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Autore: ClodiaSpirit_    13/04/2020    1 recensioni
| Dopo il terzo film della saga |
Dopo aver trafitto finalmente il cuore di Davy Johns, tutti devono e possono ritonare alle loro vite.
Will ed Elizabeth soprattutto.
"Una sola parola: curiosità"
Elizabeth si accontenterà di vedere il suo amore una volta ogni dieci anni?
E riuscirà a scacciare la presenza di qualcun'altro nei suoi pensieri?
Sceglierà l'ago della bussola oppure un nuovo pirata di una nuova nave?
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Elizabeth Swann, Jack Sparrow, Will Turner
Note: AU, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Stiamo passando un periodo un po' nauseeante e in balia delle onde.
Ma ne usciremo, se stiamo uniti, ce la facciamo.
In tutto ciò, per scampare alla noia,
ringrazio la ri-messa in onda di questa splendida saga,
per ricordarmi che forse,
quei due potevano avere
un occasione e fare scintille insieme.
E lo dice una che, ha sempre visto bene Will e Elizabeth insieme, eh.
Ho scarabocchiato questa cosa qui, dopo troppo, tanto tempo che non mettevo mano alle manine per scrivere, quindi, spero vi piaccia.

#IORESTOACASA



« Perché io e te siamo uguali e un giorno avrai modo di dimostrarlo e fare la cosa giusta. »

L'eco di certe parole, a volte, ritorna. Anche se incateni chi il tuo cuore sceglie per te, in quel momento. Chi hai lasciato in balia dei tuoi ricordi e dei tuoi pensieri ritorna prima o poi, prima ti rendi conto di ciò che è successo e di corsa potrai vedere se non perderlo.

 

La bussola sceglie per te.

Glielo aveva confessato Gibbs una sera, mentre erano in viaggio per liberare Will. Jack si trovava al timone, insonne come era ormai da anni, navigando per mare. Elizabeth aveva accarezzato con entrambi i pollici la superficie ruvida esterna della bussola, confusa. Rivolta contro un cielo stellato sopra di lei, non riusciva a capacitarsi.

 

« Come fa un simile oggetto rotto a capire cosa più vuoi al mondo? È assurdo »

Aveva risposto più a sé stessa che al mastro accanto a lei.

Quello si incapucciò con l'unica coperta logora in grado di coprirlo per la notte.

 « Non lo so ragazza, ma ogni luogo, ogni meta che ha sempre voluto seguire Jack, è sempre stata indicata da quell'oggetto strambo, » le spiegò, grattandosi la testa « non sarebbe poi tanto sciocco crederci almeno un po', no? Lasciamoci andare, ecco quello che ripete. E ogni maledetta volta, il mare ci ha condotti dove volevamo. E non credo sia stata solo fortuna. Cosa costa in fondo? Credere che minima parte di ciò che siamo, venga letto da qualocsa che non può parlare, che non può usare parole, ma solo una freccia. D'altra parte, siamo pirati,» ridacchiò, i denti anneriti luccicarono quasi al bagliore della luna piena, quella sera, sulla piattaforma in legno della nave « e siamo matti! »

 

 

 « Sei un brav'uomo Jack »

Ma quante opportunità gli aveva dato lei per esserlo? Sapeva che lo era. 

Si atteggiava a grande capitano perché il più delle volte nessuno era in grado di vedere oltre la forma. Lei lo vedeva, era riuscita a farlo. E lei quanto era stata brava, invece? 
 
E quanto stava raccontando a se stessa qualcosa, quella stessa cosa che la aveva portata a spingerlo al sacrificio, che non voleva accettare fino in fondo?
 
E quanto si era pentita di averlo lasciato così, in balia della morte?
Lo aveva nascosto a Will e per di più aveva negato di amarlo seduta stante quando glielo aveva chiesto. 
Era stato un fardello, sì, ma quanto dell'idea che aveva uscito fuori era giustificabile? 

Una vita per quella di tutti gli altri. Una vita a cui però, si era affezionata inevitabilmente.

Un bacio. E non uno qualunque. Sì, è vero, aveva voluto farlo apposta per fargli fare la cosa giusta. Jack non li avrebbe mai traditi. Ma lei aveva tradito lui. 

