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Autore: ShannaInLuv    25/04/2020    4 recensioni
Son passati sei anni da quando Bakugou Katsuki è partito, improvvisamente. Sei anni che nessuno lo vede, lo sente... si hanno sue notizie solo attraverso le imprese eroiche del telegiornale. Eppure, nonostante tutto, Bakugou è tornato: la notizia dell'incidente mortale di Red Riot è arrivata fino all'America. Ma non è solo per quello: alcuni fantasmi del passato andavano eliminati.
( Dal prologo)
«Come stai?»
Come aveva immaginato, Bakugou sbuffò, ringhiando tra i denti. Voltò il capo, guardando la pigra pioggia che cadeva sui marciapiedi, fuori dal bar.
«Non fare domande del cazzo. Cosa vuoi, Todoroki?»
«Il matrimonio di Midoriya e Uraraka.»
TodoMomo| IzuOcha Kacchako | altre possibili ship.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou, Momo Yaoyorozu, Ochako Uraraka, Shouto Todoroki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'That's the way cookie crumble.'
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'Cause this just don't feel right to me
I wanna raise your spirits
I want to see you smile but

Know that means I'll have to leave
(Happier; Bastille ft Mashmallow)


6. What se really wants?
 
 

«Ehi, metà e metà, accidenti a te, non ignorarmi! »

Todoroki Shouto batté gli occhi più volte, tornando alla realtà, fissando poi Bakugou, a cui sembrava stesse per scoppiare la vena che aveva in fronte. Si frizionò le tempie con la punta delle dita, sospirando forse per l'ennesima volta.

Quel pensiero... perché improvvisamente non riusciva a scacciarlo?

«Vengo qui ad accettare la tua proposta e mi ringrazi con la tua indifferenza del cazzo.» continuò a sbraitare l'eroe dai capelli biondi, sollevando le gambe e poggiando i piedi sulla scrivania  e sui documenti . Shouto aggrottò le sopracciglia - non mancando di sospirare per l'ennesima volta - e scoccò un'occhiataccia al suo nuovo compagno di agenzia. «I pied-»

«Oh, così attiro la tua attenzione, quindi?» 

Shouto sbuffò. Sarebbero andati avanti con lo stuzzicarsi a vicenda? Quell'alleanza lavorativa non prometteva poi così bene; certo, sospettava, che Bakugou Katsuki potesse comportarsi come al solito - come un'infante egocentrico-, ma in fondo era rimasto solo un sospetto. Dopotutto erano adulti, adesso.

Bakugou si guardò intorno, ancora con gli scarponi sulla scrivania e quel sorrisetto da schiaffi in viso. «A proposito, non hai un'assistente o roba del genere?»

«Mhm-mh» mormorò distratto Shouto osservando il cellulare: ancora nessun messaggio. Possibile che adesso stesse in buona compagnia? Le aveva mandato quel messaggio mezz'ora fa! «Yaoyoruzu Momo.» rispose, vago.

«Oh, coda di cavallo!» esclamò Bakugou. «Ah, e dov'è? Vorrei chiederle un caffè!»

Se le occhiate potessero uccidere - o se minimamente Shouto non fosse in grado di controllare la sua parte sinistra, quella del fuoco - Katsuki Bakugou sarebbe morto in quell'istante. Sollevò quindi definitivamente la sua attenzione verso il ragazzo, mettendo da parte cellulare e scartoffie.

«Yaoyoruzu non si sentiva bene, perciò le ho dato la giornata libera.» Già, e adesso potrebbe essere a casa, malata e alle cure e alle attenzioni di Yoarashi Inasa. «E poi, Katsuki, lei non porta i caffè.» il tono di Shouto Todoroki era insolitamente più secco ed infastidito, adesso. Decidendo che forse il suo tono non era stato chiaro, aggiunse: «E comunque, lei è la mia segretaria. Trovatene una per te.» bofonchiò, quasi arrossendo. Ma cosa...? Si doveva decisamente dare un contegno. "Sua", ma nel senso lavorativo, ovviamente...

