Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Europa91    19/04/2020    2 recensioni
[Erwin x Levi]
[Ken x Uri]

Anno 850
Erwin e Levi si apprestano a combattere la battaglia decisiva per riconquistare i territori di Shinganshina, mentre Kenny Ackerman e i suoi uomini si arrendono alla Legione Esplorativa.

Anno 844
Il giovane caposquadra Smith continua a inseguire il suo sogno; quando viene misteriosamente indirizzato verso la città sotterranea. Li troverà l’incarnazione delle Ali della Libertà.

Questa può sembrare la solita storia di come è nata la relazione tra Erwin e Levi e del loro amore, ma non è così; è qualcosa di molto più complesso. E se il primo l’incontro tra i due non fosse stato casuale? Se qualcuno dietro le quinte avesse scelto di manipolare gli eventi a suo piacimento? Ma chi, e soprattutto perché? Riusciranno Erwin e Levi a scoprire la verità? In un intreccio tra passato e presente ci sono misteri che devono ancora essere svelati.
[Canon Divergence]
Genere: Angst, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Erwin Smith, Kenny Ackerman, Levi Ackerman
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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9.

 

 

 

844 - Territori esterni 

 

La loro prima missione fuori dalle mura per il momento si stava rivelando un completo quanto inaspettato successo: Levi e i suoi amici quel pomeriggio erano riusciti ad abbattere un gigante e poco importava se avevano agito di testa loro. Erano rimasti tutti così sorpresi che persino il caposquadra Flagon aveva deciso di rimandare la ramanzina, li avrebbe strigliati a dovere una volta compiuta la missione, quando sarebbero tornati al Quartier Generale. Erwin ovviamente era quello più emozionato, oltre che insopportabile, continuava infatti a decantare le gesta di Levi ad ogni povero malcapitato che incrociava il suo cammino. Nessuno l’aveva mai visto così felice, sembrava quasi l’avesse ucciso lui quel gigante. Intanto il sole stava pian piano tramontando e l’intera squadra aveva deciso di passare la notte tra le rovine di un antico castello; anche se si trovavano nei territori esterni sarebbero stati al sicuro, i giganti non si muovevano di notte. Avrebbero ripreso la missione il giorno successivo. 

 

“Sai non avrei mai immaginato che saremmo riusciti a sconfiggere un gigante così facilmente” ammise Farlan sedendosi a terra; si sentiva più stanco del previsto, essere un soldato non era facile. Levi invece era stranamente pensieroso, più taciturno del solito;

 

“Si muoveva più velocemente di quanto pensassi” ammise, entrambi lo guardarono senza parole; era incredibile, non solo aveva ucciso un gigante ma non aveva battuto ciglio per tutto il combattimento; come se ammazzare titani fosse una cosa normale, come se non avesse fatto altro in vita sua. Per qualche istante Farlan pensò che Smith avesse ragione, non lo avrebbe mai ammesso nemmeno sotto tortura, ma Levi sembrava nato per volare, quelle ali erano fatte per lui; loro tre però avevano una missione da compiere, non aveva importanza cosa avrebbe deciso di fare Levi della sua vita, per ora dovevano sottostare alle richieste di Lovof.

 

“Pensi davvero che QUELLO abbia portato i documenti con sé?” Si riferiva ad Erwin, il biondo caposquadra era ormai diventato l’argomento principale delle loro conversazioni. Sia per stuzzicare Levi con la scusa delle occhiate che l’uomo sempre gratuitamente gli elargiva, sia per la loro missione; infatti sembrava tenere sempre con se i documenti di cui avevano bisogno. Farlan si era introdotto nelle sue stanze ma non aveva trovato nulla, era tutto molto sospetto, troppo, sembrava quasi che quell’uomo stesse giocando con loro.

