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Autore: cussolettapink    06/04/2020    2 recensioni
“Davvero? Il nuovo arrivato è una ragazza e non un ragazzo? Ma cosa le sarà saltato in mente?!?” Una voce la distrasse dal guardarsi intorno e la fece concentrare invece sul discorso appena iniziato nella stanza che ancora non aveva visitato.
“Sicuramente” si aggiunse una seconda voce “è una poco di buono! Chi mai verrebbe a stare in un dormitorio con soli maschi?!”.
La ragazza stava per abbassare la maniglia e manifestare la sua presenza quando una terza voce – che le sembrò leggermente familiare – si aggiunse alla conversazione.
“Louis, non essere come sempre così prevenuto, magari è una brava ragazza che è solo interessata a trovarsi vicina per frequentare le lezioni”.
Sorridendo nel trovare una persona disposta a trattarla con gentilezza, la ragazza entrò nella stanza proprio nel momento in cui quella famosa terza voce finì la frase.
“O forse, è semplicemente una t**** in cerca di divertimento”.
La sorpresa per la frase completamente assente di tatto o gentilezza non preoccuparono neanche lontanamente la ragazza perché, nel momento in cui individuò il ragazzo che aveva parlato, si sentì raggelare.
Il ragazzo che l’aveva appena offesa niente di meno era che Harry
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Chapter 17 - Kiss


Il mattino seguente Paige si svegliò con un pesante cerchio alla testa, segno che le lacrime versate la sera prima l’avevano debilitata molto più di quanto pensasse.

Andando in bagno, si scrutò il viso e constatò che avrebbe avuto bisogno del correttore per coprire il livido che si era formato sulla guancia.

All’improvviso anche il ricordo del bacio si presentò prepotente, facendo arrossire la ragazza in modo vistoso.

Una volta sistemata e vestita, scese le scale e uscì dal dormitorio, troppo stanca per rischiare di affrontare discussioni con qualcuno.

“Paige!” la voce di Louis la fece arrestare di scatto.

“Louis, ti ho detto che non possiamo farci vedere insieme, perché mi chiami qui fuori?”

“Lo so ma devo parlarti!”

“Ora non posso, devo andare a lezione. Stasera parleremo” liquidò velocemente lei, allontanandosi dal castano prima che potesse esser vista.

Quando entrò andò verso il banco di Rider, trovandolo però occupato da un altro compagno.

“Cosa pensi di fare? Sono arrabbiato con te, non meriti la mia vicinanza. Mettiti in fondo a un banco vuoto e non far sedere nessuno vicino a te e mi raccomando, rifletti bene sui tuoi errori”. Terminò gelido lui.

La ragazza annuì mestamente e si diresse all’ultimo posto, posando la cartella sulla sedia accanto alla sua per impedire a qualcuno di sedersi, cosa che comunque non era nell’intenzione di nessuno dei suoi compagni di classe.

Mancavano due giorni all’inizio dei giochi tra classi e tutto il suo dormitorio la odiava profondamente, avrebbe dovuto cominciare a entrare a patti con se stessa e a rassegnarsi che Tod le avrebbe rovinato la vita per tutto il resto dell’anno.

Il pensiero le fece scappare una lacrima solitaria, prima che se ne accorgesse e la scacciasse con un gesto di stizza.

“Ciao tesoro mio! Indovina? Mi è stato dato un importante compito qui in azienda! Un affare da cifre da capogiro, almeno per noi. Devo assolutamente fare del mio meglio per mostrare di che pasta sono fatta! Fai gli auguri alla tua mamma preferita? XP”

L’utilizzo delle emoticon, così come il messaggio in generale, trasmetteva una gioia tale che la ragazza trovò davvero troppo da sopportare.

Alzando la mano, Paige attirò l’attenzione del professore per poi chiedere di uscire dalla classe.

Cominciava a sentire sempre di più il fiato corto, non riuscendo a sopportare una tale gioia e sapere che tutto era nelle sue mani.

Avrebbe dovuto cominciare a essere iper servizievole con Tod, se non voleva che….

