Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Europa91    24/03/2020    2 recensioni
[Erwin x Levi]
[Ken x Uri]

Anno 850
Erwin e Levi si apprestano a combattere la battaglia decisiva per riconquistare i territori di Shinganshina, mentre Kenny Ackerman e i suoi uomini si arrendono alla Legione Esplorativa.

Anno 844
Il giovane caposquadra Smith continua a inseguire il suo sogno; quando viene misteriosamente indirizzato verso la città sotterranea. Li troverà l’incarnazione delle Ali della Libertà.

Questa può sembrare la solita storia di come è nata la relazione tra Erwin e Levi e del loro amore, ma non è così; è qualcosa di molto più complesso. E se il primo l’incontro tra i due non fosse stato casuale? Se qualcuno dietro le quinte avesse scelto di manipolare gli eventi a suo piacimento? Ma chi, e soprattutto perché? Riusciranno Erwin e Levi a scoprire la verità? In un intreccio tra passato e presente ci sono misteri che devono ancora essere svelati.
[Canon Divergence]
Genere: Angst, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Erwin Smith, Kenny Ackerman, Levi Ackerman
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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7.

 

 

 

844 - Quartier Generale della Legione Esplorativa 

 

“Tu, cos è quell’impugnatura?! Quella lama non è fatta per essere presa in quel modo. Vuoi forse morire appena metterai piede fuori dalle mura?!” 

 

Avevano appena iniziato con l’addestramento e Flagon stava già faticando a farsi rispettare da Levi. Nascosto dietro gli alberi, dove nessuno poteva accorgersi della sua presenza, Erwin osservava pensieroso lo scambio di battute tra i due. Inizialmente non voleva andare lì, si fidava di Flagon, l’aveva detto più volte anche al collega caposquadra, eppure non aveva resistito, era stato più forte di lui, voleva controllare che l’addestramento delle nuove reclute e in particolare di Levi, procedesse senza intoppi. Non sapeva nemmeno lui da dove proveniva quest’ansia, non aveva mai provato nulla di simile prima, pensò fosse solo la tensione, in fondo la cattura di Lovof sarebbe stata un grosso colpo, non dovevano esserci errori, non poteva permetterseli.

 

“Forse sarai tu a finire in quel modo” 

 

Erwin si trattenne dallo scoppiare a ridere, che Levi non avesse peli sulla lingua o rispetto verso i suoi superiori e dell’autorità in generale, l’aveva capito dal loro primo incontro nella città sotterranea, tuttavia vederlo rispondere per le rime a Flagon lo stava divertendo più del previsto.

 

“Basterà tagliare la nuca del gigante no? Perciò farò come voglio” concluse il ragazzo prima di azionare il dispositivo di manovra e partire all’attacco. Erwin scelse quel momento per uscire dal suo nascondiglio e palesare la sua presenza.

 

“Dovevo immaginarlo” fu l’unico commento del altro caposquadra nel vederlo; non era troppo felice forse perché ancora irritato per le parole e la mancanza di rispetto di Levi.

 

“Scusami ma non ho resistito, volevo assistere al suo primo volo con indosso le Ali della Libertà” 

 

“Hai sentito vero come si è rivolto a me? Quello che mi ha detto? Spero per lui che sia fottutamente bravo o giuro che non servirà scomodare i titani, ci penserò io a farlo fuori!” Erwin si avvicinò 

 

“Prego, seguilo e verifica tu stesso, ho cieca e assoluta fiducia nelle capacità di Levi” si limitò a dire. Flagon non rispose, azionò il suo dispositivo e partì all’inseguimento. Aveva un bruttissimo presentimento ma per l’ennesima volta non disse nulla.

