stesse succedendo.

Kuroyama attaccò prima che potessi chiedere altro. C'era qualcosa di molto grave in corso.

- Non ho capito il motivo, ma credo che dovremmo dargli ascolto. Andiamo.

Presi le chiavi e trascinai Shiro per il braccio, ancora scalzo e sorpreso. Ma fui costretto ad arrestarmi non appena aprii la porta di casa. Shiro sbatté contro le mie spalle.

- Investigatore Maekawa, date le circostanze mi vedo costretto ad ammettere che ho avuto torto a denigrare le tue convinzioni. Ma, ecco, come dire... la tua esposizione non è stata esaustiva. In fondo, però, ho fatto bene a tenere per me quella piccola percentuale di dubbio e a investigare personalmente sul tuo conto. Devo dire che ho ottenuto dei risultati soddisfacenti.

L'investigatore Hiromi unì le mani con fare compiaciuto e fece un cenno alle guardie dietro di lui.

Dopodiché ci portarono via. 

  
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