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Autore: Wendy_88    24/04/2020    11 recensioni
Un virus letale, nemici misteriosi, un triangolo amoroso e un cadavere. Una serie di eventi segneranno le vite dei nostri otto digiprescelti.
Genere: Fantasy, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sora Takenouchi, Taichi Yagami/Tai Kamiya, Yamato Ishida/Matt | Coppie: Sora/Tai
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
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PRE-NOTE:

Ola... eccomi tornata con il secondo capitolo. Ho avuto grossi problemi durante la stesura di questa parte (abbastanza complicata, per chi come me, è ignorante in ambito medico) che grazie all’aiuto della mia amatissima beta Digihuman penso di aver risolto. (E siamo solo al secondo XD) Non so come farei senza di lei. Spero che questo capitolo non deluda le aspettative di chi legge, perché come già accennato in precedenza, ho delle idee carine che scriverò a mano a mano nel corso della storia. Buona lettura.

Virus

Capitolo 2

Taichi è in pericolo

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Nishijima si sentiva terribilmente in colpa, aveva appena azionato una bomba per uccidere due ragazzi indifesi? Non se lo sarebbe mai perdonato. Fissava il vuoto inerme, quando la sua superiore prese il telefono e chiamò felicemente il suo capo.

-Il diversivo è andato a buon fine. Abbiamo già azionato la bomba come previsto e si è anche attivato il macchinario. I ragazzi hanno prestato attenzione solo alla bomba e non si sono nemmeno resi conto di tutto il resto.-

-Di quale macchinario stai parlando?- chiese il giovane hacker, quasi infastidito, quando Himekawa staccò la chiamata. Era sempre più sconvolto da quel piano, così dettagliato.

-Caro il mio Nishijima, sei proprio un ingenuo! La bomba serviva solo per camuffare il meccanismo presente sul fondale del lago di cui ti ho già parlato, quello per riscaldare la roccia e portare l’acqua ad altissime temperature- la donna lo guardò meglio per poi entrare più nei dettagli -l’acqua trasforma le particelle in vapore, il quale rilascia e sprigiona il veleno nell'aria, fino a venir inalato dai ragazzi così da infettarli. Grazie all'esplosione, le macerie della grotta andranno a sotterrare e insabbiare il macchinario. Quando troveranno i loro corpi, sarà troppo tardi.-

 

***

 

Yamato stava iniziando ad agitarsi, aveva notato che la sua ragazza si era allontanata con il suo migliore amico. Non li vedeva più, ormai si erano dissolti nel nulla. Ripensava al giorno del terremoto e si malediceva per la sua codardia, se non fosse stato per Taichi, probabilmente Sora sarebbe annegata. Forse non era degno di stare con lei, quei pensieri gli stavano lacerando il cervello. Mimi se ne accorse e lo ridestò dalla sua riflessione -Yamato, vuoi una birra? L’ho trovata prima nel frigobar dell’appartamento.-

Il biondo sorrise all’amica e accettò l’offerta, ma non riuscì ad aprirla, poiché uno scoppio e una nube di fumo li fece trasalire. Tutti i digiprescelti si preoccuparono quando notarono che i due amici che mancavano all’appello, si erano allontanati insieme in quella direzione. Corsero tutti, rimanendo quasi senza fiato, fino a ritrovarsi davanti a quella caverna. Non c’erano altri passaggi se non via mare, ma non potevano agitarsi prima di accertarsi che fossero là dentro.

-E se fossero tornati all’appartamento?- la voce speranzosa della sorella di Taichi rincuorò per un attimo gli amici, ma durò poco, perché Mimi, in mezzo alle macerie, ritrovò il pareo della sua migliore amica e cominciò a piangere, seguita da Hikari. Koushiro chiamò subito i soccorsi che non tardarono ad arrivare, poiché quel boato era stato sentito in tutta la zona.

La squadra di soccorso di Kamakura aveva iniziato ad usare le trivelle, stava cercando di raggiungerli da un ingresso alternativo, poiché l’entrata era crollata. Stavano perforando lentamente per evitare di fare crollare la caverna. Tutti i digiprescelti stavano contribuendo per quello che potevano. Erano disperati.

