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Autore: JennyPotter99    08/04/2020    0 recensioni
SEQUEL DI "LA PIETRA FILOSOFALE (RIVISITATA)"
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Senza pensarci due volte, Jenny scansò i due e corse subito via.
Harry e Ron la rincorsero.- Dove stai andando?!-
-Allock sarà pure un’idiota, ma se sa qual è l’entrata della camera, dobbiamo farci portare lì.- rispose la ragazza, dirigendosi all’aula di Difesa contro le arti oscure salendo quindi nell’ufficio del professore.
Quando varcò la porta, però, vide l’uomo preparare velocemente le valige.
-Come? Se ne sta andando?- chiese Harry.
-Beh, ecco, un impegno urgente e improrogabile, purtroppo.- rispose l’altro.
-E non pensa a Draco?!- intervenne Jenny.
-Nessuno è più rammaricato di me, povero ragazzo.- continuò, riempiendo i bauli.
-Lei è l’insegnante di Difesa contro le arti oscure, non può andarsene ora!-
-Quando ho accettato l’incarico, non erano comprese queste mansioni da-
-Sta scappando!- esclamò la ragazza, incredula. -Dopo tutto quello che ha scritto nei suoi libri, così, come un codardo!-
Si trattava di Draco e Jenny era su tutte le furie.
-Cara ragazza, usa il tuo buon senso! Avrebbero venduto la metà delle copie se non avessero creduto che io avevo fatto tutte quelle cose.-
Allock si stava rivelando per quello che era veramente.
-Lei è un imbroglione. Si è preso il merito di quello che hanno fatto altri maghi.- commentò Harry, digrignando i denti.
-C’è qualcosa che lei sa fare?- chiese Ron.
-Sì, ora che mi ci fai pensare. Sono abile con gli incantesimi di memoria.- rispose egli, mettendo una mano dentro la toga. -Non potevo lasciare che quei maghi andassero in giro a piagnucolare. Stessa cosa che, ora, purtroppo, dovrò fare a voi.-
Ma quando Allock tirò fuori la bacchetta, Harry, Ron e Jenny l’avevano già puntata verso di lui: tre contro uno.
-Non ci pensi nemmeno.- borbottò Jenny, guardandolo male e facendogli abbassare l’arma.- Scommetto che non sa nemmeno dove sia l’entrata, vero?-
Quando Allock fece di no con la testa, Jenny lo costrinse a sedersi alla scrivania: con una sua camicia presa dal baule, gli legò le mani dietro la sedia.- Così resterai qui ed eviterai di fare altri danni.- gli disse, afferrando poi delle mutande e mettendogliele in bocca.- Adesso che facciamo?-
-Chiediamo a Mirtilla, forse lei sa qualcosa.- rispose Harry.
Perciò, i tre amici corsero al bagno delle ragazze al secondo piano.
Il fantasma stava, come sempre, gironzolando del bagno con aria disperata.
-Oh, salve ragazzi.-
-Mirtilla, vorrei chiederti, come sei morta.- le disse Harry.
-Oh, è stato orribile, è successo proprio qui, in questo cubicolo.- rispose lei, indicando un bagno.- Ero venuta a nascondermi qui perché mi prendevano in giro per via degli occhiali. Stavo piango. Poi, ho sentito la voce di un ragazzo. Ha iniziato a dire strane cose, una specie di lingua inventata. Così ho aperto la porta e ho gridato: vattene via. E poi, uhm, sono morta.- spiegò la ragazza.
-Chi era Mirtilla?-
-Non lo so, ero sconvolta! Mi ricordo solo di aver visto dei terribili occhi gialli, proprio lì, vicino al lavandino.-
Jenny si diresse verso la costruzione di lavandini che era stata montata in circolo per dare un occhiata.
Credeva di trovarci qualche bottone, una maniglia, ma niente.
In seguito però, osservò il lavandino: sul rubinetto, c’era un incisione a forma di serpente.
La stessa che aveva notato la sera dell’interrogatorio a Marcus.
-E’ questa Harry, questa è la camera dei segreti.- affermò sicura.
-Harry dì qualcosa in serpentese.- intervenne Ron: forse era la via più giusta per aprirla; dopotutto, Mirtilla aveva detto di aver sentito il ragazzo parlare una lingua strana.
Perciò, Harry disse una frase in serpentese, che nessuno ovviamente capì, però funzionò.
I lavandini si distanziarono e tutto ciò creò un buco della quale non si vedeva il fondo.
Jenny diede un’occhiata, ma osservando il vortice di pietra, le venne un capogiro e fu costretta a reggersi ad Harry per non cadere.