 

Alla fine avevano elaborato un nuovo piano; Levi avrebbe montato di guardia mentre i suoi amici avrebbero cercato nuovamente quei fascicoli nelle stanze del Caposquadra. “Vedi di non combinare guai” gli aveva ripetuto Farlan poco prima; Levi sbuffò, come se facesse apposta, fosse dipeso da lui avrebbe evitato quel biondino del cazzo fino al momento in cui l’avrebbe dovuto far fuori. Tuttavia; be’ erano un paio di giorni che non riusciva a togliersi dalla mente l’ultima conversazione avuta con Smith e quando ci ripensava, sentiva crescere dentro di sé una rabbia incredibile; quella vicinanza improvvisa, quel calore sconosciuto, che cazzo aveva provato quella sera?! Si riscosse subito, che gli stava succedendo? Fantasticare su quel biondino del cazzo, doveva essere impazzito. Sentì dei passi, qualcuno si stava avvicinando. Fece appena in tempo ad avvertire i suoi amici che Erwin Smith comparve davanti a lui in carne e ossa. Non poteva scappare, cazzo, non ci voleva, era l’ultima persona che voleva avere tra i piedi in quel momento. Non aveva voglia di affrontarlo ne di vederlo.

 

“Che ci fai qui tutto solo? I tuoi uomini non sono con te?” Levi provò a fare di tutto per evitare il suo sguardo; aveva promesso a Farlan di fare il bravo, doveva trattenersi.

 

“Non sono i miei uomini” rispose seccamente guardando il pavimento

 

“Capisco” Erwin avrebbe voluto dire tante cose, parlare di ciò che era successo tra loro magari, invece finì solo per lodare le sue gesta e ripetergli quanto fosse stato perfetto nell’uccidere un gigante durante la sua prima spedizione. Si scambiarono una lunga occhiata, entrambi volevano parlare di quanto era successo QUELLA fatidica sera ma entrambi non sapevano da dove iniziare. 

 

La mente di Levi era in subbuglio, sapeva ciò che doveva fare, doveva trovare quei fottuti documenti, consegnarli a Lovof in cambio della libertà e uccidere Smith; già; aveva detto che se ne sarebbe occupato lui e l’avrebbe fatto. Erwin Smith era una SUA responsabilità, la sua missione finale. D’altro canto c’era stato l’episodio di quella sera, perché cazzo ci pensava ancora, e perché ogni volta che fissava il biondo negli occhi, come stava facendo in quel momento, il suo cuore perdeva un battito. Perché si sentiva così, in compagnia del caposquadra, che cazzo significava? Avrebbe voluto urlare o spaccare qualcosa, invece non fece nulla se non perdersi nello sguardo di Smith senza dire una parola.

 

Erwin non versava in condizioni migliori. Appena aveva visto Levi tutto solo aveva pensato fosse un’ottima occasione per continuare la loro ultima conversazione. Non che avesse problemi con Farlan e Isabel, ma quando era con loro Levi gli sembrava così diverso. Arrivato vicino al ragazzo però aveva improvvisamente perso le parole e aveva straparlato su come fosse stato bravo nel uccidere quel gigante. Ovviamente Levi aveva visto il suo sguardo ammirato e ovviamente i suoi complimenti non sarebbero serviti, tuttavia voleva insistere. Quel ragazzo era il soldato migliore che avesse mai visto, aveva un talento unico, ma soprattutto voleva volare al suo fianco; voleva conoscerlo, scoprire cosa si nascondeva dietro quell’atteggiamento così distaccato e insofferente agli ordini. Levi lo attraeva come una calamita, lo attraeva come nessuno prima di allora aveva mai fatto. Sentiva ancora il calore del suo respiro; si era nuovamente incantato, si stavano fissando da parecchi minuti, non lo sapeva, aveva perso ogni cognizione del tempo, vedeva solo il ghiaccio degli occhi di Levi, ed era tutto ciò che gli interessava in quel momento.

 

“Fratelloneee scusa se ci ho messo tanto, ho finito di cambiarmi” ancora una volta Isabel li aveva interrotti. Erwin non poté fare altro che osservare i due allontanarsi. Si passò stancamente una mano sul viso, non capiva nemmeno lui cosa era appena successo; per la prima volta si rese conto di provare qualcosa per Levi, qualcosa che andava oltre l’ammirazione e il lavoro, qualcosa che in quel momento non riusciva ancora a comprendere o definire.

