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Autore: Ookami_96    25/04/2020    2 recensioni
Dal primo capitolo:
Sakura varcò la porta di casa ancora assorta nei suoi pensieri, gli stessi praticamente di ogni giorno, ogni sera, ogni tragitto. Si stava svestendo e preparando per un bel bagno caldo, quando un rumore alla finestra la risvegliò dalle sue riflessioni.
Un piccolo falchetto, appollaiato davanti alla finestra, picchiettava sul vetro per attirare la sua attenzione.
Aprì la finestra e lasciò che il falco le si posasse sul braccio.
«Buonasera Takami, fatto buon viaggio?» disse, sorridendo.
In tutta risposta l’animale si lisciò le penne e le strofinò il becco sul braccio.
"Un altro messaggio da Sasuke-kun, eh?"

Prima Fic in assoluto! Spero di trasmettervi qualcosa attraverso la mia scrittura su una delle coppie che amo di più!
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
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Capitolo 14

Per quella sera avevano deciso che Kaito avrebbe dormito con loro: non aveva un posto dove andare e, non avendo ancora deciso se trasferirsi o meno, non poteva essere ospitato all’orfanotrofio.
In più, come aveva fatto notare l’Uchiha durate l’interrogatorio, Sakura aveva creato un legame con lui e, nonostante tutto, questo legame sembrava non essersi ancora spezzato.

Avevano cambiato camera e, siccome le camere non erano abbastanza grandi da contenere tre letti, Sasuke ne aveva richiesta una con due letti singoli; lui avrebbe fatto a meno del letto per quella notte. Non erano valsi a nulla i tentativi di Sakura per convincerlo a prendere un’altra camera, lui era irremovibile. La rosa pensava che non si fidasse di Kaito, che avrebbe tentato un’altra imprudenza, ma non era solo questo.
In realtà Sasuke temeva per l’incolumità di entrambi, soprattutto per quella del ragazzino ormai. Quello che aveva visto nei suoi ricordi, un segreto che teneva ancora per sè, lo aveva turbato; che fossero semplci sospetti o meno, quei due ninja non avrebbero avuto in serbo niente di buono se avessero saputo della loro chiacchierata con Kaito. Con quelli, e molti altri pensirei nella testa, cervada però di non dare nell'occhio, per non insospettire nessuno, tantomeno l'Haruno.  

Dopo una cena decisamente abbondante (sia per Sakura che per Kaito), si erano quindi messi a letto, tutti estremamente provati dalla giornata.
Sakura si era addormentata appena aveva sentito il respiro del ragazzino farsi regolare e leggero. Si era però svegliata nel cuore della notte, disturbata da una luce proveniente dalla porta finestra aperta. Sforzando un po' la vista, annebbiata dal sonno, aveva scorto proprio in quel punto la sagoma di Sasuke, ancora alzato. Il balconcino sembrava essere diventato ormai il suo rifugio e il suo riparo, nelle notti d'insonnia che avevano trascorso nella piccola osteria. 

La ragazza era ra tentata di abbamdonarsi al peso crescente delle palpebre e assecondare il bisogno di dormire che la appesantiva tanto, ma aveva notato senza nessuno sforzo il comportamento strano di lui, prima e durante la cena. Certa che lasciarlo fuori da solo non fosse la scelta migliore al momento, scivolò quindi fuori dal letto e si avvolse in una spessa coperta di pile, pronta a farsi colpire dal freddo della notte. 
«Ancora sveglio?»

Aveva sbirciato sull’orologio prima di uscire fuori, la lancetta corta appena oltre il numero due.
Sasuke l’aveva sentita alzarsi dal letto, il fare non proprio leggiadro di chi ancora non si è completamente svegliato aveva rivelato la sua presenza ancora prima che aprisse bocca; nonostate questo, lui rimase nel suo silenzio, incurante.

