C’è
silenzio
tra le mura del palazzo. Non ci sono domestici che spettegolano mentre
spolverano o lucidano l’argenteria; i gemelli non scorrazzano
nei corridoi come
al solito; delle due principesse adolescenti e delle loro chiacchiere e
confidenze
nessuna traccia.
La quiete
totale.
È il
passo
di qualcuno l’unico rumore udibile: il movimento goffo e
tutt’altro che umano
di un pupazzo di neve, il cui diletto è girovagare con la
sua agenda, alla
ricerca di perle da annotare o nuove ed elettrizzanti scoperte.
Un clima
glaciale in una stagione calda che Olaf per un momento sembra percepire.
“Hey…c’è
qualcuno qui?” – chiede, spaventandosi subito dopo
per via del suo stesso eco.
Si guarda
attorno confuso.
“Sono
anni
che non si respirava quest’aria così
pesante” – riflette ad alta voce, tornando
indietro nel tempo, quando le porte furono chiuse, i cancelli serrati e
vigevano
rigidi controlli ad ogni ora del giorno, ed un re e una bambina erano
soliti
sedersi ad un enorme tavolata, con di fianco una sedia vuota. Non si
respirava
allegria, non si festeggiavano compleanni, né Natali di
condivisione d’amore.
Nella stanza
dei sovrani, i due dormono profondamente, avvolti dal solo lenzuolo
bianco.
Sandy non si
era mai sentita tanto viva; quello che è accaduto con
Kristoff è stato
inatteso.
Sapeva che
concedersi ad un uomo che non era Hans l’avrebbe riempita di
sensi di colpa.
Invece no!
Ha sentito il tocco dolce e tenero di Bjorgman e il suo cuore
è esploso di
gioia.
In quei
momenti non ha pensato a cosa sarebbe potuto accadere dopo: la furia di
chi non
accetta quello che è esattamente un tradimento. Persa tra le
braccia di quella
persona, i dubbi e le pianificazioni malvagie passano in secondo piano.
“Non
erano
questi i patti” – sussurra lo specchio, illuminato
sulla coppia a letto.
La sua rabbia
riesce ad essere colta persino da Sandy che fino a poco prima era nel
mondo dei
sogni.
Infatti la
donna si sveglia di soprassalto, accorgendosi di essere osservata.
“Cosa
stai
combinando?” – la voce rivolta alla finta regina
è impregnata di delusione e
acidità.
Sandy, si
copre con la camicia del re e cerca di sistemarsi.
“Ti rendi
conto della cazzata che hai fatto?” – insiste la
presenza nascosta nello specchio.
“Shhh”
– lo zittisce
lei, con un dito davanti la bocca, alimentando la rabbia
dell’alleato.
“Tu non
dici
a me di tacere, chiaro?”
“Chiedo
perdono”
– dice la falsa Anna, inginocchiandosi cosciente di aver
parlato con modalità
non consone al suo ruolo.
“Ti
ricordo
che comando io”
“Si,
signore”
– risponde Sandy. Poi si fa forza e precisa –
“E’ meglio non conversare qui.
Potrebbe svegliarsi da un momento all’altro”
“Non dire
sciocchezze!
Sai bene che puoi sentirmi soltanto tu” – commenta
la voce.
“Però
lui
ascolta me…” – puntualizza, abbassando
il capo.
“Non ho
tanto da dirti… stai giocando con il fuoco, cara Sandy. Ti
abbiamo lasciato
troppa libertà d’azione. Dovevi vestire i panni
della regina di Arendelle, allontanare
Kristoff. Invece cosa fai? Ci vai a letto”
“Non era previsto che accadesse” – spiega
lei, visibilmente tesa.
“Spero
per
te che agirai come stabilito. Esigo che lo molli entro
stasera”
“Cosa? Ma abbiamo appena fatto pace. Quale scusa posso
usare?”
“Non mi
interessa. Il danno l’hai creato tu e tu lo
risolvi”
“Ma
io…”
“Zitta”
– urla
lo specchio, accortosi che Bjorgman sta per svegliarsi.
Sandy si
volta verso il biondo comprendendo.
Non può
più
replicare e le parole finali del suo boss le ribadiscono –
“Agisci perché se
intralci il piano, sai bene a cosa vai incontro…o meglio, a
cosa vanno incontro
i tuoi adorati figli”
Sentire tale
minaccia pietrifica la donna che fissa in silenzio lo specchio mentre
alcune
lacrime le scivolano lente sulle guance.
“Hey, che
succede? Come mai in piedi?” – domanda il re,
stiracchiandosi. Ha notato che la
presunta moglie fissa lo specchio e ha l’aria poco allegra.
“Ehm…
nulla!
Vado a fare un bagno” – con una banale scusa, lei
si allontana per evitare di
affrontare un uomo che il suo cuore ha iniziato ad amare
inaspettatamente e in
tempi fin troppo rapidi.
