Fumetti/Cartoni americani > Spider Man
Segui la storia  |       
Autore: JennyPotter99    31/03/2020    0 recensioni
SEQUEL DI "RED AND WHITE"
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Quando tornarono all’appartamento quel pomeriggio, il telefono che c’era nel corridoio che tutti condividevano, squillò.
Così Clary andò a rispondere.- Pronto?- Sorrise ampiamente quando sentì la voce di Harry.- Ciao.-
-Sei libera stasera alle 8?-
Clary non voleva fare la disperata che aspettava solo ogni suo minimo ordine per muoversi dal letto. -Ehm, vediamo…- rispose, facendo finta di sfogliare un’agenda.- No, sono liberissima.-
-Bene, ci vediamo al Bernardin alle 8 allora.- continuò Harry, mentre la ragazza saltellava dalla gioia: Harry le aveva appena chiesto di uscire.- Ci sono delle cose di lavoro che dobbiamo organizzare per la presentazione di Otto e tu sei l’unica che si ricorda tutto a memoria, io sono una frana.-
L’entusiasmo le si spense subito: una normale cena di lavoro.
-Oh,c-certo. Ci vediamo lì.-
Quando chiuse la cornetta sospirando, trovò la figlia del proprietario dell’appartamento, Ursula, che la spiava da dietro la porta.
-Oh, scusami tanto, non avevo intenzione di origliare.- balbettò, facendo per richiudere la porta.
Quella ragazza era così minuta e sempre gentile.- Non ti preoccupare, non fa niente.- le disse Clary, sorridendo.
-Era Harry?- chiese l’altra.
-Sì, credevo che volesse invitarmi a cena, ma è solo per lavoro…-
-Beh e cambia qualcosa? E’ sempre Harry. Mettiti qualcosa di carino e fagli vedere quanto sei favolosa!- esclamò Ursula.
Per un momento sembrò come se quella ragazza fosse una piccola coscienza buona che le parlava dalla spalla destra e aveva anche ragione.
-Sì, d’accordo! Vado!-
Clary guardò l’orologio: aveva un’ora e mezza per prepararsi.
Si fece una doccia, allisciò i capelli, indossò dei pantaloni carini con un paio di scarpe a punta col tacco e si truccò leggermente, senza esagerare.
Bussò più volte alla porta di Peter. -Arrivo, arrivo!-
-Allora, come sto?- gli domandò, strepitante.
-Sei fantastica.-
-Io ed Harry usciamo a cena, anche se è una cena di lavoro, non deve esserlo per forza giusto? Posso essere carina anche per una cena di lavoro, no?- continuò Clary, come un razzo.
Peter le strinse le spalle.- Okay, ora calmati o esploderai. Andrà tutto bene, tu sei bellissima e gli piacerai, d’accordo?-
Clary prese un bel respiro e sorrise.- D’accordo.-
Bernard arrivò puntuale con la limousine e la condusse verso il ristorante.
Quasi a metà strada però, si ritrovarono imbottigliati nel traffico.
Mentre si aggiustava il rossetto, Clary abbassò il finestrino.- Bernard, che succede?-
-Sembra esserci un incidente più avanti, signorina Parker.-
Allora Clary fece capolino fuori e notò che poco più in là, due macchine della polizia avevano bloccato la strada, mentre altre pattuglie sfrecciarono via, seguendo due auto con dei tipi loschi a bordo.
-Non ci posso credere.- sospirò, guardando l’orologio: mancavano 15 minuti alle 8. Per un attimo la sua moralità pensò di doversi cambiare ed andare ad aiutare le forze dell’ordine.- No, non ci pensare neanche.- mormorò fra se e se, con le sirene della polizia sempre più alte. Sbuffò e si tolse le scarpe.- Ehi Bernard, vado a vedere che sta succedendo, tu non muoverti di qui. E…Tienimi le scarpe, per favore.- disse al maggiordomo, lanciandogli le Prada.
Uscì dall’auto e andò in un vicolo per indossare il costume e poi sfrecciare in volo verso le auto della polizia che rincorrevano i criminali.
Atterrò sopra il tettuccio di una delle due ed entrò nei posti dietro.
-Okay ragazzi, ho solo 15 minuti, che cosa avete rubato?-
In risposta, uno dei due tirò fuori la pistola, ma la macchina sbandò e il colpo andò a rompere il finestrino.
Successivamente, Clary gli diede un calcio sul viso, stordendolo e facendolo uscire dall’auto.
