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Autore: Harley Luna    01/04/2020    1 recensioni
Elettra è una ragazza particolare, non perché sia una strega o sia una nephilim, ma perché è entrambe le cose. Suo padre un dolce e premuroso Tassorosso, sua madre una decisa, ma tenera Shadowhunter.
A 13 anni, il primo settembre, si trova a vivere il suo primo giorno di scuola all'istituto di New York, ma anche il primo giorno ad Hogwarts.
50 anni dopo la guerra contro Voldemort molte cose sono cambiate, ma Hogwarts rimane sempre un posto splendido e, chiaramente... magico.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Vuoto, buio, tristezza. Corro veloce per i corridoi del labirinto. Non mi fermo , non cambio strada, non serve. Sento il battito del cuore che accelera, ma continuo a correre, girando  come se già sapessi dove quel labirinto mi porterà. Poi più niente. Cado, cominciò a precipitare in una voragine. Lì è tutto ancora più buio, ancora più silenzioso. Provo ad urlare, ma i suoni non vengono fuori…

 

''You need coolin', baby, I'm not foolin'

I'm gonna send you back to schoolin''

 

La sveglia sta suonando, ma non la spengo, continuo ad ascoltare la musica dei Led Zeppeling per cercare di riprendermi. Sono ancora tutta presa dal sogno, il cuore mi batte a mille dentro il petto.

Era solo un sogno! Un incubo terribile, anche se sembrava così reale… A quanto pare è vero che solo quando siamo svegli i sogni ci sembrano strani. Freud direbbe che questo incubo riflette l'eccitazione e la paura che provavo ieri sera prima di andare a dormire, e in effetti Freud non avrebbe affatto torto . 

Ora l'eccitazione e la paura sono amplificate al massimo. Sono felice e terrorizzata allo stesso tempo e non faccio altro che pensare che oggi sarà una lunga giornata; una splendida, terrificante, magica, lunga giornata.

Oggi è il mio primo giorno di scuola, il mio primo doppio giorno di scuola per l’esattezza. Hogwarts e l’Istituto, non credevo potesse essere possibile, pensavo che arrivata a tredici anni mi avrebbero fatto scegliere tra uno e l’altro, ma si vede che i grandi potenti hanno cambiato idea.

Mi avvio verso il bagno e mentre faccio una doccia bollente provo a pensare come andrà la giornata. Pessima idea. E se non dovessi fare amicizia con nessuno? E se tutti mi odiassero perché sono un metatipo? 

Ok rilassati, devi solo essere te stessa. Oddio ma essere te stessa non ha mai funzionato troppo bene. Ok ,devi essere una te stessa un po’ meno strana e un po’ più adattata all’ambiente.

 Fisso la mia immagine sullo specchio e inizio:

“Ei ciao ,mi chiamo Elettra, sono una strega e una shadowhunter, ho 13 anni e oggi inizio l'accademia superiore sia ad Hogwarts che all'istituto. Vuoi essere mia amica?”

Non mi sembra un buon inizio, suona molto come -Ei sono un fenomeno da baraccone perché i miei hanno deciso di innamorarsi e fare dei figli strani, vuoi essere amica di una strana?-

Mi scrollo l’acqua dai capelli biondi cercando di scrollare via anche questi pensieri. Ho deciso, eviterò di pensare a tutte le cose che potrebbero andare storto oggi, andrà bene. Andrà bene.

Mi infilo i pantaloni neri, gli anfibi , la camicetta bianca e scendo al piano di sotto.

"Buon giorno madre"

"buon giorno figlia" dice lei: "Come stai?"

"bene, credo."

“Sei bellissima, più del solito. Andrai benissimo” mi rincuora lei.

“Buon giorno tesoro! Non avrai un po’ troppo nero addosso? “ Dice mio padre stampandomi un bacio sulla fronte

“Ma se ho addirittura la camicia bianca!” protesto io.

“Si, poi con la giacca di pelle , i guanti da moto e il casco sarai proprio tutt’uno con il buio; menomale che sei così bianca che la tua pelle riflette il sole.” dice mio padre, fa una pausa di circa mezzo secondo e poi continua:

“ Ah, mi sembra ieri che ti abbiamo riportata a casa dall’ospedale quando sei nata! La nostra primogenita che oggi abbandona il nido, mi viene da piangere”

"papà, posso tornare qui ogni volta che voglio, non vi abbandono" Lo dico con il cuore in gola, anche io sono un po’ triste di non poterli rivedere tutti i giorni. 