 

« Continua a ripetertelo, dolcezza »

Ci pensava, immobile, mentre restava su quelle scale di legno, pronta a scendere e a portare per la sua vita, il peso di un amore che tornava ogni dieci anni da lei. Will era stato la sua gemma per due anni. Si erano incontrati per caso da bambini e per di più in mare. Una gemma da proteggere e salvaguardare.
Era tutto quello che si era augurata di amare e seguire. Una rotta sicura, senza inciampi, anche se da lì a tre anni era successo davvero ciò che non si sarebbe mai aspettata.
Era stata catturata, aveva combattuto, aveva messo a rischio la sua vita per lui. E tutto questo per amore. Amava Will, ma forse quello che aveva sentito dopo lo sguardo che Jack aveva dato al cuore prima di pugnalarlo, era di più. 

 
Jack aveva ancora una volta sfidato se stesso. Lo aveva visto esitare, ma alla fine, aveva fatto la cosa giusta.
Lasciarla andare. 
 
Will era lì, pronto a rivederla tra dieci anni.  William Turner era paragonabile a qualcosa di assolutamente perfetto. Nobile d'animo, impeccabile come un oggetto ben levigato, un vaso lungo e stabile, forse con qualche abilità nascosta, ma era lì.
Pronto per essere utilizzato, un ottimo contenitore. 

E allora perché lei si sentiva di non essere il perfetto bouquet di fiori da mettere dentro quel vaso?
 
Liscio, decorato, senza nessun difetto all'interno o all'esterno.
 
Valeva la pena lasciare la sicurezza di un amore fedele, per uno repentino, stravagante, talmente affascinante da sembrare a volte per fino arrogante? 
 

Se la sentiva davvero in cuor suo, di rinunciare a cosa poteva dargli uno come lui?

Una famiglia, un luogo riconoscibile a cui tornare ogni sera. Solo che lui, lo avrebbe vissuto per meno della metà del tempo. E lei, avrebbe ripiegato sulla sua immortalità, mentre via via il tempo la consumava. E il fatto che ci stesse pensando, non andava bene.

 

 

 

« Jack tra di noi non avrebbe mai funzionato »

Ma in realtà, era vero? 

Si era data un occasione per scoprirlo? 

Mentre si voltava a guardare Will, lo trovò intento a issare le vele insieme agli altri sulla nave ormai suoi commilitoni. Ormai, sua ciurma. Dall'altra parte, davanti all'Olandese, la Perla era ancora attraccata. 

Jack stava bevendo da una fiaschetta di rhum, Gibbs però lo guardava preoccupato. 

Elizabeth si incuriosì, ancora ferma sulle scale, nessuno le stava prestando attenzione.

Cosa starà pensando? 

Jack passò l'alcool al suo compagno e si massaggiò le tempie, poi scuotendo la testa, scese di sotto a grandi falcate, scomparendo dalla poppa. Gibbs sembrò sospirare, ma lei non lo diede per certo.

Elizabeth deglutì. 

 

Avrebbe davvero buttato all'aria due anni della sua vita, di un matrimonio già sigillato tramite un vero pirata, anche se non celebrato di dovere con un vestito, in una chiesa? Per quel che ne sapeva, un unione non poteva essere fino in fondo tale se vi erano dei dubbi che solcavano l'anima.

E la sua, non era chiara. 

Si voltò e ritornò sui suoi passi, ispirò profondamente.

Qualcosa le sarebbe venuto in mente. Di sicuro, sarebbe andata da uno dei due e l'avrebbe fatta finita una volta e per tutte. Glielo doveva per lui e se lo doveva per se stessa. 

 

 

« Cosa significa, Elizabeth? Dio mio!» la guardò in modo vitreo, mentre dall'altra parte, l'altra nave ancora attraccata, portava qualche suo spettatore all'attenzione.

« Significa che...» prese coraggio e appoggiò la sua fronte contro quella del capitano « Ti ho mentito, non è vero quello che sapevi. Non sono la stessa persona che hai conosciuto. Elizabeth prese tutto il coraggio che le rimaneva e lo guardò dritto negli occhi, mentre sentiva un'inevitabile fitta al petto. Come se una piccola scheggia di quel vaso, incrollabile, ora fattosi di vetro, le si fosse conficcata dentro. Qualcuno lo aveva appena gettato a terra e quella era stata lei.

