Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |       
Autore: JennyPotter99    09/04/2020    1 recensioni
SEQUEL DI "LA CAMERA DEI SEGRETI"
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Erano passati due anni dalla sconfitta di Raptor e uno da quella di Tom Riddle.
Però i fratelli Potter sapevano che sarebbe potuto tornare in qualsiasi modo.
Per l’estate, erano costretti ancora a stare con i Dursley e, in particolare per quella sera, insieme alla zia Marge, sorella di zio Vernon.
Come tutte le volte, Harry e Jenny avrebbero dovuto servire, per poi cenare successivamente.
Jenny e zia Petunia iniziavano ad andare più d’accordo: alla ragazza piaceva perfino farsi le acconciature da sola, facendosi una normale treccia unica.
Aveva da poco realizzato ciò che era successo con Draco, ovvero, che su di loro c’era una maledizione: gli univa corpo e anima, come fossero una cosa sola.
Per quanto fosse romantico, era anche molto pericoloso.
Tuttavia, Jenny aveva passato un’estate tranquilla, fino a quella sera.
Diede da mangiare a Blue e mentre osservava la foto sul mobile, si legò la treccia.
La fotografia che aveva fatto Colin era venuta molto bene e Jenny l’aveva incorniciata, mettendola sul suo comodino.
Probabilmente provava qualcosa di profondo per Draco, ma ancora non lo sapeva, o comunque, non aveva mai sperimentato quel tipo di cose.
Suonò il campanello: la zia Marge era arrivata.
-Cerca di non battibeccare.- le disse Harry, abbottonandosi la camicia a quadri.
-Io lo farò, dipende da lei.- commentò Jenny, sospirando.
Al terzo anno, Hogwarts organizzava delle gite per visitare il villaggio di Hogsmade che stava a qualche passo dal castello.
Per farlo, si chiedeva una firma su un pezzo di carta da parte dei genitori degli allievi.
Harry scese di sotto con il foglio, mentre Jenny aiutò a portare dentro l’enorme borsa di zia Marge.
Una donna grassottella, con dei capelli biondo cenere a caschetto, indossava una gonna nera e delle calze bianche.
Insieme a se portava sempre il suo cane, un bull dog sull’orlo dell’obesità.
-Zio Vernon, dovresti firmarci questo.- gli disse Harry. -Roba di scuola.-
-Dopo, se farete i bravi.- borbottò lui.
Marge stava sbaciucchiando Dudley, quando si accorse di Harry. -Ah, tu sei ancora qui.-
-Sì.- affermò Harry, con tono deciso.
-E non dire sì con quel tono da ingrato.- brontolò la donna, guardando Jenny dalla testa ai piedi.- Tu non sei venuta su male.- commentò, afferrandole le guance ridacchiando.
Mentre gli zii e Dudley gustavano un grosso tacchino, i fratelli Potter furono forzati a guardare e pulire.
Harry tolse i piatti vuoti, mentre Jenny li lavava.
-Dov’è che mandi i ragazzi, Vernon?- domandò la donna, mentre il fratello tornava a tavola con una bottiglia di vetro.
Vernon non avrebbe di certo potuto dire che i suoi nipoti erano maghi, perciò aveva semplicemente mentito, dicendo che frequentavano una scuola lontana, specificando che fosse “diversa” dalle altre.
-Oh, a Sanbruco.- rispose egli. -Posso tentarti, Marge?- la invitò, versandole un bicchiere di brandy.
-Usano il bastone lì, ragazzo?- chiese ad Harry.
Vernon fulminò il nipote con lo sguardo, come a dire di darle spago.
-Oh sì, mi hanno picchiato molte volte.- affermò lui, annuendo.
Jenny ridacchiò sotto i baffi, insaponando i piatti.
-Se fosse stato per me, questi due finivano dritti in orfanotrofio.- continuò la donna. -Che cosa faceva il padre?-
-Niente, era disoccupato.- intervenne Petunia, nascondendo, ovviamente, le doti magiche di James Potter.
-O un ubriacone.- rise zia Marge.
Harry era stato zitto tutto il tempo, ma non riusciva a permetterle di parlare male di suo padre.
-Mio padre non era un ubriacone.- esordì, guardandola male.
Fu in quel momento che il bicchiere di vetro in mano alla donna scoppiò in mille pezzettini.