Agli occhi di Sakura, loro non avevano approfondito abbastanza il loro rapporto negli ultimi giorni da permetterle di capire se, in una situazione del genere, un comportamento “fisico” e insistente avrebbe potuto dargli fastidio e se preferisse quindi stare da solo.
Le sembrò però che qualunque cosa sarebbe stata meglio che rimanere in silenzio a fissarlo, quindi gli si avvicinò e appoggiò la testa alla sua spalla, in cerca di contatto.
«Perché non vieni dentro? Fa freschetto stasera»

Sperava di smuoverlo un po’, ma Sasuke non reagì.
Sbuffò e gli cinse il fianco con il braccio, sistemando meglio la coperta in modo da coprire un po’ anche lui.
Il moro si irrigidì appena e Sakura lo strinse a sé ancora di più; solo allora lui si mosse, girandosi verso di lei.
«Perché non mi dici cosa ti frulla per la testa, Uchiha?»

Già, cosa gli frullava per la testa? Esisteva un modo per dire tutto quello a cui stava pensando?
Era sempre stato in grado di dire quello che pensava, in modo diretto, spesso tagliente. Il silenzio era una forma di disinteresse, non una mancanza di parole.
Eppure ora, le parole gli morivano in bocca: le sentiva, sulla punta della lingua, come un fiume in piena, che tentavano e volevano uscire. Le sue labbra si schiudevano appena, impercettibilmente, eppure, non lasciavano trapelare alcun suono.
«Se non vuoi dirmelo lo capisco»

Il suo tono non tradiva delusione o ostilità, tutt'al più comprensione. Ma lui non poteva dirglielo, il volere non c’entrava un bel niente, giusto?
Sentì il calore del corpo di Sakura abbandonarlo; gli aveva sistemato la coperta sulle spalle e stava tornando dentro, al caldo del suo letto.
D’istinto le prese la mano e la trattenne; lei allora gli sorrise e si avvicinò di nuovo a lui.
Sasuke si era girato, la schiena appoggiata alla ringhiera e lo sguardo basso; la rosa lo abbracciò, affondando il viso sul suo petto.
«Fai finta che io non ci sia, non ti guarderò»

Facile a dirsi: sentiva il peso della sua testa sul petto, percepiva il suo profumo e vedeva la sua zazzera rosa sotto i suoi occhi. Però lo aveva capito, di nuovo.
Non avere il suo sguardo addosso lo stava aiutando, si sentiva più leggero; doveva solo fare un respiro profondo e provare a parlare.
Il silenzio, però, continuava a regnare sovrano, mentre la sottile lancetta dei secondi scandiva il tempo. Le parole gli morivano in bocca.

«Sei arrabbiato con me?»

«Sì.»
Solo nel momento in cui aveva parlato si era realmente accordo di quanto fosse vero, realizzava solo ora di essere arrabbiato con lei, e non poco.

«E’ per quello che ho fatto con Kaito?»
«Sì.»
Era vero. Si era esposta a un rischio inutile, aveva superato ogni limite lasciandosi alla mercé di quel ragazzino, per cosa poi?

«Hai ragione ad essere arrabbiato… mi dispiace»
Già, ma cosa se ne faceva del suo dispiacere?
«Spero, beh, spero che mi potrai perdonare»
Così dicendo gli aveva scoccato un bacio sulla guancia e lo stava di nuovo lasciando per tornare dentro, colpevole per la situazione. 
Non mentiva, sapeva di essere stata egoista ad agire in quel modo, e mentre lo faceva sapeva di star ferendo Sasuke; si stavano avvicinando e lei aveva messo la sua vita in pericolo, non curante di tutte le persone che avevano lasciato la vita del ragazzo e della sofferenza che questo aveva causato. 

