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Autore: inharryvsarms_    26/04/2020    1 recensioni
Quanto possono, un libro e un paio d'occhi verdi, stravolgerti la vita?
Se volete una risposta a tale quesito, Camille sarà ben felice di darvela. Il ritrovamento di un libro misterioso, un Regno di cui nessuno conosce l’esistenza e l’amore, porteranno tanto scompiglio quanto ordine nella vita di questa giovane ragazza.
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU, Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
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Inizio a riacquisire conoscenza, con le palpebre talmente pesanti che credo seriamente qualcuno vi abbia messo dei pesi sopra. Non riesco a muovere un muscolo, sento un brusio generale intorno a me che non fa altro che peggiorare il mio mal di testa lancinante. Le orecchie fischiano in maniera inaudita, le sento tappate come se avessi appena scalato l'Everest tutto d'un colpo. Resto immobile per un po', attendendo che i miei sensi riprendano la loro normale funzionalità prima di aprire gli occhi e iniziare a guardarmi intorno. Sono distesa su un letto, sbatto le palpebre ripetutamente per mettere meglio a fuoco la stanza in cui mi trovo e le persone che ho davanti.

"Ma io vorrei sapere, Harry, come ti sia sembrata una buona idea portarla qui. Lo sai che ci sospendono se veniamo scoperti?" dal brusio generale riesco a distinguere queste parole, le mie condizioni si sono stabilizzate e decido di mettermi a sedere contro la testiera del letto sulla morbida pila di cuscini che mi reggono il capo. Quando le persone di fronte a me si rendono conto dei miei movimenti ammutoliscono, iniziando a fissarmi. 

Mi guardo intorno, la mia vista non è più doppia e riesco a distinguere perfettamente ogni sagoma che i miei occhi passano velocemente in rassegna. 

Mi blocco quando realizzo che tutto intorno a me è di un bianco candido, letteralmente ogni cosa in questa stanza non ha uno sprazzo di colore, dalle lenzuola, al tappeto, al comodino sulla mia destra e agli oggetti che vi sono poggiati. Coloro che erano causa del brusio sono di fronte al letto su cui sono seduta e non hanno ancora ripreso a parlare, credo non sappiano cosa dire tanto quanto me. Sono 3 ragazzi e una ragazza, i loro capi d'abbigliamento sono diversi ma tutti del medesimo colore: bianco, il che mi mette in una soggezione indescrivibile. Cos'è questo posto? E chi sono questi ragazzi che mi fissano senza dire una parola? 

"S-sono morta?" rompo il silenzio dicendo la prima cosa che mi passa per la testa, le mie corde vocali stridono come se qualcuno le avesse strappate e la mia gola è secca come la Death Valley.

"Esattamente." mi risponde uno dei ragazzi, ha i capelli castani e gli occhi azzurri, sta sorridendo sotto i baffi e non ne capisco il motivo. Dalla voce riconosco che sia stato lui a dire ad un certo Harry che verranno sospesi se qualcuno mi trova. 

Sono davvero morta? Come ho fatto a morire? Non ricordo nulla se non la videochiamata con Belle e poi... la luce, il diario... lo sapevo che era una cosa pericolosa, cavolo, mi ha uccisa. Ma come ha fatto ad uccidermi? 

"Oh D-Dio." inizio ad agitarmi sul letto, entrando nella più totale paranoia. Cerco di scendere quando la ragazza si avvicina e mi ferma, sorridendomi debolmente.

"Non sei morta, puoi stare tranquilla, è solo Louis che fa il solito Louis e si diverte a fare scherzi idioti." lo fulmina con lo sguardo.

"Ma cosa è successo ? Chi siete? Cos'è questo posto?" dico, rimettendomi a sedere. 

"Non ricordi proprio nulla?" sospira la ragazza che ora si è seduta sul bordo del letto. Ha i capelli di un biondo quasi platino che cadono dolcemente in tanti boccoli, è snella e ha gli occhi di un grigio cristallino. È a dir poco bellissima.

"Ricordo di aver aperto un libro e di essere stata come risucchiata, non lo so, come ci sono finita qui?"  alle mie parole tutti i presenti si scambiano occhiatine preoccupate, quando uno di loro si fa avanti porgendomi il libro in questione. Ha gli occhi più belli che io abbia mai visto, di un verde che farebbe invidia alle gemme di smeraldo più pregiato. I capelli ricci incorniciano il suo viso dai lineamenti perfetti, le labbra rosee sono piegate in una linea sottile che enfatizza la sua espressione corrucciata. Afferro titubante il diario soffermandomi sul braccio tatuato del ragazzo, tatuaggi neri che creano un contrasto bellissimo con tutto il bianco che lo circonda.

"Io sono Cloe." a parlare è di nuovo la ragazza, che si alza e inizia a presentarmi tutti i presenti: "Loro sono Louis, Harry e Niall (un biondino che non ha smesso di sorridermi dall'inizio)." resto inebetita per un po' non sapendo cosa dire, quando il ragazzo dagli occhi verdi, che ho appena scoperto si chiami Harry, sbuffa dicendo: "Ma lo sai che è buona educazione presentarsi in queste situazioni?" avvampo dall'imbarazzo, non ha tutti i torti. 