 

 

 

 

 

850 - Residenza Estiva della famiglia Reiss - 4 giorni dopo la battaglia di Shinganshina 

 

Quando Levi aprì gli occhi ci mise qualche secondo a capire dove si trovata, era in un letto, in una stanza che non conosceva, aveva un leggero cerchio alla testa ma per il resto sembrava stare bene, non aveva tagli o ferite. Si alzò a fatica e raggiunse l’unica finestra presente; il sole era già alto, probabilmente era da poco passato mezzogiorno, non riconosceva nulla di quel paesaggio, non riusciva a capire dove fosse finito; sentì il rumore di passi, così tornò sotto le coperte, in quel momento la porta della stanza si aprì; sulla soglia comparve un uomo, non era molto alto, anzi sembrava essere più basso dello stesso Levi, aveva i capelli biondi e due occhi grandi di un azzurro chiaro, gli sorrise;

 

“Vedo che ti sei svegliato, allora come stai?” Chiese dolcemente 

 

“Non male, dove mi trovo? Tu chi diavolo sei?”

 

“Ti ho trovato svenuto a terra nel bosco, hai rischiato l’ipotermia, cosa ci facevi li da solo in piena notte?” Levi storse il naso prima di cambiare atteggiamento;

 

“Qui le domande le faccio io, te lo ripeto dove cazzo siamo?”

 

“Vicino a Wall Rose, se vuoi recarti al quartier generale della Legione Esplorativa sarai lì in meno di due ore” disse l’uomo entrando nella stanza per poi dirigersi verso la finestra ed aprirla, entrò una leggera brezza; non sembrò minimamente toccato dal tono o dai modi di Levi

 

“Come fai a sapere che appartengo alla Legione Esplorativa?” L’uomo si voltò e si limitò ad indicare una sedia poco distante.

 

“Quando ti ho trovato avevi indosso quel mantello, ho semplicemente riconosciuto lo stemma” Levi si sentì uno stupido

 

“È vero che avete riconquistato i territori di Wall Maria?” Chiese d’un tratto il suo misterioso salvatore. Il capitano lo guardò malissimo, riprendendo il suo atteggiamento scontroso 

 

“Non sono affari tuoi, se vuoi qualche notizia leggi i giornali. Ti ringrazio per l’aiuto ma ora devo proprio andare, mi staranno cercando” disse provando nuovamente ad alzarsi dal letto, ma un lieve capogiro lo fece barcollare. L’uomo gli fu subito accanto per sorreggerlo, quando si toccarono per Levi fu come prendere la scossa, si ritrasse di colpo,

 

“Tu chi cazzo sei?” Chiese improvvisamente spaventato fissandolo con astio e cercando il pugnale che solitamente teneva sempre nascosto alla cintura. L’altro sospirò prima di allontanarsi;

 

“Se cerchi il tuo coltello l’ho preso io, è laggiù vicino al mantello e gli stivali, insieme al resto delle tue cose. Santo cielo, possibile che non si possa mai avere una conversazione civile con voi Ackerman?!” Levi lo guardò senza parole.

 

“Allora cosa hai visto?” Chiese poi il biondo alzando gli occhi al cielo vedendo che non stava ricevendo alcuna risposta dall’altro.

 

“Ho rivisto cosa è successo realmente ieri sera, perché prima non me lo ricordavo? Che cazzo mi hai fatto, mi hai drogato? Si può sapere chi diavolo sei?” L’uomo si sedette sul letto accanto a lui;

 

“Sapevo che la manipolazione dei ricordi non avrebbe funzionato con te, sei un Ackerman dopotutto, anche se lo sei solo per metà” disse sempre sorridendo aggiustandosi una ciocca ribelle di capelli dietro l’orecchio, per un attimo a Levi quel gesto parve così familiare;

 

“Senti, basta stronzate su mio padre, i miei genitori o quello che è, voglio solo capire che cazzo sta succedendo qui e cosa state tramando tu e quel bastardo di Kenny” Uri non si mosse, si limitò a guardarlo negli occhi.