Lo so che non è una cosa tipica di una ragazza di tredici anni, ma io adoro i miei genitori, un po’ li odio per il loro essere estremamente strani, ma sono incredibilmente presenti e mi vogliono molto bene.

Mio padre è un tipo sentimentale, magro, alto e con gli occhiali, un pessimo giocatore di quiddich, un buon mago e un ottimo padre.

 Mia madre invece è l’esatto contrario, lei è forte , è severa, è atletica , è bellissima ,lei è una shadowhunter, non c’è dubbio.

“comunque sia, mi mancherà il mio blackbird” dice lui cercando di ribadire il concetto. 

Papà mi chiama blackbird ogni volta che può, è molto fiero di questo nomignolo che si è inventato per me.  Mi chiama così credo da sempre, da quando ne ho memoria, infatti fin da piccola ho sempre voluto vestirmi di nero e poi blackbird come il merlo perché mi piace cantare. Mi chiama per nome solo quando è arrabbiato, e lui raramente è arrabbiato. Le mie amiche delle elementari quando venivano a casa pensavano che Blackbird fosse il mio secondo nome, alcune di loro hanno iniziato a chiamarmi così e per un periodo tutti hanno creduto che i miei fossero più strani di quello che effettivamente sono perché avevano chiamato la figlia Merlo.

“Papà, non sarete soli; per altri due anni  Ester rimarrà con voi.. a proposito, dov'è? Dobbiamo andare o faremo tardi."

"Eccomi, Buongiorno!”

Ester, entra in cucina, da un bacio a mamma e papà e poi si siede.

Sono già le 9, lo so che siamo in tempo ,ma ho paura di perdere il treno e quello si che non sarebbe un buon modo per iniziare.

Poi papà si avvicina a me e poggia la sua mano sulla mia spalla. “Vorrei tanto poter venire con te, io ho amato Hogwarts, e so che la amerai anche tu. Come sarei entusiasta se anche tu  fossi un Tassorosso, ma sono sicuro che anche questa volta il mio blackbird volerà lontano dal nido.”

Poi si mette a recitare: 

«O forse è a Tassorosso la vostra vita,

dove chi alberga è giusto e leale:

qui la pazienza regna infinita 

e il duro lavoro non è innaturale.» 

Io gli sorrido. Ha ragione, probabilmente non potrei essere una Tassorosso, non sono una molto socievole, nè gentile e tanto meno paziente.

“Potrei anche sorprenderti papà” 

Ok , bella conversazione, bella colazione, bello tutto, ma ora voglio andare.

“Ester!” la chiamo. Appena si gira verso di me le rivolgo uno sguardo come per dire : allora? ti muovi? Lei mi sorride con le guance piene di cibo e poi butta giù.

“ Ele , rilassati è presto.Comunque mi muovo. Devo solo finire ”

Mentre lo dice si infila in bocca un pezzo di pancake e poi beve.

“Ecco ti sei già sporcata!” Dice mia madre con tono severo,ma con sguardo dolce.

 Ester guarda papà ,con la mano simula  il  movimento di  una bacchetta e  poi mi fa uno dei suoi sorrisi da psicopatica che le lasciano scoperti , in modo evidente, i due canini.

Lui ,facendo finta di essere scocciato, prende la bacchetta e pronuncia “Deletrius” sulla macchia rossa sul suo golf e subito questa sparisce. 

A volte mi domando come sia la sensazione di poter praticare la magia anche al di fuori del controllo dei professori. Credo che quando non avrò più la traccia me ne andrò in giro a fare incantesimi solo per provarne l’ebrezza.

Approfitto del momento, Ester non ha più nulla nel piatto nè nel bicchiere, appoggio le mie labbra sulla guancia di mia madre e le do un bacio, poi uno uguale a mio padre.

“Ciao, ci vediamo tra qualche settimana”

"In bocca al lupo tesoro" dicono all'unisono.

A queste parole Ester prende un toast dal cestino al centro del tavolo e se lo  infila intero  in bocca , subito dopo mi prende per mano e si avvia verso la porta del garage.  Saltella contenta per il corridoio fino alla porta e io mi faccio trascinare da lei e dalla sua frenesia. 

