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Autore: ShannaInLuv    23/04/2020    2 recensioni
Son passati sei anni da quando Bakugou Katsuki è partito, improvvisamente. Sei anni che nessuno lo vede, lo sente... si hanno sue notizie solo attraverso le imprese eroiche del telegiornale. Eppure, nonostante tutto, Bakugou è tornato: la notizia dell'incidente mortale di Red Riot è arrivata fino all'America. Ma non è solo per quello: alcuni fantasmi del passato andavano eliminati.
( Dal prologo)
«Come stai?»
Come aveva immaginato, Bakugou sbuffò, ringhiando tra i denti. Voltò il capo, guardando la pigra pioggia che cadeva sui marciapiedi, fuori dal bar.
«Non fare domande del cazzo. Cosa vuoi, Todoroki?»
«Il matrimonio di Midoriya e Uraraka.»
TodoMomo| IzuOcha Kacchako | altre possibili ship.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou, Momo Yaoyorozu, Ochako Uraraka, Shouto Todoroki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'That's the way cookie crumble.'
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Don't you know I'm not your ghost anymore
Who do you think you are?

Runnin' 'round leaving scars
Collecting your jar of hearts

And tearing love apart.
( Jar of Hearts - Christina Perri)

 


5. I'm not your ghost anymore.
 


Tokyo,4 Aprile; Ospedale degli eroi.

 

«Allora,Yaomomo, com'è andato l'appuntamento?»

Momo sollevò gli occhi verso Ochaco, imbarazzata, mentre camminavano fianco a fianco per i corridoi dell'ospedale. Arrossì ripensando alla sera precedente. «Uhm,bene-» iniziò ma Ochaco la bloccò:

«Yaomomo la redarguì, cantilenando, come se sapesse che l'amica stesse mentendo.
 

Momo sospirò: non era andata male, dopotutto. Lei ed Inasa erano vecchi amici, perciò non c'era stato nessun imbarazzo durante la serata. Avevano riso, chiacchierato e si erano presi in giro, fino a che ,  ad un certo punto, Inasa Yoarashi le aveva afferrato la mano. «E' bello averti rivisto dopo così  tanto tempo e dio se sei diventata ancora più bella.» aveva esclamato, arrossendo leggermente.

Momo, invece, era diventata paonazza: Inasa era tutto quello che le ragazze avrebbero voluto -sfrontato, passionale, bello, alto e di buonafamiglia - , ma non lei. Lei...

Aveva sfilato la mano gentilmente da Inasa e lo aveva ringraziato, cercando di far cadere l'argomento. Ma no, lui aveva continuato: «Vorrei chiederti una possibilità Momo-san.»
 

Un rantolo le sfuggì dalla bocca, scacciando i ricordi della sera prima. «Inasa è gentile, bello e altre cose, ma-»

Ochaco l'aveva preceduta, strizzandole l'occhio. «Ma non è Todoroki, vero?»

Esatto. «No,non è quello...» cercò di ribattere. Purtroppo per lei, Ochaco Uraraka la conosceva meglio di quanto volesse ammettere.

«Dovresti dirglielo, sarà gelooosissimo!»  strepitò Ochaco, non mollanto la presa dal discorso, con uno strano entusiasmo e poi scoppiò a ridere, iniziando a straparlare di quanto sarebbe stato divertente e strano vedere Shouto Todoroki, sempre con le emozioni sotto controllo, impazzire di gelosia. Iniziò a straparlare che sarebbe stato più divertente di quando, al terzo anno, si era preso una sbronza colossale e aveva iniziato a blaterare quanto odiasse il padre e altre cose disconnesse. Ovviamente, quella sbronza di Shouto Todoroki era stata una conseguenza di un brutto scherzo architettato da Mineta e Kaminari, correggendo con gin la sua bevanda.

Come se fosse stato possibile, poi! Todoroki non era quel tipo di ragazzo che si interessava ai sentimentalismi, non avrebbe di certo fatto una scenata per lei!

«Ochaco!»  sbuffò Momo, mettendo un freno all'amica. Frequentare Midoriya le aveva fatto male, iniziava a straparlare come lui, senza sosta. «Lasciamo perdere, per favore.» la implorò.

