Anime & Manga > Violet Evergarden
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Autore: The Bride of Habaek    21/04/2020    0 recensioni
Tre fiammiferi accesi uno per uno nella notte
Il primo per vederti tutto il viso
Il secondo per vederti gli occhi
L’ultimo per vedere la tua bocca
E tutto il buio per ricordarmi queste cose
Mentre ti stringo fra le braccia.
- Jacques Prévert, “Tre fiammiferi accesi” -
Genere: Drammatico, Guerra, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cattleya Baudelaire, Claudia Hodgins, Dietfried Bougainvillea, Gilbert Bougainvillea, Violet Evergarden
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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With you
Chi ha il cuore puro, ha tutte le acque purificatrici del Gange a casa sua.
(Proverbio indiano)

Racconta Gilbert
"Vorrei tanto fare un bagno."
Afferma Violet un po' sotto tono.
"Nessun problema, sei sicura di star bene adesso?"
"Si ovviamente ma... Gilbert!!"
La sollevo prendendola di peso e lei non se l'aspettava minimamente, ora mi guarda come se fossi impazzito.
"Anch'io ho avuto la tua stessa idea."
Le dico posandola a terra.
"Sei terribile."
Mi rinfaccia Violet seppur in tono sarcastico.
"Grazie, anche se non batterò mai la mia dolce metà."
Aggiungo subito dopo per non dargliela vinta.
Sembrava solo ieri quando l'aiutai per la prima volta a lavarsi, lei era solo un'orfana all'epoca ed io un giovane soldato a cui si era rimpicciolito il cuore vedendola in tali sgradevoli condizioni. Era ricoperta di fango dalla testa ai piedi abbandonata a sé stessa in uno squallido vicolo nella periferia di Leiden, ho impiegato diverso tempo prima di riuscire a scorgere la sua pelle bella e delicata così come riesco a vederla adesso, in tutto il suo splendore. Ormai siamo abbastanza grandi e vaccinati per affrontare ogni difficoltà con il giusto spirito, sono passati anni dall'ultima volta in cui mi sono dovuto piegare in due incapace di porre fine alle sue sofferenze. Adesso sono pronto, sarò in grado di curare ogni sua ferita e a mostrarle le mie cicatrici, senza alcuna vergogna. Riempio la vasca d'acqua calda, la cospargo di sapone ed oli profumati posando una candela accesa sul suo bordo. Afferro Violet per posarla al suo interno mentre le sfilo di dosso i vestiti con una tale rapidità tanto da lasciarla a bocca asciutta. Lei si abbandona alle mie cure come ai vecchi tempi e finalmente si rilassa in acqua socchiudendo gli occhi. Ne approfitto per raggiungerla e in pochi secondi, come un fulmine a ciel sereno, sono dentro anch'io sfacciatamente audace e privo della mia divisa.
"Cosa fai?"
"Ho pensato che potrei darti una mano visto che sei ancora in convalescenza."
Mi giustifico.
"MmMm... va bene, se lo dici tu."
Commenta Violet arrossendo copiosamente.
A quel punto afferro la spugna ed inizio ad insaponarle per bene la schiena e i suoi lunghi capelli dorati, risciacquo con parsimonia chiedendole di portare pazienza mentre ne approfitto per coccolarla un po'.
"Raccontami del fronte, non mi hai detto molto quando sei rientrato."
Dice Violet voltandosi verso di me.
"Ne sei proprio sicura?"
"Certo. C'è qualcosa che ti turba o che non vuoi dirmi?"
"No, nulla di tutto ciò. Solo che ho visto cose terribili lì giù, non so se valga la pena raccontarle."
"M'interessa saperlo, voglio rendermi partecipe. Tutto ciò che ti riguarda è in parte anche affar mio."
"D'accordo, te lo racconterò solo se mi prometti di affidarti alle mie mani."
"Mi sembra un buon compromesso."
Afferma posando la testa contro il mio petto.
"Il tempo in quel posto dimenticato da Dio è molto diverso rispetto alla nostra Leiden. La Siberia è un luogo terribilmente freddo e più che lottare contro il nemico ci è sembrato di dover cercare di sopravvivere alle basse temperature e ai dolori reumatici che ne sono conseguiti. Mentre ero lì ne ho approfittato per setacciare un po' la zona, Dietfried è venuto con me per un escursione e dopo un lungo peregrinare abbiamo trovato una grotta."
Violet mi ascolta incantata, è talmente presa dalla mia storia da dimenticare il fatto che siamo nudi in questa minuscola vasca e che l'unico modo per entrarci entrambi è stato farla accomodare fra le mie gambe.
"Ti prego continua, mi piace ascoltarti."
Le avvolgo la vita con le braccia incrociando le dita all'altezza del suo ventre, dopodiché continuo il mio racconto.
"In quella grotta umida e fangosa c'era il cadavere di un uomo, poteva avere circa la mia età. Il suo corpo di soldato semplice era ammassato contro una parete rocciosa, conservato da quel clima estremo ed ostile, mantenuto intatto come per un sortilegio. Frugando in un taschino della sua uniforme abbiamo trovato una molotov, un pacco di sigarette ed una lettera malconcia, ho preso quest'ultima con me contrastando il volere di mio fratello che avrebbe preferito che l'avessi lasciata dove l'ho trovata ma qualcosa dentro di me mi ha suggerito di non dargli ascolto, così l'ho aperta per vedere quale fosse il suo contenuto."
"Cosa c'era scritto al suo interno?"
Mi chiede Violet accarezzando con delicatezza la superficie della mia pelle.
"Era una lettera d'amore, quell'uomo molto probabilmente l'aveva scritta prima di morire. Non sono riuscito a decifrarla letteralmente perché alcuni caratteri erano trasfigurati dal tempo, ma sono comunque riuscito a comprendere il succo del discorso."