Quando siamo nel garage prendo i due caschi e ne porgo uno a mia sorella.

"Tieni " lei lo afferra e se lo infila; poi mi metto il mio.

“Sei nervosa?” mi chiede.

“Non tanto” Mento.

Lei lo capisce ,così mi stringe la mano e per farmi risollevare il morale fa una delle solite cose che la rendono una sorella fantastica: Batte il suo casco sul mio, ma deve averlo fatto più forte di quanto volesse e io sono costretta a trattenere una risata vedendo che si è fatta più male lei di me.

“Dai ,sali scema!”

“Sorella sei la migliore non ti fare intimorire da nessuno.”Dice salendo.

Io sorrido senza farmi vedere, accendo la moto, apro la porta automatica del garage e parto.

Fuori la giornata è splendida, è il 1 di settembre, ma sembra ancora luglio. In realtà in California sembra sempre luglio, per questo il fatto di non vivere nel mondo invisibile non mi attanaglia più di tanto. Niente freddo, anche quando piove fa caldo, le spiagge, il mare, il surf.

Ho avuto il meglio da entrambi i mondi forse: la moto, come una qualsiasi babbana, ma il poterla guidare già dai 12 anni, come fanno nel mondo invisibile. Le scuole mondane, ma le lezioni di demonologia e studio delle rune tutti i pomeriggi. Forse sono un po’ irriconoscente per la mia vita, solo che ogni tanto sento il desiderio di non dovermi dividere, di essere una sola cosa: o una mondana, o una strega o una shadowhunter.

 

Praticamente ho inserito il pilota automatico, ho percorso così tante volte questa strada che non ho più bisogno di pensare a dove devo andare.

In realtà i miei genitori normalmente non mi lasciano guidare la moto considerando che qui nel mondo visibile non ho ancora l’età per guidare, ma con le giuste rune sulla moto la polizia non ti ferma per i soliti controlli, così a volte quando mamma è di particolare buon umore o quando devo accompagnare Ester a scuola mi è concesso usare la moto anche per le strade di Santa Barbara , in fondo nel mondo invisibile ho l’età per guidare da quasi un anno e mezzo.

Non mi accorgo neanche che ho già passato le villette rosa, siamo già nel viale dei mandarini ed ecco infatti intravedo il portale nella strada che porta alla chiesa , sì è esattamente dove era l’ultima volta.

" Ah ,se mi era mancato il mondo invisibile!" grida Ester per farsi sentire attraverso i caschi  vedendo al di là del portale.

Ester è una delle poche persone che sa come farmi sorridere. Non sono una musona, anzi, rido spesso, ma sorridere è un’altra cosa e poche persone riescono a farmi sorridere veramente. Non sono una romantica, sono sicura di me, I clown mi terrorizzano, sono impulsiva e il cioccolato non mi piace. 

Spesso vorrei essere diversa, ma sono fatta così  e quindi fanculo. 

Più mi avvicino alla chiesa, più rallento. Ecco il portale, ora lo vedo bene: una specie di dipinto con i bordi rosati e sfumati, già da qui intravedo il mondo invisibile e mi rendo conto di essere non solamente agitata ,ma anche incredibilmente felice.

Attraverso il portale e mi ritrovo in 'Comunity street' , la percorro per 1 km circa e poi svolto a sinistra. Rallento ancora un po' per guardarmi intorno. 

Sembra tutto ancora più bello dall’ultima volta che sono venuta qui ,un paio di mesi fa: I negozzi di bacchette, l'emporio del sangue, la biblioteca, i bar magici, e i parchi ovunque che caratterizzano questa zona. Qui la temperatura è decisamente più fredda, faranno almeno 10 gradi in meno, ma la runa sul braccio mi permette di sentire più caldo; per quanto riguarda Ester, beh, lei non soffre freddo, ne caldo, ne ha bisogno di dormire.

Dopo altri dieci minuti di strada mi fermo. Siamo arrivati e siamo davanti alla sua scuola. Faccio scendere mia sorella e poi scendo anche io. Ha solo dieci anni, ma è alta quasi quanto me ed è incredibilmente bella. La pelle candida, i capelli viola, gli occhi così celesti da sembrare bianchi e le labbra carnose.

Appena ci togliamo il casco un ragazzino alto e con i capelli neri e la pelle bianchissima si avvicina a noi.

