Impara il flirting... e mettilo da parte




 

Gaara non era esattamente un genio del flirting ed esperto di romanticismo.
Quando gli piaceva qualcuno, sostanzialmente, la sua tattica era attendere che l’altro facesse la prima mossa. Ma considerato che, in quel caso, si trattava di Sasuke Uchiha, aveva deciso che forse era meglio mettersi alla ricerca di metodi di abbordaggio.
Era esattamente da un’ora che, davanti allo specchio e con profondo imbarazzo per se stesso, recitava fra sé e sé possibili approcci.
Si diede del coglione quando la sua mente, generalmente geniale, aveva partorito quella domanda idiota:
Oltre ad essere sexy, cosa fai per vivere?
Pessimo.

 

A volte, i complessi di inferiorità di Sasuke fuoriuscivano dal vaso senza un reale motivo e Gaara si ritrovava ad ascoltare quei deliri e considerazioni che Uchiha aveva su se stesso e che generalmente nascondeva. Non si era ancora abituato, dopo anni di relazione, all’idea che anche uno come lui potesse celare certe debolezze e ritenersi imperfetto.
Dici che dovrei essere più malleabile?
Secondo te sono troppo severo?
«Dovrei essere più amichevole?»
«Senti, l’unica cosa che voglio cambiare di te è il cognome».
Per poco non si strozzò col vino.
«È forse una proposta di matrimonio?»
«…perché no?»

 

Sasuke ricordava perfettamente com’era cominciata. La cosa buffa è che in parte era merito di Naruto, che aveva organizzato una festa e combinato quell’appuntamento.
Sasuke e Gaara due ore dopo erano finiti a scopare, ancora troppo alticci per razionalizzare.
Uchiha si era voltato a guardarlo, soffermandosi su quel tatuaggio e sugli occhi contornati da una spessa linea di eyeliner. A primo impatto non aveva proprio l’aria da bravo ragazzo.
Sasuke ricordava perfettamente anche cosa avesse pensato…
Non mi stupirei se fosse figlio di un terrorista… dato che a letto è proprio una bomba.
Che pessimo senso dell’umorismo.

 

Gaara periodicamente non perdeva occasione per calpestare gratuitamente l’orgoglio di Sasuke tirando fuori una sua vecchia confessione.
«Cosa ti passava per la testa quando dicesti a Naruto che dovevo essere stato benedetto da un Dio per scopare così bene?»
Sasuke si portò una mano in fronte, sconsolato.
«Doveva rimanere fra me e lui – si giustificò come sempre, tentando di nascondere il rossore – E poi tu non è che avessi capito esattamente il complimento»
«Certo che lo avevo capito!»
«Come no! Perché Scusa, ma Sasuke lo sa che sono ateo? è proprio la dimostrazione che avessi capito il concetto, Gaara».

 

Sarebbero dovuti uscire a minuti, eppure non sembravano averne particolarmente voglia.
Sasuke si sistemò il colletto della camicia, quando avvertì il petto di Gaara premere sulla propria schiena.
«Non è che abbia molta voglia di uscire» sussurrò all’ orecchio.
Sasuke inclinò leggermente il capo.
«Stavo pensando la stessa cosa»
«Vedi, dev’esserci una connessione - wi-fi - tra noi».
Uchiha gli insinuò una mano fra i capelli rossi, stringendoli fra le dita.
«Dannato nerd, che battuta pessima. L’unica connessione fra noi adesso è il tuo cazzo che mi preme sul fondoschiena»
«Deluso?»
Sasuke si voltò.
«Per niente» rispose, prima di baciarlo.