Ad un tratto la ragazza, che nel mentre si era messa a camminare nel corridoio, si bloccò di colpo e tornò a leggere il messaggio.

Mi è stato dato un importante compito qui in azienda! Un affare da cifre da capogiro, almeno per noi. Devo assolutamente fare del mio meglio per mostrare di che pasta sono fatta! Fai gli auguri alla tua mamma preferita?

Un altro flashback, risalente alla sera prima, la fece iniziare a tremare.

“Quel bastardo di Horan e la sua famiglia hanno creato parecchi problemi all’azienda della mia famiglia, si credevano i migliori e sono stati schiacciati miseramente. Quel coglione di Niall non si è neanche reso conto che avevo infiltrato una spia nel suo ufficio e che sempre questo mio uomo di fiducia è riuscito a fargli perdere un contratto da milioni e a far cadere tutta la colpa su di lui.”

Le parole di Michael furono subito seguite da quelle con cui Tod l’aveva lasciata andare.

“Sappi inoltre che se Horan verrà a sapere ciò che hai sentito, non solo tua madre verrà licenziata ma farò anche in modo che succeda un incidente simile a quello accaduto al tuo compagno. Solo che tua mamma non è il figlio del direttore e una bella causa non è esattamente una cosa che potete permettervi”.

La ragazza realizzò che il nuovo incarico della madre era sicuramente opera di Tod, un ulteriore modo per aumentare la stretta che aveva su di lei e soffocarla sempre di più.

In concomitanza a una stretta figurativa, la ragazza cominciò a sentirsi soffocare per davvero, riuscendo a tenere dentro i suoi polmoni sempre meno aria.

Chiuse gli occhi e si lasciò scivolare a terra, cercando in qualche modo di regolamentare il respiro e calmarsi prima che l’attacco di panico la cogliesse in pieno e non le lasciasse il modo di riprendersi.

“Shhhh”

All’improvviso la stessa mano che ieri l’aveva presa per il polso l’afferrò di nuovo e la fece alzare, cominciando a trascinarla per il corridoio.

La ragazza questa volta aprì gli occhi riconoscendo subito la chioma riccia di Harry, prima che il ragazzo entrasse in uno sgabuzzino buio e chiudesse la porta dietro di loro.

Di nuovo il buio la fece padrone in quella situazione irreale, con l’unica differenza che ora sapeva bene chi era la persona al suo fianco.

Si chiese anche come avesse fatto la sera prima a non riconoscerlo, aveva lavorato al suo fianco per così tanto che il suo profumo era inconfondibile per lei.

Probabilmente, si diede come spiegazione la ragazza, solo la sua parte razionale  - ma spaventata – ieri sera non l’aveva riconosciuto, mentre inconsciamente il suo corpo sapeva bene a chi appartenevano quelle mani che l’avevano accarezzata e quelle labbra che si era ritrovata spesso a osservare e che ieri sera l’avevano baciata.

“Ascoltami Paige, non capisco cosa ti porti a fare tutto quello che stai facendo ma ti assicuro che mi manca davvero poco per scoprirlo, quindi abbi un altro po’ di pazienza oppure parla e permettimi di aiutarti”.

“Non posso parlartene Harry, non sono io a rischiare tanto e non posso permettermi di commettere errori. Per favore, non possiamo farci trovare qui in una situazione del genere”

“Da chi non possiamo? Dal tuo ragazzo? Non ce la faccio più a vedere come ti tratta”. Il ragazzo prese lentamente ad avvicinarsi a lei “sto ancora sperando di aver visto male ieri sera, perché se pensassi davvero che è arrivato a toccarti niente mi potrebbe fermare dal tornare in classe ad ammazzarlo e poi… non sopporto che lui possa baciarti”.

Terminò il riccio, prima di abbassare il viso su quello della castana e catturandola in un bacio intenso, molto più passionale di quello che si erano scambiati la sera prima.

La ragazza questa volta non si trattenne e infilò le mani tra i ricci indomabili di Harry, tirandoli leggermente e afferrandoli per rendere il bacio ancora più intenso, facendo uscire un lieve gemito gutturale dalla gola di Harry che di contro la strinse ancora di più al suo corpo.

