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Autore: FalbaLove    22/03/2020    1 recensioni
Due piccoli occhi grigi,contornati da rughe,fissarono per l'ennesima volta una foto incorniciata malamente e con gli angoli leggermente ingialliti;un sorriso amaro comparve sul suo volto di fronte a quelle tre piccole bambine che,ignare,dormivano beate. All'improvviso il suo cuore ebbe un sussulto mentre prepotentemente si apriva la porta del suo ufficio:con rapidità la donna ripose la cornice in un cassetto spostano il suo sguardo sulla figura che comparve dinanzi a lei.
-Preside Griffin, a cosa devo l'onore?-
-Sapevamo tutte e due che sarebbe giunto questo giorno-commentò inflessibile l'altra. Faraganda si sistemò gli occhiali sospirando:si alzò con estrema calma raggiungendo l'enorme vetrata del suo ufficio.
-Ci pensi ancora? Nel senso se abbiamo fatto la scelta...-
-Giusta?-Faragonda abbassò lo sguardo.
-Forse siamo state stupide a basarci su una profezia-
-O forse no-conclusse la Preside di Alfea.
-Non lo sapremo mai-Faragonda sorrise di fronte alla risposta sconsolata dell'amica.
-Io invece,Preside Griffin,penso che lo scopriremo presto
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bloom, Faragonda, Flora
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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-Perché mi trovo a terra?-la voce di Musa uscì flebile dalle sue labbra scarlatte mentre la fata iniziava a riprendere conoscenza:i suoi occhi a fatica provarono  a mettere a fuoco l’ambiente che la circondava.
-Ma che cavolo?!-continuò fissando interdetta le pareti di un blu lugubre e spento:senza aggiungere altro si alzò a fatica.
-C’è nessuno?-urlò a pieni polmoni una volta che le sue membra ebbero riacquistato un po’ di vigore.
-Ragazzi?-urlò nuovamente,ma anche questa volta le sue parole non ricevettero alcuna risposta. Con lo sguardo iniziò ad osservare attentamente ogni angolo di quella strana stanza fino a quando le sue orecchie,impercettibilmente, udirono un suono a lei decisamente familiare. Interdetta finalmente individuò una apertura in uno degli angoli più bui della stanza e facendosi coraggio iniziò a seguire quel suono.
Man mano che percorreva quello che sembrava un corridoio infinito quello strano suono le pareva sempre di più una melodia purtroppo estremamente familiare. All’improvviso si bloccò quasi pietrificata deglutendo a fatica:davanti a lei una figura eterea stava suonando una melodia al piano assorta nei suoi pensieri. Musa velocemente fece scorrere il suo sguardo sulla pelle porcellana della donna troppo uguale alla sua. Provò a parlare ,ma le parole le morirono in gola. La donna però finalmente si voltò a guardarla sorridendo in modo dolce.
-Mamma- biascicò tra le lacrime la fata della Musica tuffandosi tra le sue braccia:un abbraccio caldo e desiderato che provocò emozioni indescrivibili.
-Mamma,ma sei veramente tu?-mormorò finalmente facendo incrociare i loro occhi.
-Sei così cresciuta bambina mia- disse la donna lasciandosi sfuggire una piccola lacrima.
-Mi sei mancata così tanto- Wa Nin  a quelle parole si limitò ad accarezzarle dolcemente i capelli,un gesto che abitualmente le faceva prima di andare a dormire quando era bambina.
-Ma cosa ci fai qui,tu sei … -ma la sua frase venne bruscamente interrotta dallo spegnarsi delle luci. Appena Musa riaprì gli occhi lo scenario era completamente cambiato:davanti ai suoi occhi la figura di sua madre era sparita e anzi al suo posto vi era una donna anziana.
-Morta?-disse quella compiaciuta come se volesse concludere la frase della fata. All’udire di quella parola Musa digrignò i denti.
-Che  fine ha fatto mia madre?-domandò con tono aggressivo:la donna alzò gli occhi al cielo prima di sospirare sonoramente.
-Non c’è assolutamente bisogno di usare tutta questa violenza-disse con tono tranquillo cosa che fece ancora di più ribollire il sangue nelle vene della ragazza.
-Ti sconsiglio di prenderti gioco di me-mormorò Musa a fior di labbra serrando ancora di più gli occhi.
