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Autore: N19    28/04/2020    0 recensioni
"Mi presento, io sono l'unità YoRHa di tipo Scanner di 14° generazione, se preferisce, se le risulta più comodo, può riferirsi a me con la nomenclatura "14S"."
Un'avventura iniziata con una semplice lettera piena di ammirazione.
Un viaggio di redenzione portato avanti da una macchina per i suoi creatori.
Una riscoperta di ciò che lo circonda, compresa, la sua bellezza.
Genere: Azione, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Spoiler!
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Fu il tintinnio di una campanula ad attrarmi in quel luogo, come una falena che segue la luce, non mentirò, ne rimasi succube.

A pochi passi dal sito d'atterraggio, situato in un'immensa foresta, si trovava uno spiazzo immacolato, decorato, in modo quasi poetico, da campanule viola come farfalle.

<< Pod, analisi >>

Le mie parole erano le uniche a riecheggiare in quel posto desolato, portate da una parte all'altra, in lungo e in largo, dal ritmo del vento.

<< Ipotesi : a giudicare dalla disposizione delle campanule ci troviamo in un cimitero >>

Mi voltai di scatto verso il pod, quasi a volerlo marchiare con la pazzia delle sue stesse parole, però, prima di elargire il mio disappunto, fui costretto a tacere.

Abbassai lo sguardo ed alzai lentamente il piede.

<< Pod...analisi >>

La punta del mio piede aveva urtato qualcosa di ben più duro di un fiore o di un po' di terra, no, quello che avevo colpito, senza alcuna intenzione, era il corpo non ben seppellito di un androide che, a giudicare dalla sua condizione fisica, era vecchio di decenni.

<< Affermazione: ci troviamo in un cimitero, per la precisione, in un cimitero per androidi. Ipotesi confermata. Aggiornamento. >>

<< Riconosci queste unità YoRHa? >>

Mi chinai sulle gambe ed allungai la mano verso il viso arruginito dell'androide che avevo colpito, osservando, paralizzato, la mancanza di una benda, ma soprattuto, la mancanza di occhi.

<< Affermazione: dagli archivi emerge che questi sono modelli YoRHa della tipologia A, la struttura del loro corpo combacia alla perfezione. >>

<< Non puoi essere più preciso? >>

<< Negazione: non ricevo segnali dalle loro scatole nere, mi è impossibile ricavarne l'identità >>

<< Cosa mi sai dire di questi modelli? >>

<< Spiegazione: i modelli A vennero impiegati prima di quelli B, in particolare, durante l'operazione conosciuta come "La discesa a Pearl Harbor" >>

Data la mia natura di modello S, e quindi di scanner, mi fu dato l'accesso ed alcuni dei dati tenuti nel bunker: l'operazione di Pearl Harbor...non era la prima volta che sentivo parlarne.

<< Il fatto che non hanno gli occhi?Ti dice qualcosa? >>

Tornai dritto, per poi, volgere, nuovamente, il volto in direzione del piccolo pod fluttuante alla mia destra.

<< Negazione: non ci sono correlazioni conosciute tra gli androidi e la mancanza dei loro occhi >>

<< E i campanellini appesi agli steli di questi fiori?Mi sai dire qualcosa di quelli? >>

<< Affermazione: la campanula, nella cultura umana, è considerato un fiore dai molteplici significati: può essere simbolo di perseveranza e speranza, d'altro canto, se si guarda l'altra faccia della medaglia, è anche simbolo di morte. I campanellini sono un accostamento alla credenza che gli umani, in punto di morte, sentano questi fiori suonare come piccole campane. >>

Portai la mano destra al mento, per poi, abbassare il volto verso il terreno.

<< Questo...cimitero, non è stato predisposto casualmente, anzi, è il contrario, c'è uno studio dietro di esso... >>

<< Affermazione: dopo un'attenta analisi degli indizi, sono giunto alla conclusione che soltanto una biomacchina od un androide può aver fatto questo >>

<< Si...lo penso anche io pod >>

Ed ecco che, per la prima volta in tutta la mia esistenza, capii che vuol dire sentirsi in pericolo.

La benda in fibra ottica, nera come la pece, che mi copriva gli occhi scivolò lentamente dal mio volto: accarezzando dolcemente la punta del mio naso.

