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Autore: killer_joe    12/04/2020    5 recensioni
Dopo una rissa che costò loro i titoli già guadagnati e un posto nel mondo del pattinaggio artistico su ghiaccio, i pattinatori Freddie Mercury e Roger Taylor pensano che la loro vita di sportivi sia definitivamente conclusa.
Quando però John Deacon, miglior amico di Roger da sempre, e Brian May, ex-assistente personale di Freddie, trovano un cavillo legale che potrebbe rimetterli in pista, i due sono estasiati.
Se non fosse che, per tornare a competere, devono cambiare categoria.
Se non fosse che John e Brian sono convinti che possano competere in coppia.
Freddie e Roger sono rivali, e tra loro non corre buon sangue. Riusciranno nell'impresa di presentarsi come prima coppia esclusivamente maschile nella storia del pattinaggio su ghiaccio?
*
Friendship! Freddie/Roger – Romantic! Maylor, Deacury
Genere: Commedia, Romantico, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Brian May, Freddie Mercury, John Deacon, Roger Taylor
Note: AU, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Hello lovelies! BUONA PASQUA A TUTTE/I!

Mi scuso tantissimo per il ritardo... Spero che il capitolo vi soddisfi!
A voi, con l'introduzione di... Jim Hutton!





Capitolo quinto

 

SEEFELD, AUSTRIA – 2007

PALESTRA AFFITTATA DA JIM BEACH

 

“Carissimi, bentrovati. Prego prego, venite avanti, non morde nessuno qui”.

Jim Hutton era un uomo alto e imponente. Aveva un fisico snello ma tonico, due baffoni da far invidia a quelli di Freddie e intensi occhi color castagna dall'espressione dolce e accogliente.

“Coach... perché?” esalò Roger, in un piagnisteo che risultò patetico alle sue stesse orecchie. Le labbra di Hutton si piegarono in un sorriso divertito. Freddie rispose con un cenno del capo al saluto del nuovo arrivato, ma gli riservò uno sguardo guardingo. Beach non aveva comunicato quale fosse l'attività che aveva in serbo per la mattinata, e a Freddie non piacevano le sorprese.

“Buongiorno Roger, anch'io sono felice di rivederti”.

Roger sbuffò, fingendo fastidio, ma accettò di buon grado l'abbraccio in stile orso di Jim il quale, con la sua poderosa massa, era in grado di racchiudere il biondo fino a nasconderlo alla vista di tutti. John mollò una risatina, era una scena adorabile ma non sarebbe durata per molto.

“E lei dev'essere l'altro pattinatore” continuò Hutton, rivolgendo a Freddie la sua mano tesa e un sorriso sincero. Freddie si presentò e gli strinse la mano, sempre con la stessa espressione dubbiosa. Dalla faccia di Taylor il loro non sarebbe stato un incontro indolore. Hutton però lo lasciò perdere quasi subito, girando lo sguardo su Roger e analizzando ogni angolo del suo corpo con aria critica.

“Mhm mhm, Roger, sono un po' deluso. Non hai seguito proprio nessuno dei miei consigli? E io che ti avevo lasciato pronto a fare l'etoile del Bolshoi...” commentò Jim, con tono leggero ma occhi calcolatori. Roger deglutì e Freddie, capendo cosa l'aspettava, deglutì a sua volta.

 

Jim Hutton era l'orgoglioso padrone di uno dei migliori studi di danza di Londra. Offriva corsi di ogni stile, dalla più rigorosa routine di danza classica alle classi disinvolte di latino americano. Aveva dedicato al ballo la sua intera vita e, nonostante i numerosi impegni, quando John gli aveva descritto nel dettaglio in quale situazione lui e Roger si fossero cacciati non aveva perso tempo a salire sul primo aereo e raggiungerli in Austria. Questo perché Jim era serio e severo nella sua attività ma aveva un debole per Roger, che considerava come un fratello minore acquisito. Per la proprietà transitiva, questo si applicava anche a John.

“Io non.. umpf... per due anni non ho nemmeno gareggiato!” sputacchiò Roger, rosso in viso. Non era stata la sua migliore risposta a tono, certo, e questo perché in tutta onestà il biondo non l'aveva, una risposta. Jim aveva ragione, da quando era stato bandito dalle gare d'agonismo Roger aveva ben volentieri, come si suol dire, 'appeso le scarpette al chiodo', dimenticandosi allegramente dieta, lezioni alla sbarra e soprattutto il malefico stretching.