-Perché altrimenti cosa mi potrebbe accadere?- ma appena la donna ebbe concluso parola Musa si trasformò in fata. La donna a quel punto iniziò a ridere di tutto gusto e con un semplice schiocco di dita fece ritornare normale la ragazza.
-Non è possibile-sospirò Musa rendendosi conto che qualsiasi suo altro tentativo di trasformarsi nuovamente in fata risultava vano.
-Qui non sono permessi poteri magici se non i miei stupida ragazzina-ringhiò perdendo per un secondo tutta la sua pacatezza.
-Comunque -aggiunse riacquistando nuovamente la calma
-Tua madre sta bene-concluse facendo seguire un secondo schiocco  di dita e facendo nuovamente riapparire la donna alle sue spalle.
-Mamma!-urlò a pieni polmoni Musa,ma Wa Nin sembrò non sentirla.
-Liberala subito!-ordinò la fata stringendo i pugni.
-Ma  come posso liberare una persona morta anni fa?-domandò la donna sfidando lo sguardo.
-Bisogna sempre pagare un pegno se si vuole far ritornare in vita una persona morta:una vita per una vita,è così che ragiona il nostro universo-
-Vuoi la mia vita per la sua?-chiese senza capire la fata della Musica,ma la donna si limitò a scuotere con decisione la testa.
-Così sarebbe troppo facile e lo leggo dal tuo cuore che saresti disposta a fare di tutto per far tornare in vita tua madre:perciò ho deciso che il tuo coraggio deve essere ricompensato e la vita da sacrificare non sarà quella di una persona qualunque- e la  sua ultima parola venne scandita da un ulteriore schiocco di dita che fu accompagnato dalla apparizione di una quarta figura. Appena Musa si rese conto di chi realmente fosse l’uomo svenuto a terra gli corse incontro .
-Riven- mormorò sbigottita controllando immediatamente il suo battito cardiaco.
-Non è morto,sta solo dormendo-però la anticipò la donna.
-Cosa ci fa lui qui?-domandò ancora più confusa la fata della Musica.
-Beh la vita della persona che più disprezzi al mondo per quella della donna che ami di più al mondo,mi pare  un ottimo patto o no?-bisbigliò facendole l’occhiolino e Musa si sentì gelare il sangue.
-Io non posso farlo-sussurrò scossa.
-Vuoi veramente rinunciare ancora a lei?-e lo sguardo,a quella domanda,ricadde immediatamente sulla figura di sua madre che le sorrise dolcemente
-Vuoi veramente rinunciare ancora a lei per lui?-Musa abbassò i suoi occhi blu questa volta verso il ragazzo accanto a lei:il suo volto rilassato e disteso la fece quasi sorridere,non l’aveva mai visto così,privo della sue borie e la sua faccia da saccente. Dolcemente gli scostò i capelli dal volto:tutti i suoi comportamenti odiosi le passarono in mente come un vecchio film di cattivo gusto. Lo odiava,odiava il suo comportamento grezzo e irrispettoso,ma nel suo cuore oltre al disprezzo vi era altro.
Senza dire alcuna altra parola la ragazza si alzò camminando in silenzio:la donna sembrò perfettamente capire i suoi pensieri e si scostò permettendole di dirigersi verso la sua meta. Quando oramai solo un passo distanziava Musa da sua madre la ragazza si fermò. Delicatamente le accarezzò la guancia color porcellana così simile alla sua e la donna le sorrise teneramente.
-Mamma- mormorò la ragazza a fior di labbra.
-Sono così orgogliosa della donna che sei diventata-le rispose teneramente la donna attirandola a sé in  un abbraccio che per troppo tempo era mancato ad entrambe.
Quando la fata si scostò da sua madre un estremo sentimento di vuoto inondò il suo cuore,ma non disse niente. Tenendo lo sguardo fisso a terra si riavvicinò nuovamente al ragazzo prendendo la sua mano tra le sue:calde lacrime silenziose iniziarono a rigare le sue guancia.
-Hai fatto la tua scelta fata di Melody- disse seria la donna capendo perfettamente le intenzioni della ragazza. Sospirò per un secondo,ma prima che potesse schioccare le dita una piccola voce fermò la sua opera.
-Grazie- mormorò piangendo la fata:la donna sgranò gli occhi colpita.
-Grazie per avermela fatta rincontrare-continuò quella sempre mantenendo gli occhi fissi sul ragazzo.
Ed improvvisamente Musa venne circondata da una luce calma e avvolgente che liberò una stupenda melodia.
