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Autore: Ashla    24/04/2020    2 recensioni
ULTIMO AGGIORNAMENTO: 02/08/2023 (sì, ogni tanto vivo)
Storia interattiva
"Il progetto Arcadia è solo una menzogna.
X.A.R.E è fuori controllo ed è una minaccia che deve essere fermata.
Per questo ho spento il supercomputer, ma non è ancora finita: non finirà mai se io sarò in circolazione.
Loro mi cercheranno, ci cercheranno.
Ho fatto molti errori nella vita ma creare X.A.R.E è stato il peggiore, ho creduto nelle favole e ora il mondo è in pericolo..."
Un supercomputer, un mondo virtuale e otto giovani guerrieri pronti a difendere la Terra...
(Storia ripubblicata)
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Pace

 
 
 
Domenica, 16:30
 
Qualcuno bussò alla porta e Kathryn, stesa sul letto con il coniglietto di peluche tra le braccia, si mise a sedere invitando il visitatore ad entrare.
Fey, con il computer in mano, entrò piano cercando di mascherare l’agitazione che provava come ogni volta che, negli ultimi giorni, stava da solo con lei.
«Ciao… dobbiamo sistemare le ultime cose per l’iscrizione alla Raimon».
La rossa annuì invitandolo a sedersi e il ragazzo sorrise leggermente notando il peluche sul materasso.
«Quindi… dovrei fare finta di essere una lontana cugina di Anita e Gabi?»
«Esatto, loro sono d’accordo! Poi manca la classe!»
Poco dopo Fey annuì soddisfatto completando i moduli: finalmente entrambi avevano una nuova identità in quel tempo che non era il loro.
Chiudendo il computer però si incupì lievemente e inspirò a fondo cercando di prendere coraggio deciso a chiarire quella faccenda che già da troppo tempo stava andando avanti.
«Senti… Kath… io…»
Dal corridoio, Silvia chiamò la rossa che si alzò di scatto dirigendosi verso la porta che aprì prima di fermarsi voltandosi.
«Scusa, devo andare… a dopo…»
Fey, rimasto solo, batté più volte le palpebre con aria confusa prima di sospirare sonoramente: non ce la potevano fare…
Il suo sguardo cadde sul peluche che sembrava fissarlo.
«Perché ogni volta finisce così? E poi il suo a dopo ultimamente vuol dire mai e… Sto parlando con un peluche? Sto impazzendo, decisamente…»
 
 
Roxanne, seduta su una panchina del parco, sorrise riconoscente a Sol che le porgeva un gelato dopo averla raggiunta.
«Sai… verrò anche la settimana prossima e, dopo che avrai stracciato la Royal a pallavolo, andremo fuori a cena!»
Roxanne quasi lo stritolò per la felicità: Sol viveva fuori città e per questo aveva temuto di vederlo poco ma lui la continuava a rassicurare promettendole di venirla a trovare ogni volta che poteva.
«Ma non ti impegnerà troppo? Devi anche studiare e poi…»
Il ragazzo scosse la testa: fortunatamente aveva un caro zio che lo ospitava ogni volta che voleva.
I due intrecciarono le mani continuando a parlare felici come solo una coppietta poteva essere, ad un certo punto Sol si chinò in avanti e la baciò.
«Buono questo gelato!»
«Sol! Se lo volevi assaggiare potevi chiedere!»
«Nah… che gusto ci sarebbe stato?»
Roxanne scoppiò a ridere e l’altro la imitò.
 