Sandy è
in
ansia perché non sa come comportarsi adesso, però
non immagina che presto un
motivo di litigio con Kristoff glielo avrebbe offerto su un piatto
d’argento proprio
l’ex montanaro.
“Qualcosa
non mi convince” – commenta il biondo ad alta voce,
sospettoso.
Dopo aver
fatto l’amore con Anna, si è accorto di aver
vissuto un momento intimo con una
persona che sembrava totalmente differente.
Indossa la
sua vestaglia e si appresta a lasciare la stanza. Vuole capirne di
più.
E tali dubbi
scompaiono quando, percorrendo i corridoi, Kristoff si accorge che
molti
specchi sono stati sistemati alle pareti, lì dove
primeggiavano i quadri reali.
“Cosa ci
fanno qui tutti questi specchi?” – si domanda
confuso.
“Sono
stato
via poche ore e qui è stato stravolto tutto. Chi ha fatto
tutto ciò?” – è la
domanda che pone quando, senza alcuna esitazione, entra nel bagno reale
dove
Sandy è immersa nella vasca colma di schiuma.
“Kristoff,
sei impazzito? Non mi dai neanche un attimo di privacy! Va
via” – lo rimprovera
lei, arrossendo dall’imbarazzo.
“Ti
avrà
vista nuda mille volte e non ti ha mai dato fastidio che piombassi qui
dentro
senza preavviso. Cosa è cambiato in te? Perché
hai sistemato quegli oggetti in
sostituzione dei dipinti di famiglia?”
“Calmati”
–
precisa Sandy, notando in Bjorgman eccessiva preoccupazione.
“Allora
spiegami!”
“Cosa
dovrei
spiegarti? Mi piacevano quegli specchi e ho dato ordine a Gerda di
sistemarne
alcuni nei corridoi”
“A cosa servono? Da quando in qua sei diventata fanatica
della tua immagine. E’
alquanto inquietante, sembra che siano stati messi lì per
spiarci”
“Stai
vaneggiando ed io non ti capisco più” –
replica lei. La sua performance da
attrice però fallisce. La tensione sul volto è
troppo evidente e questo basta al
re per intuire che - “Mi stai nascondendo qualcosa,
vero?”
In quel
momento la voce si riattiva e con tono minaccioso si rivolge di nuovo
alla
donna – “Ricordati di chi sai tu…la loro
vita è nelle tue mani!”
Sandy non ha
molta scelta e cede al ricatto – “Non ti amo
più. Voglio che il nostro
matrimonio finisca…ora”
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“Cosa
leggi
di bello Letizia?” – domanda Ingrid alla bambina,
notando un libro che tiene
tra le mani.
“La fiaba
della sirenetta. La conosci?”
“Purtroppo
non ho potuto studiare molto” – confessa,
amareggiata, la Bjorgman – “Lontana
da Arendelle e da mio figlio, sempre costretta a chiudermi al mondo per
tutelare un cristallo che ho considerato la mia maledizione,ho dovuto
rinunciare
a molto!”
“Mi
dispiace
per il tuo passato di solitudine, ma saresti stata una mamma
fantastica. Anzi,
lo sei. Per fortuna è tutto finito e hai recuperato il
rapporto con Kristoff”
“Che
dolce
che sei! Un vero tesoro” – afferma la donna,
accarezzandole la guancia.
“Anche
mia
madre mi definiva così…il suo tesoro
più grande” – ricorda nostalgica la
Frost.
“Jack ha sempre evitato l’argomento. Non voglio
chiederti nulla, riaprendo
vecchie ferite”
“No, per
me
non è una ferita. Io continuo a volerle bene. Anche se mi ha
lasciata con mio fratello
quando avevo solo quattro anni, la sento sempre vicina”
“Sei una
bambina speciale, piccola Letizia. È la tua mamma ad aver
perduto l’opportunità
di averti nella sua vita” – aggiunge Ingrid,
aprendole le braccia e
accogliendola a sé.
“Ho
nipoti
più o meno tuoi coetanei, quindi da oggi in poi puoi
considerarmi come una
nonna”
“Davvero?”
“Certo.
Sei una
quinta nipote e sono onorata di considerarti parte della mia
famiglia”
Il momento
tenero e impregnato d’amore viene osservato in disparte
proprio da Jack che, con
il magone, non interviene, però si limita ad ascoltare il
cuore di sua sorella
e quelle emozioni legate al passato: un passato, il loro, molto
doloroso che li
ha visti crescere da soli, senza madre e senza padre, forti del
sostegno
reciproco.
“Qui
c’è
scritto Sandy. Chi è?” – domanda Ingrid
quando, con il libro tra le mani, trova
inciso su una pagina un nome.
“Mia
madre,
era il suo libro preferito. Adesso è il mio”
– spiega la Frost, emozionata.
Così tra
una
lacrima e un abbraccio, le due condividono altri ricordi e imparano a
conoscersi sempre più, diventando a tutti gli effetti due
parenti.