E tutto questo lavoro di rimozione mirata si vedeva chiaramente sul suo fisico.

“Su su, niente di irrecuperabile con un po' di duro lavoro” disse Hutton, forse nel tentativo di tranquillizzare il suo ex-studente, ora tornato all'ovile.

Roger impallidì così velocemente che John temette uno svenimento.

“E invece cos'abbiamo qui? Freddie Mercury...” Jim voltò lo sguardo sul pattinatore moro, che non era meno preoccupato della sua controparte bionda. Freddie era stato un prodigio nella sua classe di danza classica, anni prima, ma, come Roger, anche lui aveva smesso da tempo di praticare giornalmente la sua routine, e questo è tragico per ogni ballerino che si rispetti.

D'altronde la regola è chiara: se non fai la sbarra un giorno, te ne accorgi tu; se non la fai per due giorni, se ne accorge il tuo partner; se non la fai per tre, se ne accorgono tutti.

“Sono un po' fuori forma, ma confido nelle tue capacità. Sono tutti tuoi una volta al giorno, fai ciò che credi” lasciò mandato Beach che, appoggiato ad una delle sbarre appena dentro la sala, si stava divertendo forse troppo a spese dei suoi atleti. Certo che le facce dei due ragazzi erano impagabili.

“Avevo anticipato una situazione drammatica Jim, non preoccuparti. Sono venuto preparato” lo confortò Hutton, rivolgendo un sorriso veloce al suo omonimo. Diede un ultima squadrata ai due allievi e si scrocchiò le dita delle mani. Roger e Freddie si scambiarono uno sguardo pieno di sconforto.

“Cominciamo subito! Ragazzi, alla sbarra!”.

 

 

Dopo i plié, i battement tendu, i glissé e i fondu, Roger era già in acqua. La maglietta che aveva indossato la mattina, non sapendo la sua destinazione, era bagnata su tutta la schiena, e i muscoli di tutto il corpo, anche quelli che aveva dimenticato di avere, bruciavano dallo sforzo. E non erano nemmeno arrivati a metà del riscaldamento. Gli sembrava di morire, e non voleva nient'altro che una pausa.

“Per i rond de jambe ho in mente un esercizio un po' più avanzato, così scaldiamo anche la schiena con i cambré. Pensate di riuscire a fare il rond de jambe en l'air? Ma certo che riuscite!” cinguettò Jim, che al solito si faceva le domande e si dava le risposte da solo, ben consapevole di quello che Roger gli avrebbe volentieri urlato addosso se avesse avuto la possibilità di parlare. O il fiato per farlo, a dirla tutta. Era convinto di avere i polmoni in avaria. Il biondo sfruttò il fatto che Jim si fosse girato di schiena a cercare la musica giusta per stravaccarsi sulla sbarra, appoggiando gli avambracci sul legno e la fronte sulle mani incrociate, e prese un lungo respiro per cercare di rallentare il battito del suo povero cuore. Non era certo che sarebbe uscito dalla palestra vivo se fosse andata avanti così.

“Cristo santo, ma è sempre così quell'Hutton?” gli mormorò Freddie, vicinissimo al suo orecchio. Roger saltò su come una molla dallo spavento, e gli rivolse un'occhiata mesta. Il primo istinto era di insultarlo, dicendogli di stargli alla larga che puzzava di sudore (vero), o magari fare il duro e assicurargli che questo era niente e che Roger era abituato a molta più sofferenza (falso). Ma, onestamente, non aveva nemmeno la forza di litigare.
“Da così a peggio” confessò invece, allungando una gamba per stirare il tricipite che sembrava stesse per andare a fuoco. Freddie ebbe un brivido spontaneo su tutto il corpo.
“Sono già a pezzi” borbottò Freddie, anche lui impegnato in un leggero esercizio di stretching per il collo del piede. Roger sbuffò, suo malgrado divertito.
“Altrettanto” rassicurò l'altro pattinatore, come se Freddie non fosse in grado di vederlo da solo.
“Bene, direi che avete fatto abbastanza pausa. Cominciamo con un doppio rond par terre e due en l'air, ripetuto tre volte, e...”
Roger si concentrò sull'esercizio di Hutton, dimenticandosi del resto del mondo. Senza rendersi conto di aver avuto la prima conversazione pacifica con Mercury da quando si erano conosciuti.