-Stai bene?- le chiese il fratello.
Anche se non si spiegava il perché, Jenny prese un bel respiro e annuì.- Sì, vado io per prima.-
-Oh, Jenny.- intervenne Mirtilla.- Se tu e Draco doveste morire, vi do il benvenuto nel mio gabinetto.- le disse sorridendo.
Nonostante fosse una proposta tetra e la ragazza non capì il motivo della sua frase, le sorrise.- Grazie Mirtilla.-
Successivamente, Jenny si lanciò nel vuoto.
Scivolò su un pavimento di pietra, circondata da un odore rivoltante, fino ad arrivare in una specie di caverna.
Sotto i suoi piedi c’erano delle ossa, resti di chissà quali animali.
Subito dopo di lei, Harry e Ron.
-Che schifo.- commentò Ron, disgustato, sentendo come le ossicine scricchiolavano sotto le scarpe.
-Ricordate: se sentite qualche rumore, chiudete gli occhi immediatamente.- disse Harry.
Si trattava decisamente di una caverna in pietra: quando proseguirono, notarono che poco più in là c’era qualcosa lungo più di 10 metri.
-E’ una pelle di serpente.- disse Jenny: dopotutto il basilisco era un serpente, ciò voleva dire che anche lui cambiava la muta, ma quel serpente doveva essere lungo e grande più del normale.
Improvvisamente, la terra prese a tremare: il soffitto crollò e delle macerie si sparsero sul terreno, dividendo i due fratelli con Ron.
Harry protesse sua sorella col proprio corpo, fin che la terra non si assestò.
Quella caverna doveva esistere da quasi un secolo.
Il ragazzo si sentì la terra nei polmoni e tossì, accorgendosi di non vedere l’amico.- Ron, stai bene?!- gridò.
-Sì, tutto bene. Voi andate, io cerco aiuto!- rispose Ron.
Jenny sentì il braccio bruciare e vide che si era tagliata il polso, probabilmente nel caos, ma fece finta di niente: dovevano proseguire.
Andando più avanti, i fratelli Potter giunsero ad una porta circolare.
Sembrava l’entrata di un caveau: al centro sette serpenti sempre in pietra.
-Dì qualcosa in serpentese.- gli disse Jenny.
Non appena Harry pronunciò qualche parola, i serpenti si mossero verso l’interno e uno iniziò a strisciare intorno agli altri.
Infine, la porta si aprì.
-Teatrale.- commentò Jenny, accorgendosi che suo fratello era un po' titubante. -Hai paura?-
-Un po'.- rispose lui, annuendo.
Allora lei gli prese la mano.- Insieme.-
Harry le fece un leggero sorriso.- Insieme.-
Con le mani strette e le bacchette pronte, Harry e Jenny entrarono nella camera dei segreti: di nuovo una grotta, ma questa volta, tutto intorno, aveva statue a forma di testa di serpente, altri tunnel sotterranei e alla fine, lo scalpo in pietra del volto di Salazar Serpeverde.
Il pavimento era bagnato e fatto in marmo, per non parlare dell’odore che veniva direttamente dalle tubature.
Jenny vide immediatamente il corpo di qualcuno al centro della caverna e ci corse incontro, accasciandosi su di esso e lasciando andare la bacchetta a terra.
Era Draco, svenuto e con il diario di Tom in mano.
-Draco, ti prego, svegliati.- gli disse Jenny, scuotendolo, ma non aprì gli occhi.
Fu in quel momento che dall’ombra apparse proprio Tom Riddle.- Non si sveglierà.- affermò.
Jenny lo riconobbe.- Tom? Che vuol dire non si sveglierà?- gli domandò, confusa e agitata.
-E’ ancora vivo, ma per poco.-
-Sei un fantasma?- gli chiese Harry.
-Un ricordo: conservato in un diario per 50 anni.- rispose il più grande, chinandosi per prendere la bacchetta di Jenny.
-Devi aiutarci Tom, c’è un basilisco.- continuò l’altro.
-Verrà solo se chiamato.-
Lo sguardo di Riddle non convinceva per niente Jenny.- Dammi la mia bacchetta.-
-Non ne avrai bisogno.-
Allora Jenny si alzò in piedi, anche se barcollando, si sentiva strana.- Dobbiamo andare a cercare aiuto, dobbiamo aiutare Draco!-
-Non posso farlo Jenny, vedi, più Draco si indebolisce, più io mi fortifico.- le disse, con tono tranquillo.
Da quelle parole, la ragazza capì che non stava affatto cercando di aiutarli.
