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Autore: _iamross    26/03/2020    0 recensioni
I limiti sono dei punti fondamentali da non dover superare. Il controllo, difatti, è forse la caratteristica che più rispecchia Arabella Nelson; ama dominare e avere sempre il coltello dalla parte del manico. Arruolarsi nell'accademia militare è stata infatti la scelta più azzeccata per quell'anima da combattente che da sempre ha influito sul suo presunto futuro. Ma la sua facciata da falsa combattiva nasconde milioni di retroscena. Un passato difficile, una vita dura, molti segreti e un appiglio: la sua carriera. Ma cosa accadrebbe se qualcuno in particolare riuscisse ad abbattere quel muro di freddezza costruito negli anni?
•••
«Forse sei abituata ad avere il mondo ai tuoi piedi.».
« O forse sei tu che credi di essere superiore agli altri, tanto da non rispondere ad una semplice domanda.».
Genere: Azione, Guerra, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Svegliarsi all'alba per molti è un lavoro arduo e parecchio difficile, un'azione che richiede forza di volontà, soprattutto, dopo un intensa settimana di continui esercizi fisici. Il nostro corpo riesce a sopportare qualsiasi tipo di sforzo, che sia una corsa di chissà quanti chilometri o serie di flessioni. Ovviamente l'esercitazione serve ad allenare la nostra ridotta resistenza che pian piano riesce a tener testa a molteplici esercizi quotidiani, e fortunatamente, gran parte di noi ragazze non hanno alcun problema ad aprire gli occhi –  prima che la luce del sole bussi alla loro finestra –  e abbracciare il duro mestiere da loro scelto.

Il piccolo spiraglio di luce che si intravede dalla fitta rete di oscurità ci segnala l'inizio del nuovo giorno, che verrà evidenziato maggiormente dal sorgere del sole, il quale si manifesta solo trenta minuti dopo lo schieramento generale.

Il terriccio è ancora umido quando lo calpesto e l'aria è leggermente densa, alquanto fastidiosa. Gli alberi quasi del tutto rinsecchiti, infatti, sembrano ribellarsi alla forza che ostacola la loro quiete, creando un tutt'uno di fruscii acuti.

La natura sembra essersi adeguata all'aspetto tetro e angosciante del luogo, colpito ogni giorno dalla guerra e dalle lotte; come se in un certo senso si fosse arresa all'evidenza, alla triste considerazione che questo velo di dolore non se ne andrà mai dalla loro terra ma rimarrà come una seconda pelle su di essa.

I capelli mi solleticano il viso e rabbrividisco quando un'ondata particolarmente gelida e pericolosa frusta il mio corpo. Tuttavia rimango impassibile al clima sfavorevole e continuo ad avanzare fino a quando tutti noi ci troviamo schierati in tre file perfettamente ordinate. Un'altra cosa che ho imparato è proprio questa: l'ordine maniacale, la posizione perfetta sia sul posto che nella mia vita.

Il nuovo caporale ci scruta attentamente, in modo da imprimere i nostri volti puntati sulla sua figura alta e robusta e ci osserva per pochi minuti in completo silenzio, come a voler prendersi del tempo prima di ordinare a raffica i vari esercizi a cui verremo sottoposti ed un fastidio profondo invade il mio corpo.

« Mi sta sulle palle» bisbiglia Lily al mio fianco e reprimo un sorriso.

« Sai già come la penso» ribatto, suscitando una sua debole risata.

I ragazzi presentati dal colonnello in persona fanno la loro comparsa soffermandosi alle sue spalle, sembrano propensi dai loro volti seri e svegli, come se la notte fosse acqua alle rose che caccia via le occhiaie della stanchezza, e quasi all'apparenza potenti. La divisa fascia perfettamente il loro corpo e risalta la muscolatura degna di anni di duro esercizio fisico. Dalle facce delle ragazze e dai bisbigli appena udibili deduco che ciò non dispiace molto. In effetti, per quanto possa essere contraria agli ordini di Marxwell, devo ammettere che sono ben dotati.

Spero anche di tecniche e capacità, oltre che fisicamente.

Con un cenno della mano da parte del caporale  ci spostiamo nell'area dedita agli esercizi, seguiti dai ragazzi che osservano attentamente ogni parte del luogo, in modo minuzioso e attento. E' una caratteristica che rispecchia pochi di noi.

« Dividetevi in coppie ed iniziamo con gli esercizi base per lo sviluppo dei muscoli addominali: crunch a terra» ordina il caporale.

Velocemente io e Lily slittiamo al suolo. Mi posiziono supina con le ginocchia flesse, lanciando un'occhiata alla mia compagna già posizionata al mio fianco ed eseguendo successivamente la flessione della colonna staccando la schiena da terra.