 

“Però, per essere la prima volta dopo anni non sono male” commentò Brian che, appoggiato comodamente al muro della palestra, non avrebbe mai ammesso a nessuno di godere di una decisamente ottima visuale del fondoschiena di Roger. Certo che la danza classica aveva parecchi vantaggi.

“Roger è così legato che sembra essere tornato al quinto grado” sbottò John, non distogliendo lo sguardo dall'obiettivo della telecamera. Stava riprendendo tutto in modo da avere in mano le prove concrete del disastro, visto come era stato bellamente ignorato ogni volta che aveva consigliato al biondo di tornare a lezione da Hutton. Ora John avrebbe potuto dirgli un sonoro 'te l'avevo detto', con tanto di dimostrazione pratica. Ben gli stava, a non seguire i suoi consigli.

“Quinto grado? Roger è diplomato?” chiese Brian, pronto a conoscere qualunque dettaglio, anche minuscolo, della vita della sua cotta. Dio, se si sentiva patetico.

“No, che non lo è. Lo scemo ha mollato all'Advanced I” rispose bruscamente John che non gliel'aveva mai perdonata. Gli sarebbe bastato uno sforzo in più, un ultimo esame, per il diploma, ma a quel punto Roger aveva cominciato a vincere medaglie d'oro nel circuito Senior e ad abbandonare progressivamente la didattica della danza, limitandosi a mantenere i risultati raggiunti. Salvo poi buttare tutto alle ortiche per colpa di una rissa. Cretino.

John spostò la lente della telecamera un po' più a sinistra per inquadrare anche Mercury nelle riprese, sicuro che anche il pattinatore moro sarebbe stato felice di un feedback sulla sua performance. Freddie aveva gli stessi problemi di Roger in fatto di elasticità muscolare, cosa inevitabile dopo due anni di ozio alla loro età, ma uno stile completamente diverso che lasciò John a bocca aperta. Dove Roger aveva certamente più solidità strutturale e attenzione alla tecnica dei movimenti, Freddie aveva più morbidezza nelle posizioni e una certa teatralità nel gesto che rendeva la sua esecuzione molto piacevole da guardare. Il castano osservò i muscoli di Mercury muoversi sotto alla forma affusolata delle gambe, notandone il mix di grazia e potenza. Era sinuoso, come un gatto, ma allo stesso tempo forte come una roccia. Di sicuro aveva un fisico mozzafiato, esattamente come due anni prima, quando John aveva il piacere di osservarlo scivolare sul ghiaccio della pista avvolto in una tutina così aderente da non lasciare nulla all'immaginazione e...

John scosse veloce la testa, scacciando quei pensieri molesti. Ma cosa gli era preso? Non era certo il momento adatto per farsi venire certe... certe voglie, cristo santo! John deglutì due volte, nascondendo le sue guance arrossate dietro la telecamera. Se Roger avesse anche solo sospettato dei pensieri di John davanti a Mercury... probabilmente Freddie non sarebbe arrivato vivo agli Europei.

“Advanced I? Freddie è diplomato, ma con l'esame di ottavo grado” domandò spiegazioni Brian, che ora era perplesso. Non aveva mai sentito un nome del genere per gli esami che aveva sostenuto Freddie, il quale era orgogliosamente diplomato dopo aver sostenuto l'esame dell'ottavo grado. Certo, quando aveva cominciato a vincere le prime medaglie d'oro aveva dato più importanza agli allenamenti sul ghiaccio piuttosto che a quelli in sala di danza, ma era comunque riuscito a portare a casa il tanto agognato diploma.

“Anche Roger è diplomato con l'ottavo grado, ma lo scemo ha mollato i Majors. Sarebbe potuto essere professionista” rispose John, aggrappandosi alla conversazione sui successi dei loro rispettivi amici per aiutarsi a dimenticare i pensieri poco innocenti che gli aveva provocato l'esibizione di Mercury. Meglio concentrarsi su qualcosa di serio, grazie molte.

