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Autore: FalbaLove    10/04/2020    2 recensioni
Due piccoli occhi grigi,contornati da rughe,fissarono per l'ennesima volta una foto incorniciata malamente e con gli angoli leggermente ingialliti;un sorriso amaro comparve sul suo volto di fronte a quelle tre piccole bambine che,ignare,dormivano beate. All'improvviso il suo cuore ebbe un sussulto mentre prepotentemente si apriva la porta del suo ufficio:con rapidità la donna ripose la cornice in un cassetto spostano il suo sguardo sulla figura che comparve dinanzi a lei.
-Preside Griffin, a cosa devo l'onore?-
-Sapevamo tutte e due che sarebbe giunto questo giorno-commentò inflessibile l'altra. Faraganda si sistemò gli occhiali sospirando:si alzò con estrema calma raggiungendo l'enorme vetrata del suo ufficio.
-Ci pensi ancora? Nel senso se abbiamo fatto la scelta...-
-Giusta?-Faragonda abbassò lo sguardo.
-Forse siamo state stupide a basarci su una profezia-
-O forse no-conclusse la Preside di Alfea.
-Non lo sapremo mai-Faragonda sorrise di fronte alla risposta sconsolata dell'amica.
-Io invece,Preside Griffin,penso che lo scopriremo presto
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bloom, Faragonda, Flora
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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Saladin percorse silenzioso i deserti corridoi di Alfea: una tenera luce di primo mattino illuminò il suo volto segnato da profonde rughe. Solo il rumore dei suoi passi e del suo scettro risuonavano nella scuola più famosa di tutta Magix.
Si appoggiò con la schiena a una colonna sentendo improvvisamente tutta la stanchezza accumulata negli ultimi giorni; aveva lasciato Faragonda e Aisha a parlare da sole, dopotutto avevano così tante cose da dirsi. Eppure nonostante il pericolo imminente di Valtor Saladin continuava ad avere un unico pensiero fisso: con gli occhi tristi si portò una mano al collo dove una piccola catenina era stata sapientemente nascosta sotto la sua tunica. Si sentiva soffocare e sopraffare dalle emozioni, ma il Preside sapeva perfettamente quale fosse l'unico posto che in quel preciso istante avrebbe potuto dargli un attimo di pace.
Davanti ai suoi occhi stanchi si palesò la porta della Serra d'Alfea conosciuta per andare in soccorso a chi ne avesse avuto bisogno: inspirò a pieni polmoni il dolce profumo dei fiori facendo tesoro di tutta quella energia viva che le piante gli stavano regalando. Camminò pensieroso sentendo finalmente i muscoli rilassarsi: aveva passato tutta la vita a studiare ogni tipo di pianta e fiore e la sua passione involontariamente l'aveva tramandata a suo nipote. Al ricordo di quel ragazzo il suo volto si incupì nuovamente, ma deigl strani rumori turbarono la sua quiete.
-Chi c'è? -tuonò alla ricerca di una figura. Dei piccoli passi imbarazzati vennero accompagnati da una snella figura.
-Mi dispiace Preside Saladin, non volevo disturbarla- mormorò scossa la mora asciugandosi le lacrime che avevano completamente stravolto il suo volto. Saladin la fissò strizzando gli occhi: non era mai stato bravo con i nomi.
-Stai tranquilla, immagino di non essere stato l'unico ad avere l'idea di trovare nella serra un po' di pace- disse avvicinandosi verso di lei. Quella incurvò le labbra in una piccola smorfia amara.
-Me ne vado subito- si scusò incamminandosi verso l'uscita, ma l'uomo la fermò.
-Ti ho vista molto turbata-
-Flora- aggiunse lei percependo la sua esitazione.
-Flora- ripeté l'uomo come se volesse fissarlo nella mente.
-Veramente non le recò alcun disturbo?- il mago si lasciò andare a una risata divertita di fronte a tutta quella insicurezza.
-Non sono io che devo decidere- commentò mentre sentiva chiaramente l'amore che quelle piante sprigionavano per quella strana ragazza. La fata si guardò intorno accarezzando dolcemente una pianta a lei vicino che sembrò apprezzare.