Ochaco scrollò le spalle. «Come ti pare, ma secondo me dovresti dirglielo.»

Momo gemette di nuovo, odiando sè stessa per aver accettato quell'appuntamento e successivamente Ochaco per continuare a girare il coltello nella piaga: a che pro doveva raccontare a Todoroki che un'altro le aveva chiesto di fare sul serio - quando lui,dopo anni , non l'aveva nemmeno pensato - e lei -stupida,stupida,stupida- aveva pensato bene di rifiutare perchè era troppo cotta di un altro? Se Todoroki avesse avuto un qualche tipo di pensiero simile si sarebbe già fatto avanti, no?

Ovviamente ad Inasa non aveva detto che era per quello - per Todoroki-, ma perchè voleva concentrarsi sul lavoro -lavoro e Todoroki erano un'unica cosa ormai -e Inasa l'aveva presa piuttosto male, rabbuiandosi, ma poi le aveva sorriso, finendo la serata con tranquillità come se non fosse successo nulla. Ecco un'altra cosa che avrebbe dovuto apprezzare di Inasa, eppure...
 

 

Kirishima era ancora in coma, quindi, quando arrivarono ed entrarono nella sua stanza -salutando Mina e Kyoka che se ne stavano andando in quel momento - non poterono fare altro che sedersi accanto a lui per qualche minuto e restare in silenzio.

Momo aveva guardato il suo corpo coperto di bende, da cui sbucavano solo i capelli rosso fuoco, e aveva poggiato una mano sul suo petto: dopocos tanti anni che le loro strade avevano intrapreso lo stesso percorso... tutti consideravano Kirishima  -e Kaminari - il fratello della sezione A rumoroso e che combinava sempre pasticci .

 

Questo è il guaio più brutto in cui ti sei cacciato, idiota. Pensò tristemente Momo, cercando di trattenere le lacrime. Si domandò a quel punto, se il ragazzo si fosse mai risvegliato, se avessero sentito quella risata tanto rumorosa e quella parlantina schietta.

Con riluttanza, abbandonarono la stanza d'ospedale e, mentre le due ragazze stavano attraversando il corridoio, Ochaco lanciò un gridolino sommesso, bloccandosi sul posto. Letteralmente.

«Ochaco...?» allora Momo seguì lo sguardo della ragazza, fino alla sala d'aspetto poco distante da loro: la porta aperta lasciava intravedere una figura seduta dentro. Un ragazzo.

Katsuki Bakugou era seduto su una sedia, con le gambe divaricate e la testa bionda appoggiava sulle braccia puntellate sulle ginocchia. Aveva il capo chino, rivolto verso il pavimento e perciò ancora non aveva notato la loro presenza. Nonostante fossero passati sei anni, Momo Yaoyoruzu potè riconoscere il compagno di classe dalla folta chioma ribelle che tanti anni prima aveva unito ancora di più la classe con il suo burrascoso carattere: non era cambiato poi molto. Bakugou era un po' più alto e il suo fisico aveva decisamente assunto toni più mascolini e tonici - dettaglio che, comunque, non gli mancava ai tempi dell'Accademia: era sempre stato il più muscoloso della classe - e i suoi capelli erano leggermente più in ordine, ma nient'altro.

Momo spostò lo sguardo su Ochaco: i suoi occhioni grandi erano spalancati e la bocca leggermente socchiusa. Tremava, notò Momo, osservando le gambette muoversi convulsamente. Era agitata, ma i suoi occhi erano leggermente lucidi e un lieve rossore sulle guancie le comparve in volto; riconosceva quell'espressione era anche emozionata.

«Vai a parlargli.» le sussurrò non volendo alzare troppo la voce per non attirare l'attenzione su di loro, incoraggiandola a fare quello che sicuramente voleva fare - ma che, forse, considerava sbagliato.