 
«Piccioncini, ricordatemi perché sono venuto anch’io».
Sbottò Gabi guardando la sorella e il migliore amico che, invece di concentrarci sui compiti, parlavano dolcemente tra di loro.
«Perché dobbiamo studiare?»
Domandò ironicamente Riccardo senza degnarlo di uno sguardo, Anita ridacchiò.
«Esatto. State studiando?»
I due si guardarono confusi per poi fissare il difensore, Anita sorrise con aria furba.
«Ma quanto sei guastafeste oggi, fratellone… ti manca Aitor?»
«No, sono solo la voce della vostra coscienza che vi ricorda di non tralasciare lo studio».
I piccioncini si guardarono complici prima di abbandonare le loro sedie per mettersi al fianco di Gabi che sospirò preparandosi mentalmente a ciò che stava per succedere.
«Su voce della nostra coscienza: ammettilo…»
«Non c’è niente da ammettere».
«Dai!»
Cantilenarono entrambi in coro sorridendo divertiti mentre il ragazzo si stringeva con due dita il setto nasale sbuffando.
«Siete tremendi… smettetela di fare i bambini e studiate. Questa settimana siamo pieni di verifiche, Riccardo. E anche tu Anita».
«E come fai a saperlo? Te l'ha detto Aitor?»
Gabi alzò gli occhi al cielo e, messosi le cuffiette, tornò a fare matematica ignorando i presenti.
Riccardo e Anita scoppiarono a ridere prima di tornare al loro posto mettendosi finalmente a studiare tenendosi per mano.
 
 
Fey, sospirando, si stese supino sul divano sotto lo sguardo confuso di Aitor e Arion che erano seduti sul pavimento della sala intenti a fare merenda.
«Nada?»
«Nada de nada, Aitor. Ci si è messa pure tua zia Arion…»
Il centrocampista si grattò la nuca ridacchiando prima di passargli una fetta di torta come consolazione.
Per un po’ nessuno parlò poi il palmare di Fey cominciò a trillare facendo sobbalzare Aitor che si versò addosso il the.
«Per l’amor del cielo… cambia suoneria…»
«X.A.R.E?»
Fey annuì prendendo il cellulare per mandare un messaggio agli altri.
«Era da un po’ che non rompeva, mi stavo chiedendo dove fosse finita…»
Sbottò Aitor alzandosi venendo subito imitato dagli altri, entrambi con il cellulare in mano.
«Io chiamo Kath!»
Poco dopo l’esclamazione di Arion si sentì la suoneria della ragazza provenire dalla sua camera vuota e i tre si guardarono stupiti: si era veramente dimenticata il cellulare? Non era da lei.
«Ma sì… è uscita di fretta, vado a chiedere a zia Silvia se sa dov’è andata».
Arion sparì di corsa tornando pochi minuti dopo scuotendo il capo affranto: Silvia le aveva solo chiesto di portare dello zucchero alla vicina e, per quanto ne sapeva lei, doveva essere già tornata.
«Dove sarà finita? È tutta colpa mia!»
Fey si mise le mani tra i capelli e Aitor si diede una manata sulla fronte prima di tirargli un pugno sul braccio.
«Non è colpa tua, sarà andata a fare quattro passi come al solito. Ora tu fili al laboratorio mentre noi andiamo a cercarla: vedrai, saremo là prima di te».
Fey, seppur poco convinto, annuì prima di correre via.
«Aitor passione baby sitter… fantastico».
Sbottò Aitor prima di uscire dalla stanza seguito da Arion.
 
 
«E poi dividendo questo per il dato ottenuto prima ottieni la soluzione».
Anita si affrettò a completare l’esercizio dando poi un bacio veloce al ragazzo come segno di ringraziamento.
«Ci eri quasi arrivata ma fisica è una materia insidiosa e questo esercizio è piuttosto complicato…»
«Fortunatamente ci sei tu».
I due si sorrisero e Gabi alzò gli occhi al cielo sorridendo.
I cellulari suonarono e i tre si guardarono consci della fine del momento compiti.
Erano ormai fuori dalla porta di casa Garcia quando videro il messaggio della mancanza di Kathryn.
«Facciamo così: io vado a cercarla mentre tu accompagni Eny alla torre».
Riccardo annuì al migliore amico promettendogli che poi li avrebbe raggiunti prima di prendere la ragazza per mano e cominciare a correre verso la loro destinazione.
 