Tuttavia, Bakugou non sembrò notare quella sfumatura - o decise di ignorarla- perchè non disse nient'altro. Anzi, aveva afferrato il fascicolo con i turni di ronda e le fasce orarie da sapere e si era alzato. «Va bene, metà e metà, vado a fare la ronda.» sogghignò estremamente vittorioso del fatto che lui andasse in azione, mentre Todoroki no. «Mentre tu finisci di contemplare il tuo ufficio di merda. Ci vediamo!» Senza aspettare una risposta del ragazzo, Bakugou sparì.

La concentrazione di Todoroki era passata di nuovo altrove: Momo Yaoyoruzu. L'aveva mandata a casa perché quel giorno aveva una brutta cera e, anche quando sorrideva, le due profonde borse sotto agli occhi si facevano notare eccome. Che stesse male sul serio? Che avesse qualche malattina inguaribile?

Poi, mezz'ora prima, le aveva inviato un messaggio  per sapere come stesse e lei non aveva ancora riposto. Eppure, l'aveva visualizzato! Odiò quelle maledette spunte blu, che gli incutevano più terrore di qualsiasi altro Villain. Poi, velocemente, il pensiero di lei ed Inasa - magari in intimità - gli avevano improvvisamente fatto rigirare lo stomaco.

Ma non era affar suo, in fondo. Se Momo era felice, lui chi era per negargliela?

Momo felice... Si domandò cosa avesse bisogno lei per essere felice e se, con qualche possibilità, lui potesse dargliela.

 «Inasa mi ha chiesto di fare sul serio.»

Era forse quel fare sul serio che rendeva Momo Yaoyoruzu felice? Che cosa stava a intendere poi, davvero, quella frase? Non sapeva esattamente come relazionarsi in quel modo - diciamo che i suoi genitori non erano granché come esempio-; suo padre aveva sempre fatto soffrire sua madre, l'aveva picchiata anche, aveva maltrattato i suoi figli più grandi - quelli senza un quirk eccezionale - e aveva addestrato lui con maniere e prìncipi bruti. Quindi, esattamente, cosa intendeva dire Inasa con il fare sul serio?

Era forse... prendersi la responsabilità di mettere su famiglia e prendersi cura della persona davanti a sè?

Shouto Todoroki non aveva pensato spesso di fare continuare la progenie, anche se suo padre ribadiva più volte tale concetto che " a prendere le redini dell'agenzia di famiglia non poteva essere il figlio di Natsu  o quello di Fuymi - che non aveva nemmeno il cognome Todoroki"; ma era il suo, di figlio, a doverlo fare.

Cosa significava, poi?

Shouto non voleva certo mettere a mondo un figlio solo perchè ereditasse l'azienda e, adesso, non era proprio sicuro di volerlo fare. Crearsi una famiglia? Sarebbe stato in grado di gestire la cosa? E sicuramente non sarebbe stato quello a rendere felice Momo: la sua famiglia era a pezzi, logora e marcia fin dalle origini, come poteva prometterle una vita serena?

Quel Yoarashi, invece...

Pensò a Deku e Uraraka, a come stavano per prendere l'impegno del loro matrimonio. Era quello, quindi, fare sul serio?

Era il matrimonio ciò che desiderava Momo Yaoyorozu?

***

Momo gemette, sporgendosi oltre il letto: pensava che ormai il contenuto del suo stomaco fosse terminato già da un pezzo, eppure eccola ancora lì a svuotarlo ancora. Non riusciva più nemmeno ad alzarsi dal letto, quanto le gambe erano molli e il suo corpo incapace di rispondere. Così, Jirou Kyoka, che era corsa da lei non appena aveva ricevuto il messaggio, le preso quella bacinella.

 «Hai chiamato il medico, Yaomomo?» domandò Kyoka leggermente preoccupata, e quando l'amica si tirò su dopo l'ennesima svuotata, le porse una bottiglietta d'acqua.

Momo l'afferrò e ne bevve un sorso, giusto per sciacquarsi la bocca. Non capiva perché quella dannata influenza l'avesse colpita proprio ora, e la malediva, perché aveva tantissimo lavoro da fare. Sopratutto, per cercare di non pensare a Todoroki Shouto e la sua ottusità.