-Alliara Petiolata- mormorò Saladin riferito alla pianta.
-Si tratta di una delle piante più empatiche della Dimensione Magica-
-Anche lei è interessato alla natura?- domandò sorpresa la fata: quell'uomo le era sempre sembrato molto enigmatico ed era certa che fosse la prima volta che lui le rivolgeva parola.
-Ho passato la mia intera vita a catalogarle con mio nipote- Flora piegò la testa osservando una piccola scintilla di tristezza balenare negli occhi stanchi del vecchio mago.
-Però non ho ancora ricevuto alcuna risposta- commentò tornando serio Saladin.
-L'angoscia è lampante sul tuo viso e non sono l'unico ad essersene accorto- disse e Flora non riuscì a trattenere una ennesima lacrima. In silenzio si sedette a terra nascondendo il capo tra le mani.
-Lei conosce da molto tempo Faragonda, vero? - il mago però non intuì a cosa la fata volesse alludere.
-Penso che sul mio conto si sia ampiamente sbagliata, non sarò mai in grado di ottenere la bacchetta Mythix. Io ci ho provato ad essere forte e coraggiosa come le mie amiche, ma la verità è che non lo sono e non me lo potrei mai perdonare se per colpa mia Valtor non fosse sconfitto- l'uomo sorrise dolcemente: più parlava con quella ragazza più capiva quanto fosse fragile come un fiore.
-Se per prima non credi tu in te stessa come pensi che lo possano fare gli altri? Faragonda ha guardato dentro di te e ha visto chi sei realmente- commentò prendendo una mano tra le sue: Flora al sentire quel contatto finalmente alzò i suoi occhi colore giada.
-Sono sicuro che presto arriverà il tuo momento e che finalmente vedrai quello che io e Faragonda già vediamo dentro di te- però l'uomo immediatamente smise di parlare osservando con più attenzione la mora.
-Ma questo non è il problema che maggiormente turba la tua mente- lentamente Saladin si avvicinò a un alto albero poco distante appoggiando una mano sulla bruna corteggia: una forte energia vitale si sprigionò dalle sue mani.
-Riguarda Aisha, la Principessa di Andros- confessò Flora e Saladin sorrise soddisfatto come se sapesse già perfettamente cosa frullava in testa alla fata.
-La sua storia mi ha colpito molto: lei più di altri merita una seconda chance per vivere la vita che le è stata brutalmente strappata-
- E immagino che tu abbia un piano- disse silenzioso il Preside finalmente tornando a riguardarla.
- Io in realtà... No, non ho un piano- biascicò imbarazzata muovendo nervosamente le mani.
-Però sul mio pianeta natale vi è una strana leggenda che mi ha sempre incuriosito-
-Ti riferisci alla leggenda delle Ninfee?- disse lasciando un velo di sorpresa sul volto della fata.
-Ho vissuto per molti anni a Linphea-la precedette lui sorridendo divertito.
-Lei pensa che possa essere vera? - Saladin strinse tra le mani il suo scettro con gli occhi che iniziarono a brillare: Flora incurvò le sopracciglia curiosa. Aveva notato che lo sguardo dell'uomo lasciava trapelare tutte le sue emozioni.
-Cara ragazza non siamo noi stessi una leggenda? - commentò divertito e Flora finalmente si sentì più leggera.
-Quindi lei pensa che la posizione che ha fatto tornare in vita tutte le Ninfee di Linphea esista realmente? E pensa che possa funzionare su Aisha? -
- Il tuo entusiasmo mi travolge, ma purtroppo neanche io conosco tutte le risposte- una nota di delusione riprese possesso del viso ambrato della mora.
-La leggenda parla chiaro: fu una goccia di polline del fiore Lanusia a risvegliare dal sonno della morte le Ninfee, ma nessuno è mai riuscito a trovare questi fiori-
- Quindi potrebbero essere stati inventati e non esistere realmente?- sibilò scoraggiata Flora abbassando lo sguardo: Saladin la fissò pensieroso per un secondo. Era la prima volta che parlava con quella ragazza eppure i suoi gesti e la sua voce non gli erano estranei, ma estremamente familiari. Un brivido gli percosse velocemente la schiena mentre un lampo di genio turbò la sua mente.