Infatti, Ochaco scosse la testa. «Non...posso!» esalò

Momo sbuffò  Davvero? Perchè non poteva? Era per Midoriya o perchè aveva paura di affrontare Bakugou? - beh, chiunque avrebbe paura di affrontare Bakugou - «Ochaco, hai evitato Midoriya tutto il giorno, ieri, a causa sua. E adesso che ce l'hai davanti non gli parli? Andiamo!» sospinse leggermente l'amica, facendole l'occhiolino.

Ochaco doveva parlare con Bakugou, dovevano chiarire. Non avrebbe dovuto scappare per sempre da quel problema. E Momo conosceva bene l'amica: se adesso non avrebbe parlato con lui, e poi sposato Midoriya, non se lo sarebbe perdonata tutta la vita. Non che lei pensasse che Midoriya ed Ochaco non dovessero sposarsi, ma...

Prima di aprire un capitolo importante della vita bisogna chiudere quello in sospeso, prima.

Ochaco le rivolse un ultimo sguardo, dopo un'ulteriore esitazione, e questa volte lesse determinazione nei suoi occhi. Ochaco annuì e fece un passo verso la sala d'aspetto. Momo sorrise soddisfatta, girando i tacchi -avevano bisogno della loro privacy, adesso - e si dileguò

Se solo anche lei avesse avuto quel coraggio.

***

 

Quando alzò la testa fu sorpreso: tutto -chiunque- si aspettava di vedere davanti a sè, men che meno lei. Ochaco Uraraka era di fronte a lui -aveva un'insolita fortuna, ultimamente, di incontrare persone indesiderate - con le lacrime agli occhi. Il volto era tondo e paonazzo; mentre i goccioloni di lacrime cadevano,si mordeva convulsamente il labbro.

Come si permetteva di guardarlo a quel modo? Come se provasse ancora qualcosa per lui?

Non era così, non teneva a lui,  se lo avesse fatto, non avrebbe direzionato tutta la loro relazione in quel modo.

«Katsuki...» pigolò lei.
Bakugou strinse i denti, indispettito e mentre valutava se mandarla al diavolo o andare via senza dirle niente, ignorandola completamente, ecco che -tremante - Ochaco si avvicinò a lui e s'inginocchiò davanti a lui.

«E' bello vederti...»

Aveva già sentito quelle parole da quello stupido nerd, appena il giorno prima, eppure quelle di Ochaco lo colpirono: un calore che non sentiva da tempo gli scaldò il petto. Era sempre stata l'unica in grado di farlo. Ma adesso non doveva -non poteva - permettersi di suscitargli sensazioni del genere. Aveva perso quel treno, ormai, e lui non doveva cedere.

Cercò di guardarla in modo spezzante. «Non sono qui per parlare con te dei vecchi tempi, Faccia-Tonda.»

Uraraka singhiozzò poggiandogli una mano sul ginocchio, timidamente. Il primo istinto di Katsuki fu quello di scrollarselo di dosso ma poi, quell'assurda sensazione - di calore - ecco che lo colpì nuovamente.

Ochaco Uraraka era... davvero davanti a lui? Quasi, una parte di lui, ancora non ci credeva di averla davanti dopo sei anni.

 

«Ehi Katsuki, ultimamente ti vedo più dolce!» aveva esclamato Kirishima tanti anni prima, seduti in mensa alla Yuei.

«Non è che c'entra una ragazza,eh?» aveva dato man forte Kaminari, con la bocca piena di riso.

Katsuki aveva sbuffato, voltando la testa verso il tavolo di Midoriya: Ochaco lo aveva guardato e gli aveva sorriso, salutandolo con la mano.

Anche Katsuki sorrise, poi grugnì ai suoi amici: «Fottetevi.»

 

«Mi... dispiace... Katsuki.» continuò lei, stringendo la presa intorno al suo ginocchio. «Non abbiamo mai parlato da quando.. sei andato via...»

Katsuki scoccò la lingua sul palato, interrompendo subito quella lagna. «Chissà perchè  sono andato via. Eh, Ochaco?» replicò tagliente. Uraraka accusò, chiaramente ferita.

Lei ferita? Che andasse al diavolo!

