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Autore: cussolettapink    12/04/2020    3 recensioni
“Davvero? Il nuovo arrivato è una ragazza e non un ragazzo? Ma cosa le sarà saltato in mente?!?” Una voce la distrasse dal guardarsi intorno e la fece concentrare invece sul discorso appena iniziato nella stanza che ancora non aveva visitato.
“Sicuramente” si aggiunse una seconda voce “è una poco di buono! Chi mai verrebbe a stare in un dormitorio con soli maschi?!”.
La ragazza stava per abbassare la maniglia e manifestare la sua presenza quando una terza voce – che le sembrò leggermente familiare – si aggiunse alla conversazione.
“Louis, non essere come sempre così prevenuto, magari è una brava ragazza che è solo interessata a trovarsi vicina per frequentare le lezioni”.
Sorridendo nel trovare una persona disposta a trattarla con gentilezza, la ragazza entrò nella stanza proprio nel momento in cui quella famosa terza voce finì la frase.
“O forse, è semplicemente una t**** in cerca di divertimento”.
La sorpresa per la frase completamente assente di tatto o gentilezza non preoccuparono neanche lontanamente la ragazza perché, nel momento in cui individuò il ragazzo che aveva parlato, si sentì raggelare.
Il ragazzo che l’aveva appena offesa niente di meno era che Harry
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Chapter 18 – Hell and Paradise

La ragazza andò a lavoro sentendo un peso allo stomaco, non sapeva proprio cosa aspettarsi da quella serata.

Harry non era di turno quel giorno, quindi non poté neanche contare sull’effetto del riccio per potersi calmare.

Le parole che le aveva detto in quello sgabuzzino l’avevano scioccata e lusingata in maniera incredibile. Si era resa conto di provare un interesse per il riccio ma mai avrebbe pensato che questo sentimento fosse ricambiato, soprattutto non con quelle parole.

La fine del turno arrivò molto prima di quanto pensasse, portandola a prendere le sue cose e a tornare al campus. Il cuore le batteva nel petto come un tamburo, meno ore mancavano all’incontro con Rider e più l’ansia in lei cresceva a dismisura.

Sapeva che non sarebbe stata in grado di reggere quella situazione ancora a lungo ma allo stesso tempo non riusciva a pensare a un metodo efficace per potersi districare dalla presa che Tod aveva stretto su lei e sulla sua famiglia.

“Buonasera Paige” le disse cortese Liam, con cui la ragazza si incrociò una volta rientrata al dormitorio.

“Ciao Liam” parlò, guardandosi allo stesso tempo intorno.

“Tranquilla, Harry non può dirmi nulla se voglio parlarti, può convincere gli altri ma di certo non me. Anche Niall ti voleva parlare, penso che senta la nostalgia della sua insegnante preferita”.

Un timido sorriso si fece strada nel viso della ragazza, che guardando per la sala comune riconobbe Niall e Zayn seduti a un tavolo. Dallo sguardo concentrato del moro e quello disperato del biondo, la ragazza immaginò che Zayn avesse tentato di prendere il suo posto ma, a giudicare dalle espressioni di Niall, con risultati peggiori dei suoi. Sentendosi forse osservati, entrambi i ragazzi alzarono lo sguardo. Zayn le fece un breve sorriso e un gesto col capo, mentre Niall alzò proprio il braccio per sventolarlo nella sua direzione.

Sorridendo, dopo aver ricambiato il saluto si congedò anche da Liam e si diresse verso la sua stanza, al piano superiore.
 

“Paige!”

“Louis! Possibile che tu non riesca mai ad aspettarmi nella tua stanza e a bussare come un normale cristiano? Prima o poi mi causerai un infarto!” scherzò la ragazza, portandosi una mano sul cuore.

Subito dopo esser entrata nella sua stanza, era stata investita dalla foga del castano, che la fissava cercando di trovare qualcosa.

Istintivamente Paige si portò una mano sulla guancia colpita la sera prima, cercando però di riposarla subito e di non far notare nulla al castano, visto che aveva controllato prima di uscire dalla tavola calda che il trucco fosse stato applicato correttamente.

