Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Feisty Pants    18/04/2020    2 recensioni
Elsa e Anna sono due sorelle di 27 e 24 anni alle prese con le proprie vite e i propri impegni. Elsa è sposata e vive la sua vita con le scatenate figlie gemelle di 7 anni. Anna, invece, è prossima alla laurea e a dire sì a un futuro roseo e carico di amore che ha sempre sognato fin da piccola.
La vita, però, non è una favola. Entrambe le sorelle vivranno dei momenti di crisi della quotidianità e, per colpa di incidenti e imprevisti, dovranno fare i conti con la cruda realtà.
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Kristoff, Nuovo personaggio
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
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CAPITOLO 16.
 
“Mamma, mamma” sussurra la piccola Sofia nel cuore della notte cercando la vicinanza materna.

Elsa, grazie al suo sonno leggero e alla continua preoccupazione che la tiene in stato di allerta, balza giù dalla brandina e si avvicina al letto della bambina.

“Che cosa c’è Sofi, non stai bene?” chiede Elsa completamente in ansia non sapendo come comportarsi.

“Mi sento tutta la testa che gira, ti prego mamma…” comincia a dire la bambina mostrando il suo lato più fragile e dando vita a un leggero pianto.

“Shhh, Sofi così ti affatichi!” si intromette Elsa sedendole accanto ed afferrandole subito la manina.

“Ti prego mamma resta qui con me, ho tanta paura” piange Sofia esternando tutta la tensione accumulata.

“Amore mio, sono qui dove credi che vada?!” dice Elsa con estrema dolcezza, commuovendosi e sentendo il proprio cuore ferito davanti alla piccina. La donna non aveva mai chiamato così le figlie, preferiva riferirsi a loro con il nome completo mostrando la sua solita freddezza. La visione di Sofia distrutta e agitata, però, smuove il cuore ghiacciato della dura mamma che, finalmente, si lascia andare e non si vergogna del suo istinto materno.

Elsa si sdraia accanto alla figlia, le asciuga le lacrime per poi, inaspettatamente, posarle un bacio dolce sulla fronte.

“Andrà tutto bene capito? Te lo prometto” afferma l’adulta accarezzando i capelli biondi della figlia e guardandola attentamente negli occhi. Sofia, a contatto con la madre, si sente finalmente più calma e, indebolita dalla sua condizione, si riaddormenta facilmente.

Elsa, però, non riesce a prendere sonno e preferisce rimanere vicino alla bambina e instaurare con lei un nuovo rapporto. Elsa la osserva dormire e non riesce a fare a meno di accarezzarle le guance pallide e quei capelli setosi come i suoi.

“Ho vissuto una vita a metà, mi faccio schifo da sola” sussurra a denti stretti per poi scoppiare a piangere e cercare, il più silenziosamente possibile, di non svegliare la piccola in modo da restare sola con sé stessa e i suoi sentimenti.

Nel frattempo a casa Frost…

Anche Jack non riesce a prendere sonno, rimanendo con gli occhi puntati nel buio e continuando a tirarsi i capelli biondi in segno di nervosismo.

“No, no, no! Lasciami stare, vai via!” urla improvvisamente Lia, addormentata accanto a lui. Jack sobbalza per lo spavento e, istintivamente, accende la luce della camera vedendo così la figlia contorcersi su sé stessa tutta sudata e con gli occhi stretti.

“Lia! Hey svegliati!” interviene lui destando la piccola che, dopo aver sospirato, apre di scatto gli occhi respirando affannosamente.

“Da quando fai i brutti sogni?!” chiede lui preoccupato, non ricordandosi di nottate simili in precedenza.

“Da un po’…” riesce a rispondere lei sedendosi sul materasso e appoggiandosi al bordo del letto.

Jack la osserva sconvolto convinto, dentro di sé, che una reazione del genere sia strana e pericolosa per una bambina di quell’età.

“Ti abbiamo spaventato io e la mamma oggi? Quando abbiamo alzato la voce? È per quello?” domanda lui con il cuore in gola, sentendo crescere dentro di sé il senso di colpa per aver urlato di fronte alla figlia.

“Un po’ ma non è solo quello. Ultimamente mi sento agitata e non respiro bene, però penso che sia normale” risponde lei leggermente confusa, tentando di mostrarsi dura e forte come sempre.

“Non puoi non dirci le cose Lia, se senti qualcosa che non va devi comunicarcelo subito hai capito?” la rimprovera dolcemente Jack.

“Mi sembravate troppo occupati nell’ultimo periodo per ascoltarmi” sbotta Lia dispiaciuta, abbassando lo sguardo sulle lenzuola e riprendendo fiato per paura di ricevere un’ammonizione dal genitore dopo quelle parole.