 

 

 

850 - Distretto di Trost - 3 giorni dopo la battaglia di Shinganshina 

 

Come era prevedibile la notizia del successo della missione nella cantina di Jaeger era arrivata sino alla capitale. La giovane regina Historia e le più alte cariche di governo si erano personalmente recate nel distretto di Trost per gestire al meglio la situazione, dovevano essere prese molte importanti decisioni in quei giorni, decisioni dalle quali sarebbe dipeso il destino dell’umanità. Durante la riunione fu Erwin a riassumere ai presenti la situazione:

 

“Grazie al sacrificio di molti nostri compagni della Legione Esplorativa abbiamo finalmente riconquistato i territori di Muro Maria e sconfitto il gigante Colossale appropriandoci del suo potere” mormorò toccandosi inconsciamente il braccio destro. Non era necessario, tutti i presenti in quella sala sapevano cosa era ora il comandante Smith, tuttavia Levi si prese qualche secondo per scrutarli, voleva capire se qualcuno di loro avrebbe potuto essere una minaccia in futuro. Alla fine venne presa la decisione di divulgare al resto dell’umanità la verità; d’altronde tutti coloro che vivevano all’interno delle mura ora condividevano lo stesso destino. 

 

Qualche ora dopo...

 

“Dove sei stato?” Chiese Erwin distrattamente mentre Levi rincasava chiudendo frettolosamente la porta alle sue spalle.

 

“Con Hanji, a parlare coi giornalisti, volevo qualche cazzo di notizia, sapere se avevamo preso la decisione giusta” disse togliendosi la giacca restando solo con indosso la camicia. Erwin si perse qualche minuto a guardarlo; entrambi non erano abituati ad indossare abiti civili, così finiva per incantarsi ogni volta; ma d’altronde Levi gli era parso bellissimo anche ricoperto di sangue, fango e polvere; era con la divisa e le Ali della Libertà sulle spalle però, che dimostrava tutto il suo fascino.

 

“E non fissarmi sempre, sei inquietante” sbottò infatti il giovane Ackerman.

 

“Scusa, allora novità?” Disse offrendogli una tazza di the caldo.

 

“Come prevedibile c’è il caos, qualcuno ha accettato la storia così com’è, per qualcuno sono tutte stronzate, altri credono sia solo propaganda o teorie della cospirazione” ammise bevendo un sorso e sedendosi stancamente. 

 

“Quando hai intenzione di andare da Kenny?” Chiese di colpo il comandante; non voleva forzarlo, però sapeva che se non avesse insistito non avrebbero più affrontato quell’argomento. 

 

“Non ho voglia di parlare con lui ora, c’è altro da fare, dobbiamo organizzare anche il rito funebre per commemorare i caduti della battaglia” mormorò controvoglia. Erwin sbatté un pugno sul tavolo, facendolo sobbalzare, non se lo aspettava. Lo guardò male, ma Erwin non si pentì del suo gesto.

 

“Tu non hai un cazzo da fare Levi. Io sono ancora il tuo comandante e non ti ho dato ordini. Devi andare nelle prigioni e parlare con il capitano Ackerman, non puoi continuare a scappare” il capitano si alzò di scatto fronteggiandolo

 

“Non tirare fuori la carta del comandante quando ti fa comodo Erwin, non ho intenzione di sottostare ai giochetti di Kenny, e ora lasciami in pace cazzo” provò ad andarsene ma venne fermato dal biondo

 

“Levi per favore. Non chiuderti in te stesso. Cosa succede?” Tentò dolcemente. Credeva che dopo le confessioni di qualche giorno prima, il suo compagno avesse imparato a fidarsi di lui, evidentemente si sbagliava; Levi non voleva il suo sostegno, come al solito era convinto di dover combattere le sue battaglie da solo. Aveva paura di quel confronto con Kenny, questo Erwin l’aveva capito, tuttavia sapeva anche che non avrebbe potuto evitarlo in eterno. Ackerman poteva nascondere informazioni preziose per la loro causa; dovevano interrogarlo anche per questo, possibile che Levi non lo capisse? No, lo capiva benissimo, tuttavia non voleva cedere, era così testardo; ed Erwin sapeva benissimo che quando prendeva una decisione era quasi impossibile fargli cambiare idea. Bastò uno sguardo, poi il comandante si fece da parte; Levi non disse una parola, posò la tazza di the ancora tiepido sul tavolo, recuperò la sua giacca e se ne andò chiudendo la porta. Erwin lo vide allontanarsi dalla finestra; istintivamente si strinse il braccio destro, non voleva essere sopravvissuto solo per vedere Levi soffrire così, doveva fare qualcosa; per l’umanità e per il suo compagno. Prese il cappotto e si diresse verso le prigioni.