« Sì, l'ho baciato perché dovevo farlo. Era il mio peso. E sai quanto ci sia stata male, ma » tentennò mentre Will la guardava perso, senza più un riferimento a cui aggrapparsi. 

Elizabeth riprese, mentre una lacrima le rigava il viso ormai freddo. 

« Tu lo ami » la interruppe lui.

Will digrignò i denti, mentre Elizabeth si morse le labbra fino a sentirne quasi il sangue. Le tremarono. Non sapeva come rimediare a quello sguardo che lui le stava rivolgendo, tradito, offeso.

Però lo meritava, me lo merito, pensò.

Se avessi potuto controllare ciò che provo, continuò, ma non ci riesco. Voglio vedere cosa si prova ad avere sempre il vento tra i capelli, indossare un cappello, essere libera.

Voglio darmi un'altra occasione. Voglio essere curiosa.

« Amo anche te, ma forse non nello stesso modo »

« Non ami non essere un pirata » arrivò al punto, prima di quanto lo facesse lei. Elizabeth si morse la lingua.
Will d'altra parte pensò che forse quei dieci anni, sarebbero stati una tortura per la vita. « È lui che te lo ha fatto capire? O ti è bastato semplicemente restarci da sola?» colpì ancora lui.

« Lui non c'entra niente. Sono stata io. Io l'ho tentato, io ho deciso di farlo, lo sai. Volevo salvarci, volevo che tutto si sistemasse » provò a difenderlo, non sapeva nemmeno lei perché, ma trovò risposta appena Will rise amaramente. 

« No » deglutì Will, si tolse la bandana che gli fasciava la fronte « non lo è, così come non lo è stata quella di diventare capitano dell'Olandese. Ovviamente, non è stata colpa sua » serrò gli occhi, mente la voce piano piano gli si spezzò in gola. « È inutile che io ti chieda di venire con me, vero? Provare a viverla insieme.. »

Elizabeth provò tanta tenerezza quanto dolore rinchiusi negli occhi di quell'uomo. Ed in parte era stata lei a provocargli quelle emozioni. Si fissò i piedi, assorta. I suoi stivali erano sporchi sulle punte il resto invece soltanto striato, la parte finale invece presentava il colore autentico del tessuto. Lei e Will si erano sposati, erano uniti ma lui non aveva avuto la possibilità di toccarla davvero, di unirsi. Si chiese se, se forse avrebbe potuto in qualche modo alleviare il tutto.

Ma non pensò fosse giusto. Si sarebbe data senza convinzione, senza certezza.

Will guardò davanti a sé l'altra nave che stava lanciando l'ancora, pronta a partire. Sentì il grido in lontananza di un amico famigliare. Forse, un amico che avrebbe voluto dimenticare, in quel preciso momento. Fu allora che anche lei se ne accorse, uno sguardo rapido la portò all'altro baluardo con la bandiera issata. Ritornò dal primo uomo che aveva amato.

« Ti ho amata fin da quando ti ho vista, Elizabeth. Non sarà mai diverso, questo non cambierà. Non cambierà come mi hai fatto sentire, come ti abbia voluta. E adesso, dovrò rifugiarmi solo in questo ricordo »

Elizabeth non si contenne e sentì i singhiozzi invaderla dritta, il corpo si scosse e l'altro la tirò vicina, annullando la distanza.

Will la guardò di nuovo, le prese il viso tra le mani, le baciò la fronte, cercò in qualche modo di memorizzare il suo viso. Per l'ultima volta, si ripetè. Le sussurrò all'orecchio.

« Da oggi sei libera » mormorò con un fil di voce, tanto che la ragazza pensò di esserselo immaginata « Spero possa quanto meno renderti felice, però, » affilò la sua voce, mentre il suo viso si bagnava, come se fosse scesa di colpo la pioggia « non ti amerà mai quanto ti ho amata io. Ricordalo. »

Elizabeth sentì un pezzo scivolare via da sé, come se metà del suo corpo si stesse ancorando all'Olandese.

