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Autore: Nao Yoshikawa    21/04/2020    7 recensioni
Raccolta di flashfic/oneshot spin-off de “L’effetto farfalla” costituito da momenti dolci/teneri/divertenti.
1 {Notte insonne} Una volta l’uno, si erano detti. Ma era più facile a dirsi che a farsi.
2 {Primo bagno} «Hai mai fatto un bagno ad un neonato?»
3 {Coliche} «Angelo, ma perché stai piangendo anche tu?!»
4 {Un semplice trucco} «Ma che schifo! Che roba è? Angelo, vuoi avvelenarla per caso?»
5 {Somebody to love} «Ora basta, non ce la faccio più con questa melodia infernale»
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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17 – Imbarazzo
 
Quando la passione arrivava c’era poco da fare. Ma con El sempre in giro per casa non era facile ritagliarsi qualche momento intimo, eccetto la notte. Concentrare tutte le voglie e i desideri solo in quel lasso di tempo era difficile, certe cose non si comandavano affatto.
Per questo ogni occasione buona era giusta per approfittarne.
«Crowley, sicuro che sia saggio?»
Aziraphale si era ritrovato schiacciato contro il divano e con le labbra di Crowley incollate alle proprie.
Era sempre così impaziente.
«Certamente. El è fuori che gioca, ho fatto in modo che non possa entrare…» soffiò sul suo collo.
«Ma Crowley, potrebbe avere bisogno di qualcosa…» ansimò, già sensibile, aggrappandosi ai suoi vestiti.
«El è per metà demone e per metà angelo, se la caverà per qualche minuto. O per qualche ora. Ti prego, voglio farlo in un posto che non sia il nostro letto.»
Il demone non aveva tutti i corti. Essere relegati nella propria camera, solo la notte (e nemmeno sempre, considerando che El voleva spesso dormire con loro), era sfiancante.
«V-va bene. Ma facciamo piano.»
«Questo non devi dirlo a me, sei tu quello rumoroso» e dicendo ciò morse la pelle sensibile del suo collo.
 
C’era però una cosa di cui si erano momentaneamente scordati – forse accecati dagli ormoni -, ovvero che El poteva fare qualsiasi cosa. Se Crowley la chiudeva fuori, lei poteva aprire tutte le porte e le finestre e fu ciò che esattamente fece, dato che non aveva gradito l’essere chiusa fuori.
Aprì pian piano la porta.
«Papà, io ho fame. Ma dove siete? Perché vi nascondete?»
Si avvicinò al soggiorno e rimase immobile, non comprendendo appieno ciò che stava accadendo davanti ai suoi occhi.
«Ma che fate?»
Crowley si immobilizzò, tappando la bocca ad Aziraphale che piegato sotto di lui si era lasciato andare ai gemiti. Fece per protestare ma quando sollevò gli occhi si era reso conto della terribile verità: c’era El lì!
Per fortuna lui e Crowley avevano avuto l’accortezza di tenere addosso metà dei vestiti e risparmiare ad una povera bimba quello spettacolo indecoroso.
«El!» gridò, rosso in viso, ancora ansante e stanco.
«Ah, ecco dov’eravate! Io ho fame ma… cosa state facendo?» domandò curiosa nel vederli in quella posizione così strana.
Crowley si trovava ancora dentro Aziraphale – e tra l’altro ci era mancato così poco affinché giungesse alla sua massima soddisfazione, ma inevitabilmente tutto era sparito.
«Noi stiamo… stiamo… che stiamo facendo?!» esclamò, preda del più totale imbarazzo.
«Amh… è un gioco. Sì, un gioco nuovo!» rispose prontamente Aziraphale, con la prima idea che gli era venuta in mente. El li guardò.
«Ah sì? E posso giocare anche io?»
«NO!» esclamò il demone. Per Satana, che situazione disagiante. «Anzi, sì. Puoi girarti un attimo e chiudere gli occhi? Fa parte del gioco!»
El non protestò troppo, quindi si voltò, dando tempo a quei due di ricomporsi e tornare presentabili.
Aziraphale guardò Crowley con un’espressione che voleva chiaramente dire “Dopo facciamo i conti”. Quando El si voltò di nuovo, gonfiò le guance.
«Ma non è giusto, il gioco è già finito?»
«Già, purtroppo sì», si lamentò Crowley, insoddisfatto. Aziraphale si portò una mano sul viso, sperando di essere tornato almeno ad un colorito più normale.
«Avevi fame, vero?»
«Sì! Mi avete chiuso fuori. Ma a questo gioco cosa si vince?» chiese la bambina. Crowley allora si alzò, sorridendo malizioso verso il suo angelo. Sicuramente non si sarebbe accontentato così. Senza dire una parola si allontanò, salendo in camera da letto, con un’espressione che diceva tutto.
«Amh… si vince… si vincono tante cose belle», maledetto, era chiaro che gli sarebbe andato dietro. «Ma… ma non è ancora finito! C’è una cosa importante che devi fare. Devi rimanere qui e non muoverti per nessun motivo al mondo, capito? Altrimenti perdi!»
El sorrise, annuendo.
«Ma posso mangiare un toast?»
«Sì, ma rimani qui… rimani…» Aziraphale indietreggiò, impaziente di raggiungere Crowley. «Mi raccomando!»
E dicendo ciò sparì.
 
Nota dell’autrice
Beh che dire, spettacolo indecoroso sicuramente non per noi. Aziraphale e Crowley dovranno fare attenzione la prossima volta, El non ha capito, ma magari alla seconda volta potrebbe già sapere. E insomma, beccare i propri genitori fare certe cose non deve essere esattamente edificante, ma Crowley è sportivo e non si lascia abbattere (gli ormoni, accecano tutti)
   
 
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