Andiamo avanti con serie di esercizi tra cui piegamenti sulle braccia –  un classico push up che serve ad esercitare i tricipiti e le spalle – , gli affondi, lo squat, trazioni alla sbarra e burpees: l'esercizio più odiato dalla stragrande maggioranza e che prevede la contrazione di tutti i muscoli del nostro corpo.

Eseguiamo l'esercizio per venticinque volte e sorrido quando volto di poco la testa e mi accorgo di Lily che esegue tranquillamente ciò che ci è stato ordinato, come se non fosse chissà cosa mentre le altre faticano per portarne a termine uno. Come se si sentisse guardata gira il capo verso di me sollevando un sopracciglio. Scruta attentamente il mio viso, abbassando per qualche secondo gli occhi sulle mie dita flesse in un movimento ben preciso. Movimenti che consideriamo codici.

Lily mi ignora nuovamente – dopo aver recepito il messaggio – e riprende a svolgere l'esercizio, stavolta accentuando di più i movimenti del suo corpo. Un'altra differenza è che lei sa bene come muovere quest'ultimo, sa di essere bella e non prova neanche lontanamente a comportarsi da finta santarellina. Inoltre, qualsiasi cosa faccia riesce ad essere sensuale e allo stesso tempo naturale; anche oscillare i capelli richiede maestria e Lily è molto abile in questo. Le attenzioni del genere maschile non le dispiacciono mentre a me infastidiscono gli sguardi lascivi, che urlano chiaro e tondo la posizione in cui ti metterebbero se ti avessero tra le mani. Però è anche vero che tutto dipende dall'uomo e di conseguenza da quello che soprattutto gli occhi comunicano.

Sorrido tra me e me quando mi accorgo di un tipo in particolare che non ha smesso di fissarla insistentemente. Non so come si chiama e non so nemmeno che lavoro svolge in questa accademia. Obiettivamente è un bel ragazzo, forse l'unico tra i tanti che hanno messo piede in questo edificio. Pelle olivastra, barba folta, ciuffo scuro e ribelle e occhi affilati e scuri, quasi penetranti. Un bel tipo e considerato il fatto che io e la mia amica abbiamo gusti simili probabilmente quest'ultima la pensa proprio come me.

Mi tiro su dopo aver finito la serie di esercizi e prendo dei respiri profondi. Mi guardo attorno e noto con piacere che il percorso ad ostacoli è stato allestito con l'intento di renderlo più difficile. E' l'esercizio che più amo fare perché si mettono in moto tutti i sensi, il corpo reagisce agli impulsi ed oltre a darti la carica – causata dalla competizione – dà anche un'adrenalina pazzesca, la quale scorre nelle vene come sangue.

Ad occhio, il percorso comprende la scalata di un muro, sia all'inizio e sia verso la fine, alto circa cinque metri; arrampicata su reti di medesima altezza; l'attraversamento faccia a terra sotto un basso tetto di filo spinato e attraversamento su un fosso appesi su delle barre di legno sospese.

« Cazzo, stavolta ci distruggeremo i muscoli» esclama la bionda.

Annuisco con vigore, già febbricitante, « Sei consapevole che ti straccerò, di nuovo?»

Le sue labbra si incurvano in un sorriso di sfida, i suoi occhi luccicano di competizione. « L'ultima volta avevo i muscoli un po' intorpiditi, stavolta ti schiaccerò alla grande!» ribatte.

Mi scappa una risata. « Vedremo»

E mentre la guardo beffeggiandomi di lei e della sua sicurezza mi accorgo di due occhi che ho avuto modo di conoscere. Due pozzi verdi che mi osservano senza alcuna paura di essere scoperti e che scrutano attentamente la mia figura da lontano. Ricordo bene il suo viso serio, duro e cupo, i suoi occhi verdi ipnotizzanti ed il suo atteggiamento arrogante e superiore. Ricordo anche la frase che ancora aleggia nella mia testa ma che non ho più riportato a galla poiché non rientrava tra le cose a cui ho dato primaria importanza.

La presunzione e l'arroganza con la quale mi ha rivolto la parola è ancora lucida e vivida dentro di me ed il fastidio provato in quel bagno comune mi colpisce istantaneamente, come una scarica elettrica in piena tempesta.

Come il suo corpo marmoreo e oserei dire anche scultoreo.

La divisa gli calza perfettamente e quella sua aria da uomo tutto d'un pezzo suscita quasi timore a qualsiasi essere che posa lo sguardo su di lui; ciò, è anche accentuato dalle armi caricate in spalla come se fossero racchette da tennis.

Ma questo non accade, non a me. Non mi intimorisce.

Affilo lo sguardo e non mi curo del fatto che i miei occhi scuri possano metterlo in soggezione, so che non gli importa, glielo leggo dal modo in cui continua a guardarmi. Sembra più curiosità la sua e non posso fare a meno di notare le sue iridi che studiano ogni mio movimento, ogni nostro movimento.