 
 
 
 
 
 
-Oddio, dove cavolo mi trovo?-la voce di Stella risuonò quasi a vuoto. Gli occhi della fata erano estremamente pesanti talmente tanto che le ci vollero alcuni minuti per mettere a fuoco dove si trovasse.
-Ma dove sono-mormorò a fior di labbra riprendendo i sensi e  guardandosi attorno:la luce era estremamente soffusa,ma potente abbastanza per permetterle di capire dove fosse capitata. Ancora faceva fatica a metabolizzare,ma rimase di stucco osservando che era circondata da piante morte:tutta la natura attorno a lei sembrava priva di vita ed era uno spettacolo estremamente angoscioso.
-Oddio, ma cosa è successo qui?-sospirò avvicinandosi agli alberi secchi privi di foglie. All’improvviso una leggera folata di vento ruppe il silenzio angosciante:Stella osservò che quella dove si trovava non era una stanza chiusa,ma era collegata a quello che sembrava un corridoio. Diede un’ultima occhiata a quello spettacolo terribile  prima di mettersi in moto.
-Ma io non capisco… come faccio a trovarmi qui?- era sola e mille domande le frullavano in testa. Quel posto così lugubre e privo di vita continuò ad accompagnarla lungo un corridoio che non sembrava mai finire. Ogni suo passo veniva accompagnata dallo scricchiolio delle foglie che oramai secche risuonavano sotto ai suoi passi. Tutto attorno a lei continuava ad essere governato da una natura morta e spenta fino a quando non si accorse che la luce soffusa stava iniziando sempre di più a calare.
-Tutto ciò non mi piace per niente-mormorò rabbrividendo mentre la luce lasciava sempre più posto ad un vento insistente.  Ad  un certo punto un suo piede inciampò contro una radice spessa e ben nascosta facendo cadere rovinosamente la ragazza.
-Cazzo che male-sospirò pieno di ira la bionda trovandosi in pochi secondi con la faccia a terra,ricoperta da foglie e rami. Attorno a lei era praticamente buio e la principessa di Solaria,già priva di forze, ci mise alcuni istanti a rendersi conto di dove si trovasse. Ancora sdraiata iniziò a tastare frettolosamente attorno a lei fino a quando non incontro qualcosa di strano,qualcosa che sicuramente non apparteneva alla natura. Provò a tastare ancora per alcuni secondi lo strano oggetto estremamente freddo,ma allo stesso tempo morbido capendo presto di cosa si trattasse.
-Oddio- urlò a pieni polmoni mettendo a fuoco che quella era una figura umana.  Indietreggiò spaventata e inorridita da quello spettacolo. Un corpo quasi completamente privo di vita giaceva a dieci centimetri da lei.
-Questo è un incubo,non può essere vero tutto questo- bisbigliò con sé stessa: ad un certo punto però il suo sguardo venne attirata dalla chioma di quel corpo,una chioma  castana come il miele.
-Oddio non può essere… Flora!-urlò agghiacciata buttandosi su quello che sembrava sempre di più la figura della Fata della Natura.
-Flora ti prego rispondimi -gridò ancora più forte iniziando a scuotere violentemente il corpo dell’amica:era estremamente pallida e la vita sembrava averla totalmente abbandonata.
-Ti prego guardami,non puoi morire,io non te lo permetto-continuò mentre calde lacrime iniziavano a scivolare veloci lungo le sue guancie. Ad un certo punto un piccola lacrima bagnò leggermente il volto di Flora che quasi impercettibilmente aprì gli occhi mostrando uno sguardo spento e sofferente.
-Stella- biascicò quasi inudibile la ragazza.
-Sei tu-continuò con sempre meno forza. Immediatamente la fata di Solaria si bloccò fissando intensamente l’amica.
-Cosa ti è successo?-bisbigliò iniziando a tremare.
-Sono così stanca e debole-continuò l’altra mentre una terribile smorfia di dolore si prendeva possesso del suo dolce volto.
-Non mi puoi lasciare,gli altri sicuramente ci stanno cercando,ti prego Flora resisti- l’altra a quelle parole parve riacquistare un minimo d’animo e dolcemente alzò una mano tremante con la quale accarezzò quasi impercettibilmente il volto di Stella.