Costruì poi una ragnatela su un palo della luce e l’uomo ci rimase attaccato, così che la polizia potesse acciuffarlo.
Proprio sul sedile anteriore, trovò uno scrigno pieno di gioielli.- Beh, avete ottimi gusti.- commentò, prima di dare una gomitata all’autista, ma non si accorse che l’auto stava andando verso un muro.
Andarono a sbattere con il muso della vettura, ma fortunatamente l’airbag si gonfiò e nessuno si fece male.
Afferrò il malvivente dal colletto della maglietta, trascinandolo fino dagli agenti.
Peccato che la seconda macchina fosse ancora in fuga.
-Grazie, ottimo lavoro.- le disse un polizotto: era da un po' di tempo che finalmente la polizia aveva smesso di inseguirli, nonostante tutte le cose brutte che il Daily Bugle dicesse su di lei e Spiderman.
-Gli altri sono fuggiti, mi spiace. Mi potrebbe dire che ore sono?-
L’uomo guardò l’orologio al polso.- Le 8 e 5 minuti.-
-Cosa?! Accidenti!-
Clary si vibrò in volo, per tornare alla macchina, ma quando fece per sparare una ragnatela su un palazzo, essa non uscì dal suo polso come al solito.
Perciò cadde per alcuni metri, atterrando sull’asfalto dopo aver battuto forte con la schiena su un cassonetto della spazzatura.
Dolorante, ma ancora viva, si tolse la maschera, controllandosi le braccia.- Cos’è questa storia?-
Non aveva tempo di pensare anche a quello, adesso, ma quando si voltò per tornare in strada, ecco Bernard, fuori dalla limousine, che la guardava con gli occhi sgranati.
-Oh cavolo.- esclamò Clary, facendo cadere la maschera per coprirsi la bocca.
Bernard l’aveva appena vista col costume.
-Bernard, ti prego, ti scongiuro, non dirlo a nessuno!- lo implorò, parlando a bassa voce per non farsi sentire da qualcun altro. Ad un certo punto, Clary estrasse dei soldi dalla borsetta.- Ecco, prendi questi.-
L’uomo la fermò, prendendole le mani.- Signorina Parker, non voglio i suoi soldi. Stia tranquilla, ho la bocca cucita.-
Clary notò sincerità nei suoi occhi e gli sorrise.- Grazie.-
-Ma il signor Osborn la ucciderà, siamo in ritardo.-
Grazie all’intervento di Clary, il traffico tornò normale e Bernard poté guidare fino al ristorante, mentre la ragazza si rivestiva nei posti dietro.
Ma quando giunsero davanti all’edificio, Clary vide Harry andarsene scontento su un’altra limousine.
Era arrivata troppo tardi.
***
La mattina dopo, appena sveglia, Clary decise di telefonare ad Harry, anche se con vergogna.
Inserì qualche monetina nel telefono, ma c’era la segreteria.
O forse lui non voleva affatto parlare con lei.
-Ciao, non so se c’è davvero la segreteria o non vuoi rispondere, ma comunque sia hai ragione, sono stata una stupida. Sai…Ultimamente non riesco a fare neanche le cose più semplici…Come stare ad un ristorante alle 8.- gli disse, aprendo il suo cuore.- Ma…Mi serve questo lavoro, voglio davvero questo lavoro e mi impegnerò di più, te lo prometto.- In quell’istante, Clary si ricordò delle parole di Peter, di quando le aveva detto un giorno, forse, avrebbe dovuto scegliere se essere la donna in bianco o seguire Harry. E mentre ci pensava, il tempo della telefonata scadde, ma Clary non aveva altre monetine. Nessuno stava ascoltando dall’altra parte, così si mise la cornetta all’orecchio.- D’accordo, ecco la verità: io sono White Woman. Buffo, vero? So che mi odi. Ma non puoi negare che per una sera…- singhiozzò, ricordandosi di quella emozionante notte. -…Che per una sola sera, ci siamo amati. Ma puoi incolparmi di tutto quello che vuoi, non mi importa, se ti fa stare meglio.- continuò, tirando su col naso.- Mi dispiace.- disse infine, riattaccando la cornetta.
Quello stesso pomeriggio, si rincontrarono per andare alla presentazione del dottor Octavius insieme.
Clary si ritrovò nella limousine con Harry e con Bernard che, come promesso, non aprì bocca.
C’era un fastidioso silenzio e la tensione si tagliava col coltello.
-Bernard, che ore sono?- domandò Harry.
