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Autore: Misaki Starlyght    27/03/2020    1 recensioni
[IN REVISIONE - cap 1 di 20]
|| M e r t h u r || M a g i c A U || S c h o o l A U || C u r s e d A U || H a t e to L o v e || S l o w B o r n ||
Long ambientata ai giorni nostri. Cosa succederebbe se un Arthur ribelle e problematico e un Merlin apatico e solitario si incontrassero da adolescenti frequentando la stessa scuola? E cosa accadrebbe se la magia esistesse ancora e venisse praticata
Genere: Fantasy, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Balinor, Merlino, Morgana, Principe Artù, Uther | Coppie: Merlino/Artù
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nessuna stagione
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-Non possiamo più aspettare Sorelle. Dobbiamo fare qualcosa.- Affermò Morgana determinata più che mai. -E come potremmo fare? Siamo a corto di idee al momento, ricordi?- Rispose Nimueh rassegnata. -Lo so, ma ormai la cosa ci sta sfuggendo di mano. Non so per quanto ancora riuscirò a tenere a bada Arthur, con i miei poteri. Il suo odio e la sua rabbia crescono ogni giorno e sta iniziando a diventare immune ai miei trucchetti. Inoltre non posso stargli attaccata 24 ore su 24, se ne accorgerebbe.-

-Ne sei certa? Direi che possiamo concordare tutte e tre che tuo fratello non brilla d’intelligenza.- -Morgause, non sei divertente…Ok, sì lo sei. Ma non è questo il momento.- Ribatté Morgana, mentre alla bionda sfuggiva una sonora risata. -Ok, Miss Devo-proteggere-mio-fratello. -Tornando alle cose serie – Continuò Nimueh - l’abbiamo visto ieri, ha quasi picchiato davanti a tutti quel ragazzo…come si chiama?- -Merlin.- Rispose la Pendragon. -Avrebbe ucciso Merlin a suon di pugni se non fossi intervenuta tu.-

-Caspita! Conosci il suo nome. Non sapevo foste così intimi.- La prese in giro Morgause, mentre l’altra le tirava un occhiataccia. -Morgause, adesso basta!- Nimueh stava iniziando a spazientirsi. La bionda sarà anche stata sua con-sorella e le voleva bene ma, certe volte non riusciva proprio a tollerare il suo caratteraccio. -Quindi che facciamo? Non abbiamo nemmeno idea di come intervenire per risolvere la questione.-

-Io invece, credo di sì.- Affermò Morgana, attirando l’attenzione delle altre due. -Durante la notte di Luna Piena e ho avuto una visione su Arthur e credo di sapere come risolvere il problema.-

-Davvero? A quanto pare la Dea ha ascoltato le nostre preghiere!- Esultò Morgause. -Ne sei certa Morgana? Sai che le visioni non mostrano mai tutta la verità. Non puoi essere certa del suo significato.- rispose titubante la mora. -Non essere disfattista Nimueh! È la prima speranza che abbiamo da mesi!- la rimbeccò la bionda. -Parla, cosa ti ha mostrato?-

-Non ci crederai Morgause ma, sarà proprio Merlin a darci una mano.- disse mentre un sorriso compiaciuto compariva sulle sue labbra. -Mi prendi in giro? Quel ragazzino pelle e ossa sarebbe la soluzione ai nostri problemi? Ti sei forse dimenticata di come è fatto tuo fratello, oppure hai bisogno di un paio di occhiali? Lo ridurrà in briciole in meno di 10 secondi.-

-Qui non si tratta di usare forza, sorella mia ma, di giocare d’astuzia. In futuro Merlin e Arthur sono destinati a stare insieme, sono come due facce della stessa medaglia. Credetemi, non l’ho mai visto così sereno e felice come nella visione. Certo erano solo immagini spezzate e veloci ma, so quello che ho visto.- rispose eccitata. -Due facce della stessa medaglia eh? Merlin e Arthur, chi l’avrebbe mai detto.- Soffiò Nimueh pensierosa, quasi non riuscendo a crederci. -Ok, è davvero tutto molto bello e romantico ma, questo non risolve il problema. Che intendi fare? Incastrarli ad un appuntamento al buio e sperare nel colpo di fulmine? Non credo proprio che funzionerebbe. –