E improvvisamente, Katsuki se ne rese conto: il fantasma che lo aveva perseguitato per anni era davanti a lui, più reale che mai, adesso più di  quando lo fosse stato negli anni. Quel fantasma  che in passato lo aveva fatto sentire speciale  -davvero speciale - e lo aveva amato, accudito, per distruggerlo  subito dopo. Katsuki Bakugou non aveva mai pensato di potersi innamorare - tantomeno della timida Ochaco Uraraka - e quando era successo si era sentito diverso. E gli piaceva, quella sensazione -più di prendere a pugni qualcuno, ed era strano -; Ochaco l'aveva modellato per anni in quella che era la loro relazione, insegnandogli come essere più buono -come se lui avesse davvero voluto esserlo, più buono, se non per piacerle di più - finchè... quella notte...

Finchè lei non aveva deciso che Midoriya valeva di più: era stata solo quella notte, aveva giurato in lacrime, una notte insignificante. Eppure quel nerd di merda gliel'aveva portata via: l'unica cosa bella che aveva.

La rabbia lo assalì e così dopo anni ad ignorare quei sentimenti,decise che investire Uraraka con il proprio sfogo era una penitenza nemmeno abbastanza giusta, per lei. In quel momento voleva solo ferirla, farla stare male esattamente come lei aveva fatto stare male lui.

«Io ti amavo.» le disse, quasi urlando, con il sudore delle mani strette a pugno che iniziava a provocare delle scintille. «E tu sei andata a letto con Midoriya! Con Deku, cristo!» ringhiò. Con quel sacco d'immondizia!

«Quasi!» lo interruppe lei, come volendosi giostificare ancora, dopo anni, e questo fece ancora di più incazzare Katsuki; ricordava bene la scena: i loro corpi stretti in quell'abbraccio troppo intimo, che si baciavano. Lei, mezza nuda, seduta su quella scrivania e lui senza la camicia. Quasi, certo, ma se lui non fosse arrivato fin dove si sarebbero spinti? E sopratutto, lui l'avrebbe mai saputo?

«Certo,quasi.» ringhiò. «Era una cosa che non contava nulla,eh?» continuò dando voce ai suoi pensieri. «Eppure adesso te lo stai sposando.» aggiunse infine, abbassando la voce, lasciando trapelare altri sentimenti che non fosse la rabbia: gelosia, forse?

Aveva davvero detto quella frase? Come gli importasse qualcosa, adesso, che quei due traditori si sposavano. Si meritavano l'un l'altro: un sacco dell'immondizia e una traditrice!

Uraraka rimase senza parole per un attimo, poi ansimò «Non puoi dirmi questo,adesso.» le lacrime che si erano fermate, ripresero a scendere di nuovo dagli occhi nocciola della ragazza. «Sono passati sei anni, Katsuki come pensi che-»

Katsuki si alzò di scatto, non potendo più sopportare quel contatto con la ragazza, nè tanto meno la vicinanza o la vista. «Non mi frega un cazzo di quello che fai, sia chiaro.» borbottò tra un grugnito e l'altro. Doveva controllarsi, dannazione! «Non m'importa quello che fai o chi ti sposi.»

Ma non è vero, fu la vocina a sussurrargli dentro, e il volto di Todoroki comparve. la stupida coscienza gli fece balenare un pensiero in testa: se solo lei lo avesse aspettato... doveva pur scemare la rabbia,no? Come poteva pretendere che le avrebbe perdonato subito quel tradimento... E invece si era già rifatta una vita in cui lui non ne faceva più parte.

Ma son passati sei anni, Katsuki.

Zitto,bastardo a metà, lo so!

Oh perfetto, adesso si metteva anche a fare monologhi interiori; scosse la testa, passandosi una mano tra i capelli e tirandoseli leggermenti, cercando di tornare in sè e non esplodere facendo saltare in aria l'intero ospedale,
Stava dando le spalle alla ragazza, e nemmeno la sentì quando gli andò incontro -aveva sempre avuto un passo felpato,Ochaco- abbracciandolo da dietro. Il suo corpo snello premette contro la sua schiena, inondandolo di nuovo - dannazione! - di quel calore che gli ricordava tanto il passato.

Katsuki s'irrigidì, non riuscendo a muovere un dito.