 

 

Quella sera...

 

Aveva cavalcato a lungo, senza meta, aveva solo bisogno di prendere aria e respirare. Il sole era da poco tramontato all’orizzonte; Levi capiva perfettamente cosa voleva dire Erwin, comprendeva la sua preoccupazione e i suoi sentimenti tuttavia si era sentito improvvisamente soffocare, la verità era che si sentiva sotto pressione da quando avevano riconquistato i territori di Muro Maria. Quella doveva essere la battaglia finale; ebbene non lo era stata, anzi, gli aveva mostrato uno scenario ancora più spaventoso e complicato; era tutto più facile quando credevano che i loro nemici fossero solo i giganti e non il resto del mondo. A complicare le cose c’era anche Kenny, quel bastardo che si era fatto catturare apposta, che volontariamente gli aveva consegnato quel siero e che, in un modo che ora completamente gli sfuggiva, era già al corrente di cosa sarebbe successo. Improvvisamente sentì l’impulso di spaccare qualcosa. Lui conosceva bene Kenny Ackerman per questo ne era certo; lo squartatore aveva un fottuto piano, lui aveva sempre saputo la verità sul loro mondo, ma allora perché non aveva mai parlato prima? Perché aveva aspettato tanto a tradire Rod Reiss? Non era lui che aveva sempre inseguito il potere? Con le informazioni di cui disponeva avrebbe potuto fare qualsiasi cosa anche un fottuto colpo di stato. Scese da cavallo, tirò fuori un coltello e lo lanciò verso l’albero più vicino. Era incazzato e il comportamento di Erwin l’aveva mandato ancora di più in bestia; si era confidato con lui, gli aveva raccontato il suo passato, il suo legame con Kenny; perché allora non capiva quanto fosse difficile per lui andare in quella cazzo di cella, vederlo e parlargli?!

 

“Prima o poi caverai un occhio a qualcuno se continui a lanciare oggetti cosi pericolosi” disse una voce uscendo da un cespuglio. Era un uomo biondo che Levi non conosceva, anche se aveva un qualcosa di familiare. Gli sorrise, poi si diresse verso l’albero e recuperò il coltello che aveva lanciato poco prima. Glielo restituì lanciandolo con la stessa energia, Levi non se lo aspettava, tuttavia lo prese al volo. 

 

“Hai ottimi riflessi” disse il biondo avvicinandosi

 

“Anche tu non sei male, hai una buona mira” quel tizio non la smetteva di sorridere

 

“Ho imparato dal migliore” ammise

 

“Basta con le stronzate. Dimmi chi sei e cosa vuoi, mi stavi forse spiando?” sbottò Levi preparandosi ad affrontarlo.

 

“Cavolo, sei proprio identico a tuo padre, subito sulla difensiva, non si può mai avere una conversazione tranquilla con voi Ackerman” ora aveva catturato tutta la sua attenzione.

 

“Chi cazzo sei? Chi ti manda?”

 

“Levi ora calmati, non mi manda nessuno. Sono qui di mia spontanea volontà” tuttavia questo mise ancora di più il capitano sull’attenti.

