Sento due braccia
avvolgermi il corpo.
Con delicatezza.
Quasi col timore di
farmi male.
Un corpo caldo premuto
contro al mio.
Continuo a tenere gli
occhi chiusi.
Fingo di dormire.
Avverto il tuo respiro
sul mio collo e le tue mani che mi accarezzano, delicatamente, la pelle nuda
della pancia.
Emetto un versetto e mi appoggio
maggiormente a te, in cerca di un maggiore contatto.
Resti fermo e continui
queste dolci carezze.
All’improvviso avverto
una sensazione di freddo.
Ti sei allontanato da
me.
Probabilmente starai
guardando l’orario.
Ti sento sbuffare.
Sorrido contro il
cuscino.
E' ora di alzarsi, vero
amore?
E’ quasi il momento di
indossare le nostre maschere quotidiane.
Quelle che gli altri non
vedo, ma che ci obbligano ad ignorarci durante il giorno.
A fingere di odiarci.
Attendendo la notte per
poterle gettarle al suolo e poterci amare.
Giro su me stessa sul letto,
fino a raggiungerti.
Spalanco gli occhi.
La prima cosa che il mio
sguardo incontra è il nero dei tuoi occhi.
Ti stampo un veloce
bacio sulle labbra.
Non puoi neanche immaginare
quanto io le ami.
Le desideri.
Le brami.
Quanto io detesti non
poterle mordere durante il giorno.
Non ne ho mai
abbastanza.
Senza dire niente
appoggio la testa sul tuo petto.
Rimani immobile.
Come pietrificato.
Durante la tua intera
vita ti sono stati negati i momenti di dolcezza.
Te ne hanno privato e
ora hai paura di fare qualsiasi cosa.
Hai paura di sbagliare.
Di allontanarmi da te.
Non sei abituato ad
essere dolce.
Sei abituato a quella
costante freddezza, a quell’aria di apatia che oramai ti appartiene.
Tu che hai sempre fatto
vanto della tua immensa conoscenza ed intelligenza, ora sei in difficoltà.
Non riesci a capire cosa
mi aspetti da te.
Mi stringo ancora di più
a te.
Ti sento sospirare
debolmente, come per paura di rompere questa bolla che ci circonda.
I gesti di affetto li
fai, esclusivamente, quando nessuno ti può vedere.
Oppure, quando non pensi
di essere visto.
Sorrido, di nuovo, ma
questa volta contro la tua pelle.
Emetto un piccolo
grunito e scuoto delicatamente la testa.
Sicuramente avrai alzato
un sopracciglio.
Lo fai sempre quando non
comprendi qualcosa.
Percepisco la tua mano
giocare con i miei ricci.
Timide.
Ti bacio delicatamente
la pelle del petto e sorrido.
Sei un uomo intelligente
Severus e anche questa volta me lo hai dimostrato.