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Autore: ShannaInLuv    22/04/2020    1 recensioni
Sarada Uchiha ha quindici anni, è una kunoichi ed è la figlia di Sakura e Sasuke, ma è, prima di tutto : un'adolescente, alle prese con amici anormali, e famiglia altrettando anormale.
"Credo fermamente nel Karma. E non lo dico soltanto per fare bella figura, insomma, la possibilità che tutto giri intono a uno scopo, a una causa effetto, è piuttosto plausibile e anche abbastanza sensato, insomma, è naturale che uno agisca sulle proprie scelte tutto in circolo a questa causa-effetto, dare per ricevere.
Come in uno scambio equo: fare cose giuste, del bene, per riceverne altre altrettanto giuste.
Ed è per questo che penso che io in un altra vita sia stata un essere abominevole e malvagio, oppure una seguace di Kaguya, oppure i miei genitori avevano commesso troppi crimini prima di avere me e quindi hanno deciso di scaricarmi addosso un karma negativo.
[Post-Boruto!] [SaraBoru]
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Boruto Uzumaki, Inojin Yamanaka, Sarada Uchiha | Coppie: Hinata/Naruto, Sai/Ino, Sasuke/Sakura, Shikamaru/Temari
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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4. 

Di classifiche imbarazzanti e accoglienze non troppo calorose...

 

Dopo la quarta guerra ninja, i rapporti tra villaggi erano quasi migliorati - c'erano stati di nuovo dei piccoli conflitti interni, ma nulla di irreversibili - anche perchè, ormai, tutti i Kage avevano preso in simpatia Naruto Uzumaki, l'attuale Hokage.

Alcuni di loro erano talmente amici, che viaggiavano spesso da un paese all'altro, nello specifico: Sabaku no Gaara. Quest'ultimo, quando i suoi impegni lo permettevano, zompettava dal paese del Vento a quello del Fuoco; in primiss perchè la sua adorata sorella ormai abitava lì - Temari si era trasferita circa quattro anni dopo la Quarta Guerra Ninja, quando lei e Shikamaru Nara avevano ufficializzato le cose - , e poi perchè Gaara provava una sorta di ammirazione nei confronti dell'attuale Hokage, come una sorta di amicizia incondizionata.

Quando Gaara andava a Konoha, questo veniva trattato come se fosse di casa e non mancava mai una cena tutti insieme riuniti. Le persone del villaggio, poi, amavano Gaara e lo ammiravano. Insomma, c'era sempre una sorta di gentilezza verso lo stranero.

In sostanza, quello che pensavo io non era un'accoglienza di totale adorazione - per carità, no - ma almeno un po' di gentilezza. Insomma, avrebbero fatto come noi e ci avrebbero permesso di sentirci a casa, no?

Sbagliato.


*** 
 

Il viaggio tra Konoha e Suna durò poco più d un giorno: grazie alle tecnologie avanzate - e alle ferrovie - il viaggio non durava più i quattro famosi giorni di marcia: ma solo uno e mezzo, a passo lento.

Ringraziai quella tecnologia, perchè passare quattro giorni interi, a stretto contatto con tutti quegli idioti che bisticciavano sarebbero stati troppo per mettere a dura prova la mia enorme pazienza.

Ovviamente, quattro giorni solo con Inojin li avrei accettati di buon grado.

«Sarada, lo sapevi che Suna significa "villaggio nascosto dalla Sabbia" ? » parlò Mitsuki, elencando l'ennesima  curiosità su Suna, leggendo la guida turistica che aveva comprato chissà dove.

«Ed è anche un paese piuttosto povero... »

«Mistuki-san! Non discriminare! » intervenne Denki, balbettando.

« Ah, e poi pare che la popolazione maschile di Suna sia al terzo posto nella classifica dei peni più grossi

Cos...?

Ci fu un silenzio generale. Arrossì vistosamente, dando uno scappellotto alla nuca del mio compagno di team. Mannaggia a Mitsuki e le sue curiosità del cavolo, pensai. E poi, davvero c'era scritta una cosa del genere su una guida turistica?

Iwabe scoppiò a ridere. «Ma dai, c'è davvero una cosa del genere? E' al primo posto chi c'è, eh? » incalzò, avvicinandosi a Mitsuki e alla sua "guida". Roteai gli occhi al cieli.

«I-Iwabe-kun... » balbettò Sumire, più rossa di me in viso. Sembrava stesse andando in iperventilazione e la sua mano che creava vento sulla faccia color peperone non sembrava sortire grandi effetti. «A-andiamo... non s-si dicono que-queste cose... »

Chouchou, che era rimasta in silenzio, scartando il settimo pacchetto di patine - quelle alle spezie - della giornata e infilandosene una manata in bocca, aveva scrollato le spalle. «Allora posso fare un pensierino  sui maschietti di Suna! »

«Chouchou! » gridai, dando una spallata alla mia amica. Ma insomma, che discorsi erano? Noi stavamo andando a Suna per partecipare ai Giochi, un festival sportivo che si celebra ogni anno per festeggiare la ricostruzione di Suna. I giochi sarebbero durati tre giorni, e il resto del tempo lo avrebbero passato facendo da turisti e, l'ultimo giorno, sarebbe stata prevista una cerimonia.

Quindi, non c'erano spazio per quelle cose lì, insomma!

«Mitsuki, dacci un taglio.» borbottò Boruto, che fino ad ora aveva sempre camminato in fondo al gruppo, in silenzio - stranamente. Passò oltre Chouchou e me, con le braccia incrociate dietro la schiena, mi scoccò un'occhiata e poi proseguì dritto.

«Siamo arrivati! » strillò Shikadai dalla testa del gruppo.