-Ci sarebbe un modo per capire se realmente esiste questo fiore. Su Linphea vive un anziano saggio che conosce ogni singola forma di vita vegetale del nostro universo-
- Lei pensa che potrebbe aiutarmi? - Saladin sorrise divertito mentre una strana tenacità rinvigoriva le membra di Flora.
-È un mio caro amico e non mi negherebbe mai un favore- lentamente si portò davanti alla fata che era ancora elegantemente seduta a terra.
-Sarà bello ritornare finalmente a casa- sospirò non trattenendo una nota di eccitazione dirigendosi verso l'uscita della serra: Flora lo osservò in silenzio allontanarsi sentendo uno strano sentimento di speranza crescere in lei.
 
 
-Ah! -strillò Bloom atterrando malamente a terra. Helia invece al suo fianco parve cadere perfettamente in piedi cosa che scatenò una certa ilarità nel giovane.
-Wow, ma è stupendo qui-sussurrò tenendosi il capo dolorante con la mano e lasciando che i suoi occhi vagassero intorno. Lo spettacolo la lasciò stranamente senza parole: alberi dalle mille dimensioni e fiori dai mille colori salutarono i due nuovi arrivati mentre l’ex specialista richiudeva dietro di sé il passaggio extra-dimensionale. Ammaccata la rossa si alzò in piedi non riuscendo a capacitarsi di dove realmente si trovasse.
-Helia è veramente un posto bellissimo- continuò  correndo verso gli animali fatati che però scapparono impauriti.
-Era come te lo immaginavi?- Helia la affiancò avvolgendola con un braccio.
-Anche meglio- sussurrò piena di adrenalina.
-Purtroppo non è una visita di piacere e lo sai bene- Bloom all’udire quella frase detta con tono così serio fece una piccola smorfia: se fosse stato per lei avrebbe passato settimane intere a visitare la Dimensione Magica, ma la figura di Daphne non abbandonava mai la sua mente.
-Hai ragione, sai per caso dove potremmo trovare l’Anziano di Linphea?-il giovane pensoso si guardò intorno mentre il vento fece ondeggiare i suoi lunghi capelli.
-Mio nonno mi ha sempre detto che l’uomo che stiamo cercando molti anni fa si è ritirato nel bosco oscuro, ma non so precisamente dove-confessò alzando le spalle dispiaciuto.
-Però ho chiamato un amico che potrebbe darci una mano, forza andiamo - concluse afferrandola per un braccio. Bloom non osò ribattere, ma si limitò a fissare la vita intorno a sé mentre sentiva, per la prima volta, di appartenere a quella realtà. Ben presto  apparve davanti a loro quello che sembrava una specie di villaggi anche se la rossa non credette ai proprio occhi: le case avevano una forma così familiare.
-Ma quelle case sono a forma di fungo?!- e prima che Helia potesse ribattere l’amica iniziò a correre più velocemente possibile verso il villaggio animato di gente.
-Ehi stai attenta!-la rimproverò uno strano ragazzo con cui si andò a scontrare.
-Scusa -rispose leggermente seccata notando il tono di voce acido e arrogante dello sconosciuto.
-Potevi farmi cadere-continuò quello sistemandosi la giacca di pelle blu senza degnarla di uno sguardo.
-Ti ho già chiesto scusa- disse esasperata: che fossero tutti così gli abitanti di quel pianeta?
-Potresti anche guardare dove cammini invece che correre con una dodicenne-mormorò divertito capendo che Bloom si stava innervosendo: finalmente i suoi occhi cremisi la fissarono o meglio si soffermarono unicamente sul suo corpo.
-Ti serve qualcosa? -sospirò Bloom notando il suo sguardo insistente che la faceva sentire a disagio: il ragazzo dagli strani capelli blu iniziò a ridere sguaiatamente cosa che irritò ulteriormente la terrestre.