«Katsuki io... so che non potrai mai perdonarmi. Un giorno, forse, non ora comunque.» la voce di Ochaco era adesso più controllata -anche se Katsuki poteva sentire il corpo della ragazza fremere, segno che stava piangendo - e le sue parole erano quasi un sussurro. «Ma sono sincera... io ti amavo ancora quando te ne sei andato -sono stata un mostro, lo so - ero davvero distrutta e non mi perdonerò mai per quello che ti ho fatto. E, sai... credo che ci sarà una parte di me che...» s'azzittì forse prendendo coraggio. « Anche se mi sono rifatta una vita, anche se sto per sposarmi...che non smetterà mai di amare te.»

Avrebbe mentito, Katsuki, se avesse detto che quelle parole non nutrirono alcun effetto su di lui: rabbia, dolore, rancore, tristezza e... sì un pizzico di amore. Forse, nemmeno lui aveva dimenticato Uraraka Ochaco, dopotutto. ma stava dicendo sul serio? Un piccolo pezzetto di Ochaco - un piccolo pezzetto del suo cuore - apparteneva ancora a lui?
E lui? La amava ancora?
Che la ami ancora, idiota. esclamò, improvvisamente, la voce di Shouto Todoroki, dentro di lui.
Improvvisamente si domandò se Todoroki - quello vero - avesse già intuito qualcosa: che il gelido eroe avesse capito che tutto ciò che desiderava era tornare indietro tanti anni prima e fare di tutto per riprendersi quella ragazza? Che, nonostante non fossero mai stati davvero amici, lui lo avesse capito?
Ma non c'era nulla che lui potesse fare, adesso... 

Si voltò, deciso a metter fine a quell'assurda posizione, ritrovandosi ancora abbracciata la ragazza che sollevò il capo verso di lui. Era bassa, gli arrivava appena al mento -non era cresciuta nemmeno un po' - e lo guardava come una bambina poteva guardare una torta deliziosa.

Katsuki deglutì ricambiando il suo sguardo. La desiderava, eccome! 

Fissò le sue labbra ricordando di come fossero morbide e accoglienti. Adesso, in quella sala d'aspetto, in quella posizione...avrebbe potuto baciarla. Lo voleva, perchè non farlo? In quel modo avrebbe anche ripagato quel bastardo di Deku rendendogli indietro con gli interessi quello che, tanti anni prima, aveva provato lui.

Perchè non ottenere quella piccola vendettapersonale e mettere pace a quel rancore? No, decise infine, anche quel gesto non avrebbe mai messo pace al suo rancore.

Si scostò da Ochaco emettendo un lungo e basso ringhio, le lanciò un'ultima occhiata e la oltrepassò lasciando la stanza.

No: lui sarebbe stato migliore di Midoriya Izuku.

 

***

Quando Momo era uscita dalla porta principale dell'ospedale si era quasi scontrata con Todoroki Shouto. Entrambi sorpresi, emisero un verso di stupore quando si videro. Aveva velocemente scoperto poi  che Midoriya e Todoroki erano venuti a trovare Kirishima in ospedale ma il primo -fortunatamente – era andato via perchè aveva ricevuto un'urgenza a lavoro.

Così, i due ragazzi avevano deciso di prendersi qualcosa nella caffetteria vicino, aspettando che Izuku Midoriya si liberasse e li raggiungesse. , 

Momo aveva accettato sopratutto perchè era in ansia – e se Midoriya avesse beccato Ochaco e Bakugou,fraintendendo la situazione?-  . Momo si era decisa quindi di restare lì e offrire supporto in caso l'amica ne avesse avuto bisogno. Come distrarre Midoriya, ad esempio.

Tuttavia, seduta a quel tavolino con Todoroki sentì un lieve imbarazzo crescere tra loro – e forse lo sentiva solo lei – mentre il ragazzo sorseggiava distrattamente la sua bevanda fredda. Momo ancora non aveva toccato il suo caffè, iniziando a giocare con il bordo della tazza, si lasciò trasportare dai suoi pensieri.

Cosa avrebbe dovuto dire a Todoroki? Forse semplicemente nulla, d'altronde non era una cosa rilevante... figuriamoci!