Brian, ancora più confuso, era ormai convinto che John si stesse riferendo a qualcosa di completamente diverso da quanto aveva in mente lui. Ma non ebbe occasione di ottenere più informazioni perché in quel momento Hutton cominciò a parlare, e Brian e John non si sarebbero persi lo spettacolo per nulla al mondo.

“Stop, ragazzi, stop. Freddie, devi sistemare la postura, non puoi sparare la gamba in aria senza controllo del bacino. Roger, la tecnica è buona ma non cercare di fregarmi, so che puoi arrivare più in alto di 90 gradi” corresse Jim, muovendosi con esperienza da una parte all'altra della sbarra per correggere le posizioni dei due studenti. Roger aveva un'espressione di dolore puro quando Hutton, senza pietà, gli sollevò la gamba fin quasi all'altezza del naso. Freddie dall'altro lato, con una mano di Jim a tenergli le anche ferme al loro posto, era rosso in viso dallo sforzo di sollevare la gamba fin dove l'aveva lanciata poco prima con minore difficoltà.

Brian e John ridacchiarono in unisono. Il grand battement è una delle bestie nere dei ballerini, soprattutto quelli poco allenati.

 

L'unico vero sollievo quando si arriva all'esercizio del grand battement è che si sa che quello è l'ultimo esercizio del repertorio alla sbarra. Una volta ripetuto a destra e a sinistra, Roger non ci mise più di due secondi a crollare sul pavimento in una maldestra rappresentazione della morte del cigno.

Cristo, non sento più altro che dolore” proclamò, con fare melodrammatico. Freddie lo guardò dall'alto, confuso.
“Che combini, mi lasci solo?” si lamentò il moro, dandogli un calcio sul fianco per convincerlo a rialzarsi.
“Lasciami morire in pace, stronzo. Che vuoi, fare pure gli esercizi al centro?” borbottò Roger, scacciando con la mano il piede di Mercury. Freddie, indignato, gli diede un calcio più forte dall'altro lato, colpendogli in pieno la milza. Per ripicca, Roger gli agguantò una caviglia e lo strattonò sul pavimento assieme a lui, facendo crollare Freddie sul suo didietro. Il moro cadde con malagrazia, cacciando uno strillo acuto e provocando in questo modo una grassa risata da parte di Roger.

Brian alzò gli occhi al cielo. A quanto pareva, con il termine della lezione era terminata anche la tregua. Figurarsi se poteva accadere il contrario.

“Non comportatevi come bambini e alzatevi in piedi. Non abbiamo mica finito” li rimproverò amichevolmente Hutton, che sembrava soddisfatto di come il suo riscaldamento avesse lasciato i due atleti senza nemmeno la forza di muoversi. Freddie gli rivolse uno sguardo sospettoso, quel tipo nascondeva una vena sadica dietro a quegli ampi sorrisi. Roger, ampiamente abituato ai modi spicci di Jim, si limitò ad uno sbuffo pieno di autocommiserazione.

“Dunque, Beach, se non ho capito male tu vorresti migliorare il loro feeling come coppia... corretto?” chiese Hutton, voltandosi verso Beach e confidando nella capacità dei due atleti di raccattarsi da terra da soli.
“Hai capito perfettamente, Jim” rispose il coach, sornione, “e hai carta bianca su modi e tempi di lavoro. Anche se ti avverto, sono esasperanti” mise in chiaro Beach, rivolgendo uno sguardo in tralice ai pattinatori, ancora ammassati sul pavimento della palestra. Forse era un pensiero cattivo, ma Beach si stava divertendo un mondo. Le espressioni di Roger e Freddie erano impagabili, davvero. Hutton fece un mormorio di assenso, sguardo assente in contemplazione di quale fosse la migliore strategia per ottenere un risultato decente. Da quel poco che aveva visto, si sarebbe trattato di un lavoro lungo.

“D'accordo, ho un piano! Forza ragazzi, in piedi, che...” Jim fece una giravolta su se stesso, e dovette trattenere una risata. Roger si era portato in ginocchio sul pavimento, ma sembrava avere difficoltà a reggersi sulle gambe. Freddie aveva una gamba stesa davanti a sé, l'altra piegata, e una smorfia di dolore a deformargli i tratti del viso.