Ma lui doveva doveva dirglielo, o sarebbe stato troppo tardi.
«Sono molto arrabbiato! Sono furioso!»
La rosa si fermò e si girò a guardarlo: aveva alzato lo sguardo e l'iride nera la fissava intensamente, mentre il pugno chiuso si contraeva per lo spasimo lungo il suo fianco. La fatica che stava facendo per esternare i suoi pensieri, le sue emozioni, era tangibile; poteva vederlo, cercare di superare quell'ostacolo. 
Lasciò cadere la testa, rilassò i muscoli, pronto a dire quelle poche parole che per lui avevano un profondo significato.
«Mi hai fatto preoccupare»

«Sasuke-kun…»
Strinse nuovamente il pugno, per darsi la forza di continuare.
«Per favore, Sakura. Promettimelo, promettimi che non farai più una cosa del genere.»
Il cuore di Sakura perse un battito; non poteva certo dire di aver avuto la situazione sempre sotto controllo, sarebbe stata una bugia bella e buona, ma non credeva di aver messo in crisi Sasuke a quel modo. Dopotutto, Kaito era solo un bambino, non un assassino. 
Non aveva fatto i conti però con il sentimento irrazionale che pian piano si stava impossessando del cuore del suo compagno, un sentimento che aveva a lungo sperato la ricambiasse. 

«Sakura?»

«Te lo prometto, Sasuke-kun. Niente più cose stupide»
Il ragazzo sembrò tirare un sospiro di sollievo e, mentre rientravano, si pentì di non essere stato completamente sincero. La vicenda nella sala interrogatori lo aveva scosso, ma il volto di quell'uomo... Ora poteva vederlo, mentre da sotto la maschera rideva e si prendeva gioco di loro, mentre la torturava e la seviziava. 
Mentre rientravano, si accorse che aveva di nuovo paura.
*

Aveva cercato di essere più dettagliato possibile, descrivendo la conversazione, le sensazioni si Kaito e, il volto dell’uomo mascherato: Tamashi.
Era riuscito a convincere Sakura ad accompagnare Kaito a comprare qualche vestito nuovo e fargli fare colazione da qualche parte per approfittarne e avere un colloquio privato con A e Darui.
Non voleva assolutamente che Kaito sapesse di quei ricordi; era convinto che la cosa lo avrebbe scosso troppo al momento. Era abbastanza intelligente da capire che c’era una possibilità non così remota che la sorella non fosse morta a causa della malattia e che lui stesso fosse in pericolo.

A Sakura avrebbe raccontato tutto in seguito, dopo la ripresa del loro viaggio; al momento gli premeva dire tutto al Raikage e, in un seconda battuta, all’Hokage.
«Credi quindi che l’abbia uccisa lui?»
«Sì. Credo sia stata una fortuna per Kaito non trovarsi in casa, potrebbe essere sopravvissuto per pura fortuna.»
Avevano dei tasselli in più, ma non stavano facendo comunque grandi passi avanti.

A quanto pareva questo Tamashi non compariva in nessun registro della Nuvola e non era nemmeno citato nei vari fascicoli di Asano; potevano quindi escludere con una certa sicurezza che il ninja in questione appartenesse a Kumo.
«Bella seccatura. Questo avrebbe ristretto di molto i vostri sospetti.»
Darui aveva ragione: cercare un uomo nel paese del Fulmine era di sicuro molto più semplice che cercarlo nel restante mondo ninja.
«Cosa contate di fare?»
«Farò rapporto all’Hogake. Poi credo che la cosa migliore sia proseguire con il nostro viaggio, cercheremo nuove piste man mano.»

Avevano poi atteso l’arrivo di Sakura e Kaito, di ritorno dalle spese; a loro si era aggiunto Yuuto, assegnatogli da Darui come ulteriore protezione.
I due, con pochi anni di differenza, sembravano aver fatto amicizia e, rispetto al giorno prima, il giovane sembrava più sereno. Dormire in un letto comodo e poter andare in giro a stomaco pieno dovevano avergli dato un grande aiuto per aprirsi con Yuuto e, ancora di più, con Sakura.
Non fu strano quindi che alla notizia dell'imminente partenza della rosa e Sasuke, Kaito apparisse turbato; la stessa ninja, che aveva appena appreso la desione dell'Uchiha, rimase scossa.
«Ho già fissato un incontro con un ninja di Konoha tra cinque giorni, partiremo dopo pranzo.»