 «Ci vado domani.» pigolò Momo; non riusciva nemmeno ad andare in bagno, figurarsi andare fino alla clinica medica. Aveva già prenotato un appuntamento il giorno successivo e poi, aveva bisogno di dormire, la mancanza di sonno non aiutava il suo stato. Maledetto Todoroki!

Jirou sospirò e le lanciò un'occhiata.  «Senti, lo sai che se vuoi parlare io ci sono.» scrollò le spalle.  «Non sarò Uraraka ma un consiglio lo so dare.»

Ed era vero: a dispetto dei caratteri quasi opposti, Kyoka e Denki Kaminari erano stati la prima coppia ufficiale della loro cricca, facendo sul serio un paio d'anni dopo essersi diplomati. E così, adesso, all'età di ventisei anni, Kyoka e Kaminari erano sposati da un pezzo e con un figlio di tre anni.

 «No, è solo che... lui...»

 «Todoroki è tanto bello quanto idiota, Yaomomo.» sbuffò Jirou che, a differenza di Uraraka, non aveva mai digerito davvero quel tipo di relazione che c'era tra lei e Todoroki. E, su quest'ultimo, ne aveva parecchie, di cose, da dire. E nessuna propriamente bella.

 «Lo so, dovrei dirglielo chiaramente. Ma a che pro? E poi-» il discorso di Momo fu interrotto da un'altro gemito e poi eccola lì, ad abbassarsi su quella bacinella.

 «E per colpa sua, ti stai gettando nel troppo lavoro.» riprese la polemica Kyoka, come se stesse facendo una ramanzina a suo figlio.  «Insomma, guardati! Fai schifo!»

 «Grazie eh...» borbottò Momo, tirandosi su. Sospirò. «Probabilmente hai ragione.»

 «Avresti dovuto iniziare a frequentare quel tizio dello Shiketsu.»

Momo si chiese se probabilmente la sua amica non avesse ragione.

***

«Questa è la segreteria di Ochaco Uraraka. Al momento sono a lavoro, prova a richiamare più tardi e ti risponderò!»

Midoriya Izuku prese fiato, la voce che gli tremava un pochino.  «Ehi... Ochaco, sono io, Deku. Ieri alla fine non ci siamo più sentiti e...nemmeno l'altro ieri e... niente, volevo sapere come stavi.» Perché era così impacciato, tutto ad un tratto? Era con la sua ragazza che stava parlando!  «Senti, se ti va questa sera ceniamo insieme, fammelo sapere, okay? E buon lavoro!»

Riattaccò, sospirando e cercando di scaricare l'attenzione.

Poggiò il cellulare sulla scrivania dell'ufficio di casa e grugnì. Era sembrato troppo teso? Ochaco avrebbe forse intuito che c'era qualcosa che non andava? Era una ragazza sveglia e intelligente, dopotutto, e poi lo conosceva benissimo, si sarebbe sicuramente accorta che Izuku era teso. Per un attimo provò l'impulso di cancellare il messaggio nella segreteria telefonica - poi si accorse di non sapere nemmeno come si facesse e lasciò perdere.

Però Deku sapeva che, quella sera - se lei avesse accettato l'invito - avrebbero dovuto parlare. Parlare davvero, di... tante cose insomma e Deku non sapeva nemmeno che direzione potesse prendere il discorso, dopo quello che gli stava ronzando in testa.

L'immagine gli comparve nuovamente, come se loro due fossero lì, vividi, davanti a lui- era stato un pensiero sfiancante sin dal giorno prima - e stavolta non cercò di scacciarla: analizzò ogni dettaglio, valutando i possibili scenari. Era quello che sapeva fare meglio, dopotutto: rimuginare.

Era successo tutto perché aveva deciso di andare a trovare Kirishima in ospedale: lui e Todoroki si erano incontrati a casa sua, per poi dirigersi insieme, ma poi  a metà strada aveva ricevuto un'improvvisa chiamata dall'ufficio. Scusandosi con Todoroki e promettendogli che ci avrebbe impiegato poco, si diresse sul posto della rapina.

