Fumetti/Cartoni americani > Spider Man
Ricorda la storia  |       
Autore: JennyPotter99    15/04/2020    0 recensioni
SEQUEL DI "BIG POWER, BIG RESPONSABILITY"
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Eccoci qui.
Agli atti finali.
Sta per calare il sipario.
Qui, dove tutto finisce.
Ma partiamo dall’inizio.
La vita di Clary e Peter sembrava andare più che bene, tanto che i due si immaginavano che prima o poi qualcosa sarebbe comparso da dietro l’angolo.
Peter aveva iniziato una relazione stabile con MJ, andava ancora all’università ed era il primo della classe, non che aiutante della bellissima e famosa Gwen Stacy.
Mary Jane, invece, aveva iniziato a fare la cantante a Broadway e presto avrebbe esordito col suo primo spettacolo.
Intanto, la Oscorp Industries stava andando a gonfie vele: avevano appena finito di costruire un nuovo aliante dalle sembianze di uno snowboard con relativa tuta, diversa, ovviamente, da quella di Goblin.
Dato che la relazione tra Clary ed Harry andava molto bene, la ragazza stava iniziando a prendere in considerazione l’idea di andare a vivere da lui, anche se la spaventava un po'.
La sera della prima di Mary Jane, si ritrovarono nell’enorme vasca da bagno, circondati da schiuma.
-Quindi puoi arrampicarti sui muri, volare, saltare…E le ragnatele le produci anche da altre parti?- le chiese Harry, col solito sorrisetto furbo.
Clary scoppiò a ridere, ma per vendicarsi della battuta, gli sparò una ragnatela dritto sulla bocca. -Così impari.-
Harry si tolse la tela dalle labbra, disgustato e poi si avvicinò furtivamente, mettendosi tra le sue gambe.- Lo so che mi adori.-
Quella frase stava diventando molto ripetitiva: nonostante Clary avesse già ribadito che lo amava, dall’altra parte non arrivava mai risposta.
Quando iniziarono a baciarsi con passione, Clary passò una mano dal suo bicipite ai suoi pettorali, notando qualcosa di diverso.
Harry si fermò, notando il suo sguardo confuso.- Che c’è?-
Clary continuò ad esaminare i suoi muscoli.- Questi ieri non c’erano…-
L’altro alzò le spalle.- Sono andato un po' in palestra, che c’è di male? Dopotutto siamo persone che con la faccia ci lavorano.-
Ma la ragazza non ci crebbe neanche un po'.-Non sei bravo a mentire.-
-Non sto mentendo!- esclamò Harry, aprendo le braccia.
-Sì invece, quando menti ti balla l’occhio destro.-
Clary sapeva benissimo dove aveva già visto quel tipo di potenziamento: su un cadavere.
In fretta, uscì dalla vasca e si mise l’accappatoio, diretta al nascondiglio segreto dietro lo specchio.
-Clary, fermati!- le urlò Harry, facendo lo stesso.
Sulla mensola ci dovevano essere 5 fiale di siero, invece, Clary ne trovò 4.- Lo sapevo! Perché?!-
-Perché mi sentivo uno stupido nella tua ombra! Hai idea di come mi posso sentire vedendoti che salti giù dal balcone per andare a fare del bene, sapendo che io sono qui, ad aspettarti e non posso fare niente?- spiegò Harry.
-Non mi serve aiuto, c’è Peter.- puntualizzò lei.
-Certo, Peter, quel gambe molli.- ridacchiò lui, iniziando a vestirsi.
-E’ più coraggioso di quanto pensi.- commentò Clary, asciugandosi il corpo. -Non puoi avercela con lui per sempre, Harry.-
Harry sospirò, ignorandola.- Sbrighiamoci o faremo tardi.-
Indossati i vestiti adatti per andare a teatro, i due si accomodarono sulle tribune, dove Clary riuscì a vedere anche Peter, di sotto, nelle prime file.
Mary Jane scese da un’illuminata scala, indossando un bellissimo vestito azzurro e usando una voce che riempì la stanza.
Girandosi verso di lui, Clary vide che Harry la guardava quasi con la bava alla bocca, perciò gli schioccò le dita davanti agli occhi.- Ehi, ti sei incantato.-
Harry roteò gli occhi.- Potresti non essere insicura di te stessa per 5 minuti?-
Clary era la donna in bianco da diversi anni, ma nonostante tutto era rimasta la piccola e timida ragazza del Queens, sotto sotto.
A quella frase non seppe come rispondere, quando Harry le prese dolcemente la mano e l’accarezzò.
Allora sembrò che tutto andasse bene.