 
Roxanne, con la testa appoggiata sulla spalla di Sol, guardava tranquilla dei bambini giocare.
Il loro cellulari squillarono all’unisono e Sol sbuffò intuendo il mittente.
«Ti prego Rox: diamo un hobby a X.A.R.E, sembra che lo faccia apposta a scocciare nei momenti migliori».
La ragazza ridacchiò alzando il capo; Sol si mise in piedi e le tese la mano.
«Signorina Beckett, mi concede l’onore di scortarla al laboratorio?»
A quella domanda così galante, posta in modo scherzoso, Roxanne scoppiò a ridere portandosi una mano davanti alla bocca.
«Onore concesso, signor Daystar».
Alla sua risata si unì quella di Sol e i due, ignorando gli altri messaggi, si diressero correndo verso la torre dove trovarono Fey ed Eden ad attenderli.
«Anita e Riccardo stanno arrivando, quando arriva Kath ve la mando».
I nuovi arrivati si guardarono confusi: forse i messaggi dovevano leggerli tutti.
«Fey? Che è successo?»
«Anche voi? Ma li leggete i messaggi? Niente di che, è solo fuori senza cellulare».
Roxanne stava per chiederne il motivo quando Anita arrivò e Fey, per evitare il quarto grado, le spedì ad Arcadia facendo ridacchiare Sol che si appoggiò allo schienale della poltrona per vedere lo schermo del computer.
 
 
«Ti ho trovata! X.A.R.E ha attivato una torre!»
Kathryn, su un’altalena in un parco semideserto, sussultò quando Arion, quasi mezz’ora dopo l’inizio dell’attacco dell’intelligenza artificiale, comparve al suo fianco urlando agitato.
«Arion! Per l’amor del cielo, abbassa la voce!»
I due guardarono l’unica altra persona presente: un uomo che, dando loro le spalle, ascoltava la musica facendo ginnastica.
«Andiamo, non abbiamo tempo da perdere!»
Il centrocampista la tirò per un braccio correndo via e l’uomo che aveva sentito tutto perché si trovava nel silenzio tra una canzone e l’altra, girandosi vide solo una chioma rossa voltare l’angolo: prese il cellulare e compose un numero sorridendo soddisfatto.
 
 
«La torre non è molto distante questa volta, il tempo là com’è?»
«Soleggiato, X.A.R.E vorrà abbronzarsi un po’…»
I due ragazzi ridacchiarono alle parole di Roxanne e Fey, pur armeggiando sulla tastiera, vide che dei nemici avanzavano verso le ragazze grazie alla mappa virtuale.
«Paguri a ore dieci ma vi ho mandato i veicoli!»
Sol e Fey rimasero a guardare lo schermo: le tre amiche erano partite dopo essere riuscite ad eliminare altrettanti nemici.
Per un po’ nessuno dei due parlò perché entrambi erano troppo intenti a seguire le ragazze poi qualcosa si mosse dietro di loro e Sol, giratosi, chiamò l’altro con voce incerta.
L’ex ultraevoluto si girò confuso e, sbiancando, scattò in piedi: i cavi avevano nuovamente preso vita.
«Non li possiamo tagliare?»
Domandò il capitano dell’istituto Galattico prima di saltare di lato per evitare un attacco.
«Magari… e, questa volta, non abbiamo neanche un pallone da calcio».
I due cominciarono a schivare i colpi saltando e correndo per la stanza ma non era affatto semplice, all’improvviso un filo si arrotolò alla caviglia di Sol e, sollevatolo, lo scaraventò contro un muro facendogli perdere conoscenza.
Fey fece per correre da lui non notando un cavo che strettolo gli diede la scossa facendolo cadere svenuto su un fianco.
Nella sala piombò il silenzio e tutto tornò tranquillo, l’unico rumore era il ronzio del super computer e le voci ovattate delle ragazze provenienti dalle cuffie abbandonate sulla poltrona.
«Fey avete notizie di Kath? Fey? Sol? Ehi, ragazzi, ci siete?»
 