-Morgause ha ragione Morgana.  Arthur odia Merlin, e se lo avesse a tiro lo ucciderebbe senza pensarci due volte. Cosa speri di fare?-

-Sorelle mie, vi ricordo che non siamo semplici studentesse, siamo figlie della Dea e un giorno future Sacerdotesse. Merlin e Arthur staranno insieme solo tra qualche anno, ma noi ne abbiamo bisogno ora. La mia idea è quella di accelerare i tempi giusto un po’, col Potere della Magia.-

-Accelerare i tempi? Morgana qui si parla di modificare il tempo, non abbiamo mai eseguito un incantesimo di questa portata. Sei sicura che ne siamo in grado?- chiese confusa la mora. -Non parlo di accelerare il tempo Nimueh, pensavo più ad un incantesimo di… trasformazione.-

-Trasformazione? Mi piace. Trasformiamo il bel principino in un rospo!  Perché non ci abbiamo pensato prima?- Disse Morgause entusiasta.

-Così poi ci pensa Merlin a sistemare tutto con un bel bacio!- e così dicendo la stanza si riempì delle risate delle tre ragazze.

Dopo anni Morgana, poteva finalmente tirare un sospiro di sollievo. Certo dovevano ancora studiare l’incantesimo e tutti i dettagli, e non sarebbe stato facile. Nimueh aveva ragione non avevano mai osato tanto ma, almeno adesso sapevano cosa fare e come. Ringraziò mentalmente la Dea per essere venuta in suo soccorso. Non avrebbe fallito per nulla al mondo, anche se litigavano spesso, voleva bene a suo fratello e avrebbe fatto qualsiasi cosa per restituirgli un po’ di quella felicità che gli era stata negata fin da piccolo, e vedere anche solo un sorriso sbocciare sulle labbra di Arthur sarebbe stato per lei la migliore ricompensa.

-Hei stregacce! Avete finito di starnazzare come delle galline?- Urlò Arthur mentre dava dei forti colpi, dietro la porta della camera da letto della sorella, interrompendole. Due secondi dopo Morgana la aprì. -Che vuoi? Siamo occupate.-

-Di a quelle là di andare a casa, la riunione tra befane è finita. Fate troppo casino.-

-Come sei noioso fratellino, qui la festa non è ancora finita.-

-Non mi interessa, falle sloggiare!- Arthur e Morgana si scrutarono intensamente negli occhi, sembrava quasi un gara all’ultimo sguardo che nessuno dei due voleva perdere, finchè…

-Ragazze, ci vediamo domani per definire i dettagli.-  Le due ragazze sbuffarono seccate, poi presero le loro cose e uscirono dalla stanza. -Guasta feste!- Bofonchiò Morgause mentre oltrepassava Arthur sulla soglia della porta, dandogli una spallata. Il biondo aspettò che le due ragazze sparissero per rivolgersi ancora alla sorella. -Che stavate tramando voi tre?- chiese a metà tra il sospettoso e il seccato. -Niente che non siano affari tuoi fratellino, a meno che, improvvisamente non ti interessi la mia vita sentimentale. Sai Valiant sembra un ragazzo così carino, non credi? Forte, alto e…- subito una faccia disgustata si dipinse sul volto di Arthur -Sai cosa? Me ne vado a letto. Ciao.- e detto ciò si scostò dalla porta per andarsene dritto in camera sua. Morgana sapeva sempre come far passare le cose sotto il naso di suo fratello senza che se ne rendesse conto.