Jenny non commentò, si limitò a fare una faccia sbalordita e divertita allo stesso tempo.
Petunia si affrettò a pulire, ma l’altra la bloccò. -Non preoccuparti Petunia.- le disse, schioccando le dita verso Harry.- Tu, pulisci.-
Harry prese uno straccio e raccolse i vetri, ma la zia non la smetteva di bofonchiare.- Che poi, tutto non dipende dal padre, ma dalla madre: come nei cani, se c’è qualcosa che non va con la cagna, c’è qualcosa che non va con il cucciolo.-
A quel punto, Harry sbottò.- Ora basta!- urlò, lanciando lo straccio.
Jenny si asciugò le mani.- Ecco, ora sì che siamo in punizione.- sussurrò fra se e se.
In quello stesso momento, le luci si fecero fioche e fuori si alzò un gran vento.
Il tempo stava decisamente rispecchiando l’umore di Harry.
Mentre i Dursley erano su tutte le furie, la zia Marge appariva piuttosto tranquilla: puntò un dito verso Harry, socchiudendo gli occhi.- Ti dico una cosa…-
Prima che potesse continuare la frase, il suo dito indice iniziò a gonfiarsi come un salsicciotto.
Così, poco dopo, anche la sua faccia e la sua pancia.
Jenny non capiva cosa stesse succedendo, ma tutto ciò la allietava.
I due fratelli restarono a guardare senza sapere cosa fare, poiché era stata una reazione involontaria.
La donna si pompò ancora di più, fin che non fu talmente piena d’aria, che si alzò dal suolo.
Per via del vento, volò fuori dalla finestra, con zio Vernon che tentava di acchiapparla.
Il bulldog prese ad abbaiare e gli morse i pantaloni, impedendogli di muoversi.
E così, tra gli urli della zia Petunia, Marge svolazzò via, tra i quartieri di Londra.
Con rabbia, Harry corse di sopra e Jenny lo inseguì in camera.
-Meno male che ero io a dover star calma.- commentò Jenny.
Il fratello diede un calcio al comodino, arrabbiato.- Ma non capisci? Adesso mi espelleranno. Ho usato la magia fuori da Hogwarts.-
-Harry, non hai usato la bacchetta.- puntualizzò lei.
L’altro si alzò di scatto e prese il proprio baule.- Me ne voglio andare via di qui.-
Jenny lo guardò sorpresa.- Bene, mi piaci quando prendi questo tipo di iniziative.-
Una volta preparate le valige e prese le bacchette, si diressero all’uscita, ma zio Vernon si mise tra Harry e la porta.- Riportala qui! Riportala immediatamente così com’era!- esclamò, su tutte le furie.
-No, ha avuto quello che si meritava!- affermò Harry. Vernon gli avrebbe messo le mani al collo se lui non avesse tirato fuori la bacchetta. -Non ti avvicinare.-
-Non ti riprenderanno in quel posto, non hai dove andare.- disse l’altro.
-Qualsiasi posto è meglio di qui.- continuò Harry, prima di uscire.
Jenny lo seguì con la propria borsa, non lo aveva mai visto così fuori di se.
Dopotutto, se qualcuno parlava male dei loro genitori, entrambi avrebbero potuto avere quella reazione.
Si era fatto buio ormai e aveva appena piovuto.
La zia Marge volteggiava in cielo, in cerca di aiuto, gridando.
Jenny notò che suo fratello aveva il fiatone, perciò lo fermò, afferrandolo per la felpa.- Harry, ti stai surriscaldando, calmati.- gli disse, facendolo sedere sul marciapiede. -Così gli dai solo più spago, ignorali.-
-Oh certo, perché sono io quello che non sa controllarsi tra i due.- ridacchiò Harry.
Dopotutto non aveva neanche torto.- Credo di averlo preso da papà.-
Il fratello la guardò e sorrise.- Dici?-
-Penso solo che papà non fosse proprio un santo, ecco: probabilmente faceva dannare la McGranitt.- spiegò Jenny, sedendosi accanto a lui e portando le gambe al petto.
Ad entrambi salì una certa malinconia parlando dei genitori.
-Come fai saperlo?- le chiese Harry.