-Non piangere-
-Flora tu non capisci,tu non mi puoi lasciare,non puoi morire … no ,io non te l’ho permetto!-urlò a pieni polmoni oramai colpa di dolore,ma proprio in quel momento anche l’ultimo barlume spiò dalle stanche membra della fata della Natura.
-Non te ne andare-mormorò al corpo oramai esanime.
-Non te ne andare…- continuò ripiegamento il capo facendo combaciare la sua fronte con quella dell’amica.
-Io ti amo-le sussurrò dolcemente all’orecchio e inspirando forse per l’ultima volte il suo odore,quello stesso odore che era solita annusare prima di dormire cullandosi con il dolce respiro della ragazza che oramai era sicura non essere solo una amica per lei.
-Io ti amo con tutto il mio cuore- sussurrò nuovamente stringendo il corpo esanime a sé. All’improvviso una luce forte e potente accerchiò la fata. Quando riuscì finalmente a riaprire gli occhi si ritrovò in un posto estremamente differente al primo. Era in una stanza completamente bianca e dove vi era una luce accecante. Le piante erano sparite e la stanza era completamente vuota,ma ben presto si accorse che non era realmente così. Al centro della stanza infatti vi era il corpo di Flora esanime.
-Flora- bisbigliò provando a rialzarsi.
- È  inutile,non puoi fare niente. Mi dispiace ,ma la tua amica è morta-all’improvviso una voce sconosciuta risuonò per tutta la stanza facendo tremare il pavimento.
-Chi parla?-urlò piena di dolore Stella stringendo con tutta la forza che aveva in corpo i pugni.
-L’unica che ora può aiutarti- e immediatamente la figura di una donna anziana comparve vicino al corpo di Flora. La donna sorrise leggermente fissando il corpo della ragazza dalla pelle color giada quasi come se fosse soddisfatta.
-Tu puoi farla ritornare in vita?- quella impercettibilmente annuì.
-È quello che desideri?- lo sguardo di Stella ricadde nuovamente sul volto pallido della ragazza:le accarezzò dolcemente la guancia non riuscendo a trattenere un amaro sorriso.
-Tu la ami, vero?-
-Io… -disse confusa la bionda
-Sì la amo e farei di tutto per lei-
-La magia che tu mi stai chiedendo ha un prezzo però,un prezzo molto alto- ma la donna riuscì a mala pena a concludere la frase che la Principessa di Solaria la interruppe bruscamente.
-Pagherei qualsiasi prezzo per lei-disse estremamente decisa.
-Ti vedo convinta-
-Lei è tutto per me- continuò non riuscendo a trattenere una smorfia di dolore. Il silenzio di quella stanza venne interrotto da dei passi decisi e Stella si ritrovò la donna alle sue spalle.
-Voglio i tuoi poteri-disse decisa e priva di emozioni: a quelle parole Stella sgranò gli occhi voltandosi finalmente a guardarla.
-I miei poteri?-biascicò Stella di risposta.
-Sì, i tuoi poteri in cambio della sua vita-continuò quella come un automa:la fata di Solaria indietreggiò spaventata. Fissò ammutolita le sue mani: i suoi poteri?
-Io…io-le parole sembravano non voler uscire dalla sua bocca a differenza delle lacrime che ancora copiose uscivano dai suoi occhi.
-I miei poteri sono tutto ciò che sono-
-E lei?-domandò la donna indicando con lo sguardo Flora. Senza dire una parola la bionda si avvicinò all’amica:iniziò dolcemente  ad accarezzarle i capelli.
-Lei è l’unica che mi abbia mai voluto realmente bene-delicatamente chinò il capo facendo combaciare le sue labbra con quelle di Flora. Era un bacio estremamente casto che sembrò dare a Stella la forza di fare quello che sapeva perfettamente che le stava comunicando il suo cuore.
-Ti prego, falla tornare in vita-
-Perderai per sempre la possibilità di essere una fata-provò a rimarcare l’altra,ma Stella oramai aveva preso una decisione.
-Non sarò più niente,ma almeno avrò ancora lei-e nello stesso momento in cui la fata del Sole e della Luna ebbe pronunciato quelle parole una dolce luce avvolse il suo corpo riscaldandolo.
 
 
 
-Mamma mia che botta alla testa- biascicò dolorante Bloom iniziando ad accarezzarsi  insistentemente la testa. 