Potrebbe essere un abile cecchino, qualcuno che sa bene come utilizzare un'arma o magari qualcuno che disinnesca ordigni.

« Cosa guardi?» chiede curiosa e disattenta. Lily segue la traiettoria appena creata dalla nostra catena di occhi e si sofferma qualche secondo sul ragazzo misterioso e conosciuto solo qualche sera prima.

Scuoto il capo e distolgo gli occhi dalla figura alta e imponente a qualche metro di distanza da tutti noi. « Nulla» mento, anche se so perfettamente dove andrà a parare a breve.

Si volta inarcando un sopracciglio cercando qualsiasi emozione dai miei occhi scuri ma nel momento in cui apre la bocca, per dire solo una misera parola, il caporale intima il silenzio.

« Silenzio» la sua voce è glaciale e lo sguardo di sufficienza che rivolge annienta tutti noi. « Adesso, pretendo che mi dimostriate la vostra resistenza, la vostra rapidità e forza. Il percorso non è semplice, troverete muri, reti, fili spinati e barre che distruggeranno le vostre braccia; ho personalmente ordinato questo tipo di pratiche per rafforzarvi e potenziarvi e se non vi va bene, cazzi vostri. Qui si lavora duro, non mi importa se siete donne o uomini pappamolli »  afferma perentorio. « Esigo determinazione e agilità e tutto questo in ventisette minuti esatti. Chi sgarra, cinquanta flessioni immediate. Intesi?»

« Si, caporale!» ripetiamo in coro.

                                •••

Ci allontaniamo dal luogo solo all'ora di pranzo, madidi di sudore e privi di energie. Lily si è infuriata perché per l'ennesima volta l'ho stracciata ma so che in realtà non lo è. E' consapevole che in fatto di agilità e velocità io sia migliore di lei mentre lei è molto abile con le armi, e insieme, abbiamo grandi capacità nel combattimento corpo a corpo.

I nostri passi si confondono tra quelli degli altri e velocemente percorriamo il sentiero che ci porta sul retro dell'accademia, la via più vicina per arrivare in camera nostra.

Solitamente prima di pranzare in mensa facciamo una doccia, in modo da non dover puzzare tutto il tempo come animali randagi. Molti seguono la nostra iniziativa, al contrario di alcuni che preferiscono riempire il loro serbatoio a discapito degli altri.

« Sei consapevole che quel ragazzo ti fissava? » esordisce d'un tratto. Mi acciglio staccando la canottiera sudicia dal mio addome piatto.

Le lancio una breve occhiata. « Di chi stai parlando?»

Ruota gli occhi al cielo ma subito dopo ammicca in direzione di un ragazzo che cammina in direzione opposta. Reprimo un sorriso e scuoto il capo.

« Quel manzo statuario che fissavi come se lo volessi picchiare da un momento all'altro. Lo conosci?»

« Non volevo picchiarlo» puntualizzo quasi offesa dalle sue insinuazioni.

Scoppia a ridere. « Certo, come no. Comunque lo conosci?» tenta di nuovo.

Sbuffo e apro la porta della nostra stanza. « Cosa te lo fa pensare?» ci giro intorno, afferrando gli indumenti da indossare.

« Arabella, ti conosco, lo stavi trafiggendo con i tuoi occhi, non mentirmi» incalza.

I suoi occhi sono inquisitori, non ammettono menzogne e sbuffo inconsapevolmente ritrovandomi ad annuire. « Potrei averlo già incontrato» ammetto afferrando l'intimo.

Lily sorride trionfante e, dopo aver preso tutto ciò che le serve, mi segue fino alla porta. « Quindi... dove lo hai incontrato?»

Chiudo la porta alle mie spalle ed il silenzio di pochi secondi prima viene stravolto dalla confusione e dal via e vai di militari che avanzando velocemente: chi entra nella propria camera e chi semplicemente va a pranzare, senza fermarsi oltre.

Spero solo che i bagni non siano tutti occupati, mi incazzerei davvero molto.

« Qualche sera fa, dopo essere uscita dalla doccia» rispondo senza entrare nei dettagli. Non voglio di certo dirle che non si è posto nessun problema a farsi vedere mezzo nudo. Se non fosse stato per quel misero asciugamano, avrei visto molto di più.

Non che la visione di un uomo del genere mi dispiaccia, ma considerato il suo tono arrogante e a tratti prepotente, il suo aspetto passa di gran lunga in secondo piano.

Annuisce lentamente. « Okay, quindi entrambi eravate in bagno, vi stavate lavando e vi siete presentati?» 

Ruoto gli occhi al cielo. « Perché tutto ciò che dici ha allusioni a sfondo sessuale? » borbotto, la sento ridere e le lancio un occhiataccia.