-Se gli abitanti di questo pianeta sono tutti come te allora non vedo l’ora di andarmene- sussurrò a denti stretti riprendendo il cammino, ma una voce conosciuta interruppe entrambi.
-Bloom potresti aspettarmi? Non è sicuro che tu vada da sola-la riprese Helia leggermente allarmato cosa che fece sentire un po’ in colpa la ragazza, ma che invece fece ancora più ridere lo strano sconosciuto.
-Sei proprio una bimba cattiva-la sgridò ridendo ancora più forte come se avesse detto la battuta del secolo. Bloom stava per scoppiare quando Helia appoggiò una mano sulla spalla del ragazzo.
-Nex smettila- lo beccò l’ex specialista e il ragazzo si limitò ad alzare gli occhi al cielo senza abbandonare un orrendo sorriso divertito.
-Voi due vi conoscete? -domandò sorpresa la ragazza senza riuscire a capacitarsi come uno come Helia potesse conoscere uno come Nex.
-Ti ricordi che ti avevo parlato del mio amico? Ecco, è lui- Bloom fulminò all’istante lo sconosciuto.
-Spero sia uno scherzo- sospirò, ma sapendo perfettamente che Helia era incapace di fare scherzi.
-Ti piacerebbe- sogghignò soddisfatto Nex.
-Tranquilla Bloom, di lui ci possiamo fidare: io e Nex siamo amici di vecchia data e lui ora studia proprio qui a Linphea-
-Più precisamente sono un Paladino del Collegio di Alphea-lo interruppe Nex incrociando le braccia soddisfatto come se avesse detto chissà cosa. Per sua sfortuna però Bloom non aveva mai sentito parlare di quel fantomatico Collegio.
-Interessantissimo- sospirò senza alcun interesse.
-Forse non hai ben capito che sono tra i guerrieri più forti di Linphea- e sul viso del ragazzo si allargò una espressione da monello che immediatamente venne spazzata via dall’indifferenza della ragazza. Helia, che aveva ascoltato quella discussione in silenzio, posò una mano sulla spalla del ragazzo.
-Se avete finito direi che possiamo iniziare la missione- disse facendo un eloquente segno con la mano.
Bloom fu la prima a riprendere a camminare verso il villaggio anche se non aveva la più pallida idea di dove andare, ma qualsiasi parte sarebbe stata meglio che stare con quello sbruffoncello.
-Te l’ho detto che proviene dalla Terra -mormorò all’orecchio dell’amico Helia e quello alzò curioso un sopracciglio.
-Avrei preferito che mi avessi anche detto che è così spocchiosa e antipatica- Helia sorrise soddisfatto mentre la sua chioma si lasciò trasportare da una leggera brezza. Bloom poco lontana da loro intanto stava toccando piena di entusiasmo tutto ciò che le passava davanti incantata quando a un certo punto sfiorò una grande pianta. Le foglie del vegetale parvero non gradire quel contatto e dei rami si avvolsero intorno a lei.
-Ragazzi un aiutino? -mormorò impaurita sentendo le foglie farle il solletico sul viso. Nex sbuffò sonoramente arricciando il naso.
-Ci penso io-sospirò correndo verso la rossa che aveva iniziato a urlare impaurita mentre la pianta pareva sempre più divertita.
Helia si appoggiò al muro di una casa sorridendo tra sé e sé e osservando la scena che pareva sempre più comica: socchiuse leggermente gli occhi beandosi dell’aria fresca e pulita del suo pianeta che non aveva niente a che fare con quella di Gardenia. Improvvisamente i suoi occhi blu come il mare si soffermarono su un vaso variopinto che conteneva una pianta a lui conosciuta e carica di ricordi.
-Si chiama Bella di Notte- una voce leggermente saputella e acuta si affiancò al ragazzo mentre due codini colore del miele si contrapposero tra lui e la pianta.
-Questa pianta si chiama così perché i suoi fiori si aprono solo a mezzanotte-continuò alzando un dito come se stesse tenendo una lezione: Helia fissò divertito quella bambina che poteva avere al massimo sette anni prima di concentrare nuovamente la sua attenzioni sui boccioli chiusi della pianta.