“Beh, a ripensarci... forse per oggi ne avete avuto abbastanza. Rimandiamo a domani” sorrise dolcemente Hutton. I due pattinatori emanarono un sospiro di sollievo quasi in unisono.

“Buona idea Jim. Non voglio rischiare che siano troppo rotti per l'allenamento sul ghiaccio di oggi pomeriggio” concluse Beach, con un ghigno rivolto ai suoi atleti.

 

'Sì', pensò Beach davanti alle facce di Roger e Freddie, 'davvero impagabile'.

 

*

 

“Complimenti per oggi. Sei davvero molto bravo”.

Roger, con i capelli ancora bagnati dopo la doccia, guardò Brian da sopra la spalla e alzò un sopracciglio.

“A dire il vero ho fatto cagare, ma grazie comunque” rispose, mantenendo un tono civile. Non sapeva quale fosse il gioco di Brian, ma non aveva dimenticato come il riccio l'avesse definito 'insopportabile' solo due giorni prima. Che ora fosse May stesso a intavolare una conversazione non cambiava le cose.

Brian, dal canto suo, avrebbe fatto qualunque cosa per rientrare nelle grazie del biondo. Il giorno precedente aveva tentato di rivolgergli la parola, ma la sua famosa timidezza l'aveva portato ad un blocco totale della comunicazione. Aveva tagliato la strada a Roger sul vialetto che portava allo chalet, costringendo il biondo a fermarsi. E poi, come un cretino, era rimasto a guardarlo per un imbarazzante minuto di silenzio stampa, mentre le sopracciglia di Roger si alzavano ogni secondo che passava e le guance di Brian si facevano sempre più rosse. In un ultimo audace gesto Brian aveva allungato una mano verso Roger e gli aveva praticamente lanciato addosso una bottiglietta d'acqua, salvo poi fare dietrofront e scappare come un vigliacco dentro allo chalet lasciando un Roger confuso nel bel mezzo del vialetto. Brian si sarebbe voluto scorticare per la figura da idiota che aveva fatto davanti alla sua cotta – l'ennesima ormai. Si sentiva mostruosamente patetico.

“Uhm, io non direi. Cioè, secondo me sei stato... sei bravo, insomma, nonostante la mancanza di pratica sei comunque... sei molto bello mentr... no, intendo, molto bravo e...” oddio, Brian sentiva già il corpo sciogliersi dall'imbarazzo. Ma che cavolo stava dicendo? E aveva appena confessato a Roger che lo trovava bello? Dio, sarebbe morto lì, nello spogliatoio di un anonima palestra austriaca, Brian lo sapeva. Se non l'avesse ucciso Roger l'avrebbe fatto la vergogna.

“Non credo che John la pensi come te, e nemmeno Jim. Ma grazie eh, fa piacere essere apprezzati” rispose Roger, mordendosi un labbro per trattenere una risata. 'Molto bello' a chi?

“Uh, prego. Io ti apprezzo eccome”.

Brian aveva bisogno di fare una revisione al suo filtro cervello-corde vocali, era ufficiale. E quel che era peggio, Roger non si era nemmeno girato a guardarlo in faccia; Brian si stava rendeva ridicolo davanti alla schiena del biondo.

Davanti a quelle parole Roger sentì i muscoli irrigidirsi. Due giorni prima lo insultava, e adesso gli faceva i complimenti? Di colpo il biondo si rese conto del gioco a cui Brian stava giocando, e sentì il corpo fremere di rabbia. Perché Roger non era scemo, aveva visto gli sguardi del riccio, ma aveva sperato, come un allocco, che volessero dire qualcosa di più di semplice lussuria. Ben gli stava a farsi i viaggi mentali; a quanto pareva, Brian May non era diverso da tutti gli altri. Ma se quello stronzo pensava che bastassero quattro lusinghe per portarselo a letto aveva fatto i suoi calcoli male: perché Roger aveva sì una reputazione da sgualdrina, ma manteneva comunque una dignità.

“Immagino. Quando non mi ritieni 'insopportabile', a quanto ho capito” lo seccò, girandosi a squadrarlo con uno sguardo di ghiaccio. Brian ammutolì.