Mia amata Jane,
Vorrei dirti che va tutto bene ma purtroppo non è così. Sono rimasto bloccato in questo posto nel bel mezzo del nulla e per di più sono stato gravemente ferito da un nemico molto astuto. Se non dovessi farcela spero che almeno ti venga recapitato questo mio ultimo manoscritto. Vorrei dirti che ti amo ma so che renderei solo più atroce questo nostro addio, perciò ti chiedo di dimenticarmi, di continuare a vivere anche se so che non sarà facile. Devi lottare con tutte le tue forze per poter realizzare ciò in cui realmente credi, purtroppo il mio viaggio ha imboccato la strada del non ritorno.
Addio per sempre,
Eric

"Povero ragazzo, forse sarei riuscito a salvarlo se fossimo giunti in tempo."
"Gilbert non potevi farci niente, sarebbe morto comunque lo sai."
Afferma Violet sfiorandomi il viso con le mani ancora bagnate.
"Lo so, ma non riesco a togliermi quell'immagine dalla testa."
"La lettera che fine ha fatto?"
"L'ho consegnata ad Hodgins al centro postale chiedendogli di recapitarla a quella donna."
"Sono fiera di te. Hai  fatto la cosa giusta."
Afferma soddisfatta.
"Lo spero Violet, sai ho pensato che una cosa simile potrebbe accadere a chiunque, intendo di noi soldati. Non me la sono sentita di lasciar lì a marcire le sue ultime volontà, se fosse capitata a me una simile tragedia avrei sperato che qualcuno avesse fatto lo stesso."
Concludo in tono solenne.
"Hai un cuore grande, è uno dei motivi per cui sono così legata a te."
"Ti ringrazio tesoro."
I nostri sguardi comunicano fra loro mentre sciolgo le mani dai suoi fianchi per concentrarle altrove.
"E adesso, vediamo se soffri il solletico!"
Inizio a stuzzicarla solleticandole svariate parti del corpo tanto che Violet esplode in una risata contagiosa.
"Dai smettila!"
Mi incita lei lacrimando dalla gioia.
"Va bene, come desideri Principessa."
Mi fermo di punto in bianco e Violet ne approfitta per circondarmi la nuca con le braccia sedendosi sulle ginocchia.
"Sei un uomo imprevedibile lo sai?"
"Quella storia mi stava intristendo, volevo distogliere la mente da quel pensiero."
"Già che ci sono penso di avere qualcosa per te."
La sua bocca carnosa si posa sulla mia e in un istante ogni sofferenza pregressa sopisce per lasciare spazio a queste nuove sensazioni. Ci baciamo a lungo senza mai averne abbastanza l'uno dell'altra e nella mia mente inizio a fantasticare generando un utopia, un futuro sereno e prosperoso insieme alla donna che amo con i nostri figli liberi e spensierati che corrono su e giù per la casa. Un futuro in cui non aver più paura perché l'amore ha sconfitto la morte, un domani che sappia solo di noi. Non voglio lasciarla per nessun motivo al mondo, nemmeno la guerra potrà impedirmi di ritornare da lei.
"Gilbert che cos'hai?"
Mi domanda vedendo alcune rare lacrime rigare il mio viso.
"Non è niente, non preoccuparti."
"Puoi dirmelo se vuoi."
"Stavo pensando a noi, ai nostri bambini e mi sono commosso. E' un tale miracolo, solo Dio è stato capace di creare tutto questo."
"Hai ragione, presto saremo in quattro ancora fatico a crederci."
"Dovresti invece."
Perché è reale e non mera utopia. Aggiungo aiutandola ad asciugarsi passandole l'accappatoio ma Violet mi afferra per cingermi la vita.
"Colonnello Bougainvillea!"
Esclama con sarcasmo come se fosse ancora una recluta.
"Sei tu il vero comandante qui."
La incalzo mentre indosso l'accappatoio.
"Dici sul serio?"
"Certo, sei la Padrona di casa nonché la madre dei miei figli. Hai il comando assoluto."
Sentenzio mentre lei si sistema i capelli dinanzi lo specchio.
"Come siamo accomodanti oggi."
"Attenta a non farci l'abitudine cara."
"Comandi!"
Rincara Violet facendo un cenno militaresco. Dopodiché scoppio a ridere anch'io e tutta la tensione accumulata nei giorni precedenti si discioglie colando via come l'acqua che prima era nella vasca.

   
 
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