-Io so tantissime cose sulle piante- continuò la bambina leggermente irritata dal fatto che il giovane non le stesse riservando le attenzioni desiderate e Helia finalmente concentrò unicamente l’attenzione su di lei.
-Davvero? - domandò teneramente e finalmente il volto della bambina si illuminò nuovamente.
-Sai la mia sorellona è la fata della Natura più potente di tutta la Dimensione Magica e io ho imparato da lei- disse iniziando a volteggiare e lasciando trasparire grande ammirazione. Il volto di Helia si aprì in un sorriso sincero trovando quella bambina estremamente simpatica.
-Io sono Miele- si presentò allungando verso di lui la sua manina mentre i suoi occhi color giada risplendevano con il sole.
-Helia- rispose di rimando l’ex specialista abbassandosi.
-Sei molto bello-confessò senza provare un minimo di imbarazzo e anzi assumendo una espressione estremamente buffa.
-Sei per caso un Paladino?-  ma Helia scosse la testa divertito. La fatina allora si imbronciò come se avesse mille pensieri nella testa.
-Va beh, nessuno è perfetto. Lo sai che i Paladini sono i guerrieri più forti di tutta la Dimensione Magica?-
-E a te piacerebbe essere una Paladina?-
-No, io da grande frequenterò Alfea così diventerò bella e potente come mia sorella- improvvisamente all’udire quella frase la fronte di Helia si corrucciò mentre un volto dalla pelle ambrata si sovrappose su quello della bimba che aveva gli stessi occhi color giada.
-Posso chiederti come si chiama tua sorell…-
-Helia è da cinque minuti che ti sto chiamando, forza andiamo-lo interruppe Nex mettendogli una mano sopra la spalla.
-Lo sai che non posso lasciare sola la tua amica per neanche un secondo altrimenti si caccia nei guai-continuò alludendo alla pianta di ipomee che qualche secondo prima si era divertita con la rossa.
-È stato un piacere conoscerti Miele e sono sicuro che diventerai una grande fata- Miele arrossì di fronte a quel complimento iniziando a giocherellare nervosamente con i capelli, ma si limitò a salutarlo con una mano.
-Allora Nex hai avuto notizie sull’Anziano?-domandò finalmente Helia ricordandosi il motivo per cui si ritrovava sul pianeta natale: gli occhi cremisi intanto continuavano a fissare la terrestre che con la sua goffaggine stava creando scompiglio in quel piccolo paesino a ridosso del bosco oscuro.
-Purtroppo nessuno conosce esattamente i l punto dove abita, ma mi hanno detto che basta seguire i funghi- Helia lo fissò senza capire, ma quello si limitò a sorridere divertito.
-Vedrai- concluse raggiungendo la rossa che era appena stata inghiottita da una pianta carnivora gigante.


 
 
Musa camminava canticchiando per i corridoi di Alfea come suo solito: per sua fortuna le lezioni erano iniziate e tutte le altre allieve non erano ammassate per i corridoi rovinando così la perfetta acustica. Iniziò a volteggiare su sé stessa chiedendosi come se la stavano cavando Stella e Tecna nell’allenamento apposito per le loro bacchette Mythix. Al ricordo di quel nome vibrò di eccitazione e si concesse alcuni passi extra. Il suo corpo fremeva immaginandosi il momento in cui anche lei l’avrebbe ottenuta: c’era una cosa in cui Musa aveva sempre creduto ed era sé stessa.
Quando però si trovò di fronte alla porta principale d’ingresso per le loro stanze ebbe un sussulto: da dentro provenivano dei forti rumori e per un secondo nella sua mente balenò il pensiero di quelle streghe che tanto era state decantate dai suoi amici. Cercando di non essere udita si creò uno spiraglio in modo tale da poter individuare il nemico.
-Flora? -esclamò sorpresa allontanando le cuffie dalle orecchie e liberandosi da una melodiosa melodia. La mora fu anch’essa sorpresa di vedere la sua amica, ma non riuscì a trattenere anche un certo sollievo.