Quando arrivò la rapina era già stata sventata e allora Deku aveva tirato un sospiro di sollievo - il tutto avvenne in circa mezz'oretta - e grazie alle sue gambe scattanti, era riuscito a tornare in poco tempo all'ospedale.

Ma poi aveva visto Shouto e Yaomomo-san chiacchierare dentro al bar e decise di non disturbarlo - l'aveva capito perfino lui che c'era qualcosa che Todoroki Shouto dovesse risolvere con lei - e si era diretto verso la stanza di Kirishima, da solo. Fu lì che vide.

Prima di svoltare l'angolo aveva riconosciuto quella che era la voce rabbiosa di Katsuki Bakugou - probabilmente stava inveendo con qualche infermiera o qualcuno dello staff , e quindi indugiò: era davvero pronto ad un altro scontro con Kacchan?

Prima di muovere un'altro passo, però, udì una seconda voce: Ochaco.

Oh. Quindi lui è Ochaco stavano davvero parlando? Non sapeva esattamente se ne era contento o no, ma aveva pensato che forse quella era la cosa giusta, almeno la sua ragazza si sarebbe rasserenata e forse Kacchan sarebbe riuscito a perdonarli, prima o poi.

Si sporse oltre l'angolo, gettando uno sguardo verso la sala d'attesa, dove aveva sentito provenire le voci. E li vide. Ochaco lo stava abbracciando da dietro e lui se ne stava lì, impalato.

Deku deglutì, cercando di capire che emozione, quella scena, gli provocasse effettivamente; ma la sua coscienza gli disse che era normale che i due si abbracciassero - era solo un abbraccio, dopotutto - e tra di loro c'era comunque stato un certo livello di intimità. Tuttavia, quelle giustificazioni non servirono a placare qualcosa di sbagliato che stava accadendo dentro di lui. Gelosia? Non proprio.... era qualcosa più tipo paura , il terrore di perdere Ochaco Uraraka si fece spazio in lui.

Con uno sforzo, si distolse dai suoi pensieri e fece un paio di passi indietro. Sarebbe andato via, adesso, per lasciargli un po' di spazio. Era giusto così, stavano chiarendo... c'erano così tante cose da dire e nemmeno a lui sarebbe bastato un giorno - figurarsi ad Ochaco.

Ma perchè aveva quella strana - e tremenda - sensazione? Perché l'idea, sempre più tangibile, che il terzo incomodo, in realtà, fosse lui? Improvvisamente si sentiva di troppo, quindi, definitivamente, fece dietro front ed era tornato sui suoi passi.

Poi, forse perché la voce di Ochaco - rotta dal pianto - si era alzata, o forse perché si era messo ad origliareil brusio, sentì la sua futura sposa dire:  «che non smetterà mai di amare te.»

 

E adesso, a un giorno di distanza - in cui aveva pensato, ripensato, analizzato e rimuginato ogni cosa possibile potesse entrare nella sua testa- , le sensazioni di sconforto lo colpirono.

Uraraka pensava davvero quello che aveva detto?

Non poté biasimarla del tutto per avergli omesso quel dettaglio: non sarebbe stato facile parlarne, e poi Bakugou Katsuki era stato solo un fantasma fino a un paio di giorni prima; era scomparso nel nulla e nessuno - eccetto Kirishima ma che comunque non ne parlava con loro - aveva avuto sue notizie per sei lunghi anni. Come se Bakugou fosse scomparso dalla faccia della Terra.

E poi, adesso, ricomparendo, era naturale che entrambi si sentissero un po' sbalzati: tante cose da dire, da chiarire e, per Kacchan, da perdonare. Midoriya Izuku sapeva che quello che avevano fatto era sbagliato ed erano bastati due bicchieri di troppo, la sua cotta adolescenziale e un'Ochaco visibilmente scossa per il duro litigio con Kacchan, anni prima, a creare quella situazione.