-Presto farà buio, buttate giù tutta l’attrezzatura.-

Continuarono senza sosta tutta la notte, ma, ad un certo punto, la perforazione causò una frana. Adesso sì che erano davvero tutti allarmati e ancora più preoccupati per i due ragazzi.

Intanto, all’interno della caverna, Sora, nonostante la forte esplosione, si stava svegliando. Le orecchie ronzavano. Si trovava in uno stato confusionale accelerato. Riuscì ad aprire gli occhi e si ritrovò abbracciata al suo Taichi. Con il suo corpo era riuscito ancora una volta a salvarla. Si divincolò dalla sua stretta e cominciò ad accarezzarlo, sussurrando con un filo di voce il suo nome.

-Taichi, ti prego svegliati, non puoi lasciarmi, mi hai promesso che mi avresti salvata sempre, non puoi farmi questo.-

Le lacrime scendevano copiose, annebbiandole la vista.  Era disperata, continuava a lisciargli il viso, aspettando un suo risveglio, come se dovesse aprire gli occhi da un momento all’altro e portarla via da lì. Il suo cuore batteva, ma lui non dava alcun segno di vita. Notò attraverso la fioca luce del piccolo lago, mentre stringeva la mano del ragazzo, che aveva le vene delle braccia e delle mani nere come la pece. Era senza fiato, non riusciva più a parlare, la voce era secca. Un pipistrello, che sfrecciava verso la fonte d’acqua luminosa, la fece sbloccare da quella sorta di stato confusionale. Strisciò al suolo versò quel piccolo lago e riempì il palmo della mano d’acqua per berne un po’. Si accucciò accanto al ragazzo aspettando la sua fine, quando, ricordandosi delle parole che Taichi le aveva detto prima dello scoppio, trovò un briciolo di forza per cercare una soluzione. Doveva portarlo fuori da lì, stavolta toccava a lei trarlo in salvo. Si alzò barcollando un poco e cercò di andare verso l’ingresso. Un rumore di trivelle le accese una speranza, ma subito dopo si rese conto che di quel passo la caverna le sarebbe crollata addosso. Ispezionò presto tutti gli angoli e, quando trovò un piccolo tunnel, corse verso il digiprescelto e lo trascinò attraverso un'apertura tra le rocce che evidentemente aveva creato l’esplosione. Appena arrivò in superficie, lasciò il ragazzo privo di sensi sulla sabbia e corse con tutte le forze che le erano rimaste a cercare aiuto, verso dove arrivano i rumori delle trivelle.

-Siete degli stupidi, grazie alla frana che avete causato, i nostri amici saranno morti di sicuro!- Yamato stava inveendo contro uno dei soccorritori, quando la voce di Sora che lo chiamava, lo fece voltare di scatto.

-Sora!- corse verso di lei abbracciandola, seguito dal resto degli amici.

-Come stai? Come sei uscita?- le accarezzò teneramente il viso pieno di lividi e ferite.

-Non c’è tempo. Qualcuno ci vuole morti! Dobbiamo portare Taichi in ospedale.-

 

***

 

Arrivarono con estrema urgenza all’ospedale di Tokyo.  Taichi sembrava in ipertermia, era in coma, intubato ed attaccato a chissà quanti macchinari.

-La radiografia del torace mostra delle ostruzioni a livello polmonare, il livello di ossigeno, infatti, è estremamente basso e il fegato sta peggiorando. Inoltre, la creatinina è raddoppiata ed i reni stanno iniziando a collassare. Che diavolo ha il ragazzo?-

Nessun medico riusciva a spiegarsi cosa potesse avere. Dietro alla vetrata di quella tetra stanza di ospedale, la famiglia Yagami piangeva in silenzio, osservando il figlio adagiato inerme su quel letto, mentre la piccola Hikari singhiozzava stringendosi al petto del suo migliore amico Takeru. Nel frattempo, una dottoressa esperta in malattie infettive era entrata nella stanza per parlare con i paramedici.