"Ciao Adam" dice mia sorella, poi i due si abbracciano un po' imbarazzati. 

Quasi subito un’altra ragazza dai capelli rosso fuoco si avvicina a noi e saluta mia sorella con tono non proprio amichevole.

"Ciao" dice lei.

"Ciao Agata" 

Mia sorella, come immaginavo finge di non sapere quanto Agata la odi e le rivolge un sorriso a 32 denti.

“come è andata l’estate?” chiede mia sorella ai suoi amici. Senza aspettare alcuna risposta, Ester si gira verso di me e dice: 

" Lei è mia sorella Elettra comunque”

"Ciao" dico io. Vorrei andare via da qua, non mi sento molto a mio agio.

"Vi somigliate molto"  Dice Adam . A queste parole io e mia sorella ci scambiamo un sorriso sapendo che non può essere vero .

 Agata prende la parola come per cambiare argomento, non mi dispiace. "Perchè non ti ho mai visto? eppure ,conosco tutti qua”  dice questo con tono di superiorità, come se già sapesse la risposta.

"Non ho frequento questa scuola" 

“ah, infatti immaginavo” dice guardando il cielo con aria non curante.

“E che scuola frequenti? “ chiede Adam.

"In realtà” inizia Ester, e sono contenta che parli lei “io sono stata adottata e quindi mia sorella non è come me, lei è come i miei genitori“ .

"ah, non sapevo che i tuoi genitori non fossero vampiri, e allora cosa sono?" Chiede Agata disgustata e incuriosita allo stesso tempo.

"Scusate io devo proprio andare o perderò il treno" saluto accennando un gesto con la mano destra, mi sporgo verso mia sorella le stampo un leggero bacio sul naso , mi rimetto il casco e prima ancora che i due amici di mia sorella possano dire qualcosa accendo la moto e parto.

 Mentre mi allontano vedo mia sorella che prende dalla tasca un  fazzoletto di stoffa bianco e inizia a sventolarlo in aria simulando anche un pianto drammatico tipico di una telenovela, ma so bene che una lacrima le sta veramente scivolando sul volto, lo so perché una sta scivolando anche sul mio.

A presto sorellina. Lo so, sono solo due mesi ,ma non siamo state mai separate per così tanto tempo. Mi mancherà. 

Malgrado questo in circa 1 secondo e mezzo sono già alla fine della strada. 

La scuola di mia sorella: Yung Vampire’s accademy, li sono tutti molto precisi e non amano le cose strane come i miscugli di sangue e cose del genere, ma ad essere sincera non è strano trovare qualcuno che non accetti i metatipo.

Per questo i metatipo tendono a non dirlo in giro, e far finta di essere solo una parte di quello che sono. Per alcuni è facile, basta ignorare la pare che di loro non li convince, per me è diverso, io amo quello che sono: amo essere una strega e una shadowhunter e voglio continuare a fare magie e ad uccidere demoni, per questo mi è così difficile fingere di non essere un metatipo.

Sono cresciuta in una famiglia dove la diversità è sempre stata considerata come qualcosa di buono, non qualcosa da nascondere. Quando mio padre e mia madre hanno deciso di sposarsi hanno iniziato una rivoluzione silente, non tutti erano pronti a vedere il matrimonio tra un shadowhunters e un mago, ma loro si amavano e non potevano aspettare che il mondo invisibile fosse pronto ad accettare il loro amore. Sono andati contro tutti e tutto, senza preoccuparsi di ciò che la gente diceva, di ciò che i diversi partiti testimoniavano. Quando mamma è rimasta incinta, per la prima volta hanno valutato l'idea di lasciare il mondo invisibile solo per garantire che la loro figlia vivesse senza sentirsi giudicate, lontano da faide politiche e soprattutto lontano dal Magisteryum, ma mia madre e mio padre avevano importanti lavori che non avrebbero potuto fare nel mondo normale. Poi però è arrivata l’adozione di Ester. Mamma lavorava per una famiglia reale di vampiri, i genitori di Ester. Quando questi sono morti improvvisamente, mia madre e mio padre hanno deciso di adottarla, aveva allora 6 mesi e io, a 2 anni e mezzo, appena l’ho vista, ho capito che avremmo dovuto proteggerci a vicenda e che mai avrei permesso che le capitasse qualcosa di brutto.

  
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