Aumentai il passo, così come fecero gli altri, e presto ci ritrovammo davanti alle porte di Suna. Nonostante la sabbia mi entrasse nelle scarpe - ed era un po' fastidiosa, nonchè troppo calda - trovavo Suna bellissima: sembrava qualche sorta di città medievale, ai miei occhi. I palazzi erano costruititi tutti in cerchio, formando una pianta della città circolare - sembrava un labirinto - e notò che intorno agli edifici stessi c'era della sabbia.

«E' bellissima... » sussurrai, lasciando che i miei pensieri si trasformassero in parole.

Sentii qualcuno affiancarmi. «Sì, lo è. » mormorò Inojin e, quando mi voltai, mi sorrise dolcemente. Il mio cuore perse un battito mentre ricambiai il sorriso, arrossendo lievemente.

Sembrava un momento perfetto, un piccolo momento condiviso tra me e Ino-

Finchè qualcuno  non mi venne addosso, mettendo ancora più distanza tra Inojin Yamanaka e me - le nostre spalle si toccavano! -. « Oh, scusate,» bofonchiò quell'idiota di Boruto. Dall'occhiata che mi rivolse poi, serafica, immaginai che lo aveva fatto apposta. E poi un sorrisetto maligno era comparso sulle labbra dell'Uzumaki. «Ho interrotto qualcosa? »

Gli lanciai un'occhiataccia. «Figurati. Non ti reggi nemmeno sulle tue gambe, Boruto-baka? » lo rimbecchiai.

«Ah, taci Sarada! Vedrai come arriverò primo al festival! »

«Boruto, il festival è una gara a squadre. » borbottò annoiato Shikadai, intromettentosi leggermente stizzito nella conversazione - questo perchè, ancora una volta, Boruto Uzumaki non lo aveva minimamente ascoltato mentre blaterava istruzioni sui Giochi.

«Ah, davvero? E da quando? »

«Ehm, è sempre stato così, Boruto-kun. » mormorò Sumire.

« Io e la mia squadra vinceremo, allora!»  sbottò Boruto, alzando un pugno al cielo, sorridendo sornione. Da dove era saltato fuori questo entusiasmo proprio non lo sapevo. Gli stavo appunto dicendo che io e lui eravamo nello stesso team, purtroppo, e che quindi la sfida che mi aveva lanciato non reggeva. Di certo, io non avrei perso per fare un dispetto a lui.

Una voce, però, mi precedette. «La gara a squadre è mista. Qui a Suna non valgono i vostri team, Konohagakure. » Mi voltai verso quella misteriosa voce e lo riconobbi subito: Sabaku no Shinki.

I suoi capelli scuri erano tirati in su come anni prima, durante gli esami Chuunnin; il viso apatico e apparentemente rilassato e, sopra di esso, il coprifronte di Suna che spiccava. Il volto era dipinto come al solito. Indosso aveva la classica uniforme shinobi informale del Villaggio della Sabbia. accanto a lui c'erano i due compagni di team: la bionda - che scoccava occhiatacce a un solo membro di quella combriccola, ovvero Shikadai - di nome Yodo. E il ragazzo con la maschera, Araya.

Tornando a guardare il figlio del Kazekage, vidi le sue labbra contorcersi in una lieve smorfia, e poi le sopracciglia aggrottarsi mentre li scrutava uno ad uno. «Io vi odio. »                 

Di certo non era quello che mi aspettavo. Certo, non eravamo mai stati grandi amici con Shinki - non che lo vedessimo granchè, era sempre in missione quando Gaara si recava a Konoha - ma addirittura dire di odiarci... beh, la reazione fu più o meno generale: ci immobilizzammo immediatamente sul posto, restando senza parole.

Che accoglienda calorosa...

Personalmente, Shinki mi aveva sempre dato i brividi: era strano, un po' come Mistuki - forse di più - ma al contrario del mio compagno di team, il ragazzo della sabbia era sempre taciturno ed era raro che intraprendesse una conversazione. Anche quando gli rivolgevi una domanda, si limitava a sfoggiare blande risposte.

Tuttavia, l'unico - come al solito - ad ignorare le parole di Shinki fu Boruto: avanzò d'un passo, avvicinandosi al team e porgendo al ragazzo la mano. «Ehilà, Shinki, quanto tempo, come va? »

Che idiota.

Dalle labbra di Shinki uscì un solo sibilo di stizza, prima di girare e prendere a camminare verso la strada principale della città, seguito a ruota da Araya. Yodo, invece, posizionò le mani sui fianchì e scoccò la lingua sul palato: «Il Kazekage ci ha chiesto di farvi da guida, imbecilli. E non vi lasceremo soli nemmeno un secondo. Consideratevi in gabbia. » minacciò, scoccando un ultima, gelida, occhiata a Shikadai Nara - giurai di vederlo sudare - e girando i tacchi anche lei.

«Muovetevi. » incalzò Yoda.

Sarada sospirò. Sarà stata una lunghissima settimana.

AngolinoAutrice(?)
Capitolo un po' cortino e di passaggio, ma introduce tre nuovi personaggi. Personalmente amo Shinki - anche se mi sono fermata abbastanza presto con l'anime di Boruto e non ho ancora ripreso, quindi personatemi se i personaggi non sono abbastanza IC -.
E, niente, un'altro personaggio che amo è Iwabi - e la IwabixSumire-, e le uscite di Mitsuki.... mi sto davvero sbizzarendo con questa fanfiction xD
Ad ogni modo, ringrazio chi segue, legge, recensice e così via. GRAZIE!
Al prossimo capitollo,

Shanna.

   
 
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