-Vai per caso da qualche parte?-domandò curiosa fissando un piccolo zainetto che la fata sembrava riempire di strane pozioni. Stranamente la ragazza però non si bloccò ,ma anzi continuò ad ammassare roba.
-Non penso che ti ci starà tutto in quello zainetto-commentò divertita non ricevendo alcuna risposta e sporgendosi in modo tale da capire quante cose avesse già accatastato all’interno di quello zainetto.
-Allora mi vuoi rispondere?- continuò leggermente scocciata dal non essere ascoltata soprattutto da una come Flora: questa ennesimo domanda non andò a vuoto, ma parve risvegliare la mora.
-Torno a Linphea-
-Per sempre?- Musa la guardò confusa sentendo una strana paura come se non volesse perdere quell’amica conosciuta da così poco, ma alla quale si sentiva profondamente legata. La mora percepì la sua delusione e scosse la testa con decisione lasciando che il suo viso fosse conquistato dal suo dolce sorriso.
-Devo fare una cosa Musa e ti pregherei di non dirlo a nessuno- in realtà il suo piano era quello di partire solo con il Preside Saladin e non aveva messo in conto di essere beccata. La fata di Melody però non riusciva ancora a capire e un suo sopracciglio si inarcò alla ricerca di risposte.
-Quindi parti da sola per Linphea e non vuoi darmi spiegazioni-bofonchiò
-Non vado da sola, mi accompagnerà Saladin- all’udire quel nome la fata della Musica strabuzzò gli occhi.
-Il Preside di Fonterossa? Flora non dirmi che hai una relazione con lui- sospirò leggermente ironica e sperando che l’ironia fosse l’unica maniera in cui potesse essere interpretata la frase di Flora. La ragazza però era estremamente piena di pensieri e continuò a mantenere una espressione seria e pensierosa cosa che fece ancora più allarmare l’amica.
-Se ti dico la verità mi prometti di non farne parola?-
-Sì, tranquilla-provò a mormorare Musa sedendosi affianco a lei: Flora strinse un lembo del suo vestito tra le sue mani.
-Una vecchia leggenda di Linphea narra che moltissime Ninfee, stremate dalla cattiveria e da tutti i sentimenti negativi, perirono lasciando il mio pianeta natale privo di qualsiasi difesa moltissimi anni fa. Sarebbe stato spacciato se alle Ninfee non fosse stato offerto il polline di Lanusia che le strappò dalla morte- Musa appoggiò la schiena alla libreria ascoltando attentamente.
-Io vorrei provarci con Aisha-
-Aisha?! -
-Sì Musa, l’intera Dimensione Magica dovrebbe esserle grata e io vorrei provare ad aiutarla- sospirò poco convinta con le gote di una rosa pescato.
-Ma sei sicura che la leggenda sia vera? Di solito a Melody le leggende vengono inventate dai genitori per i figli e poi tramandate da generazioni a generazioni- un amaro sorriso si dipinse sul volto della fata della Natura.
-Lo so che probabilmente sarà un fallimento, ma voglio provarci- esclamò riacquistando vigore e sicurezza cosa che fece estremamente piacere a Musa.
-Ma non capisco: perché volevi partire senza dire niente a nessuno? -
-Non voglio creare false speranze a nessuno e non volevo che nessuno rimanesse deluso… dopotutto stiamo parlando di me- all’udire quella fase così insensata Musa afferrò con decisione le mani ambrate della fata tra le sue sorridendole sinceramente.
-Il tuo altruismo è lodevole Flora, ma permettimi di venire con te per darti una mano- Flora incurvò le labbra indecisa di fronte a quella domanda, ma oramai la testa della fata della Musica era partita al solo pensiero di un’altra missione.
-Lascia che io venga con voi, dopotutto una fata in più fa sempre comodo- concluse facendo l’occhiolino ed iniziando a danzare per tutta la stanza.


NOTA
Hola come state? Spero bene nonostante la quarantena.
Spero che questo capitolo possa piacervi perchè vi confesso che è uno dei miei preferiti. Un bacio
   
 
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