Alla fine dello spettacolo, Clary sarebbe andata a casa della zia May con Peter: il fratello aveva qualcosa di importante da comunicare ad entrambi.
Con il solito motorino di Peter, raggiunsero il nuovo appartamento e la donna preparò il tè.
-Allora, cosa c’è di tanto importante? Sai che non resisto al gossip!- esclamò Clary, saltellando sulla sedia.
-MJ…- esordì Peter, sorridendo.- Ho intenzione di chiederle di sposarmi.-
-Peter, ma è meraviglioso!- esclamò zia May, abbracciandolo.
-Beh il vestito già ce l’ha.- commentò Clary, ridendo sotto i baffi.
-A proposito di quello, devo ringraziarti Clary, senza di te non si sarebbe mai convinta a non sposarsi.-
Clary sorrise per il suo fare dolce e bevve un sorso.
-Quando vostro zio Ben mi chiese di sposarlo, non ero assolutamente pronta. Beh, noi eravamo giovani e un giorno abbiamo raggiunto questa spiaggia a nuoto. Lui mi disse May, chiudi gli occhi e quando li riaprii, aveva in mano questo.- spiegò, mostrando un prezioso anello di fidanzamento al suo dito.- Credetti che fosse il sole.- continuò, togliendoselo per porgerlo al nipote.- Tieni, prendilo tu.-
Peter sgranò gli occhi.- Cosa? No, non posso accettare.-
-Sì invece, falle la proposta con questo.- aggiunse zia May.
Addolciti dalla conversazione, Peter e Clary tornarono a casa, viaggiando tranquilli sul motorino sgangherato.
Improvvisamente, grazie ai suoi sensi acuti da ragno, Peter percepì qualcuno venirgli alle spalle, ma non fece in tempo ad evitarlo.
Qualcuno a bordo di un aliante lo sollevò in aria, sbattendolo contro un palazzo, così che Peter facesse un buco all’interno dei mattoni.
A quel punto, Peter riconobbe il suo migliore amico.- Harry…-
-Te l’ho detto che l’avresti pagata!- esclamò lui, con disprezzo.
Clary lasciò il motorino sul marciapiede e lanciò una ragnatela per seguirli, arrampicandosi su quello stesso muro.- Harry, ma che stai facendo?!-
-Tu non ti impicciare!- rispose Harry.
Clary lo guardò delusa.- Dovevo saperlo che erano tutte bugie! Il tuo ego è più grande di noi due, non è vero?!- replicò poi.
 -Harry, io non ho ucciso tuo padre! Lui ha tentato di uccidermi e si è ammazzato!- intervenne Peter.
-Basta!- gridò Harry, con rabbia, prima di staccare un pezzo del muro con tutta la forza che aveva ottenuto dal siero.
Peter precipitò, ma con una ragnatela riuscì a non toccare il suolo e per cercare di seminarlo, volò dentro un vicolo strettissimo.
Ma Harry non si arrese e con lo snowboard si mise ad inseguirlo, estraendo poi una bomba.
Clary cercò di stargli dietro, ma erano entrambi troppo veloci.- Harry fermati!- ripeté a squarciagola.
Harry tirò la bomba contro Peter, però lui, invece che farla esplodere, la afferrò con una ragnatela e gliela ritirò.
Essa esplose ed Harry si protesse con le braccia dal fuoco, quando ritornò a vedere, una ragnatela posizionata tra due edifici lo fece inciampare e perdere l’equilibrio, fino a battere forte la testa contro una tubatura e cadere giù per qualche metro.
Clary aveva visto la brutta caduta e si precipitò da lui: Harry non si muoveva e poggiando l’orecchio sul suo petto, nemmeno respirava.- Oddio!- esclamò, iniziando a fargli la respirazione bocca a bocca.
-Che è successo?- domandò Peter, con gli occhi sgranati.
-Non respira! Che aspetti?! Chiama un’ambulanza! Subito!-
I fratelli Parker si ritrovarono a vedere l’amico di una vita lottare tra la vita e la morte su una barella, mentre i medici tentavano di rianimarlo.
Si sedettero poi nella sala d’aspetto, dove Peter prese un caffè per entrambi e passo la tazza alla sorella.
Clary scosse la testa, fissando il pavimento.- Va a farti fottere, tu e il caffè.-
-Clary, ha cominciato lui!- commentò Peter.