-Allora. Che abbiamo qui?-

-Mai visto nulla del genere. È arrivato privo di sensi, gli arti contratti, i polmoni peggiorano e la funzionalità renale è compromessa. Ha mai visto questi sintomi?-

-Purtroppo sì, settimane fa portarono qui uno scienziato, unico superstite del suo team, con gli stessi identici sintomi. E proprio ieri mi hanno chiamato d’urgenza dalla scuola superiore Tsukishima, perché quattro ragazzi, tra i tredici ed i sedici anni, erano nelle stesse condizioni.-

-E la cura qual è?-

-Non lo so. Sia l’uomo, sia i quattro ragazzi sono morti dopo poche ore dal loro arrivo in ospedale.-

Dopo quella frase, con aria molto delusa, lasciò la stanza del ragazzo e si spostò in quella della sua amica per cercare di capirne qualcosa in più su quello che era successo. La ragazza, a differenza dell’amico, ne era riuscita abbastanza illesa. Per facilitarne la respirazione, le avevano somministrato ossigeno tramite una maschera d’ossigeno . Per fortuna si era ripresa nel giro di pochissimo tempo. Accanto alla rossa c’erano la madre, Yamato e Mimi che non si allontanavano da lei un attimo e, un po’ più in disparte, Koushiro e Joe che cercavano di ragionare sul complotto in cui ora avevano la certezza di essere caduti. Perché volerli morti? Quando si accorsero che la dottoressa era entrata insieme al dottor Kido, nonché padre di Joe, si avvicinarono al letto di Sora per avere notizie sul loro amico.

-Come va, Tachenouchi?-

-Io sto bene, Taichi come sta?-

-Non bene al momento. Sospettiamo un avvelenamento. Tu, per fortuna, sei stata infettata in minor parte rispetto a lui da questa sorta di virus, riuscendo a guarire in poco tempo.- Rispose il padre di Joe, visibilmente dispiaciuto. Ormai conosceva quei ragazzi da quando ne aveva memoria e vedere quella situazione gli metteva angoscia.

-Io non riesco a capire però perché tu stai bene e lui no, visto che vi trovavate nello stesso posto. Le tue analisi rispetto a quelle di Taichi sono perfette.- continuò il medico, appoggiando il reperto sul letto della ragazza.

-Taichi si è disteso su di me, coprendo tutto il mio volto con il suo petto, magari il suo corpo ha evitato che io fossi esposta quanto lui.-

-Ecco dunque, spiegato il perché è più infetto di te. Lui è riuscito ad attutire l’inalazione. Il problema è che adesso Taichi non si sveglia.- Il povero genitore del prescelto della sincerità era destabilizzato dal dolore, che vedeva negli occhi dei ragazzi che aveva visto crescere insieme al figlio. Qualcuno accanto a lui, però, non era così negativo. Fu proprio il figlio a prendere parola, dopo aver gettato un’occhiata sulle analisi dell’amica.

-Aspettate tutti, e se avessimo una sorta di antidoto in questa stanza?-

La rossa sentendosi osservata aggrottò le sopracciglia.

-Io?-

-Sì, esatto, prima ho visto le analisi di Taichi e vedendo adesso le tue mi sono reso conto che avete lo stesso gruppo sanguigno. Forse l'antidoto sta proprio nel tuo sangue Sora e se così fosse potremmo tentare una trasfusione, che ne pensi papà?-

Sia il padre del ragazzo, sia la dottoressa accanto a lui erano chiaramente confusi quanto ammirati dall’affiatamento e dalla sapienza del ragazzo.

-Andiamo a preparare tutto, torniamo fra un attimo.- e sorridendo al figlio per la sua preparazione uscì dalla stanza, seguito dalla dottoressa.

Quando rimasero soli, Sora osservò Koushiro e Joe, e chiese loro se erano convinti che in quel modo lo avrebbero salvato. Fu il rosso a risponderle stavolta.