Louis assottigliò lo sguardo, per poi prenderla per mano e portarla in bagno. Senza dire nulla prese un asciugamano e lo portò sotto il getto caldo del rubinetto.

“Cosa stai facendo?” chiese, nonostante avesse benissimo capito cosa l’amico stesse facendo.

“Non me la racconti giusta. Vieni qui e fammi vedere che sbaglio, lo sto sperando con tutto me stesso”. Disse solo, prima di tamponare piano la guancia della castana scoprendo una chiazza più scura sotto lo stato di trucco “Io lo ammazzo”.

“Louis calmati! La sto risolvendo… stai tranquillo”.

“Tranquillo Paige?! Sai di cosa mi pento? Di averti dato retta ieri quando mi hai chiesto di non intromettermi! Non ti posso e non voglio assolutamente lasciarti sola ad affrontare quel pazzo psicopatico! Non lascerò ch-“

All’improvviso il castano si bloccò, stupito dal gesto della ragazza.

Paige infatti si era letteralmente tuffata tra le braccia del castano, stringendosi a lui.

“Grazie Louis, grazie per essere un amico così fantastico… sei il mio migliore amico e ti voglio tanto bene”.

Si staccò lentamente, guardandolo negli occhi.

“Ti prometto che presto tutto questo finirà. Grazie per non avermi abbandonato”.

“Nessuno lo ha fatto Paige, il dormitorio ormai non sarebbe lo stesso senza di te”.

La castana quasi si commosse, tornando ad abbracciare l’amico.

 
Quando Louis se ne andò, la ragazza guardò l’orologio che segnava le 23.00.

Pensando al “luogo dove si era dichiarata”, la ragazza capì subito che si riferiva al cortile che puliva sempre, dove per la prima volta Tod l’aveva ricattata con la storia di sua madre.

Per un attimo, pensò anche di chiedere una mano ai ragazzi, frenando quell’impulso pensando a sua madre.

Quando arrivò l’ora concordata, uscì silenziosamente dalla stanza e tentò di passare quanto più inosservata possibile, avendo paura che Louis o Harry potessero impedirle di andare da Tod.

 
“Tolkin, sei in ritardo. Come osi farmi attendere?” pronunciò Tod con disprezzo.

Ormai Paige non prestava neanche attenzione agli insulti che il ragazzo le riservava, troppo spaventata dalla prossima mossa che avrebbe fatto.

“Eccomi Rider, scusami per il ritardo ma ho dovuto fare tutto di nascosto”.

“Perché di nascosto? Qualcuno sospetta qualcosa? Parla Tolkin.” Esclamò lui, avvicinandosi minaccioso alla ragazza.


“Qualcuno inizia a sospettare, come d’altra parte è normale! MI hai sempre e solo insultata e da un giorno all’altro dovrei essere innamorata perdutamente di te? Andiamo, la finta è per gli altri, non per noi. Non potresti mai interessarmi”. Sapeva di aver rischiato, ma quelle parole le teneva dentro da così tanto tempo che non era riuscita a trattenersi.

“Ah si? E sentiamo, perché mai?” nel mentre che parlava, il ragazzo cominciò ad avvicinarsi a lei, portandola di conseguenza ad indietreggiare fino al piccolo gabbiotto porta attrezzi dove si trovavano tutti gli strumenti che aveva usato un mese intero per pulire il giardino.

“Perché sei un essere mostruoso, ecco perché! Mi hai offesa dal primo giorno in questo dormitorio, mi hai cercato di comprare dopo pochi giorni, mi hai continuato a insultare e hai assunto mia madre alla tua agenzia solo per potermi ricattare! Mi hai fatto cancellare il video che Zayn aveva sul cellulare per poter fare i tuoi porci comodi ma la verità è che se ne avessi la possibilità ti avrei già denunciato! Denunciato per tutte le volte che mi hai baciato contro la mia volontà! Denunciato per lo schiaffo che mi hai dato ieri e per tutto quello che mi stai facendo passare! Purtroppo non posso, visto che stai usando la carta di mia madre contro di me! Sai cosa? Sono sicura che lei preferirebbe perdere il lavoro pur di non sapermi in questa situazione! Quindi ti dico di lasciarmi in pace, da stasera hai perso-“

La ragazza si bloccò, visto che Tod l’aveva afferrata per un polso e sbattuta contro la piccola casetta contenente gli attrezzi.

