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Autore: Lidzard    14/04/2020    1 recensioni
Sequel di "La torre di luce"
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Bellissimo e terrificante. È così che Michael vede suo fratello. Le cose sono cambiate per Luci, sono cambiate da quel marcio momento dell'esistenza in cui da umano ignaro e soggiogato dall'illusione del Padre, è tornato sé stesso. Legati dallo stesso destino, i due fratelli sono due galassie di potere che si espandono, e ciononostante si fidano solo l'uno dell'altro. Neanche Michael saprebbe dire se il biondo è tornato l'arcangelo senza peccati di un tempo, o un Re degli inferi ancora peggiore del precedente, ma qualsiasi futuro con Luci sarebbe migliore che l'eternità in assenza di lui. Se le stelle cadranno nuovamente, la catarsi dell'universo sarà come un quadro di Vincent Van Gogh. Bellissimo e terrificante.
Genere: Erotico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Lucifero, Michael
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: Incest | Contesto: Nessuna stagione, Contesto generale/vago
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Non ti chiedo niente, forse perché mi basta il tuo tempo, o il modo in cui mi guardi. Possedere il tuo tempo mi fa sentire bene, così che apprezzi il mio.

Sussurrii

Col buio compagno sembrava tutto più possibile, ma nella mente di un arcangelo decaduto parve sparire d'un fiato ogni certezza, come se le stelle stessero per cadergli addosso tutte insieme e lui fosse stato un semplice umano senza scudi.

Tutto stava salendo come la marea e al contempo ogni cosa mi stava precipitando dentro. Ribolliva nella mia Icore una forza strana, che finora sembrava essere rimasta dietro le quinte della mia grazia.

Di colpo tutte le mie ere sembravano per davvero essere diventate polvere. Questo però non stava succedendo per i motivi che mi affannavo ad ignorare, come l'onore, o l'orgoglio macchiato che chiama vendetta; Nessuno avrebbe mai e poi mai immaginato che una cosa simile mi si potesse scatenare dentro per questo.

Sia dannato il cielo se non sarò io a farlo per primo.


Michael sembrava disperare, aveva quella fame di emozioni che tipicamente fa perdere anima e raziocinio agli umani, in favore di fuggevoli sensazioni senza alcun senso, o logica, quel fenomeno di cui il Padre andava così ben discorrendo coi suoi figli soldati.

Era una fame quella, quasi concreta, resa evidente dallo sguardo profondo e predatorio di Mike.

Nessun angelo del Signore, pensavo, avrebbe mai potuto comprendere il vero significato della Sua ammirazione per i mortali.

Cos'era infondo il senso dei mortali? Doveva essere questo.

Uno scherzo del destino aveva costretto due arcangeli a ritrovarsi, seppur completamente ignari, dentro la situazione perfetta per carpire e toccare con mano timorosa, ciò che finora il Regno dei Cieli non aveva mai saggiato.

Doveva essere questo.
Doveva essere Amore. Sacro dannato inconcludente puro amore.

Io, Lucifer, complice la disarmante bellezza di mio fratello, il quale aveva dispiegato d'un colpo le forti ali candide, lo avrei definito, in poche parole, poesia violenta.

Ma no che non volevo arrendermi, dovevo resistere, per entrambi.

Quindi percorsi in una carezza a fior di pelle tutto l'avambraccio di Michael, osservando come i suoi muscoli, dapprima tesi, si rilassarono ad un primo contatto.

Non farmi cedere. Hai già quello che vuoi.

La risposta non piacque affatto a Michael.


Perché no?

Protestò infatti con veemenza nella sua mente.

Potevo sentire la tensione in ogni lettera immaginaria. Mi chiesi infinite volte in quell'arco di secondo se fosse saggio rispondere sinceramente, ma c'era un dannato ponte tra i nostri pensieri e la debolezza del momento non mi avrebbe permesso comunque di schermarli.

Perché quando mi tocchi tremo.

E tremavo davvero.

È così inaccettabile?

Mi osservava.

Tu menti.

Aggiunse.

Tu non puoi vederlo, Michael.

Soffiò un sorriso cinico, prima di perdere l'espressione amara e assumerne una più smarrita.

Non so cosa fare. Non è giusto che vinca una.. cosa del genere. Il piano è più importante.

Pensai.

Io invece penso che non è giusto che ti lasci spegnere piano dalla vendetta. La vendetta è una cosa umana, non dovrebbe appartenerci.