Senza una parola di più il biondo girò sui tacchi e uscì dallo spogliatoio, lasciando Brian nel mezzo della stanza come uno stoccafisso. Il ragazzo riccio ne approfittò per fare un esame approfondito delle sue discutibili scelte di vita.

 

*


John diede la colpa di tutto alla sua videocamera. Sì, perché quella era stata l'argomento di inizio della conversazione, e la ragione per cui non aveva prestato attenzione ai movimenti delle persone nella stanza. Il castano, troppo impegnato a controllare che il filmato della lezione si fosse registrato correttamente, non si accorse che Freddie Mercury si era avvicinato e lo stava osservando con un sorriso smagliante dipinto in faccia.

“Ci hai registrato? Grazie, sarà utile vedere come siamo riusciti a disonorare l'arte del balletto” commentò con una risata. John fece un salto dallo spavento, rischiando di far cadere a terra la sua preziosa videocamera.

“Uh. Io... sì. Registro sempre. Tutto” borbottò, nascondendo le sue guance arrossate dietro alla lente. Perché Mercury gli stava parlando proprio adesso?

“Sì, avevo intuito. Non ti si vede mai senza videocamera” rispose Freddie, rivolgendo a John un sorriso. Il ragazzo si azzardò a guardarlo da sotto la sua protezione improvvisata e cercò di ricambiare il sorriso. Il massimo che riuscì a produrre fu un ghigno poco amichevole, ma aveva fatto del suo meglio.

“Eh, già. A Roger fa bene un feedback, soprattutto delle lezioni di danza” si spiegò, senza sapere perché si sentisse in dovere di giustificarsi per una cosa che aveva sempre fatto, con Mercury tra tutti.

“Immagino che al biondino faccia bene, da solo non sembra in grado di combinare più di tanto” commentò Freddie con leggerezza, il sorriso sempre stampato in faccia. John aggrottò le sopracciglia, cosa voleva insinuare? Roger non era un incapace.

“Roger è capacissimo di arrangiarsi da solo, se deve. A me piace aiutarlo comunque” calcò sul punto John, sperando che Freddie capisse l'antifona. A Deacon non dispiaceva Mercury, era un gran atleta con un affascinante personalità, ma questa sua attitudine verso Roger lo faceva andare in bestia. Freddie, probabilmente accortosi del suo passo falso, si affrettò a negare con una scrollata di spalle.

“Ma certo, tesoro, non volevo insinuare nulla. Anzi, ad essere sincero, Taylor è un bravo pattinatore. Non eccezionale come me, ovviamente, ma avvicinarsi alla perfezione è impossibile” ridacchiò, e John non riuscì a capire se fosse serio o scherzoso. Accidenti, Mercury era davvero una primadonna.

“Sì, è bravissimo. Detiene il record mondiale nel programma corto” gli ricordò John, che aveva stampato nella memoria il ricordo del giorno in cui Roger aveva superato il record di Mercury. Il biondo si era ubriacato fino a star male per festeggiare il fantastico risultato.

“Umpf, come se potessi dimenticarlo. Ma ci tengo a sottolineare che io ho ancora il record per il programma libero” brontolò Freddie a mezza voce. John, che trovava la rivalità tra Roger e Mercury esasperante, ma anche divertente quando si trattava di pattinaggio, rispose con una risata.

“Posso farti una domanda, tesoro?” chiese Freddie, di punto in bianco serio. John, che non si aspettava un cambiamento dalla conversazione leggera di poco prima, si limitò ad annuire per mascherare la sua confusione.

“Perché sei sempre a correre dietro a Taylor? Voglio dire, capisco il legame d'amicizia e tutto il resto, però mi sembra un po'... unilaterale, ecco. Visto quanto fai tu per il biondino... Mi chiedevo che cosa fa Taylor per te”.

Deacon rimase di sasso. Cosa faceva Roger per lui? Visto quanto lui faceva per Roger? Ma che idea si era fatto Mercury? Che John fosse un cagnolino alle dipendenze di Roger, senza una vita al di fuori dell'orbita del biondo?