Jack, però, si trova completamente disarmato di fronte alla sincerità della figlia e, con il cuore pugnalato, non ha la più pallida idea di come comportarsi e, soprattutto, di rimediare. Era stato assente per troppo tempo, pensando solo a un modo per risolvere i problemi economici e solo ora si rendeva conto di aver vissuto una vita a metà, estremamente frenetica e piena d’ansia.

“Scusami Lia… ti prometto che cercherò di essere più presente per te. Vieni qui ora…” si esprime lui, con parole tremanti e impastate, aprendo le braccia alla bambina che, contenta di aver colpito il bersaglio, è pronta riaddormentarsi con il suo papà.

Lia, tra quelle braccia sottili ma possenti e forti per lei, riesce a dormire sonni tranquilli mentre Jack, ancora scosso, si lascia sfuggire qualche silenziosa lacrima cristallizzando il fatto di non aver mai fatto il padre e, forse, di non esserne nemmeno capace.

Il giorno seguente…

“Pronto Jack, dimmi tutto!” dice Anna rispondendo al telefono appena svegliata.

“Che succede?” si intromette preoccupato Kristoff, facendo perno sui gomiti per sollevarsi sul materasso della loro nuova casa. I due, infatti, visti i lavori da fare in casa e l’arrivo in anticipo della maggior parte dei mobili, avevano dormito nella nuova dimora nei giorni precedenti.  

Anna fa segno al compagno di non intervenire e, concentrata, ascolta attentamente le parole del cognato. Jack, infatti, racconta alla donna della situazione di Lia, dei suoi atteggiamenti, del comportamento notturno e, confidando nelle sue competenze da psicologa, spera di ricevere qualche consiglio. Anna spiega che una diagnosi al telefono è difficile da fare ma, con gli elementi a disposizione, avrebbe sicuramente ragionato e comunicato il tutto.

“Ora vado in ospedale… sono riuscito a chiedere la malattia al lavoro e mi occuperò delle mie figlie. Porto Lia da te va bene? Così io corro da Sofia” conclude poi Jack, implorando l’aiuto della cognata.

“Non è un problema. Fammi sapere! Appena volete un cambio ditecelo che io e Kristoff siamo a disposizione” chiude poi Anna riagganciando la telefonata.

“Allora?!” chiede Kristoff rimasto in allerta per tutta la durata della conversazione.

“Lia ha avuto una crisi notturna e devo pensarci un po’ su. Lui ora va in ospedale e ci porterà qui Lia anche se penso di aver capito che cosa diavolo stia succedendo” risponde Anna convinta, corrugando la fronte e mostrandosi turbata e al contempo delusa dalla situazione.

In ospedale…

“Eccoci signori Frost” afferma il medico di Sofia facendo accomodare i due nel suo studio e chiudendo la porta. Il dottore si siede alla scrivania e, dopo aver messo gli occhiali e intrecciato le dita, spiega il quadro medico della piccola.

“Comincio subito con il tranquillizzarvi. La bambina è fuori pericolo ma le abbiamo trovato una patologia” annuncia lui facendo tirare un sospiro di sollievo ai due genitori che, però, si guardano terrorizzati una volta sentita la seconda parte della frase.

“Sofia soffre di una forma di Anemia. Questo spiega il suo pallore, la stanchezza, i capogiri e lo svenimento anomalo. Ora è molto debilitata e dovrà rimanere ricoverata per qualche giorno, almeno proviamo anche una terapia farmacologica” illustra dettagliatamente il dottore.

“Dottore, da dove arriva questa anemia?” chiede Jack curioso e dispiaciuto per la bambina.

“Non si sa. Sicuramente vedendo la carnagione della vostra famiglia devo affermare che siete piuttosto bianchi e una componente ereditaria è presente. La malattia, però, potrebbe essere nata da un calo improvviso delle difese immunitarie. La bambina era agitata in questo periodo? Sfiduciata, preoccupata o triste per qualsiasi motivo?” domanda il medico fissando i genitori negli occhi ed intuendo, nei loro silenzi e sguardi, una problematica a livello familiare.

“Sì, noi ultimamente non stiamo andando d’accordo e le nostre figlie potrebbero averne risentito” spiega Elsa fissando il pavimento vergognandosi di sé stessa.

“Ascoltate. Siete giovani e avere due gemelle così pimpanti alla vostra età non deve essere per nulla semplice. Vi consiglio, però, di pensare un po’ ai veri valori della vita e non preoccuparvi troppo. Qualunque cosa sia successa tra voi dovete provare ad aggiustarla, magari con l’aiuto di qualche psicologo, proprio perché vostra figlia non può subire altri shock in questo momento” consiglia il dottore a cuore aperto, rivolgendosi a loro con amore e cura come se stesse parlando ad un figlio.