-E’ stata solo una sensazione: quando ci sono apparsi nello specchio delle brame, due anni fa.- rispose lei. -Ho capito che tu avevi gli occhi della mamma.-
Harry le fece poggiare la testa sulla propria spalla.- Io e te siamo l’unica famiglia sulla quale possiamo contare.- mormorò, prendendole la mano.
In quel momento, i capelli della ragazza sventolarono per via del vento: le altalene del parco giochi dietro di loro presero a scricchiolare.
Tutto si fece tetro e buio, fino a quando non sentirono un rumore nei cespugli più avanti.
Proprio da lì, spuntò prima la testa e poi il corpo di un cane dal pelo nero.
Tirò fuori i denti e gli abbaiò contro.
In quello stesso momento, giunse un autobus proprio dritto verso di loro e si fermò accanto al marciapiede.
Era uno di quegli autobus per i turisti, viola, a più piani.
Sullo scalino per salirci, si presentò un ragazzo secco, dalle labbra screpolate e i capelli sudati.
-Benvenuti sul Nottetempo, autobus per maghi e streghe in difficoltà. Sono Stan Picchetto e sarò il vostro bigliettaio per stanotte.- si annunciò egli, notando poi i due fratelli.- Che ci fate lì per terra?-
Jenny lo trovava buffo e disgustoso.- Niente, stavamo parlando.- gli rispose, facendo capolino dietro il bus per vedere se quel cane era ancora lì, ma era sparito.
Non avevano idea del perché gli avesse abbaiato.
-Che state guardando? Avanti, salite!- esclamò il giovane, caricando i loro bagagli.
Quando furono a bordo, notarono che c’era dei letti sopra la quale riposavano delle streghe e la stessa cosa al piano di sopra.
Stan Picchetto stampò un biglietto per tutti e due e poi diede un colpo alla cabina del guidatore.- Diamoci una mossa Ernie!-
Il guidatore era un vecchietto con un paio di occhiali: diede un morso al panino e accese il motore.
-Sì, diamoci una mossa Ernie, sarà un viaggio movimentato!- esclamò qualcuno da davanti a lui.
Jenny osservò, che accanto al vecchio, c’era una testolina di un omino di colore dai capelli rasta.
Le testoline di solito venivano usate come navigatori, ma quella parlava un po' troppo.
Di colpo, l’autobus partì e i fratelli Potter furono costretti a reggersi per via della guida agitata.
Harry guardò fuori dal finestrino: stavano sfrecciando accanto alle altre macchine.- Ma i babbani non ci vedono?- domandò.
-I babbani? Quelli non vedono niente!- rispose il bigliettaio.
-No! Ma se li infilzi con la forchetta, certo!- intervenne la testolina, ridacchiando.
Jenny gli andò dietro per via della risata buffa, ma per quanto il mezzo si muovesse, le venne la nausea.
-Dov’è che siete diretti?- chiese il ragazzo.
-Al Paiolo Magico, sta a Londra.- rispose Harry.
-Hai sentito Ernie? Al Paiolo Magico, sta a Londra.- ripeté il bigliettaio, mentre aprì una pagina della Gazzetta del Profeta.
In effetti, il Paiolo Magico era l’unica taverna dove si poteva trovare un letto e un po' di tranquillità.
Jenny vide sulla copertina del giornale l’immagine che si muoveva di un uomo malconcio, dai capelli neri sporchi: teneva in mano un cartello con sopra scritto un numero.
Non ne sembrava molto contento però.
-Quello chi è?- chiese lei.
-Non sai chi è questo?!- esclamò Stan. – E’ Sirius Black, ecco chi è: era un grande sostenitore di…Tu Sai Chi.. Ed è anche fuggito da Azkaban, per questo. Ne avrai sentito parlare.-
Jenny lo guardò confusa: forse non si era accorto di essere sullo stesso autobus con Harry Potter.- Ovvio che ne abbiamo sentito parlare.-
Mise poi la testa fuori dal finestrino e vide che in mezzo alla strada c’era una vecchietta che stava attraversando.- Io mi reggerei.- disse al fratello.
-Perché?-
Di colpo Ernie frenò e per via del colpo di frusta, Harry andò dritto a sbattere contro il vetro con la faccia.
