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Autore: AryYuna    08/08/2009    1 recensioni
Tre anni dopo la sconfitta di Xemnas, gli Heartless tornano e il Keyblade sceglie nuovi possessori. Chi sarà mai che ha riaperto i varchi tra i mondi? E chi saranno i nuovi prescelti chiamati a proteggere l'equilibrio?
Rating arancione per alcune scene. Sono abbastanza sicura che sia troppo, ma... melius abundare quam deficere, no?
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Riku, Sora, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Kingdom Hearts, Kingdom Hearts II
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Capitolo-21-Illusione

Vacanze, a meeeeee!!!!!!! Dopo aver finalmente finito gli esami della sessione estiva, torno con un nuovo capitolo da donna libera! Ozio, sono tuaaaaaaa!!!!!
Il solito mega-grazie a Jessica per commento e e-mail… E ci vediamo nelle note finali ^^


Buio, buio, buio ovunque. Quel maledetto buio non finiva mai e lei era stanca di camminare a vuoto, perché tanto l’oscurità non finiva.
–Riku! Sora!– chiamò un’ultima volta, ben sapendo che se non le avevano risposto le prime cento volte che li aveva chiamati nulla sarebbe cambiato proprio ora. –Insomma, che dovrei fare?– urlò d’un tratto. –Mi hai portata qui e mi hai divisa dagli altri, ma cosa dovrei fare? Aspettare che mi mandi contro trecento Heartless?
L’oscurità iniziò a svanire, lasciando il posto a una verde e rigogliosa collina. Una balaustra di legno delimitava un sentiero di terra battuta. Ai piedi della parete di roccia le genziane punteggiavano di blu i bassi cespugli. Il Quartier Generale delle Lacrime di Sangue in fondo al sentiero.
Arian fissò la balaustra dove era seduta poco prima che Efferia fosse ingoiata dall’oscurità e ripercorse con lo sguardo il paesaggio. Lo stava fissando mentre pensava allo scioglimento delle Lacrime di Sangue, a lui - Orha - l’uomo che aveva creduto di amare…
Scosse la testa, voltandosi e dirigendosi al Quartier Generale.
–Calintz!– chiamò. –Eonis! Maya! Ragazzi! Non c’è nessuno?
–Nessuno? Non direi– disse una voce di donna alle sue spalle.
Arian si voltò e si trovò di fronte lei, l’altra donna. Quella morta per Orha.
I suoi occhi erano vuoti, eppure brillanti, e sembrava emanare oscurità. Non proprio una cosa strana - era solo controllata dall’oscurità, non era la prima che accadeva - solo che lei era morta. Morta per Orha, Arian lo ricordava bene.
–Bentornata a casa, bimba– continuò la donna.
Arian tentò ancora una volta di richiamare il Keyblade, ma invano.
Lei rise freddamente.
–Cerchi questo?– le chiese tendendo la mano.
Scintille, poi Nebula apparve tra le sue mani.
Il Keyblade si lasciava usare da un Heartless?
La donna le si lanciò contro urlando. Colpì Arian a una spalla, e lei indietreggiò, poi Nebula le si abbatté più volte addosso, e faceva male come una spada, un manganello e una lancia insieme - ma non avrebbe dovuto essere inutile contro gli esseri umani che non appartenevano all’oscurità? - finché Arian non si trovò schiacciata contro la parete di roccia.
Era stato tutto troppo veloce, e lei non vedeva via di scampo. Era sola, disarmata a combattere contro la donna che aveva tanto odiato per averle sottratto Orha.
–Due a zero, bimba.
Due a zero. Prima Orha, ora il Keyblade, e ad Arian non rimaneva nulla…
Fu un attimo.
Mentre il Keyblade si sollevava sopra la sua testa, Arian vide un’immagine balenarle davanti agli occhi chiusi. Un viso chiaro, dagli occhi luminosi, incorniciato da capelli d’argento.
Che importanza aveva Orha? La sua forza era un’altra.
Arian spalancò gli occhi, pronta a reagire.
Il suo Keyblade lasciò le mani della donna per apparire nelle sue.
–Ho vinto io, Roxy– disse, mentre la donna svaniva insieme al Quartier Generale, e di nuovo Arian si ritrovò nell’oscurità, ma stavolta non era sola. Poco distanti da lei, Sora e Riku giacevano apparentemente svenuti.
Arian corse loro accanto, mentre Nebula svaniva al suo comando, per controllare che stessero bene, poi cercò di svegliarli.
Il primo a riprendersi fu Sora.
Si alzò lentamente, tossendo, una mano stressa sul fianco. Mise a fuoco lentamente il viso preoccupato di Arian e solo quando fu del tutto sveglio si accorse che non solo non sentiva alcun dolore, ma non aveva nessuna ferita, né livido in tutto il corpo.
Ma allora cosa era successo?
–S… stai bene?– gli chiese incerta Arian.
Sora annuì, poi vide Riku svenuto.
–Cosa è successo?
–Non lo so– rispose Arianna alzando le spalle. –Credo di esser finita in una specie di illusione…
Sora annuì. Un’illusione, ecco cos’era stata. Riku che lo pestava a sangue, niente Keyblade… e Kairi, Kairi rapita dall’Heartless, Kairi che invocava il suo aiuto, Kairi che si inabissava col mostro…
–Dovresti ringraziarla, Sora. È solo grazie a lei che la mia illusione è sparita, perché ha infranto quella che avevo creato per lei– disse la voce di Pence, e poco dopo lui apparve di fronte a loro.
Arian tese istintivamente il braccio su Riku per proteggerlo. Sora balzò in piedi stringendo i pugni per cercare di resistere all’impulso di fargli molto male.
–Un vero peccato, avevo creato delle illusioni perfette… Ma non tutto è perduto– aggiunse con tono viscido. –l’Oscurità mette radici dove c’è altra Oscurità…
Rise freddamente.
Sora scattò in avanti urlando furioso –Taci!– mentre Catena Regale appariva scintillante tra le sue mani. Svanì con Pence quando la punta del Keyblade lo sfiorò, e Arian fu certa che fossero tornati alla stazione di Twilight Town… Ma lei e Riku rimasero lì e, qualunque cosa significassero le parole di Pence, il ragazzo ancora non si svegliava.
–Riku! Riku, svegliati, ti prego!– lo chiamò più volte Arian. –Riku!