“Con una cura farmacologica, una giusta alimentazione, relax e molto sole vedrete che la bambina si riprenderà presto ma…mi raccomando: collaborazione” conclude poi il dottore sorridendo ad entrambi e facendoli uscire dallo studio.

Elsa e Jack rimangono soli, paralizzati in un corridoio dove in realtà passano molti infermieri ma ai quali non danno importanza, troppo impegnati a pensare alla figlia.

“Cosa facciamo adesso?” chiede Elsa completamente nel panico, stringendosi le mani e appoggiando le labbra sulle nocche.

“Seguiamo quello che ha detto il dottore, hey Elsa tranquilla!” afferma lui cercando di calmarla accarezzandole un braccio. A quel contatto Elsa si ritrae velocemente come a volersi proteggere da lui.

“Ti prego non fare così. Hai sentito cosa ha detto anche il dottore… a me dispiace tantissimo per tutto e cercherò di rimediare. Ho preso il congedo e starò a casa finché la situazione non migliorerà. Riproviamoci ok?” tenta di convincerla Jack parlando alla schiena di lei che si era voltata per non guardarlo negli occhi.

“Dobbiamo farlo, per Sofia” si limita a rispondere Elsa con il groppo in gola, mandando giù l’ennesimo boccone amaro e lottando contro quella parte egoista di sé stessa che le diceva di pensarci da sola.

“Anche per Lia…e per noi” conclude poi Jack sollevandole il volto e sorridendole dolcemente, per poi andare a salutare la figlia in stanza.

Elsa si lascia cadere su una sedia del lungo corridoio e, dopo essersi nascosta il volto, dà vita a un pianto struggente nel quale riflette ogni sua frustrazione, delusione, confusione amorosa e tutte quelle cicatrici del suo passato che non si erano ancora rimarginate.

La sera a casa di Kristoff e Anna…

Anna cammina avanti e indietro per la camera da letto da diversi minuti ormai. Kristoff, stanco e desideroso di poter andare a dormire, la guarda e si chiede per quanto ancora abbia intenzione di andare avanti.

“Anna, ma solo per saperlo…questa tua tendenza a diventare iperattiva la sera te la porterai dietro tutta la vita?” chiede lui leggermente irritato alzando gli occhi al cielo.

“Ora ho capito tutto e non posso che esserne dispiaciuta!” sbotta lei continuando a fissare un punto del muro e disegnando strani simboli nell’aria.

“Dai, dimmi tutto” annuncia lui dopo aver sospirato, invitandola a venire a letto. Anna si siede e, una volta avvolta dalle coperte, appoggia la testa al cuscino per poi sbuffare amareggiata ed incrociare le braccia.

“La vita di Elsa e Jack si sta distruggendo e io ci sto male. Lia che ha il sonno disturbato da incubi in cui si vede rapita o si sente cadere nel vuoto o scene in cui piange disperata e non riesce a controllarsi. È piccola ma soffre già di attacchi di panico! Sono sicura…ha un disturbo d’ansia e gli attacchi di panico che sono sicuramente connessi a una situazione di instabilità. Nel frattempo Sofia finisce in ospedale per una malattia che si verifica improvvisamente per colpa di un abbassamento delle difese immunitarie. Io che assisto a quel bruttissimo litigio tra Elsa e Jack…” spiega accuratamente Anna elencando tutti i punti della sua diagnosi.

“Perché Elsa non me ne ha mai parlato?” si lamenta Kristoff, arrivato al nocciolo della questione e sentendosi in colpa per non essere stato presente abbastanza per la migliore amica.

“E nemmeno a me…che sono sua sorella. Tutto è collegato alla loro relazione che sta andando in frantumi e le bambine l’hanno compreso, arrivando a respirare negatività e angoscia a livelli estremi” commenta Anna con il cuore in mano.

“Ora la condizione di Sofia non li aiuterà. Sono sempre stati ansiosi, ma mai come ora. Non hanno mai vissuto con tranquillità, anche per quello che entrambi sappiamo” ragiona Kristoff sollevando il volto e facendo cenno di no con la testa.

“Sì, conosco mia sorella e conosco anche Jack. In tutti questi anni hanno cercato di sopravvivere, ma mai di vivere. Elsa vive costantemente nel terrore di tornare indietro ai suoi 20 anni…ma questo deve finire. Probabilmente lei pensa di poter vivere senza Jack ma non capisce che è con lui che ha costruito una vita intera. Lei ce l’ha fatta solo grazie a lui, devono rinnamorarsi” conclude poi Anna determinata, intenzionata a parlare chiaramente alla sorella che, come immagina, sta lottando contro i fantasmi del passato.
  
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