-Non lo so Sora, ma è l’unica chance che abbiamo. Il tuo sangue in un qualche modo risulta privo di tossine. Non hai inalato la stessa quantità di gas di Taichi, proprio grazie al suo gesto. Il che mi fa pensare che in qualche modo il tuo corpo sia riuscito a ripulirsi autonomamente dal virus. Probabilmente grazie alla trasfusione, anche il corpo di Taichi sarà in grado di combattere il virus.-

In tutti i presenti si riaccese la speranza che l’amico potesse finalmente riaprire gli occhi. Mentre aspettavano delucidazioni da parte dei medici, Sora, raccontò nei dettagli quello che era successo nella caverna, omettendo ovviamente il bacio con il castano. Koushiro, che aveva ascoltato ogni dettaglio del racconto, iniziò ad abbozzare delle supposizioni facendo delle ricerche sul suo fidato portatile.

-Mi sono documentato su quella caverna e posso affermare con certezza che sia piena di magnetite. Forse quella roccia, in un qualche modo, diventa velenosa. Che possa dipendere magari dal calore... forse è questo a renderla tossica o qualcosa del genere. In qualche modo il vapore acqueo trasforma le particelle di veleno che si trovavano nelle rocce del lago e le fa diventare un aerosol.-

-Sol... che?- chiese curiosa Mimi.

-Per aerosol si intende la dispersione di particelle solide o liquide in una soluzione sospesa aeriforme tipo un gas. La nebbia ne è un esempio quotidiano-.

-Ora capisco. Quindi quella sostanza che ci sembra fumo e che ci fa mancare l’aria in realtà è un virus.- disse infine Sora mesta.

-Sì, ma perché noi? Sora ha detto che quelle conchiglie avevano formato una sorta di pista per portarli lì. E poi non scordiamoci che abbiamo vinto questa vacanza tutti insieme. Perché volevano ucciderci?- Yamato era più agitato del solito.

 

***

 

-Sono sicura che quei due a quest’ora sono morti, come del resto sono morti anche gli altri quattro. Ne mancano solo sei da fare fuori.-

-Gli altri quattro?- Nishijima era confuso.

-Esatto. C’erano altri quattro digiprescelti oltre a loro. Con quei mocciosi è stato più facile del previsto. Lo stesso giorno che abbiamo infettato i due prescelti nella caverna, abbiamo condotto con una banale scusa i ragazzi nella loro a scuola, nella stanza dei computer. E’ bastata solo una piccola dose di questi per infettarli ed ucciderli in breve tempo.-

La donna dai capelli neri era esaltata e stava ammirando delle boccette di vetro contenenti un liquido violaceo.

-Cosa sono quelle?- l’hacker era davvero adirato, più stava in quel laboratorio, più scopriva cose subdole.

-Un estratto puro del nostro virus direttamente dalla magnetite.-

-E che cosa ne vuoi fare?-

-Appena mi libererò una volta per tutta di tutti quei mocciosi, così che non possano irrompere nel nostro vero piano, contamineremo tutta Digiworld.-

-Vuoi infettare tutti i Digimon?-

-Esatto, non ne deve rimanere neanche uno in quel dannato posto!-

 

***

 

Non passò molto tempo che la dottoressa tornò con un infermiere nella stanza di Sora.

-Signorina Tachenouchi, con il suo consenso siamo pronti a procedere con la trasfusione*.-

-Facciamolo subito!- rispose con una certa fretta, doveva salvare Taichi.

Sora era pronta in posizione semi sdraiata, sua madre era accanto a lei a stringerle la mano, mentre la dottoressa, con l’appoggio dell’infermiere, usava un piccolo ago per inserire la flebo in una delle sue vene. La procedura durò quasi due ore.  Sora, ebbe un fastidio con la puntura iniziale, aveva il braccio leggermente indolenzito, ma non le importava. Doveva farlo per il suo Taichi.

Dopo aver eseguito l’operazione, la dottoressa raccomandò alla rossa di riposarsi, e, mentre la salutò, il paramedico che assisteva il giovane Yagami, entrò impetuosamente nella stanza per avvisarla di un problema che era sorto. La donna corse e rimase sconcertata nel vedere il castano in quello stato.