Una voce lontana continuava a chiamarlo, ma lui non la sentiva. Il sangue della ferita sul braccio continuava a macchiargli i vestiti, ma a lui non importava.
Si sentiva svuotato.
Gli sembrava assurdo che quella mattina si era svegliato felice.
Che ironia. Aveva ucciso con le sue mani le due persone che più avevano creduto in lui.
Sbuffò con disprezzo.
Credevano in lui, ed ecco dove questo li aveva portati.
Buttò la testa indietro, gli occhi chiusi. La ferita al braccio bruciava, ma dentro di lui era molto peggio. Non una ferita. Uno squarcio grande come una voragine. Il nulla lo consumava. Era vivo solo perché il suo corpo funzionava ancora… Ma presto avrebbe smesso, e tutto ciò che desiderava era quel momento.
La liberazione.
Riku!
Si riscosse, tendendo l’orecchio, ma poi scosse la testa e rise amaramente.
Era pazzo.
Lei era lì, ancora tra le due braccia, e non poteva più parlare. Men che meno urlare il suo nome.



Erano passati lunghi minuti da quando Sora e Pence erano svaniti, ma lei e Riku erano ancora lì, immersi nell’Oscurità, e il ragazzo ancora non riprendeva conoscenza.
Gli passò le dita tra i capelli d’argento - sembravano quasi emanare luce in mezzo a tutto quel nero ò poi si chinò su di lui e lo baciò.