 
Eden, Anita e Roxanne si guardarono preoccupate fermando i loro veicoli.
«L’ultima volta Arion non ha risposto perché è stato attaccato, credete che…»
«Tranquilla cara, sono in due… dovrebbero cavarsela».
Roxanne annuì poco convinta ad Eden; Anita le richiamò indicando davanti a loro dove due granchi giganti erano apparsi di guardia alla torre.
«Crabs a ore dodici».
Sbottò Eden tirando fuori la katana.
«E ti pareva? Forza ragazze, sistemiamoli!»
Anita, sul suo overboard rosa, partì zizzagando per evitare di venir colpita; Eden fece un cenno di incoraggiamento a Roxanne, preoccupata per Sol.
«Vorrei solo sapere che cosa sta succedendo sulla Terra e dov’è finita Kath».
«Eccomi, arrivo!»
Le tre sobbalzarono sentendo la voce dell’amica poi Eden partì per aiutare Anita mentre Roxanne si fermò ad aspettarla tenendo d’occhio l’avanzata dei paguri dietro di loro.
 
 
Quando Arion e Kathryn giunsero nel laboratorio si fermarono guardandosi stupiti: c’era troppo silenzio.
«Fey?»
Alla domanda di Arion nessuno rispose e i nuovi arrivati si misero a correre preoccupati verso la sala del super computer, una volta arrivati si fermarono lanciando un’esclamazione sorpresa alla vista degli amici a terra.
Kathryn corse al fianco di Fey girandolo supino per controllare le sue condizioni mentre Arion si avvicinò a Sol guardando male i cavi sul pavimento avendo già capito cosa fosse successo.
«Kath, dovresti andare su Arcadia… qui ci penso io, tranquilla».
La ragazza annuì e dopo aver guardato nuovamente Fey, passandogli una mano tra i capelli, si alzò diretta verso il super computer per impostare il timer per la virtualizzazione.
 
 
Eden e Anita si batterono il cinque dopo aver eliminato i crabs girandosi sentendo le altre due amiche avvicinarsi.
«Alla buon’ora, tesoro! Non è carino arrivare così tanto in ritardo».
«Ciao, cugina che non è una cugina! Te la sei presa un po’ con calma oggi?»
«Scusate ragazze, vi ho lasciato tutto il divertimento… non succederà più!»
«Beh, ha distrutto un paguro… qualcosa ha fatto!»
Le quattro scoppiarono a ridere e scesero dai veicoli; intorno a loro non si vedeva nessun nemico.
«Disattiva la torre e torniamo a casa a goderci le ultime ore di pausa prima di una lunga settimana scolastica!»
Anita diede una leggera spinta a Kathryn mandandola verso la torre.
«Giusto, Anita! Sbaglio o tu e Roxanne avevate un appuntamento romantico con i vostri ragazzi?»
«Sì, Eden… con mio fratello come chaperon!»
Nuova risata da parte di Anita ed Eden, ma Roxanne si rabbuiò attirando la loro attenzione dovendo così spiegare cosa le aveva riferito Kathryn quando l’aveva raggiunta.
Le due si guardarono serie prima di consolare l’amica: sicuramente Sol si sarebbe rimesso presto.
L’aura della torre si schiarì segnalando la sua disattivazione e poco dopo la rossa le raggiunse; le quattro si fissarono in silenzio poi Anita parlò ponendo l’interrogativo che tutte e quattro avevano.
«Bene… e ora?»
«Teoricamente Arion dovrebbe smaterializzarci…»
«Ma, Kath, se si sta occupando dei ragazzi non si sarà accorto della nostra vittoria».
«Ottima osservazione Rox… quindi… che facciamo?»
Alla domanda di Eden nessuna rispose e, dopo qualche secondo di silenzio, tutte scoppiarono a ridere.
«Fantastico… siamo bloccate qui… Picnic?»
«Perché no, Rox, magari X.A.R.E ha solo bisogno di un po’ di compagnia».
«Oppure ci eliminiamo a vicenda, un po’ brutale come metodo ma…»
Anita non riuscì a finire di parlare che la voce di Riccardo le interruppe chiedendo loro come stava andando.
«Torre disattivata da cinque minuti… stavamo aspettando che qualcuno ci devirtualizzasse. A te l’onore, caro».
Riccardo ridacchiò alle parole di Eden prima di riportarle a casa.
 