La sorella rise sotto i baffi.- Ecco perché.-
-10,9, 8, 7, 6- iniziò a contare la testolina, mentre l’anziana donna con il carrello attraversava la strada. -5, 4, 3, 3 e mezzo, 2, 1 e tre quarti!-
Non appena la vecchia arrivò al marciapiede, l’autobus schizzò via veloce.
Girato l’angolo, giunsero in una delle strade principali.
Jenny sgranò gli occhi quando vide due autobus pieni di turisti che gli vennero incontro.
-Ernie quelli ci vengono addosso!- esclamò la testolina.
Harry si resse, pronto per la frenata, ma non si sapeva come avrebbero fatto a passarci in mezzo.
-Attenti alla testa.- ridacchiò la testolina.
Il guidatore premette il pulsante e il bus si fece talmente secco, che Jenny sentì il corpo schiacciarsi.
Grazie a quella magia, il Nottetempo passò attraverso i due autobus e ripartì a tutta velocità.
Finalmente, giunti al Paiolo Magico, Ernie aveva intenzione di fermarsi vicino al marciapiede dell’entrata, ma c’era una macchina parcheggiata.
Jenny si sorresse con entrambi le mani, mentre, un’ultima volta, la faccia di Harry andò contro il vetro.
-Arrivati al Paiolo Magico.- disse Stan Picchetto, invitandoli a scendere insieme ai bagagli.
Ad aspettarli, c’era Tom, l’uomo che stava al bancone: un curioso tipo senza capelli, né qualche dente e in più una gobba sulla  schiena che lo faceva rimanere piegato a metà.
Il Paiolo Magico continuava ad essere un luogo sereno, con cibo e alloggi per tutti i maghi.
Cucchiaini che si giravano da soli nella tazza e una continua teiera che volava tra i tavoli.
Tom condusse i fratelli Potter in un piccolo ufficio, con un caminetto acceso e una scrivania vicino alla finestra dove sedeva Cornelius Caramel, il Ministro della magia.
-Harry, Jenny, volevo informarvi che vostra zia è stata trovata non lontano da qui, sgonfiata e le è stata tolta la memoria come precauzione.- annunciò l’uomo.
-E per quanto riguarda me, signore?- domandò Harry, preoccupato che lo cacciassero da Hogwarts. -Ho usato la magia fuori dalla scuola.-
Il ministro ridacchiò.- Suvvia, il Ministero non manda ragazzi ad Azkaban perché hanno gonfiato la zia.-
-Non mi piace dirlo.- intervenne Jenny. -Però te lo avevo detto, caro fratello.-
Però l’uomo si fece serio.- Tuttavia, il vostro comportamento, ovvero scappare lasciandosi tutto dietro, è stato un gesto di grande irresponsabilità.-
Jenny alzò gli occhi al cielo: parlava quasi come zia Petunia.
-Soprattutto dopo lo stato delle cose.- aggiunse.
-Lo stato delle cose?- chiese la ragazza.
-C’è un assassino in circolazione.- rispose il ministro, quasi sussurrando.
Però Jenny non capiva cosa centrasse nella discussione.- E cosa centra con noi?-
Caramel balbettò qualcosa e poi ridacchiò per coprire la sua indecisione nel trovare le parole.- Niente, assolutamente.- continuò, cambiando successivamente discorso.- E domani vi metterete in viaggio per Hogwarts. Mi sono preso la briga di farvi avere tutti i vostri libri di testo. Tom vi indicherà la vostra stanza.-
Dopo aver preso la pila di libri sulla scrivania, Harry e Jenny si diressero verso la stanza dove avrebbero passato la notte.
Era piccola, con un camino spento da tempo, un letto matrimoniale e una finestra che dava sulla città.
-Non hai notato che il Ministro sembra un po' troppo gentile?- domandò Jenny, sdraiandosi sul letto polveroso. -Secondo me nasconde qualcosa.-
-Beh, per una volta qualcuno è cortese con noi.- commentò l’altro, curiosando tra i libri: ce ne era uno con la copertina pelosa, due occhietti neri con le palpebre che battevano e sul bordo c’era chiaramente una bocca con un paio di dentini affilati.
Il libro mostro dei mostri.
Harry lo aprì ed improvvisamente esso si mosse, cercando di morderlo.
Come un bambino spaventato da un mostro sotto il letto, il ragazzo indietreggiò mentre il volume lo inseguiva, fino a cadere sul materasso.