Si passò le dita sulle labbra.
L’aveva sentito. Un bacio come una carezza, le sue labbra.
Era veramente impazzito. Ma se impazzire era così bello allora che importava?
Chiuse gli occhi, e ripensò a Radiant Garden, e poi a Montressor, e ad ogni istante che avevano passato insieme, in mezzo agli Heartless, sulla gummiship…
Le sue labbra, che fin troppo spesso si curvavano in un sorriso.
Il suo viso dolce.
La sua luce.
–La mia luce. Arian– mormorò.



–Arian– mormorò.
–Riku!
Riku aprì gli occhi lentamente.
Le sue labbra - sorridevano ancora una volta - il suo viso, era lì davanti a lui. Viva.
Riku si alzò a sedere.
–Stai… bene?– le chiese.
Arian annuì.
–Cosa è successo?– le chiese guardandosi intorno. Erano ancora circondati dall’Oscurità.
–Pence ha detto di aver creato delle illusioni per noi. Ma le abbiamo infrante tutti, adesso.
–Sora?
L’ultima certezza.
–Contro Pence, suppongo. Sono svaniti poco fa.
–E noi perché siamo ancora qui?– chiese ancora Riku alzandosi in piedi e guardandosi di nuovo intorno quasi si aspettasse di veder apparire una posta con la scritta “uscita”.
Arian si strinse nelle spalle. Non ne aveva idea. Secondo quanto aveva detto Pence sarebbero dovuti tornare alla stazione nel momento stesso in cui Riku aveva aperto gli occhi, eppure erano ancora lì.
Riku si strinse il polso fasciato. La ferita non bruciava più, ma la sensazione sgradevole di quell’illusione ancora gli pesava addosso. Respirò a fondo.
Arian rimase in silenzio osservandolo. Il suo sguardo lo percorse dagli occhi chiari persi in lontananza alle mani, e lì si fermò. Continuava a tormentarsi la benda.
Posò la propria mano su quella di lui, e il ragazzo trasalì.
–Posso?– disse Arian.
Riku cercò debolmente di ritrarsi, ma Arian non lo lasciò e alla fine lui si arrese.
Distolse lo sguardo mentre Arian svolgeva lentamente la fascia. Sentì la sua mano accarezzargli il polso libero e con una certa riluttanza si costrinse ad abbassare lo sguardo.
Sul polso, una lunga ma sottile cicatrice bianca, quasi invisibile sulla pelle chiara.
–Era questa che cercavi di nascondere?– gli chiese Arian.
Riku chiuse gli occhi.
–Nell’Oscurità, ho combattuto tanto a lungo che mi sembrava di non essere mai stato da nessun’altra parte. Furono gli Heartless a farmela, e Mickey me la fasciò. Non ho mai tolto la benda. La cambiavo solo, come se la ferita ci fosse ancora… perché ai miei occhi c’era. E ci sarebbe sempre stata.
Un monito.
“Non dimenticare”.
–Ma non c’è più– disse Arian lasciando cadere a terra la benda.
L’oscurità intorno a loro sbiadì fino a lasciare il posto al caldo colore delle pareti della stazione.
Riku sorrise ad Arian prendendola per mano, poi richiamò Via per l’Alba con la sinistra mentre lei evocava Nebula dall’altro lato. Corsero per il corridoio, e poco più avanti trovarono Sora combattere contro Pence.
–Scusa il ritardo– disse Riku.
Sora sorrise notando che non portava più la fasciatura al polso, poi tutti e tre si schierarono di fronte a Pence, pronti ad attaccare.



Ecco svelato il mistero della fasciatura di Riku! E spero di esseri fatta perdonare, Jessica, per averti tanto sconvolta con la morte di Sora e Arian nel capitolo precedente ^^
Ci avviciniamo alla conclusione!
Fanart del capitolo:

Click (Questo disegno è vecchissimo, uno dei primi sulla fic, lo feci ancora quando scrivevo la fic con Sara… e non è uno di quelli che mi è riuscito meglio ^^')


   
 
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