“Tolkin, sei proprio una stupida. Credi che tua madre possa decidere di andarsene? Oh no, ricordi il lavoro importante che le è stato assegnato? Mi basta un comando e andrà tutto a rotoli. A quel punto di chi sarà la colpa? Sua. La mia azienda le farà causa per gli enormi danni creati e sai benissimo che non potete permettervi uno straccio di avvocato decente, al contrario nostro. La rovinerò, è la mia parola. Quando ti chiamerà in lacrime riuscirai a consolarla? Riuscirai a guardarti allo specchio senza farti schifo sapendo che la causa del fallimento completo della tua famiglia sei tu? Perché fidati, se prima non riuscivate a tirare avanti, dopo una causa del genere dovrete impegnarvi anche le mutande”.

“R-Rider mi stai facendo male, l-lasciami” parlò spaventata lei tra le lacrime. Aveva iniziato a tremare e guardava il ragazzo davanti a lei per la prima volta in tutta la sua cattiveria.

“Forse lo schiaffo di ieri non ti è bastato” parlò lento lui, stringendo ancora di più la presa sul polso con cui la teneva ancora imprigionata “ma alla fine non è l’unico modo per educare quelle come te”.

Pronunciò quel “come te” in un modo che fece venire la pelle d’oca alla ragazza, che ormai non sapeva più che cosa aspettarsi.

“Una cosa giusta però l’hai detta, è difficile per le persone all’esterno crederti innamorata di me se ogni volta sono io a prenderti per baciarti. Che ne dici quindi di portare la nostra relazione su un altro piano, tesoro?” nonostante l’appellativo dolce, il tono e lo sguardo di Tod indicavano tutto tranne che qualcosa di dolce o positivo.

“C-cosa vuoi fare?” parlò spaventata lei, sentendo nuovamente le lacrime pronte a uscire.

“Educarti, come si fa con le cagne come te” velocemente, portò una mano sopra il seno della ragazza e tirò la scollatura della camicetta, facendo saltare un paio di bottoni e scoprendo il reggiseno della ragazza che prima tirò un urlo e poi tentò di coprirsi con l’altra mano.

“Lasciami! Lasciami ho detto!” continuò a urlare, mentre il ragazzo le aveva spinto una gamba tra le sue e si spalmava sempre più sul suo corpo.

“Rider lasciami o comincio a urlare come una matta!”

“Oh urlerai ma non per chiedere aiuto Tolkin. Ti distruggerò e poi vedremo se ancora avrai voglia di lamentarti. Pensa a tua madre, vuoi davvero mandare in rovina tutta la tua famiglia?”

Quelle parole, l’ennesima minaccia ricevuta quella sera, la fecero bloccare completamente. Solo le lacrime continuavano a scendere inesorabili.

Il castano infilò una mano sotto la camicetta di Paig e la ragazza chiuse gli occhi, non sapendo più cosa fare per potersi togliere il peso del ragazzo da dosso.


All’improvviso, il peso sparì completamente e la ragazza aprì gli occhi.

Harry, sbucato da non si sa dove, aveva staccato Tod da dosso alla ragazza e ora si trovava a cavalcioni per terra sopra il ragazzo e lo stava ripetutamente colpendo al viso con una scarica di cazzotti.

“COME TI SEI PERMESSO DI TOCCARLA?! IO TI AMMAZZO, GIURO CHE NESSUNO POTRA’ FERMARMI DAL FARTI SALTARE TUTTI I CAZZO DI DENTI”. Harry era completamente trasformato, sembrava un predatore pronto a uccidere la propria preda.

“Paige!” Si sentì Louis urlare, prima che la ragazza cascasse a terra, svenuta.



 
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 Angolo autrice!
Eccoci qui, mancano ufficialmente due capitoli alla fine della storia!
Il nostro Tod uscirà finalmente di scena e per la nostra protagonista ci sarà un pò di pace!

 
   
 
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