 

“Come sai il mio nome e come conosci mio padre? Nemmeno io so chi sia mio padre” l’uomo sospirò stancamente

 

“Pensavo fossi più intelligente di Kenny; ormai dovresti averlo capito chi è tuo padre, cavolo più cresci e più diventi simile a lui” Levi era senza parole, che cazzo stava insinuando quel tipo misterioso?! Lo osservò meglio, era leggermente più basso di lui e sembrava disarmato, se le cose si fossero complicate non avrebbe faticato a metterlo al tappeto. 

 

“Quindi è vero, Kenny Ackerman è mio padre” concluse 

 

L’uomo sorrise “Pensavo te lo avesse detto anni fa”

 

“Mai esplicitamente” si giustificò Levi, non sapeva perché, ma sentiva il bisogno di doverlo specificare 

 

“L’ho sempre detto che siete identici, due zucconi” stava ancora ridendo, e Levi si stava innervosendo sempre di più; 

 

“Come sai queste cose? Chi cazzo sei tu?” Già non glielo aveva ancora detto. Tirò nuovamente fuori il suo coltello. Il biondo non sembrò minimamente turbato.

 

“Conosco Kenny da molti anni sono un suo amico, sono stato anche a trovarlo poco fa, perché non sei ancora andato a parlare con lui? Non ti aveva forse detto di raggiungerlo dopo aver scoperto la verità su queste mura e sull’isola di Paradise, allora perché tu ed Erwin non siete ancora andati da lui?” Ora Levi non ci stava capendo più nulla, come faceva quel tipo a sapere tutte quelle cose? Come conosceva anche Erwin? Senza pensarci gli si scagliò addosso lanciandogli il coltello.

 

Uri lo parò col braccio, esattamente come anni prima aveva fatto con Kenny.

 

“Ripeto: sei identico a tuo padre”.

 

 

 

 

844 - Residenza estiva della famiglia Reiss

 

 

“I miei uomini mi hanno riferito che è entrato nella Legione Esplorativa” ammise quasi con disgusto; mentre si sedeva scompostamente sulla sedia messa a sua disposizione dal padrone di casa.

 

“Avresti preferito il Corpo di Gendarmeria?” 

 

“Non fare questi discorsi del cazzo con me Uri; non attaccano” l’altro sorrise.

 

“Hai iniziato tu a parlare di Levi. Sei tu che sei andato personalmente fino alla città sotterranea per verificare se il caposquadra Smith avesse seguito il consiglio. Eri preoccupato, non c’è nulla di male ad ammetterlo!” Se lo sguardo avesse potuto uccidere, Uri Reiss sarebbe molto in quel momento.

 

“Non ero, non sono preoccupato, dannazione Uri” sbottò alzandosi di colpo facendo cadere la sedia dietro di lui.

 

“Va bene così Kenny” disse l’altro avvicinandosi e sfiorandogli delicatamente il braccio per calmarlo. 

 

“Non è che non mi fidi del tuo piano, o del moccioso del cazzo” ammise il capitano Ackerman dopo un po’, cercando di evitare lo sguardo dell’ex sovrano.

 

“Non ti fidi di Smith vero? Credevo ti avesse fatto una buona impressione” Mormorò Uri pensieroso;

 

“È intelligente lo ammetto, forse troppo intelligente; si farà ammazzare, morirà giovane” il biondo scoppiò improvvisamente a ridere

 

“L’ho visto Kenny, Levi è destinato ad Erwin e non ci possiamo fare nulla, solo cercare di salvare il salvabile, lo sai, se ho ideato tutto questo è solo per proteggerlo” il sorriso era sparito di colpo dal suo volto. Kenny non disse una parola, si limitò a stringerlo tra le sue braccia.

 

“Lo so, ciò non toglie che quel biondino mi stia sul cazzo” Uri tornò a sorridere

 

“Abbiamo ancora tempo Kenny, non preoccuparti, ho pensato a tutto, finirà bene” concluse dandogli un veloce bacio a stampo.

 

“Dipende da cosa intendi per bene”.

 

 

 

 

  
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