Sei anni prima, tra i singhiozzi e le lacrime, Ochaco gli aveva confessato che, il giorno prima, aveva fatto un test di gravidanza perché pensava di essere rimasta incinta - e a quelle parole Midoriya si era scolato un intero bicchiere di gin, tutto giù in un colpo -; poi Katsuki aveva scoperto il test e, ovviamente, le aveva chiesto spiegazioni. Il test era risultato negativo però la reazione di Katsuki fu quella che realmente distrusse Ochaco: Katsuki si era arrabbiato, aveva urlato che era presto, che non voleva un bambino adesso, e altre cose terribili, addossando tutta la colpa alla povera ragazza, senza pensare minimamente a quello che lei provava.

E così, quella stessa sera, alla festa di compleanno di Kyoka Jirou - che si era tenuta nella villa di famiglia di Yaoyorozu Momo -, i due ragazzi si erano ritrovati lì seduti uno accanto all'altro, a bere alcolici, mentre Ochaco cercava di dimenticare e gli raccontava tutto

E poi... era semplicemente successo. Midoriya non si era sentito molto bene per averlo fatto entrambi da completamente ubriachi - nascondersi in una stanza di sopra a baciarsi come vecchi amanti - ma aveva sempre dato per scontato che ad Ochaco piacesse lui - invece no, era solo il suo migliore amico sin dal primo anno d'accademia- , e solo quando  Kacchan e lei erano venuti allo scoperto, aveva capito che in realtà la amava, ma era troppo tardi. Secondo Iida era sempre stato un po' ottuso e quella ne era la prova tangibile.

Midoriya si domandò se, a quel punto, non fosse stato tutto un errore. Se la relazione di lui e Ochaco era costruita su una bugia o su una discussione andata male. Si domandò se fosse giusto, arrivati a quel punto, quello che stava provando. Forse... avrebbe dovuto lasciar perdere Ochaco, definitivamente.

Infilò le mani tra i capelli ricci, quasi tirandoseli con forza mentre digrignava i denti e delle copiose lacrime scendevano giù dai suoi occhi. Si domandò se... fosse giusto.

Una vibrazione lo distrasse e guardando il cellulare, con gli occhi appannati dalle lacrime, vide chi era: Ochaco.

Il messaggio diceva solo: "Va bene, Deku. Dobbiamo parlare."

Che doveva fare? Cos'avrebbe fatto All Might al suo posto?

***

Katsuki si era diretto verso il luogo della rapina - incredibile come il tasso di criminalità di Tokyo si fosse alzato, negli ultimi sei anni , nonostante la presenza di svariati eroi con svariate doti assurdi. Stava facendo il suo giro di pattuglia quando un civile lo aveva fermato e - dopo averlo riconosciuto e lodato- lo aveva informato di ciò che stava accadendo qualche via più avanti. La sua città natale non era cambiata affatto e quindi si orientò per bene nelle stradine, arrivando in fretta davanti al supermarket.

Quello che si aspettava, però, non era che un gruppo di eroi fosse già sul posto. Digrignò i denti, pensando già a mille modi per insultare e uccidere  quel fastidioso insetto che gli aveva rubato quel piccolo momento di gloria, quando, a pochi passi dal supermarket, si bloccò.

A sbucare fuori dal negozio era stata Ochaco Uraraka, circondata dalla polizia e con quel fastidioso ma adorabile sorriso. Avanzò e tirò la corda intorno al delinquente lasciato a terra, rafforzandone ancor di più la presa, disse qualcosa che fece ridere tutti, poi alzò lo sguardo e... lo vide.

Le mani scoppiettanti di Katsuki si fermarono e, a quel punto, non potè fare altro che avanzare. Non poteva scappare via adesso che tutti l'avevano visto. D'altronde, stava lavorando, e quella non era Uraraka: era Uravity, adesso. E Ground Zero ed Uravity non erano nient'altro conoscenti - e non due ex amanti con questioni irrisolte - .

 «Kat-» prese a dire Uravity, mordendosi le labbra subito dopo.Si corresse.  «Ground Zero, che ci fai qui?» il suo tono era sorpreso, ma anche stranamente allegro. Stava fingendo? Davvero? Dopo quello che si erano detti il giorno prima?

Katsuki le rivolse un'occhiata spezzante - ma le rivolgeva a tutti, quindi il tizio della polizia che stava assistendo alla scena, non aveva notato nulla -  «Ero in pattuglia e ho sentito qualcuno che urlava di una rapina al supermarket.» brontolò evitando di sottolineare che gli aveva appena rubato il suo momento di gloria.