Sentì poi la gamba destra intorpidirsi e ciò le fece perdere l’equilibrio e costretta ad inginocchiarsi a terra.
Riddle fece un sorrisetto soddisfatto.- Lo senti Jenny, vero?-
-Che cosa le succede?!- domandò Harry, preoccupato.
-E’ stato Draco ad aprire la camera dei segreti, a scrivere le incisioni sui muri.- rispose Tom.
-No, non avrebbe potuto, non avrebbe voluto.- commentò Jenny, sentendosi quasi mancare il fiato. -Perché?-
-Perché gliel’ho detto io: scoprirai che sono molto persuasivo.- spiegò. -Ma poi, ho scoperto qualcosa che non mi sarei mai aspettato: era stato maledetto.-
-Cosa?- sussurrò Jenny, sentendo che la pelle di Draco si faceva sempre più fredda.
-Tantissimo tempo fa, il figlio di Godric Grifondoro e la figlia di Salazar Serpeverde furono così ingenui da innamorarsi l’uno dell’altro. Non era mai successo e i genitori, solo per quella volta, decisero di allearsi e maledirli per l’eternità.- spiegò Riddle. – Come da loro desiderato, unirono i loro corpi e le loro anime, così che condividessero un solo spirito. Per sempre.-
-Te lo sei inventato!- esclamò Harry, rabbioso.
-Non credo proprio.- gli rispose Tom, guardando la ragazza.- Osserva il suo braccio, Jenny.-
Allora la ragazza controllò la ferita che aveva sul braccio, il graffio fatto in precedenza: prese il polso di Draco e notò che c’era la stessa identica ferita.
Tom aveva ragione.
-Curioso, vero? Tuttavia, il potere del diario iniziò a spaventarlo, così tentò di disfarsene nel bagno delle ragazze. E chi poteva trovarlo, se non tu.- continuò riferendosi ad Harry.
-E perché volevi che lo trovassi io?-
-Perché da molto tempo, il mio nuovo bersaglio, sei proprio tu. Come ha fatto, un neonato, con solo una cicatrice, a sconfiggere il mago più potente di tutti i tempi?!- esclamò Tom, evidentemente arrabbiato.
-Che ti importa? Voldemort è vissuto dopo di te.- commentò Harry.
-Voldemort è il mio passato, presente e futuro.-
Con la bacchetta, il ragazzo incise delle lettere per aria, il suo nome: Tom Orvoloson Riddle.
Con un gesto, le parole si scomposero, creando una frase: Io sono Lord Voldemort.
Fu allora che Jenny capì: non esisteva nessun erede di Serpeverde, o almeno, non ai loro tempi.- Tu sei l’erede di Serpeverde. Tu sei Voldemort.-
-Non credevi mica che mi sarei tenuto quello sporco nome da babbano di mio padre, vero? No. Mi sono creato un nuovo nome, un nome che un giorno, le persone avrebbero avuto paura di pronunciare, una volta diventato il più grande mago del mondo!-
-E io ho pure detto che eri carino.- borbottò Jenny, tra se e se, disgustata.
-Albus Silente è il più grande mago del mondo!- replicò Harry.
-Silente è stato cacciato da questa scuola!-
-Non se ne andrà mai, non fin che quelli che rimangono con lui saranno leali!- ribatté l’altro.
Si udì un verso, in quel momento.
Nella camera entrò Fanny, la fenice di Albus Silente, che dal suo becco fece cadere qualcosa nelle mani di Harry, per poi volare via.
Era il cappello parlante.
-Ecco cosa porta Silente al suo salvatore: un uccello canterino e un vecchio cappello.- borbottò Tom, per poi alzare la mano contro la statua di Serpeverde, parlando in serpentese. La bocca dell’incisione si rivelò essere un passaggio da cui uscì qualcosa di gigantesco.- Confrontiamo i poteri di Voldemort, erede di Salazar Serpeverde, con quelli del famoso Harry Potter!-
Proprio da lì, venne fuori un enorme e lungo serpente dagli occhi rossi e una bocca con una trentina di denti affilati.
-Harry, scappa!- urlò Jenny.
Allora il ragazzo lasciò il cappello e corse immediatamente nella direzione opposta, con il basilisco che lo inseguiva.
Improvvisamente inciampò e cadde a terra: vide l’ombra del serpente dritta dietro di se e gli sembrò la fine.
Però, a quel punto, Fanny tornò in volo e andò dritta verso gli occhi del mostro con le sue unghie, attaccandolo ripetutamente fino a renderlo cieco.
-No! La fenice ha accecato il basilisco, ma lui può ancora sentirti.- ringhiò Tom.