-Ma dove cavolo sono?-continuò guardandosi attorno curiosa: era in una stanza completamente rossa priva di uscite ed entrate e l’unica cosa che attirò la sua attenzione furono due piccole scatoline al centro della stanza. Prendendosi alcuni secondi la rossa riuscì finalmente a rimettersi in piedi e con fatica a raggiungere i due scrigni:più si avvicinava più si accorgeva di quanto fossero piccoli. Stremata si lasciò andare a terra però contenta di essere finalmente giunta alla sua destinazione. I due scrigni all’apparenza sembravano decisamente uguali,ma erano entrambi accompagnati da due foglietti uno con il numero uno e l’altro con il numero due,entrambi in scarlatto. Ancora più incuriosita Bloom prese tra le mani quello con il numero più basso e iniziò a srotolarlo rimanendo estremamente colpita. La prima parola infatti era il suo nome.
“Per Bloom, la ragazza che ricorda”
Al leggere quelle parole la rossa corrugò la fronte sempre più confusa.
“ Questo mondo in cui vivi è estremamente sbagliato,questo non è il mondo a cui appartieni piccola guerriera e tu lo sai da sempre”
Il respiro della ragazza iniziò a farsi sempre più irregolare.
“Tu non appartieni al mondo umano,tu appartieni al mondo della magia: tu non sei Bloom di Gardenia,tu sei la custode della Fiamma del Drago”
Appena la ragazza ebbe letto quella parole sgranò gli occhi
-Fiamma del Drago- mormorò a fior di labbra mentre la sua testa iniziava sempre di più a dolerle. Si portò freneticamente le mani alla tempia,ma decise di continuare a leggere perché qualcosa dentro di lei si stava smuovendo.
“ La memoria di come tutto ciò dovrebbe essere è ancora dentro di te,erede al trono di Domino.
Tu sai benissimo chi sei realmente anche se hanno cercato di nascondetelo, ma finalmente ora tutto ti sarà più chiaro”
Con impazienza Bloom girò e rigirò tra le mani quella pergamena senza trovare alcuna continuazione a quella frase. La testa intanto sembrava scoppiarle come piena di ricordi e il dolore era talmente tanto che non riuscì a reprimere un gridò di dolore. Oramai offuscata dalla sofferenza allungò provata una mano verso lo scrigno aprendolo e venendo circondata da una luce rossa e potente:improvvisamente, come fosse un film, tutti i suoi ricordi le scorsero davanti agli occhi. Sky,le Winx, gli Specialisti e tutte le avventure che avevano vissuto ripresero immediatamente posto all’interno della sua mente.
-Io ricordo tutto- sospirò finalmente  libera mentre mille lacrime iniziarono a rigarle le guancia.
-Io,ma cosa è successo… -sospirò mentre i suoi vecchi ricordi iniziavano a mescolarsi con quelli nuovi.
-Stella,Flora,Aisha,Musa e Tecna io non le ho mai incontrate … Helia non si ricorda di me… Io… tutto ciò è sbagliato-disse mentre nuova linfa vitale iniziava a scorrere tra le sue vene.
-Ora capisco ogni singola parola di Daphne… Questo mondo è sbagliato!-urlò ancora scossa,ma le sue urla furono spazzate via da un applauso. Spaventata Bloom si girò impallidendo di fronte a quella figura.
-Eldora?-mormorò riconoscendo perfettamente la donna davanti a lei:quella sorrise soddisfatta.
-È bello rincontrarti Principessa di Domino-
-Io non capisco,è tutta opera tua?-domandò scrutandola attentamente negli occhi.
-Questo mondo estremamente sbagliato? No,ma questo divertente giochino sì- disse lasciandosi scappare una piccola risatina divertita.
-Qualcuno di molto più potente ha stravolto il nostro mondo senza sapere di averlo condannato alla distruzione- Bloom a quelle parole indietreggiò leggermente non riuscendo a capire e la fata colse perfettamente la sua  confusione.
-I mondi,piccola Winx,stanno collassando su loro stessi e ben presto nessuno di noi esisterà più-
-Io non lo permetterò,io con le Winx fermeremo tutto questo ora che ho la memoria,ma loro dove sono?-
-Oh piccola fata se pensi che ti abbia ridato la memoria per questo allora sovrastimi la mia bontà,ma non preoccuparti,le tue amichette con i loro fidanzatini si trovano anche loro a Gardenia-
-Sono venuti a cercarmi?- all’udire quella domanda Eldora scoppiò immediatamente a ridere divertita.