“Prego?” chiese, senza esprimere le domande che gli erano passate per la mente. Il tono con cui aveva risposto, però, diceva più di mille parole. Freddie fece un passo indietro, e il suo sorriso si deformò fino a trasformarsi in una smorfia. John non ci fece caso, troppo impegnato a difendere la sua dignità. John sapeva di avere una personalità meno brillante di Roger, che, estroverso com'era, era in grado di illuminare un salone intero con la sola forza del suo carattere. Ma questo non voleva dire che John fosse insignificante. Almeno John lo sperava.

“Si da il caso che la carriera di Roger sia di enorme interesse per me” cominciò Deacon, con un tono tagliente come la lama di una spada, “e non solo perché è il mio migliore amico. Difatti, per chi non lo sapesse, io sono il suo coreografo da anni!”. Mercury impallidì di colpo, e fece un altro passo indietro per mettere una distanza di sicurezza tra sé e Deacon.

“Inoltre, se proprio vuoi sapere tutto di me, io e Roger ci siamo conosciuti in sala di danza. Sono io, tra i due, quello diplomato alla Royal Accademy of Dance di Londra! Lui sarà anche il pattinatore professionista, ma io sono il ballerino!” continuò John, con un tono di voce sempre più alto. Stava ribollendo di rabbia! Davvero Mercury pensava che fosse solo un perfetto nessuno che godeva della luce riflessa di Roger?

“Tesoro, io non intendevo certo... cioè, non pensavo, ma... uhm, complimenti?” tentò Freddie, che ormai aveva capito di aver fatto un enorme pasticcio. Certo lui non aveva nessuna intenzione di offendere John, anzi, voleva creare un primo contatto con lui quando finalmente era riuscito a beccarlo senza Taylor in giro. Purtroppo però il suo piano era fallito miseramente, e non aveva nessuno da incolpare se non se stesso.

“Non pensavi, è evidente. Comincia adesso, magari su come non farsi ingannare dalle apparenze” concluse John, con tono velenoso. In quell'istante Deacon sentì il tonfo della porta dello spogliatoio, e si girò giusto in tempo per vedere come Roger stesse marciando fuori dalla stanza con un cipiglio scuro da far paura. Senza rivolgere a Mercury niente più di uno sguardo di sufficienza John prese la sua videocamera e corse dietro al suo amico. Probabilmente avrebbero avuto modo di sfogarsi uno con l'altro delle frustrazioni accumulate per colpa dei due coglioni con cui dividevano la casa.





Note dell'autore:
Dunque dunque... Freddie e Brian non ne combinano una giusta, ah? Ammetto che mi sto divertendo un po' troppo a far soffrire questi due giovinotti xD certo che Roger e John sono tipetti tutto pepe. 
Anyway, oggi un capitolo dedicato non al pattinaggio ma alla mia specialità: danza classica! Per chi sapesse poco di questa nobile(?) arte, vi metto alcune (vagamente utili) note sulle differenze di stili/esami che ho assegnato a Roger e Freddie. 
A Freddie ho dato la parte del diplomato nel metodo russo, il Vaganova; questa scuola di balletto è quella che si insegna in Russia, in Austria e più o meno in tutta l'Europa dell'Est. E' caratterizzato da movimenti molto ampi e 'artistici', e punta moltissimo sullo stile. Per diplomarsi in Vaganova devi superare otto esami, ognuno dei quali chiamato 'Grado'. 
Roger, invece, si trova nella mia situazione (glom)! Ovvero, diplomato all'ottavo grado RAD ma mancante un esame per il professionismo. Il metodo RAD (Royal Accademy of Dance) è il metodo inglese, che si insegna in UK ma che conta scuole in tutto il globo. E' un metodo molto lineare, che punta tantissimo sulla tecnica e su una solida esecuzione. Ha due categorie di esami: otto gradi, che sono comunemente chiamati esami 'dilettantistici', e cinque Majors (Intermediate foundation, Intermediate, Advanced foundation, Advanced 1 e Advanced 2). Chi supera l'Advanced 2 è ufficialmente professionista, e può presentarsi ai provini per le compagnie di danza o per i teatri con compagnia fissa. 
Insomma, questo in estrema sintesi. Se volete informazioni aggiuntive (o anche solo fare due chiacchiere sulla danza) sono qui che vi aspetto!

Spero di non avervi annoiato troppo, e di sentirvi nei commenti!
Un bacio enorme

KJ

 

   
 
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