Del resto, per due anni il suo capitano era stato il suo primo e unico lamore. Will la scosse via, respingendola di botto, fu l'ultimo contatto che ebbero. Neanche un bacio, un ultimo saluto, niente. Si guardarono così, come se un istante potesse durare più di due anni. Mentre lei si girava un'ultima volta a guardarlo, il traghettatore di anime dell'Olandese le gridò:

 

« TI CONVIENE SBRIGARTI, LA TUA NAVE STA SALPANDO! » 

 

Te la sto lasciando amico, per favore, Will la vide correre via come un uccello rapido e in cerca di riparo, cerca di non tradirmi ancora.

 

    ***

 
 

Le sue gambe quasi volarono e appena quell'ammasso di legno e vele fu fin troppo distante dai suoi piedi, e sfrecciò sul mare, si gettò in acqua. Il contatto le congelò di colpo il petto, ma almeno sapeva nuotare. E se non sapeva farlo, si costrinse e si ripeté mentalmente che ci avrebbe provato con tutte le sue forze.
Morire per provare a raggiungere il proprio obiettivo, non era forse un buon motivo?
La gonna divenne pesante come un macigno, le bloccava le gambe ma fu imperterrita a lottare. Mentre la nave si muoveva ancora, qualcuno lì sopra la guardò con curiosità. La guardò, ma non comunicò niente.

Soliti pirati, sibilò.

Elizabeth allora decise di uscire la donna che c'era in lei, urlò.

« EHI, QUAGGIÙ! »

Elizabeth si bracciò, mentre l'acqua le saliva al collo e galleggiando ritornava su, facendo forza e spingendo sulle gambe. pensò di gridare all'aria, al cielo, poiché nessuno la ascoltò. Faticò mentre scalciava per tenersi sopra l'acqua. Il contrasto con la sua pelle, le diede comunque i brividi. Il blu così scuro, con la sua pelle molto più diafana. Riprovò una terza e una quarta.

 

« EHI, QUA, EHILÀ, DICO A VOI, FERMATE LA PERLA »

 

Gibbs si affacciò dal ponte e strabuzzò gli occhi.

Elizabeth sentì in lontananza qualcuno che si lamentava e borbottava. Fu come se l'organo dentro al suo petto avesse subito una scossa, alimentata da un piccolo battito appena perso. Forse neanche la melodia di un pianoforte sarebbe riuscito a tradurre quel suono rumoroso che tanto la opprimeva.

« É Elizabeth, JACK! » sentì dall'altro lato del ponte.

La visuale di lei in quel momento era frammentata, era troppo piccola per poter adocchiare chiaramente ogni singolo individuo che vi era sopra.

« Jack cosa stai facendo? Jack IL TIMONE, JAAAACK »

Tutto quello che vide dopo, sembrò darle calore anche se solo metaforicamente.

Gocciolante e come unico sottofondo il rumore delle onde, anche senza una visuale perfetta, sapeva chi era la figura che si era appena prestata a darle quanto meno attenzione. Il pirata si affacciò sul ponte, le mani appoggiate sul legno, la chioma di capelli intrecciati che si muoveva leggermente con la brezza marina. I suoi occhi erano increduli quasi quanto la sua bocca spalancata. Appena riuscì a vederla meglio, Jack notò che la ragazza stava sorridendo. Lei stava sorridendo, in acqua, tremante.
Non si dissero niente, solo, Jack ricambiò. Inconsapevolmente stava sorridendo di rimando, non capendo nemmeno perché.


 

 

Ritornata sulla Perla, fu riempita di occhiatacce, gli uomini della ciurma la guardavano incuriositi dalla scena, in cerca di risposte. Ci fu un brusio generale, mentre Elizabeth cercava di coprirsi i vestiti bagnati. Il primo a salutarla fu Gibbs, scioccato com'era, non disse niente se non un "rieccoti", mentre un uomo di loro le avvolgeva le spalle con qualcosa di simile a una coperta. Elizabeth chinò la testa verso di lui, a mo' di ringraziamento. 

 

« E quindi la vita sulla terraferma non fa per te, signorina Swann? »

 

Jack Sparrow camminò davanti a lei, i palmi delle mani aperti in un gesto teatrale, il mento in su, la barba, i baffi, il capello tolto e i capelli liberi.  Elizabeth lo guardò ancora, nonostante sapesse com'era il suo viso. C'era qualcosa di diverso adesso in quello, qualcosa di nuovo. Gibbs si accorse che il comandante non era al suo solito posto e senza neanche farselo dire, ritornò al timone. Jack si girò verso la ciurma, le sue mani articolarono un segno simile a quello di un superstizioso che scaccia via un gatto nero dalla strada.