 

“Tu non sai chi sono, non sai la mia storia né quella di Kenny, non sai ancora nulla; se fossi andato da tuo padre come ti aveva suggerito ci saremo evitati questa spiacevole conversazione” 

 

“Non puoi raccontarmi tutto tu?” Il biondo scoppiò a ridere

 

“È giusto che sia Kenny a dirti tutto, appena ti sarai ripreso andremo da lui insieme” 

 

“Cosa ti fa pensare che accetterò tutto questo? Potrei anche decidere farti fuori una volta ripreso!” Uri non smise per un attimo di sorridere anche se assunse un atteggiamento di sfida;

 

“Sono più forte di te Levi, ti ho messo al tappeto ieri sera e anche se per poco posso usare la mia manipolazione dei ricordi su di te, ti conviene fare il bravo bambino” il capitano si sentì per la prima volta dopo tanto tempo con le spalle al muro. Che situazione di merda. Il misterioso amico di Kenny si stava rivelando pericoloso come lui, se non di più, decise di stare al gioco, ma alle sue regole:

 

“Ok, farò quello che vuoi ma ad una condizione” propose. Il biondo sorrise

 

“Va bene, il capitano Erwin Smith verrà con noi, è giusto che anche lui conosca la verità” Levi restò nuovamente senza parole.

 

“Volevi chiedermi di lui no?” Annuì ancora incredulo, poi si voltò verso la finestra. Restarono per qualche minuto in silenzio.

 

“Sono già stato qui vero?” Chiese improvvisamente il capitano.

 

“Già, tanti anni fa” confermò Uri.

 

“È stato Kenny a portarmi qui?”

 

“Lui era riluttante, l’ho convinto io, erano i primi mesi dell’anno, fuori c’era la neve, così eravamo isolati dal resto del mondo, mi piaceva, d’inverno questo posto ha qualcosa di magico. Ma Kenny continuava a ripetere che saremmo morti congelati, senza cibo e a inventare altri mille scenari apocalittici, penso si sia troppo abituato alle comodità della capitale per tornare ad apprezzare l’ambiente rurale” Levi lo fissava, pesava ogni parola che usciva dalla sua bocca in cerca di informazioni utili; gli venne uno strano dubbio:

 

“Io ho sempre vissuto nella città sotterranea? Sono nato lì?” Uri tornò a sorridere malinconico senza staccare gli occhi dal paesaggio.

 

“Era una mattina d’inverno, aveva nevicato la sera prima, anzi c’era stata una vera e propria bufera di neve. Quando sei nato era appena sorto il sole, è stata una delle prime cose che hai visto, l’alba; hai vissuto nella città sotterranea solo dai 6 anni, quando Kenny si era messo in testa d’insegnarti tutto ciò che sapeva perché ormai eri diventato grande!” l’ex sovrano dell’umanità sorrideva ancora perso nei ricordi; il capitano Levi invece era tornato ad osservare il paesaggio;

 

“Quante volte hai manipolato i miei ricordi?”

 

“Le volte che si è reso necessario, ma come hai visto tu stesso poco fa basta un niente perché tu li riacquisti” 

 

“Potresti farmi ricordare ogni cosa?”

 

“Un giorno Levi, te lo prometto; ora però i tempi non sono ancora maturi, abbi fiducia, un giorno saprai ogni cosa” era la promessa più sincera che in quel momento poteva fargli.

 

 

 

Stesso giorno - Mitras

 

“Si può sapere cosa stiamo cercando Erwin?” Chiese Hanji sommersa da una pila di libri. Quando il comandante era tornato dalla sua visita alle prigioni aveva richiamato all’ordine la caposquadra ed i ragazzi della squadra di Levi; ed era partito alla volta della capitale. Non aveva fornito molte spiegazioni ma la donna aveva intuito centrasse con la misteriosa scomparsa del capitano Levi.

 

“Un nome Hanji te l’ho già detto. Uri Reiss, dobbiamo trovare informazioni su quest’uomo. Per questo motivo ho mandato i ragazzi dalla Regina Historia, questo Uri potrebbe essere un suo familiare magari ricorda qualcosa”

 

“Erwin a quella ragazza hanno fatto il lavaggio del cervello. Hai sentito cosa ha raccontato, le hanno modificato i ricordi con il potere del gigante progenitore. Ed è stata la sua stessa sorella a farlo!”

 

“Gli uomini reagiscono sempre in maniera imprevedibile per proteggere chi amano” ammise il comandante.

 

“È per questo che lo stiamo facendo? Per proteggere Levi?” L’uomo la guardò confuso;

 

“Non serve Erwin, non ho bisogno di inutili spiegazioni, se è per il bene di Levi controllerò volumi per tutta la notte se necessario” disse prendendo un tomo enorme dallo scaffale. Smith le sorrise grato.

 

 

  
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