"Scusate, sono un po' scossa. Io sono Camille." sorrido cercando di nascondere l'imbarazzo.

"Non ti preoccupare, lo capiamo, Harry è scontroso con tutte le persone che non conosce, non è colpa tua. Comunque sia, ora cercheremo di rispondere alle tue domande, così forse ricostruiremo le ultime dinamiche. Cosa vuoi sapere per primo?"

"Come ci sono finita in questa stanza?" 

"A questa domanda dovrebbe risponderti Harry." Cloe si rivolge al riccio verso il quale tutti noi spostiamo l'attenzione, che si passa una mano in mezzo ai capelli castani chiaramente infastidito dal fatto di dovermi rispondere e prende parola in maniera molto riluttante.

"Sei piovuta dal cielo e ti ho salvato." dice, come se questo fosse perfettamente normale. Lo guardo interdetta, ma che razza di sbruffone antipatico.

"Ti diverti a prendermi in giro?" incrocio le braccia al petto.

"Guarda che è andata così, voi umani avete la superbia di credere di sapere tutto, ma non sapete un bel niente. La prima cosa che hai chiesto ovviamente riguardava te stessa, invece domandare perché questo posto ti sembri così diverso dal tuo mondo, chiara testimonianza di quanto tu sia narcisista." Noi umani? Il suo tono sprezzante non fa altro che confermare l'idea che mi ero già fatta: sbruffone antipatico. È poggiato contro il muro, con le braccia incrociate al petto e uno sguardo che se potesse mi incenerirebbe sul colpo. Un sorriso beffardo gli dipinge il volto mettendo in rilievo le sue fossette, che sono come la ciliegina sulla torta ad uno dei ragazzi più attraenti che abbia mai visto, per quanto mi duole ammetterlo.

"Harry, smettila di parlarle così. Non vedi che è già abbastanza confusa?! È ovvio che non concepisca come le tue parole possano essere vere se ti limiti a dire una frase senza capo né coda!" lo rimprovera Cloe, inizia a starmi davvero simpatica questa ragazza. 

"Hai mai sentito parlare degli angeli, Camille?" a prendere la parola è Niall, mettendo a tacere gli altri due. La sua espressione dolce mi tranquillizza un po'.

"Certo." rispondo, non capendo dove voglia arrivare.

"Benvenuta ad Akero, il Regno degli angeli." mi sorride spalancando le braccia, notando il mio sguardo confuso continua: "Quello che ha detto Harry è vero, sei piovuta dal cielo e ti ha salvato da un bell'impatto con l'asfalto. So che sei confusa, lo siamo anche noi, soprattutto per il diario che tieni in mano. Dove l'hai trovato?"

"In una biblioteca a Belvès, dove abito io." sussurro, scossa per le informazioni che mi ha appena riferito Niall. 

"Vedi Camille, so che tutto questo ti sembrerà assurdo, ma lascia che ti spieghi cosa penso sia successo. Il tuo diario / libro è un portale tra il nostro mondo e il tuo, non so perché fosse destinato a finire nelle tue mani, ma una ragione dietro c'è sicuramente." prosegue Niall.

"Voi quindi... siete angeli?" annuiscono all'unisono e inizio davvero a pensare di essere morta, o in coma, o di stare sognando. Sì, sto sicuramente sognando.

"Non è possibile." balzo in piedi e inizio a riempirmi di pizzicotti per tentare di svegliarmi.

"Guarda che ti fai male." ridacchia Louis "Non stai sognando, rossa. A proposito, il tuo colore di capelli è un incanto." solo ora mi rendo conto che i vestiti che avevo indosso sono diventati completamente bianchi, il rosso dei miei capelli spicca in questa stanza come un fiore di papavero in mezzo alla neve. 

Mi avvicino alla finestra e quello che vedo mi lascia senza parole: bianco, bianco e ancora bianco, i palazzi, le strade, i vestiti delle "persone", i prati, i fiori... è come se un imbianchino avesse passato una mano di vernice su tutto. Sono letteralmente incantata dalla bellezza di un panorama così insolito che fa invidia ai paesaggi innevati di Aomori. Non avrei mai immaginato di trovarmi di fronte ad uno scenario simile, provo stupore, paura, incredulità e una morsa allo stomaco per l’ansia della possibilità di svegliarmi da un momento all’altro, realizzando che tutto ciò che vedo sia solo frutto della mia immaginazione.

La cosa più sconvolgente e affascinante allo stesso tempo però, è che non ci sono mezzi di trasporto, perché i cittadini di questo strano luogo sono dotati di ali, meravigliose ed enormi ali di piume bianche con cui svolazzano da una parte all'altra. Il cielo è privo di nuvole, anzi sembra esso stesso una enorme nuvola, visto che è privo di qualsiasi pigmento. 

Mi volto con la bocca spalancata e gli occhi quasi fuori dalle orbite, assumendo l'espressione più scioccata che io abbia mai rivolto a qualcuno, guadagnandomi così una risata di gruppo. "A-anche voi avete le ali?" chiedo, conoscendo già la risposta.

"Certo che sì." mi sorride Cloe. "Ma vieni, usciamo e ti racconteremo tutto sul Regno di Akero."

   
 
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