-E cosa ti dava il diritto di finire?!- ribatté Clary, alzandosi di scatto.- Potevate discuterne, parlarne!-
-Oh beh, non mi sembra che lui volesse parlare.- replicò il fratello.- Parli come zio Ben.-
-Già, forse lui si sarebbe comportamento meglio.- A quel punto, ecco arrivare il dottore.  -Come sta?-
-Sta bene, siamo riusciti a riprenderlo, ma ha subito una piccola perdita di memoria. Potrebbe essere permanente, per ora non lo sappiamo, dobbiamo aspettare. Non si ricorda dell’accaduto, né di altre cose successe prima.- spiegò egli.- Potete entrare a vederlo, ma restate poco, voglio che riposi.-
Clary e Peter si precipitarono subito nella sua stanza, ai medici avevano detto che era stato un incidente d’auto.
-Ciao.- gli disse Clary sorridendo, avendo paura ad avvicinarsi per la sua fasciatura alla testa: magari neanche la riconosceva.
-Ehi, conosco quella faccia.- disse lui, ricambiando il sorriso.- E’ la mia ragazza.-
Facendo un sospiro di sollievo, lei si sedette accanto al letto.
-Sei anche più bella di quanto ricordi.- mormorò lui, accarezzandole dolcemente la guancia.
-Come ti senti?- gli chiese, baciandogli la mano.
-Strano…E’ come se fossi tornato da un viaggio che mi ha tenuto lontano per tanto tempo.-
Forse era stato il colpo o forse la perdita di memoria, ma Harry sembrava tornato il piccolo ragazzo del Queens.
-Mio padre, credo sia morto, vero?-
-Sì…- rispose Peter.
-Wow, è allucinante non ricordare chi sei.-
-Ma vedrai che ti riprenderai.- continuò Clary, facendogli un sorriso di incoraggiamento.
Quando giunse l’infermiera, i due fratelli tornarono a casa: Peter le offrì un passaggio, ma lei preferì usare un taxi.
Quello che nessuno dei due sapeva era che qualcos’altro si era unito a loro, quella notte, qualcosa che li avrebbe separati forse per sempre.
***
Ancora furiosa con Peter per quello che era successo, la mattina dopo ricevettero una chiamata: una gru fuori controllo, sulla cima di un palazzo, stava creando scompiglio.
Clary giunse per prima sul posto, arrampicandosi su di essa.
-I comandi sono andati, c’è un corto-circuito!- esclamò l’operaio al suo interno, prima che ci fosse una scossa elettrica che lo fece cadere giù.
La ragazza lo afferrò con una ragnatela prima che toccasse il suolo.- Non si preoccupi, l’ ho presa!- gli urlò, facendolo atterrare in sicurezza.
Clary non aveva idea di come fermare quella macchina che, oltretutto, portava un enorme sostegno in ferro che si muoveva da una parte all’altra.
Improvvisamente, esso andò a conficcarsi al palazzo davanti, distruggendo tutto il penultimo piano.
Alcune persone riuscirono ad aggrapparsi per salvarsi, una donna rimase appigliata al filo di un telefono, altrimenti sarebbe precipitata per almeno 30 metri.
Clary guardò meglio e riconobbe Gwen Stacy, la ragazza a cui Peter dava ripetizioni e sospirò.- Perché a New York fanno i palazzi così alti?-
A quel punto, ecco Peter raggiungerla.- Che succede?!-
-C’è la tua amica, quella Gwen, che sta per spiaccicarsi.- rispose Clary, accomodandosi sulla sedia della gru.
Improvvisamente, il filo del telefono si staccò e la ragazza precipitò.
-Hai intenzione di rimanere qui a fare niente?!- esclamò Peter.
L’altra prese un bel respiro e incrociò le gambe.- Direi proprio di sì, sei tu l’eroe, no?-
Peter scosse la testa e fece un salto per tentare di prenderla prima che morisse.
C’erano svariati metri tra lui e Gwen, probabilmente non ce l’avrebbe fatta.
Ma poi si aggrappò ad un pezzo di muro che stava cadendo e con le gambe si diede una forte spinta, raggiungendo la ragazza.
Infine, lanciando una ragnatela ad un sostegno, la portò sana e salva al suolo.
Clary sbuffò, mentre tutti gli applaudivano.- Che barba.-
Quando fece per andarsene, un ragazzo con la macchina fotografica alle sue spalle la chiamò.- Ehi, aspetta!- le disse, iniziando a farle delle foto.- Ciao, sono Edward Brock Junior, lavoro al Bugle, ho bisogno delle foto.-
Lei alzò un sopracciglio dato che non lo conosceva.- Ce lo hanno già un fotografo.-
-Parker? Pff, scusa, è un dilettante.- commentò lui.- Fidati di me, nelle mie foto verrai molto meglio.-
Irritata perfino da lui, Clary lo ignorò e se ne andò.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > Spider Man / Vai alla pagina dell'autore: JennyPotter99