-Sei proprio una ingenua:nessuno in tutta Magix si ricorda di te. Faragonda le ha mandate qui sulla Terra per cercare me-
-Te? E per quale motivo-
-Anche la tua spocchiosa Preside si è finalmente resa conto che l’Universo non resisterà ancora per molto e a quanto pare io ho una cosa fondamentale per la riuscita della missione-
-Il Legendarium- mormorò a denti stretti Bloom
-Brava,vedo che inizi a capire- commentò la fata sorridendo soddisfatta.
-Non ho ancora capito il perché mi hai fatto riacquistare la memoria-
-Semplice, se vuoi che le tue amichette salvino il mondo io la voglio tutta per me-disse accarezzando dolcemente il volto della rossa:Bloom per tutta risposta indietreggiò esterrefatta.
-Stai scherzando spero-disse scuotendo nervosamente la testa.
-Oramai il mondo che conoscevi non esiste più e anche le persone a te care sono diverse:hanno vissuto esperienze differenti che le hanno cambiate. Oramai questa Bloom non può più avere spazio in questo mondo-
-Ma darti la mia memoria vorrebbe dire per me come morire!-urlò pietrificata
-La tua vita per la vita dell’intero mondo. Nessuna principessa è mai stata valutata così tanto. Ma comunque tu non moriresti,la Bloom fissata con i libri sulle fate e con un potere immenso nascosto dentro di lei continuerebbe a vivere-
-Ma io non sono quella- mormorò buttandosi a terra:tutte i momenti più belli della sua vita iniziarono ad essere rivissuti nella sua mente infliggendole dolorose coltellate al cuore. Il primo bacio con Sky,le risate delle sue amiche e la sensazione della magia scorrerle nelle sue vene sarebbero svaniti nel vento. Lei sarebbe svanita nel vento.
-Io non voglio perdere tutto… - continuò lasciandosi andare.
-Apri l’altro scrigno-disse questa volta seria Eldora. Bloom con gli occhi offuscati dalle lacrime allungò il braccio prendendo tra le mani il secondo scrigno:senza proferire parola strappò il bigliettino sopra di esso buttandolo via. Eldora velocemente si affrettò a raccoglierlo senza però aprirlo.  Bloom piena di dolore fece ciò che le aveva detto Eldora venendo nuovamente avvolta da una luce,questa volta decisamente più fredda.
Davanti ai suoi occhi questa volta le apparve una scena totalmente inedita. Bloom riconobbe il Fruits Musica Bar e un ragazzo estremamente familiare seduto in uno dei tavolini:il biondo improvvisamente si alzò dalla sedia iniziando ad urlare il suo nome e proprio in quel momento la sua figura le passò davanti. La rossa immediatamente capì che la scena si riferiva alla sera precedente:era lui che l’aveva chiamata in mezzo alla strada,ma lei non l’aveva visto.
-Ma allora lui si ricorda di me… ma è così diverso dal mio Sky…-
-Ogni suo sogno ti ritrae-mormorò Eldora,ma improvvisamente la scena cambiò.
Nuovamente Bloom si ritrovò in un ambiente conosciuto con una figura decisamente più familiare: Helia,il suo Helia, era intento a dipingere completamente perso tra i suoi pensieri.
-La riconosci?-le domandò Eldora e finalmente lo sguardo di Bloom ricadde sui dipinti dell’amico:li aveva già visti altre volte,ma quella era la prima volta che la sua vera lei li guardava.
-Flora non ha mai abbandonato i suoi pensieri-disse Eldora lasciandosi andare ad un dolce sorriso.
-I loro destini nonostante tutto sono ancora indissolubilmente legati- Bloom fece per parlare,ma la donna la bloccò immediatamente.
-Ti faccio vedere un’ultima cosa-e subito,al seguito del suo schioccare di dita,Bloom venne teletrasportata nel luogo che più considerava casa:Alfea.
Due figure assorte si scontrarono
“-Mi scusi tanto-mormorò imbarazzata una voce maschile.
-Tranquillo ragazzo non è successo niente di grave-mormorò amorevolmente la donna risistemando gli occhiali sul naso.
-Le  porgo nuovamente le mie scuse,preside Faragonda,ma mi sono perso per la sua scuola e stavo cercando i miei compagni-continuò quello facendo un inchino regale:lei sorrise di fronte alla gentilezza di quello che doveva essere un allievo di Fonterossa.