« Parla! » mi rimprovera.

Entriamo nei bagni e tiriamo un respiro di sollievo quando ci imbattiamo in due ragazze, che per giunta stanno pure per andare via.

La fortuna è dalla nostra parte, una volta tanto.

« Sono entrata qui dentro, non c'era nessuno ma poi quando sono uscita dal box mi sono accorta della sua presenza »

« E' il bagno delle donne» puntualizza confusa.

« Infatti, gliel'ho fatto presente» dico immediata.

Tolgo i vestiti rimanendo in intimo e sciolgo i capelli tenuti su da una coda alta.

Ride sonoramente spogliandosi. « Immagino la tua delicatezza» ironizza.

« Lo sono stata... all'inizio. Ma poi si è comportato di merda ed io non sopporto queste persone, lo sai» borbotto.

« Sei la solita burbera! E dimmi un po', almeno era dotato?» sorride maliziosa facendo su e giù con le sopracciglia.

Ruoto gli occhi al cielo e la liquido con un cenno della mano, apro il getto d'acqua e trattengo un sorriso accogliendo la piacevole sensazione del getto d'acqua calda sul mio corpo.

« Quindi? Era così grosso da non poterlo definire?» la sento urlare e grugnisco per il fastidio.

« Lily» la rimprovero.

« Dai! Non ti sto mica chiedendo se gli hai fatto un servizietto... cioè, non che mi dispiaccia. Ti farebbe bene un po' di relax anche di quel tipo»

Scoppia a ridere e prendo un respiro profondo contando fino a venti, o anche trenta se serve.

« Non ho intenzione di rilassarmi , soprattutto con quel tipo. E adesso smettila, sto morendo di fame e con le tue insensatezze stiamo perdendo tempo»

Insapono il mio corpo e tiro un respiro di sollievo quando la sento sbuffare.

« Però ammettilo, sarà anche uno stronzo – o almeno, questo lo dici tu – ma è un bel pezzo di ragazzo!» esclama.

Decido di non risponderle e chiudo gli occhi godendomi a pieno le sensazioni che il calore mi provoca. I muscoli, come per magia, sembrano sciogliersi e sorrido alla pura pienezza che percepisco.

Mezz'ora dopo siamo già in mensa, a decidere cosa mangiare e cosa scartare. Il cibo fa schifo la maggior parte delle volte ed è per questo motivo che optiamo sempre per i secondi piatti, che fondamentalmente possono essere definiti accettabili.

Scegliamo un tavolo qualunque in fondo all'enorme sala, prendendo posto in una delle sedie.

Lily sembra osservare il suo vassoio con disgusto e rido per la smorfia che ha assunto.

« Dio, perché mangiamo queste cose?» domanda per l'ennesima volta.

« Devo risponderti davvero?» chiedo ironica.

Mi lancia un'occhiataccia e sbuffa spostando i suoi capelli biondi su una spalla.

Ci godiamo la piccola pausa concessa in silenzio e quel poco tempo ritagliato lo passo ad osservare i volti conosciuti e non che pranzano tranquillamente; c'è chi preferisce stare in compagnia perché non può farne a meno e chi, invece, preferisce stare da solo a meditare sui prossimi addestramenti.

I miei occhi si soffermano nuovamente su quel ragazzo sconosciuto e mi perdo tra i miei pensieri.

"Impara a fartene una ragione, Nelson, e inizia a portar rispetto ai tuoi superiori. Sai bene che l'impertinenza paga pegno."

Questa frase gironzola nella mia testa da giorni. Come fa a sapere il mio cognome e perché sembra conoscermi con tale sicurezza?

Anche mentre sta pranzando insieme agli altri sembra assente, più sulle sue. È parecchio strano e misterioso.

Avevo già intuito che c'entrasse con i nuovi uomini apparsi dal nulla ma che ruolo svolge in mezzo a questi ultimi?

« Guarda il moro affianco al ragazzo delle docce» bisbiglia Lily, intercettando il mio sguardo.

I miei occhi fissano il moro dal ciuffo ribelle e sorrido. « Hai fatto colpo, eh?»

Fa spallucce. « Si chiama Drew, è un sottufficiale ma non so che ruolo svolge nello specifico» mi informa.

« Come fai a saperlo?» le chiedo anche se conosco già la sua risposta.

Mi sorride maliziosa. « Ho le mie conoscenze... è un bel ragazzo, non mi dispiacerebbe»

Ruoto gli occhi al cielo. « Dalle occhiate che ti lanciava stamattina credo che nemmeno a lui dispiacerebbe»

Ride a fior di labbra e annuisce. « Mancano cinque minuti, sei pronta per una sconfitta schiacciante? Sono molto più abile con le armi» si vanta.

Le sorrido. « Vedremo»

   
 
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