 
Dieci minuti dopo Sol, messosi faticosamente a sedere massaggiandosi la testa, venne stritolato da Roxanne che gli diede un baciò veloce prima di tempestarlo di domande.
«Sol! Stai bene? Ero così preoccupata!»
«Rox, non respiro…»
La ragazza si staccò tenendogli comunque la mano mentre Aitor ridacchiava divertito guadagnandosi un’occhiataccia da parte della maggiore.
«Un po’ ammaccato ma sto bene, tranquilla».
I due si sorrisero mentre al gruppo si univano anche Gabi, Eden, Riccardo e Anita attirando la loro attenzione.
«Fey?»
«Con Arion e Kath, si deve ancora riprendere, Sol».
Lo stomaco di Aitor brontolò rumorosamente attirando l’attenzione dei presenti che sorrisero divertiti facendolo sbuffare.
«Scusate se sono le diciotto e io, avendo corso per quasi due ore, comincio ad avere fame».
Sol, a quelle parole, si diede una manata sulla fronte: aveva perso il treno, quello dopo sarebbe passato da lì a due ore e lui non sapeva dove andare a cenare.
«Beh, nessun problema per la cena: vieni da me, facciamo qualcosa di veloce da mangiare. E non dire di no: hai bisogno di qualcosa di buono dopo questa disavventura».
Roxanne sorrise dolcemente al ragazzo che ricambiò stringendole la mano; Aitor scosse la testa poi sorrise con aria furba.
«Fantastico, primo appuntamento e conosci i suoi. Attento Sol, il signor Beckett è molto severo».
A quelle parole, Sol divenne rosso e poi impallidì guardando la maggiore con aria spaventata.
In sincrono Anita e Roxanne tirarono un pugnetto ad Aitor mentre Gabi prese di mira il suo stinco con un calcio leggero.
«Ahi! Sono diventato il vostro sacco da boxe?»
«Tranquillo Sol, i miei non sono così terribili e poi oggi sono sola perché sono ad una cena».
Aitor si morse la lingua per non commentare vendendo l’occhiataccia di Gabi che già aveva capito le sue intenzioni mentre Anita, sorridendo, si rivolse al proprio ragazzo invitandolo a cena da loro.
Poco dopo Eden li salutò dovendo andare a cena con i suoi genitori e Aitor sospirò.
«Ma, spiegatemi, sono l’unico che mangerà da solo oggi?»
«Vuoi venire anche tu Aitor? Guarda che c’è posto».
«G… grazie ma no, zucchero filato… Ho altro da fare! Devo, ehm, aiutare Xavier* e…»
Tutti scoppiarono a ridere vedendo Aitor che, rosso come un peperone, cercava di spiegare ad Anita i suoi importantissimi impegni inesistenti.
 
 
Fey si mise a sedere sul letto guardando l’ora: erano quasi le dieci di sera.
L’attacco di X.A.R.E.
Il suo risveglio in laboratorio.
Arion e Aitor che lo accompagnavano fino a casa.
Lui che si metteva a letto con la scusa di riposare un po’…