Preso alla sprovvista per l’imminente separazione, Kaito aveva chiesto di poter mangiare con loro; nonostante questo però non toccò cibo.
L’Haruno sapeva bene che prima o poi avrebbero dovuto separarsi, ma si era anche lei affezionata al ragazzino; non sapeva se questo le venisse dalla sua voglia di aiutare i bambini o dal fatto di essere in parte responsabile di tutta la sua sofferenza, si sentiva comunque imponente ora, nel non poterlo aiutare di più.
Gli aveva sconvolto la vita e, come ne era entrata in modo turbolento, ne stava uscendo; probabilmente, per non rientrarci in futuro.

«Sakura, ti spiace andare di sopra a preparare la roba?»
Aveva rotto il silenzio che regnava al loro tavolo improvvisamente, mentre tirava fuori il portafoglio da una tasca nascosta nell'interno del gilet. 
Dopo un momento di esitazione la ragazza si alzò, con la promessa a Kaito che sarebbe tornata presto.
Così, erano rimasti soli loro due.

Era quello che voleva, ma non sapeva bene cosa dire a quel bambino, che lo potesse confortare.
«Mi dispiace, ma dobbiamo metterci in marcia il prima possibile»
I piccoli occhi verdi non si spostarono dal piatto, ancora pieno.
Cosa avrebbe voluto che gli dicessero gli adulti quando era bambino lui? Ripensando a quella fatidica notte, a quello che gli disse suo fratello, non potè non pensare in quel momento che non erano certo quelle le parole che avrebbe voluto sentirsi dire… Diventare forte, vendicarsi, sopravvivere…

In quel senso Kaito aveva avuto una guida decisamente migliore per il momento: Sakura lo aveva distolto dall’insana idea della vendetta e lo stava mettendo su dei binari sicuri.
Non incolpava certo Itachi per le sue scelte di vita, ma cosa sarebbe successo se le sue ultime parole, sotto la luna, fossero stare altre? Se gli avesse detto sin da subito che gli voleva bene? Sarebbe comunque diventato un ninja, in grado di difendersi da chi voleva impadronirsi dei suoi occhi?

Si alzò e si inginocchiò vicino al piccolo, mettendogli la mano sulla gamba; in quel momento ebbe la sua attenzione.
«In qualsiasi posto tu decida di andare, fatti degli amici. Impara a fidarti di loro e sii una persona di cui si possano fidare, circondati di persone a cui senti di poter affidare la tua vita e che proteggeresti a qualunque costo.
Diventa forte per proteggere gli altri, non per il mero potere.
E, soprattutto, crea dei ricordi belli con loro.»
Kaitò lo guardò sorpreso, lui era l’ultima persona da cui si aspettava certe parole; sentì che Sasuke non gli stava rivolgendo delle semplici frasi di circostanza; sapeva della sua storia e del suo passato dagli appunti di suo padre, e in quel momento non poté non pensare a quando fossero simili: anche lui aveva perso tutto e aveva dovuto rialzarsi da solo.

«Perché mi dici questo?»
«Perché se qualcuno, mi avesse detto queste cose alla tua età, probabilmente avrei evitato molte scelte infelici»
Non era del tutto vero: solo Itachi avrebbe potuto smuoverlo a tal punto. Ma sperava che Kaito si accontentasse che quelle parole provenissero da lui.
Aveva accettato il suo passato, le sue scelte e i suoi errori. Non poteva, e non voleva, incolpare nessuno se non sé stesso per tutto ciò che aveva fatto, tanto meno suo fratello... Ma questo non poteva impedirgli di aiutare gli altri, di aiutare Kaito, rivolgendogli le parole che forse avrebbe voluto sentirsi dire da bambino, quando si era ritrovato solo.