Michael era sempre così protettivo e imparziale. Ma il mio pensiero era complesso.

Non voglio essere come Lui! Voglio poter sbagliare, voglio potermi permettere le mie giuste debolezze, e affrontarle, non sottomettermi a verità che mi vengono propinate come uniche valide. Non sarò mai come Lui mi vuole.

Michael tenne le distanze, ma fece un passo avanti, parlando a voce. La sua voce era un'arma impropria contro le mie barriere.

"Non lo sei. Non lo sei oppure non sarei qui con te, fratello."

Le sue ginocchia si piegarono, si stava inchinando a me. Pareva che fosse piegato sotto il peso delle proprie parole.

"Sei diverso da qualsiasi cosa, vivente o inerte. Sei un essere radiante, illumini la realtà circostante da quando sei stato creato. Eri già così forte, così bello, puro."

E la sua espressione seria pareva sciogliere la brina nei miei occhi, perché un arcangelo non piange.

"Smetti, ti prego. Ho la sensazione che se rimani così sulle ginocchia ancora un altro minuto, ti ficcheranno una spada di fuoco nel solco fra le scapole. Alzati."

Il mio terrore era reale. Avrei dovuto inchinarmi io, io mi sarei dovuto prostrare ai suoi piedi. Michael non mi ascoltava.

"Eri già unico e tutti noi ci siamo inchinati all'altare del Padre. Non ci siamo inchinati per Lui, ma per te. Non capisci che il paradiso si è inchinato a te ancora prima che tu lo volessi? Te lo meritavi, l'amore di tutti."

E mi inchinai anch'io, così che fossimo alla stessa altezza fisica. Poggiai una mano nell'incavo vibrante del suo collo, percependo il battito oltre l'epidermide.

"Non si tratta di questo.."

Sussurrai.

Eravamo così vicini, e un soffio di brezza fece sì che i suoi capelli umidi si muovessero, coprendo in parte gli occhi. Scostai le ciocche scure dal suo viso, ma non godetti a lungo del paesaggio calmo negli occhi di Michael, anzi poggiai la fronte alla sua spalla, senza lo sguardo era più facile.

"Non è quello che voglio. Non so più che cosa siamo e sto impazzendo."

Mormorai piano, vicino al suo orecchio.

Non.. te ne andare.

La supplica nel suo pensiero fu come un intreccio di catene.

Cosa mi stai facendo? Perché lo stai facendo?

Micheal non rispose mai alle mie domande, ma godette di quell'attimo sospeso che teneva le mie ginocchia contro le sue, che spingeva il mio respiro a infrangersi come onde sulla distesa del suo collo candido. Il suono dei battiti come tamburi di riti proibiti.

Sembrò passare un'eternità, ma la notte era ancora oscura e il mistero del buio non era stato dissipato, e nessuna spada fiammeggiante ci aveva trafitti.

Allora lasciai che le mie mani viaggiassero dietro la schiena di Michael, risalendo all'attaccatura delle ali. Chiusi gli occhi.

Rinunceresti a queste, per me?

I polpastrelli scandagliavano le sue piume, percependo il calore che nascondevano. Lo sentii rabbrividire, non di paura. Che effetto gli faceva la mia voce?

Dimmi, Mikael. Rinnegheresti il tuo Creatore, per queste mani spregevoli?

Dita che lentamente scivolavano fra le sue piume, con pressione calcolata.

È piacevole, non è vero?

Non potevo vedere la sua espressione, non potevo ignorare il suo battito, sempre più feroce.

Posso farti provare molte cose piacevoli.

Udii il leggero sospiro di Michael. Era il sospiro di qualcuno che non era mai stato toccato. Nessuno gli aveva mai sussurrato un tale invitante richiamo al peccato. Il suo fu il suono unico della prima esperienza erotica, il suono unico di un arcangelo che cede alla tentazione. Ed io ero bravo a tentare, ad insinuare con voce roca il calore di una prospettiva sensuale mai contemplata in menti pure.

A essere sincero..

E mi stavo lasciando tentare a mia volta. Inspirai il profumo del sale sulla pelle di Mike a pieni polmoni. Fu istintivo, le mie labbra carezzarono l'epidermide sensibile del suo padiglione auricolare, mentre lasciai viaggiare l'ultimo sussurro.

Non vedo l'ora di farti cose piacevoli.

   
 
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