 «Oh, anche tu in pattuglia?» aveva detto, un po' sorpresa Uravity. Forse si domandava perchè stesse lavorando - ma dubitava che Todoroki non avesse detto nulla a Midoriya e che quella pettegola del cazzo non avesse poi spifferato ad Uraraka o a quel giro di idioti - e poi un pensiero gli balenò in testa: avevano lo stesso giro di pattuglia?

Che il bastardo a metà c'entrasse qualcosa? Ma come poteva Todoroki Shouto sapere le ronde di Uravity e l'agenzia di Numero Tredici?

 «Io me ne vado, visto che hai risolto tu.» borbottò voltando le spalle. Era grato che anche Uraraka stesse agendo con indifferenza: se c'era una cosa che le aveva ammirato da sempre era la sua professionalità in qualsiasi cosa facesse. Però quell'atteggiamento  un po' lo torturava: sarebbe stato così d'ora in poi? Non voleva di certo avere di nuovo a che fare con lei o con Deku... avrebbe sicuramente detto qualcosa a metà e metà, riguardo questo.

 «Ehm, Ground Zero?» richiamò Uravity, avvicinandosi improvvisamente e toccandogli piano la spalla. Il suo profumo lo colpì come una frusta e il desiderio del giorno prima si fece spazio nuovamente in lui.  «Finisci tu di pattugliare la zona mentre vado in centrale con il criminale?»

Aveva battuto gli occhioni grandi, Uraraka, e lo aveva guardato a lungo. Come poteva stargli così vicino? Quella ragazza era un idiota! Che stesse in qualche modo cercandi di riappacificarsi nonostante le avesse già detto che lui non l'avrebbe perdonata?

Scrollandosi velocemente di dosso Uravity, Katsuki grugnì.  «E' naturale.» sbottò, allungando in fretta il passo e poi saltando via con le esplosioni.  Stava... scappando?

Uraraka stava facendo finta di niente o l'aveva toccato intenzionalmente a quel modo così intimo? Che stesse mantenendo un profilo vago al pubblico o che... possibile che avesse capito che la stava per baciare, la sera prima?

Maledetta.

 

AngolinoAutrice(?)
EHYOO!
Ci avviciniamo alla fine (evviva!, direte voi)... anche se, fecndo una breve scheda dei capitoli e per le vicende che devono succedere penso che i capitoli saranno 9+ un epilogo. Quindi alla fine, da una One-Shot è uscita tutta questa roba, lol.
Parlando del capitolo: Sì, Deku si sta rendendo conto che Uraraka si sta un po' allontanando, ma staremo a vedere cosa succederà. E' venuto a galla il "misterioso" passato e sappiamo perchè Ochaco ha baciato Midoriya. Onestamente, ho cercato di mantenermi alla realtà: Bakugou che non ha una reazione proprio normale e non è impossibile che ciò succeda. O forse a me piace solo scrivere cose tristi. Probabile.
Per quanto riguarda Todoroki... lentino il ragazzo ad ingranare, eh? Ce la farà entro la fine della storia? Aperte le scommesse. ( e ho in testa un siparietto di Kaminari, Kirishima e Mineta che aprono questo banchetto di scommesse- vabbè il mio cervello sta andando a fare una vacanza).
Comunque, a proposito del mio cervellino sta lavorando tante cosine TodoMomo ( perchè sul fandom ce ne sono fin troppe poche) e boh, penso che arriverà una raccolta drabble, prima o poi, o flash, ancora devo decidere.
E poi c'è la.. Battle Royale! Sì lo so, non vi frega ahahah
Ad ogni modo, ho scoperto di avere degli amici tristi perchè a nessuo piace tanto My hero come a me, quindi, vi lascio il mio contatto istagram, caso mai qualcuno di voi volesse parlare ( di tutto) con me: angie.perrone18
Detto questo, la solita ed infinita gratitudine per Dhialya ( che ormai è puntuale come un orologio) e chiunque legge \ recensisce \ segue la storia.
Plus Ultra!
Shanna.
   
 
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