« Circolare, su! Non c'è niente da guardare, tornate a lavoro! » disse, in modo chiassoso.

 

Quando tutti quanti si allontanarono, finalmente poté guardarla meglio.

Era bagnata, piccole gocce le scendevano sul volto, come quella volta che la aveva salvata dal mare. Le sue labbra erano ancora piccole, la sua pelle rosea e i suoi occhi indecifrabili. Non era mai riuscito a interpretarli del tutto.
La coperta la avvolgeva, ma era troppo grande per lei e metteva in evidenza quanto in realtà fosse snella e slanciata. A quel pensiero, capì di essere davvero partito di testa.
Jack Sparrow partito di testa, diciamo che era già una cosa abbastanza degna di nota. Il suo status esisteva anche per i suoi bizzarri modo di fare, ma Jack Sparrow fuori di testa in quel modo, per una donna. Bazzecole.
 

« Non ci credo che una donna stia decidendo davvero di fermare la sua vita qui, su una chiatta che non ha stabilità. Non sa cosa si trova, non c'è per certezza né la vita eterna, né la morte. O meglio, la seconda è più probabile » si corresse.

La studiò, girandole un po' intorno. « Insomma, è un po' difficile, cara » continuò, lì per lì, non sapeva cos'altro aggiungere ma era vero, non era quello certo posto per una donna. Eppure lei non era semplicemente quello.

Elizabeth si avvicinò, teneva stretta la coperta al petto mentre riusciva a sentire lontano la presenza di uno sguardo puntato. Will, spero mi perdonerai un giorno, si disse, ma è qua che voglio stare. 

Lo guardò qualche secondo. Lo scrutò più che altro 

« Ma io non sono una donna, sono una piratessa » sussurrò.

Jack le sorrise.

Quando lo aveva legato, lui glielo aveva detto. Solo un pirata avrebbe agito a quel modo. Lei aveva mostrato la sua doppia natura.  Restò ancora fermo, la sua mano scattò in avanti ma si bloccò. Avrebbe tanto voluto muoversi tra i suoi capelli, ma non ne era sicuro. Esitò.

« Lo sei o credi di esserlo?» la sfidò.

« Tu cosa pensi? »

Portò le braccia sui fianchi e la coperta si attorcigliò.
Jack la guardò ancora, aveva un'aria così innocente, sembrava una bambina.

Si svegliò. Aveva la stessa aria innocente e truffaldina di quando lo aveva lasciato al Kraken.

« Io penso che tu sia molto più di quel che pensi tu » la finì col filosofeggiare, ma in realtà era vero.

Elizabeth sorrise, inclinò la testa e la coperta si avvolse di nuovo intorno al suo corpo. « E se devo essere sincero, che tu abbia anche bevuto acqua di mare, aggiungerei » corrugò la fronte e le sue mani ingioiellate si mossero. Elizabeth allargò la sua espressione in un sorriso e il capitano capì che non aveva perso ancora il suo tocco.
La mano di Jack si mosse di scatto, ma la fermò ancora una volta. La sua voglia di dirle che voleva lei restasse davvero, era troppa. Non è il momento, si disse. 

Se voleva capire, aveva tutte le domande pronte. Perché io, cominciò, sono il partito peggiore di tutti. Il mondo è pieno di persone migliori di me, continuò nella sua testa. 

 

« Will? » chiese, invece.

 

Jack arretrò di qualche passo, mentre teneva a freno la voglia di liberarsi. Il mare si muoveva sotto di loro e il sole era lì, in alto, a chiazzare di tratti luminosi il blu. Era tutto quello che aveva sempre sognato e voluto. Andare per mare, navigare, tracciare nuovi confini, esplorare nuove terre, tesori. Era stata fino ad adesso la sua vita. Ma l'amore, quello era sempre stato un lampo, un bagliore. Così come arrivava, andava via, come se avesse la fretta di lasciarlo in balia delle tempeste. Ogni donna che finiva sotto le sue mani, lo vedeva so per quello che lui gli raccontava. Un pirata in cerca di bottini, tesori e quant'altro. Si permetteva di illuderle e mentire loro perché nessuna di loro in fondo avrebbe scelto lui per la vita. Era triste, come cosa.
Inghiottire pezzi di sale o morire per via del mare,, forse sarebbe parsa una fine più gradita. Ma forse non era destinato, si era detto. Neanche lontanamente una donna sana di mente avrebbe deciso di mettersi con un giramondo in cerca di morte e affari loschi.