Abilità molto utile, soprattutto per quando bisognava nascondergli la sua magia. Nessuno in famiglia era a conoscenza delle sue straordinarie capacità. Solo Nimueh e Morgause lo sapevano ma, loro erano come lei. Figlie della Dea. Sacerdotesse. Streghe. Loro erano l’ultimo baluardo di una antica dinastia andata perduta nei secoli in una terra pregna di storia, magia e mistero. Le aveva incontrare da piccola e da allora non si erano più separate. Mentre la sua magia c’era sempre stata. Una compagna silenziosa che negli anni aveva imparato a destreggiare.

***

Arthur entrò in camera sua e chiuse la porta dietro di sé, era finalmente solo. Mollò esausto la borsa degli allenamenti sul pavimento, si tolse scarpe, vestiti e andò in bagno ad aprire l’acqua della doccia. Quel pomeriggio il coach ci era andato giù pesante con gli allenamenti per la squadra. Era bagnato fradicio di sudore oltre che sporco di terra.

Era sua abitudine fare la doccia a casa dopo gli allenamenti di Giostra Medioevale, per quanto la scuola fosse perfettamente munita di docce e spogliatoi. Ma lui non le usava. Mai. Non che non volesse, di Arthur si potevano dire molte cose ma non che fosse schizzinoso. Il problema era che non poteva. Nemmeno i suoi compagni sapevano il reale motivo, e il biondo preferiva di gran lunga le loro idee assurdamente strampalate alla triste quanto vergognosa verità.

Buttò i vestiti sporchi nella cesta e si diresse alla doccia, stando ben attento ad evitare lo specchio. Non voleva vedere i segni sulla sua schiena. Era troppo doloroso e avvilente pensarci. Appoggiò la testa e il braccio contro le piastrelle fredde sul muro, in contrasto con l’acqua bollente che scivolava lungo il suo corpo muscoloso e segnato dagli allenamenti. Ogni volta desiderando che quell’acqua si portasse via quel maledetto marchio sulla schiena. Il marchio del Matricida, impressogli da suo padre.

Sia sua sorella che il personale della casa ne erano a conoscenza, ma il terribile segreto non era mai uscito dalle mura casalinghe. E anche se odiava ammetterlo, doveva ringraziare Morgana, se era riuscito a sopravvivere tutti quegli anni. Non glielo aveva mai detto apertamente data la sua indole orgogliosa. Le era grato sì ma, dall’altro lato non sopportava che tra loro due la più forte fosse lei. Da quando era successo la prima volta non aveva mai smesso di proteggerlo. Nessuno lo avrebbe mai detto ma, l’aiuto che Morgana gli offriva non era fatto di parole, semmai di sguardi silenziosi e atti invisibili che facevano la differenza. Un tacito accordo, stipulato da entrambi. Due ruoli consapevoli e mai ammessi verbalmente per non rendere ancora più tangibile una questione già troppo dolorosa.

Eppure tra la paura di una nuova violenza, l’odio nei confronti di un padre violento e la vergogna di quel marchio e di cosa rappresentava, una piccola parte di lui, era convinta di meritarselo. La giusta punizione per una colpa imperdonabile. La nascita sua e di sua sorella aveva portato all’inevitabile morte della madre Igraine; e suo padre non aveva fatto altro che riprendersi quello che gli apparteneva nell’unico modo che conosceva: la violenza. E alla violenza lo aveva istruito. Insegnandogli che l’unico modo per essere accettati e rispettati nella società era usando il pugno di ferro. Solo sua sorella riusciva ancora a tirargli fuori la sua parte migliore, che lentamente, giorno dopo giorno andava esaurendosi sotto i colpi di una cintura in pelle.

Uscito dalla doccia si avvolse l’asciugamano intorno alla vita. si diresse in camera per prendere dall’armadio un paio di pantaloni da tuta e una maglietta a mezze maniche rossa, per poi lasciarsi cadere sul letto sfinito. Si addormentò così, sdraiato bellamente sul suo letto, mentre la sua mente vagava ancora nel passato e goccioline d’acqua gli scendevano ancora dai capelli umidi, lungo il collo e il cuscino.