-Il ragazzo sta collassando!-

-Presto. Rianimazione. Massaggio. Ventilazione.-

-Carica! Libera! Carica! Libera! Epinefrina!-

-Andiamo, Taichi! Non puoi lasciarci, non dopo quello che ha appena fatto la tua amica per te! C’è battito?-

-Niente.-

Nella stanza di Sora si creò il panico generale, Sora era disperata. Koushiro scoppiò facendo trasalire i presenti -Aspettate, se la mia teoria di prima è giusta... se il calore attiva il virus, forse, il freddo può anche disattivarlo. Devo dirlo alla dottoressa, subito-  e scattò facendo uscire insistentemente la donna che, vista la conoscenza e la caparbia che il rosso aveva dimostrato di avere prima, non dubitò. Portarono il ragazzo d’urgenza in un’altra stanza e procedettero all’ibernazione.

Quando le analisi successive mostrarono una drastica diminuzione della presenza del virus nel suo corpo, riportarono la sua temperatura corporea ad un valore normale. Aveva funzionato, il battito del giovane Yagami aveva ripreso a battere normalmente. Procedettero quindi a fare trasfusione per poter eliminare ciò che restava del virus nel suo corpo. La situazione del ragazzo cambiò all’improvviso. La donna, dopo essersi assicurata della buona riuscita, tornò a dare la lieta notizia alla famiglia del ragazzo, alla signorina Tachenouchi e al resto del gruppo.

-I suoi organi hanno ripreso a funzionare, adesso però sta riposando. Ci vorrà un po’ di tempo per sciogliere la prognosi, ma l’organismo reagisce bene al tuo sangue. Grazie Sora!-

La ragazza guardò il dottor Kido e la sua collega con gli occhi lucidi. C’era riuscita. L’aveva salvato lei stavolta. Era talmente felice che nulla in quel momento l’avrebbe scalfita. Tutto, tranne il rumore che fece voltare i presenti nella stanza. Mimi aveva fatto cadere il telefono dalle mani. Era bianca come un lenzuolo e il suo viso era senza espressione. I suoi amici la scrutarono inebetiti. Yamato si avvicinò a lei cercando di farla tornare in sé.

-Mimi, va tutto bene?-

La prescelta cominciò a singhiozzare, non riusciva a parlare, così indicò al biondo il suo telefono. Yamato lo raccolse e, leggendo il messaggio, anche il suo sguardo si incupì. Guardò i suoi amici e con un magone rivelò il contenuto del messaggio.

-Daisuke, Ken, Miyako e Iori sono morti, hanno contratto una sorta di virus.-

La stanza cadde in un silenzio tombale. Tutti piangevano, erano pietrificati, impauriti, indifesi. Quelli che ce l’avevano con loro, erano già riusciti ad uccidere quattro di loro, togliendogli un pezzo del loro mondo.

I ragazzi continuarono a crogiolarsi e a chiedersi il perché, ma nessuno riuscì a risolvere quell’enigma.

 

*Trasfusione: come accennato nelle pre-note, non ho nessuna competenza medica. Mi sono informata su internet come meglio potevo cercando di rendere il più verosimile la situazione. Ma non posso dar per certo che tutto quello scritto in quest’ambito sia giusto.

 

 

 

NOTE FINALI

Pff… Giuro che ho sudato sette camice per scrivere sto capitolo ma è andata!

Che dire? Taichi ne passa tante ma ovviamente alla fine la situazione drastica sembra cambiare in meglio. Quindi dal prossimo capitolo vedremo il nostro Taichi tornare? Forse.. xD Effettivamente scrivere un capitolo intero con lui assente mi ha rotto un po’ le balle. Vabbè non voglio fare spoiler.

Dunque quelli convolti in questo complotto non erano solo loro otto, ma anche quelli di 02 (ma perché?), che non avendoli mai considerati più di tanto, proprio ora che avevo deciso di farlo cosa faccio? Ovviamente li ho fatti morire. Non ho mai fatto morire nessuno nelle mie fanfiction.. mo’ quasi quasi ci sto prendendo gusto sapete? 20 scienziati e 4 ragazzi..  wow… na strage praticamente. Ma giustamente a tutto c’è sempre un motivo!

Nel prossimo capitolo si capirà qualcosa? Mmm… probabilmente no! Vi anticipo che inizierete ad avere le idee chiare su quello che ho in mente solo nel 4 capitolo. Dai non è molta l’attesa.

Vabbè bando alle ciance. Grazie sempre a chi legge.

Wendy

  
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