Tanto più se si trattava di finire in prigione da un momento all'altro.

Elizabeth, non era una semplice donna. E lo aveva dimostrato dalla prima volta. Forse, era questo che non combaciava. Elizabeth aveva capito come era riuscito a sopravvivere su un'isola deserta, Elizabeth gli aveva letto dentro che avrebbe aiutato lei e Will.

« Gliel'ho detto. Gli ho detto tutto »

Jack si girò di nuovo verso Elizabeth. L'indice in alto, in cerca di afferrare quello che aveva appena sentito. L'espressione in cerca di una conferma.

« Ma non poteva non funzionare? Non sono all'altezza per il senso dell'onore, della moralità, dell'igiene soprattutto... Lizzie » si permise di ironizzare. Non riusciva a camuffarla in altro modo.

La ragazza sostenenne il suo sguardo, si morse le labbra semplicemente.

« So quello che ho detto, ed è ancora tutto vero » confermò senza filtri.

Jack giocherellò con le tasche dei suoi pantaloni, in contemplazione. « Ma in quello che c'era di vero c'è anche dell'altro, » continuò Elizabeth, cercando di non perdere il filo « Voglio sapere com'è

Jack ritornò a fissarla, come se fosse una cosa tanto allettante, quanto pericolosa, uno scrigno dorato che conteneva dentro la perdizione di ogni uomo « La curiosità, voglio sapere com'è, che cosa significa. Voglio capire di più. »

Il capitano si concetrò così tanto in quelle parole, che quasi gli sembrò di stare davvero lì lì per volere dell'alcool e ubriacarcisi per verificare l'autenticità del momento. Jack sospirò, mentre adesso era davvero più serio.
 

« Sei sicura? »

 

Elizabeth annuì piano, poi nello stesso modo in cui si era avvicinata, prese gentilmente la mano di Jack e se la portò alla guancia.
Il capitano chiuse gli occhi. La sua mano le accarezzò quei fili di capelli color del grano bagnati, mentre il petto sotto la camicia leggermente aperta, gli diceva di fare altro.
Non sapeva cosa dire, ma forse, lo capì nel momento in cui lei si sfilò la coperta di dosso e lui la strinse a sé. Più che un abbraccio, fu un gesto di protezione. La testa di Elizabeth finì all'altezza del suo petto e la sue dita piene di gioielli le fasciavano i capelli. L'altra sua mano invece, le reggeva schiena. Serrò gli occhi, visualizzando il ragazzo condannato a una vita che non sarebbe più stata sua. Quanto poteva essere giusto aiutarlo per poi...no, pensò, io avevo già rinunciato a lei.

« Mi odierà a morte » sussurrò, colpevole. Lui, che nella vita non aveva mai trovato un compagno fedele come Gibbs, ne aveva trovato solo un altro in Will Turner.

« Ti perdonerà »

« Questo non puoi saperlo, non ha più una moglie. Non sei durata neanche il tempo della torta » fece notare. Ma nessuno dei due rise, guardavano entrambi ciò che avevano davanti: l'oceano.

« Ti voleva bene, Jack, te ne vuole ancora, non potrà non farlo. È insito nell'uomo perdonare » cercava di convincerli entrambi, se stessa soprattutto.

« No e se lo farà, gli riuscirà difficile, » Jack la guardò e nell'esatto momento, lei fece lo stesso, come un ago magnetico « non solo perché sa come sono fatto, ma anche perché ha appena perso uno dei tesori più preziosi. »

Jack suonò così sincero. Si rabbuiò leggermente mentre la sua mano le accarezzava lentamente la testa. Era sincero come quella volta che lui le aveva parlato della bussola o come quando appena conosciuti, le aveva suggerito fiducia anche se poi le aveva puntato una pistola contro. Era strano, ma era stato così. Il volto di quello si dipinse subito di malinconia, avevo appena perso un amico. Uno dei più nobili che avesse mai avuto. Capì dai suoi occhi, che quella sarebbe stata una sconfitta con cui convincere.
Elizabeth lo strinse ancora più forte, mentre veniva investita dall'odore di salsedine.