-Immagino tu voglia arrivare nella sala principale; prosegui ancora per quel corridoio e arriverai alla destinazione designata- replicò lei allungando il suo lungo dito verso un corridoio:il biondo,riconoscente,la ringraziò nuovamente.
-Ora vai che se no farai tardi e mi raccomando cerca di divertirti questa sera,Sky- disse senza pensarci l’anziana fata:lui la guardò leggermente esterrefatto come sorpreso del nome da lei pronunciato.
-Veramente, Preside,il mio nome è Brandon- replicò poco convinto”
All’udire quell’ultima frase Bloom si buttò a terra non riuscendo più a trattenere le lacrime:erano loro,erano sempre loro.
-Bloom...-la richiamò alcuni minuti dopo Eldora.
-Non ancora-la interruppe la rossa riacquistando potenza nella voce.
-Fammi vedere loro- mormorò decisa ed Eldora immediatamente esaudì il suo desiderio. Bloom si alzò in silenzio avvicinandosi alle figure delle sue migliori amiche:erano così diverse da non sembrare neanche loro eppure i loro occhi erano ancora così familiari.
-Sono pronta-disse improvvisamente:Eldora annuì silenziosamente con una strana espressione sul volto.
-Farei qualsiasi cosa per loro- continuò non permettendo al suo sguardo di staccarsi dall’immagine delle sue amiche.
Eldora aprì le braccia accogliendo la magra figura della ragazza:Bloom si beò per un secondo di quel contatto.
-Ti giuro che io riuscirò a ricordare tutto e poi le troverò-disse decisa lasciandosi scappare un’ultima lacrime.
-Non ho alcun dubbio-e questa fu l’ultima frase che Bloom udì prima di cadere succube del sonno.
 
 
 
 
-Griffin mi senti?-la voce pacata,ma leggermente allarmata dell’amica di una vita fece risvegliar dolcemente la Preside di Torrenuvola:la donna prima di dare qualsiasi tipo di risposta si portò le mani alle tempie che sembravano scoppiare.
-Ti ricordi cos’è successo?-domandò nuovamente Faragonda dando il tempo all’amica di riprendersi. La strega,ancora frastornata,si sedette a terra quasi capendo finalmente dove si trovasse.
All’improvviso i suoi occhi color topazio caddero sul muro distrutto della sua scuola.
-La mia bellissima scuola-sussurrò a fior di labbra visibilmente scossa.
-Griffin riesci a ricordarti cosa sia successo e che fine hanno fatto Darcy e Stormy?-a quella ennesima domanda della fata la donna sembrò ricordare.
-Sono state Darcy e Stormy-disse seria rialzandosi:Faragonda deglutì a fatica. La strega intanto impassibile si alzò in piedi iniziando a camminare.
-Ma come hanno fatto due streghe ancora deboli e inesperte a fare tutto questo e poi perché?-la Preside di Torrenuvola non sembrò badarci a quella domanda,ma anzi si limitò a chinarsi a raccogliere qualcosa per terra. Una smorfia di disprezzo balenò sul suo volto mentre lesse un messaggio presente dietro la foto
“Sono tornato amore mio”
-Purtroppo sta accadendo qualcosa che neanche nei nostri peggiori incubi avremmo mai potuto immaginare- sospirò a lasciò vagare il suo sguardo verso le alti torri della sua scuola.
- È  tornato Faragonda,non so come,ma è tornato- l’amica però non sembrò capire,ma la raggiunse velocemente.
-È stato lui che ha mandato le due ragazze a rubare la Gemma delle Sette Lune- a quell’ultima frase gli occhi di Faragonda si dilatarono.
-Ma è impossibile,l’avevamo sconfitto! Un pianeta intero ha dato la sua vita per sconfiggerlo!- un amaro sorriso di dipinse sul volto della strega.
-Ho paura che il sacrificio di Teredor e Niobe sia stato inutile -concluse lasciando che il vento si prendesse la fotografia come se si volesse liberare di un ricordo indesiderato.
 
 
 
 
 
 
 
Note
Ciao a tutti come state? Oramai i giorni di quarantena sono 14 quindi la noia inizia a farsi sentire perciò ho deciso di pubblicare un nuovo capitolo,spero possa piacervi e tenervi compagnia. Fatemi sapere se vi piace.
Mi raccomando state a casa e ci sentiamo tra un paio di giorni
Un bacio
   
 
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