“Non sopporto che lui possa baciarti perché vorrei esser io l’unico a farlo Tolkin, è questa la verità. Non ti ho sopportata per così tanto tempo che è stato impossibile per me rendermi conto di quando sei passata dall’essere una persona che volevo mandar via… a una persona che volevo vicino a me. Sarà stata la prima volta che hai difeso il nostro dormitorio, sarà stato quando ti sono venuto a prendere dopo che quel coglione di Ryan ti aveva illusa e ho provato un senso di protezione, sarà stato quando ho visto il tuo buon cuore nel voler difendere Louis nonostante lui ti avesse incastrato di proposito e poi, non contenta, l’hai anche aiutato con i compiti e hai svolto un compito che toccava a lui per un mese intero. Sarà stato quando hai cucinato per tutti noi nonostante le tue possibilità economiche basse, quando nonostante quello che sentivi che ti dicevamo continuavi a sistemare le aree comuni e a tenere pulito il dormitorio, quando piano piano a chi più e a chi meno, sei entrata nel cuore. Sei entrata nel mio di cuore, Tolkin. Dio solo sa quanto vorrei che non fosse successo ma è così, quando abbiamo dormito insieme quella notte, che ti sei stretta a me così desiderosa di protezione e contatto ho capito che io e te siamo molto più simili di quanto pensiamo, entrambi bisognosi di quella persona vicino a noi. Ti ho odiata quando cercavi di coinvolgere il dormitorio in quei giochi, soprattutto perché più che accettare che tu stessi scombussolando tutto il dormitorio nord e i ragazzi, tu stavi scombussolando me. Ed era una cosa che non riuscivo ad accettare”.

La ragazza già a metà discorso aveva iniziato a piangere – cosa non rara in quegli ultimi periodi – ma di pura felicità. Era la prima volta che un ragazzo le diceva delle cose simili e sentirle l’aveva fatta commuovere.

Il vibrare del cellulare la distrasse, facendole prendere il cellulare e sussultare.

“Tolkin dove cazzo sei?! E soprattutto, perché Styles è uscito due minuti dopo di te e anche lui ancora non è tornato? Non farmi incazzare ancora di più, non è proprio il caso”.

“Devo andare” disse la ragazza, non cogliendo il lampo di delusione che era passato negli occhi di Harry.

“Sul serio? Non dici nulla?”

La ragazza alzò lo sguardo, cercando nel semi buio gli occhi verde smeraldo del riccio.

“Harry… quando questa mia storia con Tod sarà finita sarò contenta di risponderti, ora però devo davvero scappare” concluse di fretta la ragazza, prima di aprire la porta dello sgabuzzino e scappar fuori.

Il riccio appoggiò la testa al muro lì vicino prima di fare dei bei respironi, per poi avviarsi anche lui verso la classe.

Il resto delle lezioni furono semplicemente un’agonia. Durante la ricreazione Tod era venuto verso di lei e dopo averla sgarbatamente fatta alzare l’aveva baciata, forzandola ad approfondire il bacio spingendole la lingua di forza tra le labbra. Una volta staccati, Paige guardò istintivamente in direzione di Harry, che li guardava con i pugni chiusi e rigidi lungo i lati del corpo.

La ragazza tornò a sedersi accanto al suo fidanzato, seguendo le lezioni e cercando di non pensare a quale ragazzo avrebbe voluto avere accanto a lei.
 

Quando l’ultima campanella suonò segnando la fine delle lezioni, la ragazza si alzò pronta per scappare a lavoro e evadere da quella stanza.

Una mano la fermò. Purtroppo riconobbe subito la presa poco gentile e rude.

“Ricorda, stasera alle 23,30 al posto dove ti sei dichiarata” commentò con un sorriso gelido, che fece venire la pelle d’oca alla ragazza.
 



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Angolo autrice:

Buonasera! Eccoci qui con un altro capitolo, vi comunico che mancano tre (epilogo compreso) capitoli alla fin di qusta storia, proprio in questi giorni sto sistemando gli ultimi dettagli e mi avvio a concluderla.
Spero ch vorret

 
   
 
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