<< Allarme: pericolo >>

Le ultime parole del mio pod.

<< Pod- >>

Spostai gli occhi verso il mio assistente e lo notai conficcato nel terreno, scintillante, zampillante di olio, trapassato da parte a parte da una lunga freccia metallica.

<< Rivelati >>

Rimasi di spalle, il tono, i miei parametri, entrambi stabili, eppure, la voglia di poter afferrare qualcosa su cui poter scaricare lo stress mi portò a stringere la mano destra: la spinta dolorosa e logorante dei polpastrelli quasi non la sentivo, immerso in una sottospecie di paura che il mio corpo meccanico stava riproducendo in maniera spaventosamente verosimile.

<< Identificati >>

Una voce femminile, forte, dal tono particolarmente grave ed autoritario: un modello da combattimento.

<< Unità YoRHa 14S >>

Anche se mi fossi portato dietro un'arma, o qualsiasi cosa che avrei potuto utilizzare per difendermi, ogni mio tentativo di offesa e difesa sarebbe stato vano contro un modello da combattimento.

<< Scopo della missione? >>

<< Ricognizione e raccolta dati >>

Le sue domande, precise e letali, fecero avverare tutti miei timori: quei quesiti, le risposte che cercava, erano da protocollo per i soldati del Bunker.

<< Non credi di essere uscito un po' troppo dalla tua zona operativa, Scanner? >>

<< Negativo, mi sto attenendo alla missione >>

Non ne sono sicuro, ma posso giurare, qui ed ora, che sentii, provenire da dietro di me, dalla bocca della figura femminile, una risatina.

<< Un soldatino >>

<< Unità YoRHa >>

<< Come preferisci >>

Dopo quelle parole la sentii iniziare a muoversi, passo dopo passo, secondo dopo secondo, ogni senso del mio corpo si stava facendo più fine, attento, sensibile a qualsiasi mossa avrebbe potuto fare l'androide alle mie spalle.

<< Vuole terminarmi?Nel giro di qualche secondo tornerei qui con i rinforzi dal Bunker >>

Dovevo prender tempo, qualsiasi cosa pur di guadagnare anche solo un attimo di respiro in più.

La sentii fermarsi dietro di me, anzi, la vidi: tra di noi c'era una discreta differenza d'altezza, la sua ombra aveva fatto capolino oltre la mia testa.

<< Terminarti? Sei uscito difettoso per caso? >>

Ogni sua parola era insensata al mio normale modo di pensare, quello che fece dopo, però, mi lasciò di stucco.

Per la prima volta la vidi, chinata alla mia destra: capelli lunghezza spalla bianchi come la neve, occhi, pienamente scoperti, dall'iride gialla come il sole. Tutto quello che fece, nonostante mi avesse in pugno, fu avvicinarsi verso di me: sfiorandomi la guancia sinistra con la punta particolarmente accentuata del suo naso. La vidi, chiaramente, quasi dubitai della mia lucidità, aprire le sottile labbra rosa e tirar fuori la lingua, per poi, passarla lentamenta contro la guancia sulla quale si era appoggiata.

<< Che cosa sta...facendo? >>

Un gesto così insensato aveva rotto la mia compostezza, il mio cervello, prima in preda alla paura, ma pronto a reagire, era ora inerme verso un gesto così...estraneo.

Non rispose alle mie parole, però, si limitò a continuare quello che stava facendo: trascinando, con una spinta notevole della punta della lingua, la mia guancia verso l'alto.

<< Oh...nuovo di fabbrica, ora capisco >>

Esordì dopo aver tracciato la metà sinistra del mio volto con una patina nera ma molto opaca, simile, in molti versi, alla saliva umana.

Schioccò la lingua contro i denti, per poi, indietreggiare sorridente.

<< Ti lascio andare soldatino, scusami per il pod >>

La sentii sfiorarmi la testa, sicuro che stesse per tranciarmela via, pronto alla mia prima morte, mi irrigidii, stringendo, timoroso, gli occhi.

2...3...5 minuti: nulla.

Riaprii lentamente gli occhi, mi guardai attorno: lei era sparita.

Alzai gli occhi, in direzione della fronte, la mia testa era ancora tutta lì, l'androide si era limitato a darmi...una carezza.
   
 
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