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Autore: Nami_chin96    04/04/2020    2 recensioni
Dal testo: " Ancora non aveva deciso il da farsi,e stava lì, davanti alla credenza, ciondolando su se stessa quando, ad un tratto, l'occhio le cadde su una bottiglia: WHISKY. Una bevanda alcolica. Quel nome le ricordò QUALCUNO..."
Se si mischia il nero col nero cosa si ottiene? Nero, ovvio. Ma cosa succederebbe se al solito nero aggiungessimo una goccia di rosso?
Hibiki sembra una ragazza come tante ma dal passato oscuro... forse, proprio a causa di questo, sarà lei la nuova "golden bullet" l'unica altra pedina in grado di battere l'Organizzazione... ma sarà realmente così?
Leggete e scoprirete. Buona lettura.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Incompiuta
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La ragazza camminava nel buio della notte, passando un sacco di strade, incroci e negozi ma le lacrime le appannavano la vista: voleva solo buttarsi sul letto e dormire. Non le importava più nulla ne di ridare il telefono a Gin ne di tutto il resto. Che andassero tutti al diavolo! Lei era stata sempre carina con Amuro, era anche, involontariamente (dato che non sapeva le cose sarebbero andate così) riuscita a salvarlo dal Boss e ora lui le dava della traditrice... “dopo quello che abbiamo passato, dopo quello che è successo a casa sua..” e qui si fermò. Le venne un groppo alla gola, che ricacciò giù con forza. 

Nel frattempo, Conan fece per uscire di casa per andarla a cercare ma Ran lo fermò, afferrandolo per un braccio e scuotendo la testa 

«anch’io sono preoccupata ma penso che abbia bisogno di stare da sola. Domattina le telefonerò» disse, per consolare sia se stessa che il bambino. Avrebbe voluto fermarla ma lo sguardo della sua amica era come diventato di ghiaccio e preferì non interferire troppo

«vieni, aiutami a preparar la cena. Papà arriverà tra poco» concluse infine, trascinando Conan in cucina.

Hibiki stava ancora camminando quando, improvvisamente, si fermò 

«aspetta! Ma questa non è la strada che porta in albergo, ma perché a Tokyo le strade devono essere tutte uguali? Accidenti!» si era di nuovo persa. Alzò lo sguardo: migliaia di persone camminavano accanto a lei, i marciapiedi riscuotevano l’eco del brusio dei ragazzini nelle sale giochi, i grandi palazzi erano illuminati a giorno... Fu un attimo: ad Hibiki pareva di stare in una centrifuga, le girava tutto. Infine, perse i sensi e cadde a terra, stremata dallo stress. 

Dopo un tempo che parve interminabile, si svegliò 

«finalmente ti sei ripresa» disse una voce amichevole 

La ragazza si guardò intorno: si trovava in un ampia stanza, con il letto a baldacchino. La misteriosa figura fece qualche passo, prese una tazzina che stava sul tavolino accanto al letto e gliela porse. Nel frattempo, si era anche fatto giorno. 

«hai dormito come un ghiro mia cara» 

«Sonoko, giusto? Sei l’amica di Ran?» chiese Hibiki, riconoscendola

«esatto. Stavo tornando a casa ieri sera dopo una riunione della nostra società finanziaria, che è finita tardi, e ti ho trovata sul marciapiede svenuta.. Così ho chiamato le nostre guardie del corpo e ti abbiamo soccorso. Ora sei al sicuro» 

«capisco, ti ringrazio tanto allora. Ora sarà meglio che vada» disse, scendendo dal letto e facendo qualche passo ma cadde di nuovo a terra, Sonoko la aiutò a rialzarsi «sei ancora debole, rimani pure qui per tutto il tempo che ritieni necessario» 

«ne sei sicura?» 

«certo, a che servono gli amici se no?» le chiese, strizzandole l’occhio.

«Senti ad ogni modo...» e Sonoko si fece seria «che facevi ieri per strada a quell’ora?» 

Hibiki si fece di nuovo cupa e strinse la tazzina del the con le mani. L’altra le si sedette accanto, le posò le mani sulle spalle e disse «ti puoi fidare, a volte è meglio tutto fuori che tutto dentro» 

Hibiki rimase colpita da quelle parole, non la conosceva bene ma sentiva di potersi fidare. Certo, non poteva ovviamente raccontarli la faccenda del cellulare e dell’organizzazione degli uomini in nero però sentiva che aveva bisogno di sfogarsi «ho litigato con Amuro..» disse infine 

«Il signor Tooru, quello che lavora al Poirot?» domandò l’altra, che non sapeva nulla della loro pseudo relazione 

«si, lui... Non farmi altre domande ti prego!» disse Hibiki, ansiosa che l’amica le chiedesse il motivo del litigio, che ovviamente non poteva dirle.

«Beh, qualunque cosa sia, vedrai che si risolverà. Sinceramente conosco poco quel ragazzo ma se ci tiene davvero a te vedrai che farete la pace. Anche io litigo spesso con mia sorella maggiore ma questo non implica che non ci vogliamo bene o che non ci rivolgeremo più la parola. Se posso consigliarti» continuò Sonoko «rimani pure a casa mia per tutto il tempo che ritieni necessario, così avrai tempo per riposare e pensare a delle scuse da fare a lui. La sincerità e il dialogo sono alla base di ogni relazione» 

Hibiki rimase stupita da quelle parole e dire che, a prima vista, le era sembrata solo una ragazzina viziata. Aveva ragione: non doveva perdersi d’animo. Prese il cellulare e chiamò Ran 

«Hibiki ciao, dove ti trovi?» le chiese quest’ultima, preoccupata 

«sono da Sonoko. È una lunga storia, comunque sto bene. Mi fermo da lei per un paio di giorni, salutami Conan» e, detto ciò, mise giù la chiamata. Ran, dall’altra parte, si sentì sollevata: almeno ora sapevano dov’era e avevano la conferma che stava bene. Lo riferì a Conan

«grazie dell’aiuto» disse sorridendo 

«finalmente mi fai un sorriso, iniziavo a credere di non starti simpatica» disse Sonoko, ridendo ed Hibiki si unì a lei 

«oggi i nostri cuochi hanno il giorno libero e i miei sono via per affari con mia sorella. Ti vado a cucinare qualcosa io» disse la ragazza ricca, afferrando la maniglia della porta 

«aspetta! Vengo con te. Voglio aiutarti»

«ne sei sicura?» 

«si. Ho bisogno di distrarmi» le disse infine Hibiki, sorridendo. 

Si sarebbe fermata da Sonoko un paio di giorni, giusto il tempo di riprendersi e riordinare le idee. Poi avrebbe contattato Conan e avrebbero proceduto con il piano: ormai era determinata a portarlo a termine e Amuro ne sarebbe rimasto fuori, che gli piacesse o meno. Doveva assolutamente evitare un nuovo scontro tra lui e quelli della banda, questa volta nessuna Vermouth avrebbe potuto aiutarli e il Boss non permetteva errori di alcun tipo 

«Hibiki, ci sei?» domandò Sonoko, mettendole una mando davanti al viso. Evidentemente si era incantata a pensare 

«ah Sisi scusa ero sovrapensiero» disse, imbarazzata 

« va bene.. Senti, cosa ti va di mangiare?» 

«andiamo a prepararci del riso al curry?» disse Hibiki, facendole l’occhiolino e afferrando Sonoko per un braccio e trascinandola fuori dalla stanza. Stava ritrovando il suo solito buon umore, per fortuna.

  
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