« Non era la tua amata bussola uno dei tesori più preziosi al mondo? » lo punzecchiò, incuriosita.

Jack ridacchiò, facendole il verso.
Elizabeth arricciò il naso, cercando di non perdere contro di lui.

« Quindi, tu ti getti in mare, urli neanche fossi una delle migliori liriche del paese - e per tua informazione io ne ho conosciute, assolutamente incantevoli - per venire sulla mia nave, scorrazzare in giro come e quando ti va e io vengo preso in giro perché sono solo un capitano?» stette al gioco.

Il dito di lei si puntò contro quella figura solida e così sicura di sé, apparentemente.

« Voglio sentirtelo dire, tu ami la tua bussola più di ogni altra cosa » sentenziò.

« Beh, tesoro perché mi porta dove vuole» agganciò il suo sguardo alla ragazza « amore per quello, sì, è stata una fedele compagna di viaggio, è un raro oggetto, ma... » fu vago, si guardò attorno con fare furbo e come un ladro, senza farsi notare più di tanto, la prese per mano e corse in coperta.

Lontani in quel momento da occhi indiscreti, le accarezzò ancora qualche ciuffo e concluse.

« Ma non posso fare questo con una semplice bussola » depositò le sue labbra su quelle di Elizabeth, come se avesse appena sigillato una nuova scoperta mai fatta fino ad ora.

Lei si avvinghiò al suo collo mentre cercava di non spingersi troppo oltre. Avrebbero avuto tutto il tempo. Nel vero senso della parola. Le loro bocche danzarono, incontrandosi più volte bisognose, mentre di sopra gli uomini borbottavano e ogni tanto veniva cacciato qualche grido. Il sapore giurò fosse diverso dall'ultima volta, pensò Elizabeth. In quel momento, era vero. Non bisognava tirar fuori una farsa. E quando si sentì ansimare vicino alla sua bocca, scoprì di aver agognato più quello del primo. Quando si staccarono, allora glielo chiese davvero, prendendo il coraggio a due mani.

« Perché me? » era senza fiato. Avrebbe voluto ribaciarla, ma gli premeva troppo saperlo.

Non riusciva ancora a crederci.

Elizabeth lo guardo interrogativo. « Perché me, sai chi sono, cosa sono. Capisco l'attrazione per questa vita, ma, andiamo, a parte il mio fascino e qualche scarrozzata in nave, » ironizzò « non ho niente di meglio da offrirti. Questa è la mia vera vita. »

« Wow, pochissimi minuti di nuovo con te Jack e sai di nuovo come stupirmi, siamo sentimentali, eh? » scherzò. Arricciò le labbra e mentre le sue mani aperte sulla sua camicia, la portarono a respirare piano, mentre Jack aspettava una sua risposta.

Tutto quello che si concesse fu uno sguardo. Le piccole lentiggini sul naso e sulle guance attirarono la sua attenzione, come la matita sbavata sotto gli occhi. Le labbra erano carnose ma non troppo, contornate dalla peluria.

« Non so come risponderti, Jack, » si fermò sugli occhi « però posso dirti che non è così. Non voglio offerto niente. È da tre anni che ricevo, anche se in termini di leggende e maledizioni. Ma non mi sono mai sentita più viva. Non ho mai desiderato tanto allontanarmi dalle regole di chi ero. Sono ancora quella Elizabeth, » spiegò "ma da oggi, ne rinasce una nuova. Una senza pretese. E Jack? »

« Dimmi, piratessa » osò risponderle, sprezzante.

Elizabeth si diede il permesso di giocare con una delle sue ciocche da pirata.

« Sarai anche un pirata, ma sei buono. Potrai scappare quanto vuoi da questa "leggenda negativa" per la tua reputazione, ma lo sei. È questo. Credo sia questo »

 
 
 

 

 
 
 

 

   
 
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