Per la prima volta, Kaito gli sorrise.
*
 
Erano ormai un paio d’ore che sorvolavano il mare sul dorso di Garuda: per risparmiare tempo, Sasuke aveva deciso di aggirare il paese del Gelo via cielo, con l’obiettivo di atterrare direttamente sulla costa del paese delle Terme.
Partire era stato più difficile del previsto per Sakura; Kaito aveva deciso di rimanere al suo villaggio, per diventare un ninja. 
Le aveva promesso che appena preso il diploma sarebbe venuto a trovarla a Konoha, per imparare a diventare un ninja medico: voleva diventare forte e proteggere gli altri. Le aveva sorriso e l’aveva ringraziata; nonostante questa promessa e l’apparente tranquillità del ragazzo, Sakura non si sentiva in pace con sé stessa.

«Non ti preoccupare per lui, se la caverà»
Senza dire nient’altro, avevano proseguito in silenzio la loro traversata in groppa all’enorme falco.
Una volta atterrati, un paio d’ore dopo, l’umore di Sakura migliorò.
Si era seduta su una roccia, mentre osservava Sasuke prendersi cura di Garuda: dopo un viaggio così lungo e con loro come carico, l’animale necessitava di un minimo di ristoro.
Dopo essersi rifocillato ed essersi fatto lisciare un po’ le penne, il falco sparì in una nuvola di fumo, congedandosi con riverenza ai due ragazzi.

Stavano camminando da più di tre ore, quando l’Uchiha le aveva fatto cenno di fermarsi per allestire l’accampamento; a quanto pareva avevano risparmiato più tempo del previsto e potevano concedersi un po’ di riposo davanti al fuoco caldo. Non sembrava, ma il vento gelido che soffiava dal paese di ghiaccio era penetrato a fondo durante il volo, e, nonostante la lunga camminata, ancora non si sentivano completamente riscaldati.
La cena, così come il viaggio, si era svolta in completo silenzio, e Sasuke iniziava a pensare che la compagna nascondesse qualcosa di più oltre alla tristezza data dalla loro partenza.

Non era bravo però ad indagare sui dubbi e le inquietudini dell’animo altrui, almeno, non quanto lei; così provò a distrarla, tirando fuori una mappa e interrogandola sul tragitto più comodo per arrivare al punto d’incontro.
Sakura però non si sentiva per niente partecipe. Sapeva bene che una volta date quelle informazioni sarebbero tornati al villaggio della Foglia, e tutto quello sarebbe finito; aveva sognato quel viaggio per due anni, e ora stava per concludersi.

«Perché dobbiamo incontrare un informatore, se tanto dobbiamo tornare a Konoha?»
Sasuke la guardò perplesso.
«Dobbiamo tornare a Konoha?» ripeté, quasi non avesse capito.
«Quando sei venuto a casa mia, mi hai detto che avremmo intrapreso un viaggio per catturare quell’uomo. Ora che siamo senza informazioni e senza indizi, mi sembra logico che tu voglia riportarmi a casa…»

Dunque era questo il problema. Credeva che l’avrebbe riportata al villaggio e che lui avrebbe ripreso il viaggio da solo. In effetti non si erano mai consultati sul dopo, erano semplicemente rimasti al Villaggio della Nuvola per il tempo necessario; lui aveva dato per scontato che lei volesse continuare il viaggio, perchè sapeva che era così. 
Lei, in fondo, non poteva sapere che anche lui voleva continuare quella bizzarra avventura assieme.