-Harry, rialzati avanti!- lo incitò Jenny, sentendo che l’energia la stava abbandonando.
Il fratello si rimise in piedi e si nascose dentro i tunnel, mentre il serpente gli andava dietro seguendo il suo odore con il muso squamoso.
Ad un certo punto, Harry capì che era inutile fuggire, perciò rimase fermo, con la testa del basilisco che lo cercava incessantemente.
Senza muoversi troppo, prese un sasso da terra e lo tirò in un’altra direzione.
Mentre il mostro seguì il rumore, Harry si diresse nella parte opposta e raggiunse sua sorella.
-Stai bene?- le domandò preoccupato.
Jenny non riuscì a rispondere, le calavano e palpebre.
-Tra poco non ci sarà più nessuno dei due e grazie a questo, Lord Voldemort tornerà veramente in vita.- gli disse Riddle.
Di scatto, il basilisco venne fuori dal tunnel, deciso ad attaccare Harry.
Jenny si accasciò sul pavimento, vicino al cappello parlante: fu in quel momento che notò qualcosa dentro di esso.
Era una spada, un’arma da poter usare contro il mostro.
-Harry!- gridò lei, sforzandosi per afferrare la spada e tirarla a suo fratello.
Harry la prese al volo e la usò contro il basilisco.
Esso cercò di attaccarlo col muso, ma il ragazzo lo evitò, scansandosi.
E mentre il serpente ci riprovava, ovvero apriva la bocca per tentare di ferirlo, Harry gli conficcò la spada della mascella.
Il basilisco urlò di dolore e nello sfilare l’arma, un dente aguzzo si ficcò nel braccio di Harry.
Infine, il mostro si lasciò andare a terra ed esalò l’ultimo respiro.
Harry lasciò cadere la spada e si tolse il dente dall’avanbraccio: per lui c’erano poche speranze e anche per sua sorella.
-Buffo vero? Come il veleno del basilisco arrivi dritto nelle vene in un attimo.- intervenne Tom.
Harry strinse la mano di sua sorella: stavano morendo, tutti e due.
-Vi rincontrerete molto presto insieme alla vostra madre babbana.-
Nel sentire Tom parlare della loro madre, a Jenny ribollì il sangue di rabbia.
In quel momento Harry pensò: se Riddle era in realtà un ricordo che aveva vissuto nel diario, voleva dire che niente diario, significava niente Voldemort.
Perciò, prese il libricino dalle mani di Draco e lo aprì, tenendo poi stretto il dente del basilisco, pieno di veleno.
-Che cosa fai?- gli domandò Tom, confuso.
Prima che potesse fermarlo, Harry pugnalò le pagine col dente, fino a far uscire l’inchiostro nero.
Funzionava: Tom iniziava a scomparire.
Però, dato il veleno in circolo, il braccio di Harry era troppo debole per continuare.
Così, Jenny usò le sue ultime forze: chiuse il diario e usò ripetutamente il dente sulla copertina.
Infine, allora, Tom Riddle scomparve.
Gli occhi di Draco si spalancarono e Jenny si sentì meglio.
Il ragazzo si alzò impaurito e si accorse dei due fratelli.
-Harry, Jenny, m-mi dispiace, io non volevo, mi ha costretto Riddle.- balbettò, notando poi che l’amico era ferito.- Oh, Harry..-
In quel preciso istante, Fanny entrò nella camera, dritta verso Harry, atterrando accanto a lui.
-Sei stata bravissima.- commentò egli, sorridendogli.
Subito dopo, una lacrima cadde dal suo occhio, dritto verso la ferita del ragazzo e in un attimo, essa scomparve.
-Ma certo! Le lacrime delle fenici hanno poteri curativi!- intervenne Jenny, sollevata.
-Grazie.- disse Harry all’animale. -Vado a cercare Ron.- continuò, alzandosi.
-Mi odierai, ora.- commentò Draco, abbassando la testa.
-Odiarti? Non è stata colpa tua.- gli disse Jenny, stringendogli la mano. -Perché non me lo hai detto?-
-Ci ho provato, davvero, ma poi, lui ha detto che ti avrebbe fatto del male e si è inventato di una maledizione.-
-Purtroppo non ha inventato niente.- sussurrò Jenny, mostrandogli le loro due ferite identiche.
Draco sgranò appena gli occhi.- E’ vero, allora…Adesso tutto cambierà, non è così?-
Jenny annuì prima di abbracciarlo.- Ma sono felice che tu stia bene.- continuò, per poi lasciargli un bacio leggero sulle labbra. -E’ tutto finito adesso: è solo un ricordo.-
   
 
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