Sbadigliando si stropicciò gli occhi: si era addormentato di brutto, altro che breve riposino.
Alzandosi fece cadere una coperta e la fissò confuso: da dove arrivava? Lui non l’aveva presa.
Scrollò le spalle, probabilmente era stato Arion.
«Sei sveglio…»
Fey sobbalzò girandosi verso la porta: sulla soglia Kathryn lo fissava con una tazza fumante in mano.
La ragazza abbassò lo sguardo e poggiato l’oggetto sul comodino se ne andò ignorando i suoi richiami.
Fey rimase solo e, più confuso che mai, sospirò sedendosi sul bordo del letto.
Non la capiva proprio: quando si era svegliato nel laboratorio era corsa via ma Arion, per rassicurarlo, gli aveva detto che, mentre era stato incosciente, lei gli era rimasta vicina senza lasciarlo poi quello… non riusciva proprio a capirla.
Sospirando prese la tazza tra le mani e, soffiandoci su, rimase a guardare la cioccolata calda al suo interno prima di berla.
Una volta finita la bevanda si mise in piedi, si guardò intorno e, notando la confusione che regnava in camera sua, scosse la testa: doveva decisamente sistemare altrimenti non avrebbe trovato il materiale scolastico.
Annuendo prese la tracolla infilandoci dentro l’astuccio prima di andare a caccia dei quaderni.
Qualcuno bussò alla porta e Fey, intento a sistemare le cose per il giorno seguente, invitò il visitatore ad entrare senza chiedere chi fosse.
«Fey…»
Il libro di algebra cadde sul pavimento e il ragazzo si girò sorpreso: Kathryn, con il peluche stretto al petto, guardava il pavimento con il volto nascosto da un ciuffo di capelli.
Per un po’ nessuno dei due parlò poi la rossa allungò le braccia tenendo il pupazzo davanti a sé continuando a fissare il parquet.
«Lui è Fey. È un coniglietto dannatamente testardo, crede di dover far tutto da solo senza l’aiuto di nessuno non volendo far preoccupare gli altri senza rendersi conto che così è peggio. Ma è anche… è anche…»
Kathryn, mordendosi la guancia, si interruppe incapace di continuare il discorso.
«È anche stupido e incoerente perché ha odiato suo padre per anni perché se ne è andato senza dirgli niente e poi lo ha imitato abbandonando i suoi amici, abbandonando te, così…»
La voce colpevole di Fey riempì il silenzio mentre il ragazzo, al centro della stanza, abbassava lo sguardo.
Sorprendendolo, Kathryn corse ad abbracciarlo e lui, dopo un attimo d’incertezza, ricambiò.
«Scusami, ti prego…»
«Non lo fare più, capito?»
Fey, carezzandole i capelli, annuì sentendo l’altra singhiozzargli al petto.
Piano Kathryn si calmò e si staccò un po’ per poter vedere l’altro in viso; Fey sorrise guardandola come per chiedere il permesso.
Kathryn annuì piano e Fey annullò le distanze, quando si separarono lei gli rivolse un sorriso dolce, nonostante gli occhi lucidi, con le guance arrossate un po’ per il pianto un po’ per il bacio e lui ricambiò radioso.
«Mi piaci da morire quando non fai l’idiota, non lo fare più».
Fey, ridacchiando, annuì posando la sua fronte su quella dell’altra.
«Mi piaci da morire quando sorridi, continua a farlo».
 
 
*Datemi una gioia, fatemi credere che Xavier sia il tutore di Aitor (magari pure con Jordan ma… una cosa alla volta xD)
 
 
 

Hello!
E nulla, sono passata prima di qui!
Stupendo come le ragazze si mettano insieme ad effetto domino!
Andiamo di RanMasa? Dopotutto ci vuole la coppietta agitata (?)!
Ma così Arion rimane solo… poor Arion!
Ho provato ad immaginare questa storia con i nomi giapponesi e rido troppo…
Prima o poi farò un spin-off su Fey nel suo periodo di assenza, I know… non frega a nessuno…
Quello della vecchia sì? No, dai… però qualche spin-off potrei farlo xD
Vi dico solo che volevo far finire il capitolo con Kath che entrava da Fey per poi spostare la loro pace al capitolo successivo… sarei stata antipatica?
Toto scommesse per le classi che frequenteranno Kathryn e Fey?
Ora vado, ciao!
Aiko
   
 
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