«Dopotutto, l’hai detto anche tu che è stato Kakashi a chiederti di farmi venire con te…»
Maledizione. Certo, era vero. Ma…
«La situazione è molto cambiata da quando siamo partiti, e da quando ti ho detto quelle cose»
La luce del fuoco illuminava i loro volti nella sera ormai scura, e Sasuke vide molto bene un barlume di speranza e felicità farsi strada nelle iridi verdi di Sakura.
«Stiamo per incontrare un informatore così da mandare le nostre nuove scoperte all’Hogake, e poter continuare il viaggio.»

«D-dici sul serio, Sasuke-kun?»
Sorrise dolcemente, quella ragazza aveva davvero il potere di mostrare la sua semplicità e il suo entusiasmo con una leggerezza disarmante, che quasi invidiava.
«Certo. Insomma, dovremo comunque cercare nuove informazioni e continuare a indagare; ma nulla ci vieta di svagarci un po’; e poi, mi avevi detto di voler vedere il mondo, no?»
Era vero, lo aveva detto mentre lasciavano il villaggio diverse settimane prima; gli aveva detto senza problemi che era invidiosa del suo viaggio e che avrebbe tanto voluto vedere tutti i posti delle cartoline.

Ripensando a quei primi giorni, le sembrava incredibile com’erano cambiati entrambi, come ora riuscivano a capirsi e a confrontarsi. Si sentiva in colpa per averlo ignorato tutto il pomeriggio, quando lui non voleva minimamente riportarla al villaggio: lui la voleva con sé, al suo fianco.
D’impulso lasciò cadere la mappa e lo abbracciò, gettandogli le braccia al collo.
Alzò il viso e guidò le sue labbra su quelle di Sasuke.

Le era mancato quel contatto, sentire il suo respiro addosso e la sua mano che la stringeva di più a sé. Anche se il colore delle sue gote si confondeva con quello dato dalla vicinanza dal fuoco, la vicinanza le permise di vederlo arrossire leggermente.
Fu un sorriso sghemo proprio del ragazzo a farla allontanare di qualche centimetro; aveva ancora le braccia strette attorno al suo collo e lo guardava interrogativa, con un'espressione curiosa. 

«Scusami, è che mi è tornata in mente l’ultima volta che mi hai baciato»
Appena le tornò in mente quella assurda serata in cui, ubriaca fradicia, aveva praticamente tentato di “stuprarlo”, fu lei a diventare tutta rossa; si staccò veloce da Sasuke e, dopo avergli dato una bonaria spinta, si infilò in tutta fretta nel suo sacco a pelo, seppellendo il viso nel caldo tessuto per nascondere l’imbarazzo.

Ancora con il sapore di lei sulle labbra e il suo profumo nelle narici, anche Sasuke si coricò, cullato dal tepore e dal crepitio del fuoco.
Non avrebbe interrotto quel viaggio per niente al mondo ormai.
 

Buonasera a tutti!!
Chiedo innanzitutto perdono per il ritardo, purtroppo questa quarantena si sta dimostrando impegnativa didatticamente parlando.
Ma, non siamo qui per parlare di questo!

Il rapporto tra Sakura e Sasuke si sta delineando, pian piano. Rimanere in linea con i personaggi si sta rivelando mooolto difficile, aihmè.
Portate pazienza, arriveranno capitolo più "succosi" andando avanti ;)
Ho un altro capitolo quasi pronto, quindi conto di renderlo disponibile entro pochi giorni; sono davvero molto combattuta su come far comportare i nostri protagonisti in attesa di un prossimo incontro/scontro con i Villain, ma spero di non deludere nessuno XD

Ringrazio comunque chi continua a seguire la storia, chi la supporta, l'ha messa tra i preferiti/seguiti/ricordati e chi ha speso del tempo per lasciarmi una piccola recensione :D
Vi ringrazio e vi auguro una Buonanotte!

 
P.S. Mi scuso per eventuali errori, l'ho un po' rivisitata mentre la rileggevo e il mio cervello inizia già a non connettere più, spero sia comprensibile XD
  
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