Al contrario Morgana passò tutta la notte a studiare l’incantesimo nei minimi dettagli. Doveva essere perfetto.

***

Il mattino seguente i raggi del sole nascente spuntarono dalla finestra della camera di Morgana, mentre stava radunando gli ultimi appunti dell’incantesimo. Dopo una notte insonne passata a scrivere e bere litri di caffè ci era riuscita. Tutta soddisfatta si diresse in bagno a lavarsi e a truccarsi, nel tentativo di coprire le occhiaie, prova del suo duro e segretissimo lavoro. Si vestì con tutta calma e scese a fare colazione, c’è nera di tempo prima di andare a scuola. Per quanto fosse stremata dalla notte passata in bianco non poteva fare a meno di essere felice come un bambino la mattina di natale, che aspetta solo di aprire i regali. Da troppo tempo aspettava quel momento.

-Buongiorno Arthur!- Annunciò la ragazza tutta contenta al fratello, quando scese a fare colazione. – Un po’ presto per la tua sveglia. Dormito bene?- -Cosa hai mangiato sta mattina a colazione? Arcobaleni e unicorni rosa?- ribatté Arthur seccato dal suo esuberante entusiasmo mattutino. -No, sono felice. Cosa c’è? Non posso esserlo? Ah giusto, meglio evitare che ti contamini con la mia allegria. Sia mai che potrebbe scapparti un sorriso.- -Ha ha ha che simpatica. Tu, piuttosto, cos’è quella faccia da panda?- chiese di rimando notando le occhiaie semi coperte dal trucco. -Nulla, ho solo studiato per un esame importante.- -Ah ok…-rispose Arthur mentre dava un morso al suo pane imburrato. Finchè il suo cervello ancora mezzo addormentato non fece clik. - Aspetta! Sei una delle migliori a scuola. Tu non studi mai la nott…--Oh ma tu guarda, devo andare! Le ragazze mi aspettano. Sai come sono fatte.- Lo interruppe lei fingendo di guardare l’ orologio. -Che hai combinato sta notte?- insistette lui con la bocca impastata di cibo ma,  Morgna non gli rispose. Si alzò e veloce come un falco posò un leggero bacio sulla guancia del fratello, per poi scappare via urlando -Buona giornata. Ti voglio bene!-

-Quella è tutta matta.- disse pulendosi la bocca con il tovagliolo, per poi notare delle macchie rosse su di esso. -Ma che cazzo!! Mi hai lasciato il tuo rossetto sulla faccia! Maledetta!- Imprecò a vuoto il biondo che iniziò a sfregarsi il tovagliolo sulla faccia, pregando che il colore venisse via senza doversi scorticare la faccia.

Una volta arrivata a scuola, parcheggiò la macchina nel parcheggio adiacente e raggiunse Morgause e Nimueh quasi saltellando. -Ragazze c’è l’ho fatta!! Ho passato una notte in bianco ma ne è valsa la pena! Dopo scuola ci vediamo a casa mia e vi mostro tutto.-  Disse tutta eccitata. Mentre le altre due la elogiavano per il lavoro svolto, impazienti di sapere i dettagli.

Le lezioni si svolsero come da routine e squillata la campanella dell’uscita, tutte e tre si diressero alla macchina di Morgana per andare a casa sua e mettersi all’opera. -Tuo fratello non è in casa?- Le chiese Nimueh. -Meglio se non c’è, non voglio quel principino tra i piedi.- sbuffò Morgause. -No, ha gli allenamenti anche oggi. Abbiamo tutto il pomeriggio libero.-

Entrarono in camera e mentre le altre si sedevano sul tappeto morbido, Morgana si occupò di prendere gli appunti della notte prima. Li posò in mezzo alle due ragazze che rimasero esterrefatte. -Sorella ti rendi conto che sembra il manoscritto del Signore degli Anelli vero?- disse Morgause -È enorme!! Ma quanta roba hai scritto?- Continuò Nimueh. -Si lo so ma, volevo che fosse perfetto e che non ci fossero scappatoie.- -Beh, dicci tutto allora!- Concluse la mora.