-Mancano 20 minuti alle 15, signore.-
-Oh, quindi vuoi dirmi che siamo perfino in anticipo, Bernard?-
Il povero vecchio non capì a che gioco stesse giocando.- Ehm, sì signore.-
Clary invece capì e sbuffò.- Per quanto tempo ce l’avrai con me?-
-Fin che non righerai dritto, Clary, ma dove hai la testa? Ti avevo semplicemente chiesto di stare ad un ristorante alle 8 e non sei riuscita a fare nemmeno quello!- esclamò Harry.
Lei notò un cenno di arroganza nel suo tono e rispose a dovere.- Sai cosa penso? Lavoro per te, ma non sono una sguattera, non sto ai tuoi comandi! Sono la tua migliore amica!-
Harry guardò fuori dal finestrino, incrociando le braccia come un bambino che è stato appena zittito.
-E poi, ti ho già detto che mi dispiace.- aggiunse lei.
-Bene!- esclamò l’altro, scendendo dall’auto quando furono arrivati.
-Bene!- ribatté Clary, seguendolo dentro.
Al laboratorio del dottor Octavius c’erano già giornalisti e altri scienziati, pronti a vedere la sua rivoluzionaria scoperta.
-Benvenuti a tutti.- esordì Otto.- Siete qui oggi per assistere la creazione di pura energia rinnovabile. Lasciate che vi presenti i miei assistenti.-
Sotto un telo c’era una cintura che collegava 4 braccia meccaniche che il dottore andò ad indossare.
-L’energia che creerò oggi non può essere toccata da mani umane, perciò questi quattro braccia meccaniche, collegate al mio cervello, mi aiuteranno a stabilizzarla.-
-Dottor Octavius, se questa tecnologia è così rivoluzionaria come dice, cosa impedirà a queste macchine di avere il sopravvento su di lei?- chiese una giornalista.
-Ottima domanda, è per questo che ho perfezionato questo chip inibitore col mio cervello.- rispose l’uomo, indicando in chip che aveva attaccato al collo.- Così sono io a comandare loro e non viceversa. Ora, arriviamo al pezzo forte.-
Le luci si spensero e altri aiutanti portarono al laboratorio un altro marchingegno con 4 pali a formare una sfera.
Dopo che si fu messo degli occhiali protettivi, Otto, con le braccia meccaniche, afferrò una piccola pallina da dentro un involucro di plastica.- Il preziossissimo tritio è la spina che fa andare tutto questo, ne esistono solo 25 libre in tutto il mondo. Desidero ringraziare Harry Osborn e la Oscorp Industries per la fornitura.-
-Sempre pronto a pagare i conti!- intervenne Harry.
Ad un certo punto, dai quattro pali uscirono quattro raggi laser che andarono a potenziare il tritio, tanto da farlo crescere e diventare della stessa energia del sole.
Stupito, il pubblico applaudì.
Ma poi, successivamente, qualcosa andò storto: alcuni raggi uscirono dal marchingegno e attirarono a se tutti gli oggetti di metallo, compresi scrivanie e porte.
La gente iniziò a scappare, impaurita, mentre Clary e Peter decisero di intervenire, mettendosi il costume.
-Chiudi tutto Otto, chiudi tutto!- urlò Harry, con gli oggetti che continuavano a volare per il laboratorio.
-E’ solo un picco, si stabilizzerà!- ribatté il dottore.
-Sono io che comando qui!-
All’improvviso, un tavolo volò verso di lui, rischiando di colpirlo.
Clary si precipitò da Harry e lo scansò prima che l’oggetto si frantumasse sul soffitto.
-Tanto non cambia niente.- commentò Harry, guardandola male, prima di fuggire fuori.
Poi si udì un urlo: mentre Peter si preoccupava di staccare tutte le spine per spegnere tutto, i vetri delle finestre esplosero e andarono contro il viso di Rosie, la moglie di Otto, uccidendola.
Quando l’energia alle macchine fu tolta, una fortissima scossa colpì il chip inibitore dietro al collo del dottore, distruggendolo e facendolo svenire.
Ma alla fine, la città e le persone furono salve.
Poggiata al tettuccio della macchina, Clary osservò come l’ambulanza portava via la donna, sentendosi in colpa per non esser riuscita a salvarla.
-Sta bene, signorina Parker?- le chiese Bernard.
-Non sono riuscita  a salvarla, Bernard…Per proteggere Harry, io…- balbettò, abbassando lo sguardo.
Il maggiordomo le mise una mano sulla spalla.- Ha fatto quello che poteva.-
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > Spider Man / Vai alla pagina dell'autore: JennyPotter99