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Autore: _Robertino_    13/04/2020    1 recensioni
Può capitare che nell'arco di una notte la vita venga stravolta e allora si fanno i conti con nuove realtà
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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La luce del mattino irrompeva nella stanza. Julian aveva lasciato finestra e persiana aperte; nella notte voleva godersi tutto il fresco possibile che quelle sere estive stavano offrendo. Il letto erano mesi che non era disfatto:  ci si buttava sopra e la mattina seguente si trascinava fuori dalla stanza dando giusto una sistemata alle coperte.
Apri gli occhi, si strofinò il viso, e con uno scatto si sedette sul bordo del letto. Era ancora assonnato ma voleva comunque uscire. Si trascino in bagno e ormai com’era solito fare si sedette per compiere i suoi bisogni. Iniziò a sentirsi strano, mancava qualcosa; tornò a toccarsi il viso ed era liscio come se avesse avuto otto o dieci anni. Ricordava certamente di averlo raso la sera prima per presentarsi decorosamente a un invito a cena, ma non pensava di averla fatta cosi perfetta, no non era possibile!
Cosi assonnato si mosse verso la doccia e l’acqua gli scivolò addosso. S’insaponò i capelli corti dal colore nero corvino, poi scese con le sue mani a insaponarsi il corpo. Un corpo dalla pelle chiara e liscia. Si arrestò di colpo quando le sue mani scesero su due protuberanze, rimase immobile e non sapeva se ridere o essere preoccupato: quelle protuberanze ad altezza del torace… hummmm… non erano niente male! Continuò a insaponarsi e a toccarsi senza tanto stare a pensare; scese ancora ed effettivamente mancava veramente qualcosa. Finì la doccia e dopo quell’ultima scoperta s’infilò l’accappatoio. Accese la luce dello specchio ed effettivamente Julian non era più Julian. Al massimo poteva essere Julia. I tratti del viso fino alla sera prima marcati e mascolini si stavano addolcendo. La barba non c’era più Entrò in una fase di panico. Si osservò di continuo rimanendo incredulo. Com’è stato possibile questo mutamento nell’arco di una notte? Si sedette sul letto nuovamente e sulle prime non sapeva come fare ad asciugarsi. Era solo nella stanza ma provò un senso di vergogna. Si avvolse nell’accappatoio e scoppiò in pianto. Guardò la stanza: vide i suoi jeans, la sua camicia hawaiana, si guardò nuovamente e pensò tra sé sorridendo : “E adesso quella dove mi entra più? I jeans, forse, ma quella dove la abbottono?” Effettivamente iniziavano le prime difficoltà. Tirò un sospirone e pensò che comunque nel profondo ogni uomo avrebbe voluto almeno essere un po’ donna, a lui quest’opportunità era stata data, in maniera completa, all’improvviso e voleva sfruttarla. Per prima cosa si rese più donna possibile: tornò in bagno e si depilò braccia, gambe e ascelle. Si sentiva già meglio, anche se in poco tempo lo invase un prurito cui non era ancora abituato. Vestirsi diventò il problema più urgente e che, in quel momento, risolse indossando i jeans, una maglietta abbastanza larga e scarpe da tennis. No niente reggiseno. Non era proprio preparato. Dopotutto anche le ragazze del suo gruppo quasi mai le aveva viste con gonna e tacchi tutti i giorni. Pensò che comunque, per questa nuova vita, anche lui desiderava mettersi in tiro e sfoggiare un tacco dodici e uno stacco di coscia vertiginoso… ora poteva!
Non guardò assolutamente l’armadio, nel giro di poche ore, nella sua stanza, s’immerse nella sua nuova vita e nella consapevolezza di essere donna. Nella sua stanza era consapevole… ma fuori iniziarono i problemi. Un corpo di donna con tratti mascolini e capelli altrettanto con taglio maschile lo fece bersaglio di sguardi, smorfie e sorrisi poco gradevoli. Continuò la sua giornata che effettivamente fu piena di situazioni al limite.
Entrò in un negozio alla ricerca di qualcosa di carino da indossare (e soprattutto di un reggiseno), ma passò tutto il tempo nel reparto maschile, quando avrebbe dovuto effettivamente iniziare a guardare il nuovo intimo da indossare, magliette, pantaloni attillati e altro ma niente. Molti degli addetti lo indirizzava al reparto donna ma si catapultava di nuovo al reparto uomo. Al terzo giro uscì a mani vuote. Improvvisamente i bisogni fisiologici si espletarono. A casa era stato naturale sedersi e fare bisogni ma ora i problemi si ampliavano: bisognava entrare in un bar e soprattutto indovinare la porta giusta del bagno. Trovata… BINGO! Peccato però che il fare impacciato non evitò sguardi allibiti delle signore presenti a lavarsi le mani. Inoltre in bagno, fece conoscenza diretta del problema principale delle donne e che, da uomo, gli aveva fatto fare diverse “buche”. Si trattava di trovare al più presto un pacco di assorbenti e tornare a casa. Decise che per quella giornata poteva bastare. Uscì dal bar e si diresse alla ricerca degli assorbenti. Entrò in negozio e gli sguardi e le espressioni dei presenti continuavano, prese il pacco e se ne andò. Voleva tanto questa nuova vita ma in poche ore la vergogna era stata la sua unica compagna. Tornò a casa e si sedette. Il vetro della finestra rifletté la sua nuova immagine. Mille pensieri affollavano la mente: non poteva risolvere ogni problematica nel momento in cui essa si presentava, nemmeno, però voleva rinchiudersi e programmare a tutto a tavolino. Doveva cominciare a pensare da donna e agire da donna. Pianse nuovamente. Per un’altra ora. Si spogliò del tutto e si mise di fronte allo specchio e cominciò:
“Ciao, lo sai che da oggi è tutto nuovo per te? Guardati, i capelli, questi bei capelli di un nero corvino si stanno allungando e credo sinceramente che ti sentirai molto meglio. Questo viso sta diventando molto più dolce e molto più carino. Lo so, sembri indifesa ma credo che questo corpo, che è migliorato di molto, sia chiaro, ti permetterà di ottenere per te la considerazione di tutti quelli che fin ora ne hanno avuta poca, ragazzi e ragazze. Con i ragazzi e con questo corpo non potrai esimerti dal avere gli occhi addosso, dopotutto ancora sai come funziona, visto che sei donna da ventiquattro ore. Cambieranno anche molte sensazioni: quel amico con cui hai sempre giocato la schedina? Lo vedrai con altri occhi; quella ragazza che hai sempre guardato con chissà quali pensieri? Sarà quella che ti presterà la borsa, le scarpe e i trucchi all’ occorrenza. Anche per loro cambierà vedrai. E smetti di piangere, anzi piangi, di solito lo si fa. Piangi anche senza motivo. Ah quel “problemino” avuto al bar sarà ricorrente, facci l’abitudine! Con queste forme inizia a fare anche l’abitudine sulle cose da metterti che non troverai e penso anche che quell’armadio vada cambiato… ce ne vorrà uno per tutta la parete. Comprerai a dismisura, sarà naturale.  Ah un ultima cosa … Tu ti chiami Julia ricordalo!”
   
 
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