-Ma che diamine è?!- esclamò Jenny, per poi dargli un calcio e tramortirlo. -E’ tutto vivo al giorno d’oggi.-
***
La mattina dopo, mentre scendevano per la colazione, videro per il corridoio un topo grassottello che correva rincorso da due gatti.
Uno aveva il pelo dritto e arancione, mentre l’altro era grigio a strisce nere.
Riconobbero subito il ratto: era Crosta, il topo di Ron.
Di fatti, quando scesero alla taverna, trovarono lui, Hermione e Draco a litigare.
-Vi avverto, se quei due assassini non stanno lontani da Crosta, ve ne pentirete!- esclamò Ron, tenendo Crosa stretto a se.
-E’ un gatto Ronald, cosa ti aspetti?! E’ la sua natura.- replicò Hermione.
-Quello sarebbe un gatto? Sembra più un ratto con la pelliccia.- commentò l’altro.
-Ha parlato il proprietario di quella vecchia spazzola da scarpe puzzolenti.- intervenne Draco.
Harry e Jenny ridacchiarono e così gli amici si accorsero di loro.
-Harry!- esclamò Hermione.
-Jenny!- lo stesso Draco, sorridendogli.
Non appena si misero al tavolo per fare colazione, Ron mostrò una foto di tutta la famiglia di dove avevano passato l’estate.
-L’Egitto è un posto eccezionale: ci sono mummie e tombe..- disse il ragazzo.
-Gli egiziani veneravano i gatti.- commentò Hermione, con sfacciataggine.
-E anche lo scarabeo stercorario.- aggiunse Ron.
A quel punto arrivò l’intera famiglia Weasley.
-Non starai mica mostrando di nuovo quella foto, eh Ron?!- chiese George, togliendogli la foto dalla mano.
-Come hai fatto con Tom, la cameriera di giorno, quella di notte e anche quello che è venuto a riparare il water.- continuò Fred, sedendosi di fronte a Jenny.- Ciao Jenny, come stai?- le domandò, facendole uno strano sorriso troppo amichevole che Draco notò.
La ragazza ricambiò ingenuamente.- Sì, grazie.-
Draco squadrò Fred dalla testa ai piedi e vide il modo in cui guardava Jenny.
Gli diede una forte pacca sulla spalla, sorridendogli.- Anche io, Fred, grazie per l’interessamento!-
Jenny ridacchiò per la sua gelosia, quando scorse Molly e Arthur Weasley.
Dopo che la donna si fosse assicurata che stessero bene, Arthur si diresse da Harry, Jenny e Draco.- Posso parlare con voi in privato?-
Così, i 4 si misero in un angolino lontani da tutti: sul muro c’era ancora la foto di Sirius Black, tappezzata ovunque.
-Vi volevo comunicare che sappiamo delle ultime vicende accadute a Jenny e Draco e parte del Ministero, ovviamente le persone più fidate, stanno lavorando ad una soluzione.- mormorò l’uomo.
-Grazie, signore.- dissero all’unisono i due ragazzi.
-Per quanto riguarda te, Harry..-
-Si tratta di Sirius Black, vero?- gli domandò schiettamente.
-Cosa sai di lui, Harry?-
-Solo che è fuggito da Azkaban.-
-E sai perché?-
Sia Harry che Jenny scossero la testa.
-Quando Tu sai chi è stato sconfitto, Sirius Black, suo infiltrato e alleato, ha perso tutto. Ed è per questo che è fuggito da Azkaban, per trovare te.- spiegò il signor Weasley.
-Ed uccidermi?- continuò Harry.
-Non mi stavo riferendo a te, Harry.- continuò l’uomo, rivolgendo il suo sguardo a Jenny.
Lei e Draco si guardarono straniti.- E cosa vorrebbe da me?-
-Tu gli sei sfuggita, quella notte. Ci sono fonti attendibili che confermano che lui stia proprio puntando a te.- rispose, mettendole le mani sulle guance, come per rassicurarla.- Jenny, devi promettermi che qualsiasi cosa tu sentirai, non andrai in cerca di Black.-
Jenny la trovava un’idea stupida.- Signore, perché dovrei cercare un uomo che vuole uccidermi?-
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: JennyPotter99