«Yaoyoruzu.» la chiamò lui, inaspettatamente. I suoi occhi si posarono su di lei,e le sopracciglia s'inarcarono leggermente. Amava gli occhi di Todoroki, nonostante fossero freddi, a lei donavano moltissime sensazioni diverse. E i suoi capelli, oggi, sembravano più setosi del solito.

«Com'è andata con Yoarashi?»

Momo spalancò gli occhi, sentendo crescere l'imbarazzo. Cosa ?Perchè Todoroki le stava chiedendo una cosa del genere? Forse sperava che se avesse trovato qualcun altro, la loro assurda pseudo relazione fosse finita e lui fosse stato più libero. Ma non aveva senso...

«Ehm...»mormorò. «I-Inasa è un tipo apposto.» Ma che cavolo di risposta era? Momo si maledisse lentamente. Perchè era così  legnosa, d'un tratto? In fondo era normale che Todoroki s'interessasse alla sua vita, erano amici da molto tempo, dopotutto...

Tuttavia, anche se non sembrava una risposta soddisfacente  Todoroki sembrò accettare quella risposta, perchè abbassò gli occhi sulla sua bevanda. «Capisco.»

Il suo interessamento sembrava già essere scemato – che avesse ragione lei?- Gonfiando un po' le guance e arrossendo – in un moto di coraggio e follia, probabilmente – continuò il discorso , sentendo le parole di Ochaco rimbombarle in testa: «Inasa mi ha chiesto di fare sul serio.» lo disse un po' velocemente e a bassa voce, ma Shouto Todoroki lo udì ugualmente.

La mano di Todoroki si bloccò a mezz'aria, facendola ricadere immediatamente sul tavolino – la bevanda nella tazza schizzò un po' ovunque – e i suoi occhi si spalancarono appena. «Oh...»sussurrò.

Momo non fece in tempo a pensare che forse, allora, gli importava davvero qualcosa di lei, quando Todoroki assunse di nuovo il suo atteggiamento pacato e distante. «Sono contento.»

Era...contento?

Momo deglutì, non sentendo il dovere che lei aveva rifiutato Inasa perchè... tanto non gli importava, no? Era contento. «Grazie, Todoroki-kun.» soffiò tra le labbra, spostando lo sguardo e cercando di cacciare indietro le lacrime.


AngolinoAutrice(?)
EHYOOOO!
Mi ammazzerete dopo questo capitolo, lo so. Todoroki è un po'.... insomma, deve darsi una svegliata!
Cooomunque, questo capitolo mi ha dato tanti feels mentre lo scrivevo - son due giorni che ci lavoro su ^.^'' - e ancora non mi soddisfa molto... spero lo faccia a voi ^^
Bakugou e Uraraka... tra di loro c'è ancora quell'intimita per parlarsi a cuore aperto? Sì. Ma questo significa che Bakugou sia disposto a perdonarla e lasciar correre - considerando che la ragazza sta per sposarsi Deku? - Credo sia chiaro di no.
Forse Katsuki è un po' OC in questo capitolo... è difficile immaginare come si comporterebbero i veri personaggi della serie in una situazione del genere - sto cerccando di mettermi tanto nella testa di Katsuki e Shouto - e penso che, magari, crescendo, potrebbero cambiare un po'...
Ad ogni modo, l'immagine di Todoroki ubriaco mi ha fatto rididere - e forse sto pensando  di scrivere una flash in base a quel ricordo - e, a proposito di spin-off. Vi piacerebbe una One-shot - o una serie di capitoli sparsi, non so - sul "prequel" della storia? Nel senso, vedere come Bakugou e Uraraka hanno iniziato a frequentarsi, della prima volta in cui Todoroki e Yaoyoruzu si sono avvicinati e, ovviamente quella notte. Fatemi sapere! ^^
E poi, ho già altre due storielle in testa sul fandom. Per chi mi conosce sa che amo le AU - quelle un po' dark - e ho deciso di fare una storia a tema Battle Royale  su Boku no Hero.
Detto questo, evaporo!
Un grazie chi legge eccetera, come sempre <3
Alla prossima,

Shanna.

   
 
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