Morgana inizio a descrivere tutto il processo, parlando prima di cosa sarebbe effettivamente successo ad Arthur e come camuffare la cosa a gente esterna, per poi passare alla descrizione tecnica dell’incantesimo. Il materiale era talmente tanto e complesso che ci misero tutto il pomeriggio. -Sono sfinita.- annunciò Morgause alla altre con uno sbadiglio. -Non  sarà facile ma c’è la faremo.- -Puoi scommetterci che c’è la faremo! Sarà un successo!- confermò Nimueh stanca ed eccitata insieme. -Grazie ragazze. Non c’è l’avrei mai fatta senza di voi. Vi voglio bene.- Terminò commossa Morgana abbracciandole con trasporto.

i giorni seguenti passarono piuttosto in fretta, mentre la luna di notte diminuiva il suo volto in falci sempre più sottili. Come sempre Arthur dopo scuola importunava Merlin, per poi prendere la sua macchina e tornare a casa a meno che avesse gli allenamenti, e Morgana non vedeva l’ora di dare un taglio alla questione.

Le ragazze si incontrarono al parco di Camelot in tarda serata come stabilito, in un punto un po’ isolato, vicino ad una quercia, per essere sicure di svolgere il tutto indisturbate. La notte era buia senza la luna a rischiarare il cielo, ed era perfetta. Le vacanze estive erano già iniziate, in questo modo avrebbero avuto tutto il tempo per gestire la cosa. Non potevano chiedere tempismo migliore.

Crearono un altare dove posare gli oggetti necessari, accesero un piccolo fuoco e disegnarono antichi simboli magici nel terreno con il ramo di un albero. Si tolsero scarpe e felpe che le proteggevano dal vento fresco che scendeva di sera, sfoggiando dei lunghi abiti neri. Lo stesso colore associato al terzo volto della Dea: quello di Anziana, detentrice della conoscenza e della trasformazione.

Si posizionarono per formare un triangolo perfetto e una ad una invocarono a gran voce una frase specifica con un ruolo ben preciso. Dopo di che stettero qualche minuto in silenzioso raccoglimento, per poi prendersi mano nella mano. Morgana pronunciò poche parole che le altre due cominciarono a ripetere all’unisono a ritmo lento e costante. Morgana si unì a loro, in quella che sembrava una litania che diveniva pian piano sempre più veloce. Iniziarono a girare in cerchio al ritmo delle parole, e ad ogni giro sentivano il potere crescere sempre di più, mentre invadeva i loro corpi colmandole di pura energia.  A quel punto il canto insieme alla corsa divennero così veloci da creare un Cono di Potere. Le parole si confondevano tra loro creando strani intrecci sonori. L’energia era al limite e quando raggiunse l’apice le tre streghe lasciarono il loro abbraccio per fermarsi e lasciarsi cadere a terra, rilasciando andare a terra e in cielo il Potere e con esso l’incantesimo. Sfinite e accaldate rimasero sdraiate a terra aspettando che i battiti del cuore riprendessero un ritmo regolare.

In quello stesso momento Arthur e Merlin dormivano nelle reciproche stanze indisturbati, mentre il biondo non smetteva di rigirarsi nel letto, mentre il suo corpo era scosso dai tremiti. L’energia stava scorrendo in lui mentre mutava forma e quando dalle sue labbra uscì un urlo, sembrò più l’ululato di un lupo solitario che ha perso la strada. Non avevano la minima idea di cosa si fosse scatenato in quella medesima notte. Eppure al loro risveglio qualcosa sarebbe cambiato. Ciò che le tre streghe avevano fatto, avrebbe cambiato per sempre gli eventi futuri dei due ragazzi. 

  
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