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Autore: JennyPotter99    29/04/2020    0 recensioni
SEQUEL DI "IL PRIGIONIERO DI AZKABAN"
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ancora incredula da quello che era appena successo, Jenny sussultò per la ferita al polso, con il sangue che ancora colava.
Tom prese da Codaliscia, suo antico servo, la bacchetta.- Dammi il braccio, Codaliscia.- gli mormorò, con voce liscia e bassa.
Allora l’uomo gli porse il braccio sinistro, dove anche lui aveva il marchio.
L’altro ci appoggiò la punta della bacchetta e un enorme teschio si presentò nel cielo nuvoloso.
Diversamente dalla coppa del mondo, dalla bocca del teschio giunsero a terra sette uomini incappucciati: i Mangiamorte.
-Salve amici miei.- esordì Voldemort.- 13 anni sono passati e non uno di voi ha cercato di trovarmi.- continuò e con tono arrabbiato, tolse ad ognuno di loro le maschere che avevano sul volto, soffermandosi poi su uno.- Nemmeno tu, Lucius.-
Lucius Malfoy cadde in ginocchio di fronte a lui.- Mio signore, se solo avessi captato un indizio… o anche solo, un sussurro.-
-Di indizi ce ne erano, mio viscido amico e anche di sussurri.- rispose l’altro.
Draco aveva sempre avuto ragione: suo padre serviva Lord Voldemort.
Successivamente, egli notò il corpo di Cedric, ancora a terra e con gli occhi aperti.
-Oh, povero ragazzo.- commentò, sfiorandogli la guancia con i piedi nudi.
-Non toccarlo!- esclamò Jenny, digrignando i denti.
-Oh Jenny, mi ero quasi dimenticato che tu fossi qui.- continuò, avvicinandosi alla statua. -Forse dovrei presentarti ai miei amici, dopotutto, nessuno conosce la tua storia, nemmeno io.- le mormorò, voltando poi lo sguardo verso i Mangiamorte.
- La sorella del ragazzo che è sopravvissuto.- gli disse. – Quante menzogne sono state dette riguardo quella notte: ora racconterò, come ho effettivamente perso i miei poteri.-
Jenny non aveva affatto paura di lui: lo aveva affrontato già una volta e per un attimo si dimenticò anche del dolore al braccio.- Sconfitto da un bambino di un anno, Tom. Uh, perdevi colpi.-
L’altro serrò la bocca, come se si stesse trattenendo dalla rabbia.- La cara dolce Lily Potter, diede la vita: io non potevo toccarlo, grazie all’amore.-
-E l’amore ti sconfiggerà sempre.- aggiunse lei.
-Davvero Jenny? Ne sei sicura?- le domandò, con un ghigno divertito.- Codaliscia, perché non porti il nostro ospite?-
Peter ritornò dal rifugio con un ragazzo la quale mani erano state legate e un fazzoletto gli copriva la bocca.
Inoltre, il suo braccio sanguinava.
Jenny cercò ancora una volta di liberarsi, non appena vide Draco, però la stretta era troppo forte.
-Lucius, non ti dispiacerà se abbiamo prelevato gentilmente Draco dalla sua camera?- continuò Tom.
-No, mio signore.- balbettò Lucius, si vedeva che era costretto a dire quelle parole.
Codaliscia slegò Draco e gli liberò la bocca.
-Ma cosa abbiamo qui?- domandò Voldemort, osservando la sua ferita. -Vedi Jenny? L’amore distrugge.-
Jenny non riuscì a dire altro: aveva paura che gli facesse più male di quanto già avesse fatto.
Si sentiva così debole e questo la frustrava.
-Voglio fare un patto con te, mia cara.-
Voldemort soffiò sulla propria mano e per aria apparve l’immagine di una sfera di cristallo, dentro la quale viaggiava un fumo bianco.- Quando la figlia di Salazar Serpeverde morì, suo fratello, Marvolo, riuscì a trovare un modo purché le generazioni successive sarebbero riuscite a spezzare la maledizione. Tramutò la profezia di una vecchia veggente in una palla di cristallo: un giorno, sarebbero arrivati coloro che, come i figli di Salazar e Godric, per mettere fine a tutto ciò, creeranno l’amore più puro.- spiegò Tom, facendo una smorfia.- Totalmente disgustoso.- commentò, mentre i Mangiamorte ridacchiavano di sottofondo.
Jenny era stata molto attenta al suo discorso, solo che non aveva capito dove voleva andare a parare. -Che cosa vuoi da me?-
-Io ti dirò dove si trova la sfera e tu…- le rispose, avvicinandosi al suo volto.- Mi consegnerai Harry Potter.-
Suo fratello in cambio della libertà.
Della libertà di non fare più del male a Draco, al ragazzo di cui era innamorata.
-Jenny, non farlo.- gridò Draco, prima che venisse colpito allo zigomo da uno schiaffo di Codaliscia.
Non c’era bisogno di pensarci, Harry era sangue del sue sangue, ma per un attimo fu titubante.
-Scodartelo.- rispose Jenny, con tono deciso.
Voldemort, deluso, con un cenno della bacchetta, liberò Jenny dalla statua.
Draco sfruttò il momento per correre via, affiancandola, tenendosi stretto il braccio ferito.
-Afferra la tua bacchetta, Potter.- le ordinò.
La ragazza cadde sul prato, con i muscoli intorpiditi e cercò di rialzarsi.
Draco l’aiutò e le prese le mani.- Stai bene?- le chiese, preoccupato.
Jenny lo guardò negli occhi, iniziando a sentirsi in colpa.- Mi dispiace, io non potevo…- balbettò.
-Lo so, sta tranquilla.- rispose lui, accarezzandole la guancia.
-Crucio!-
Improvvisamente, il corpo di entrambi iniziò a fare così male, che i due caddero di nuovo a terra.
Jenny sentì i muscoli bruciargli, come una potente scossa elettrica.
-Sicura di voler vivere tutta la vita così, Jenny?- ripeté Riddle.
La ragazza prese fiato, cercando in se tutte le sue forze per rimettersi in piedi.
-Beh, ti sei guardato allo specchio Tom? Tu vivrai con quella brutta faccia da rospo.- commentò, stringendo la terra tra le mani, mentre si rialzava.
Voldemort la ignorò e creò tra loro un considerevole spazio.- Immagino che Silente ti abbia insegnato come duellare. Prima ci si fa un inchino l’un l’altro.- continuò, abbassando il sguardo verso terra.
Dato che non guardava, Draco afferrò Jenny per i vestiti e insieme si nascosero dietro la statua.
-Non voltarmi le spalle, Potter!- esclamò Tom. -Voglio vedere la luce lasciare i tuoi occhi!-
In quel momento, Jenny vide il cadavere di Cedric vicino alla coppa a pochi metri da loro e le salì una tale rabbia, che Draco percepì subito.
Osservò il modo in cui stringeva la bacchetta come se volesse affrontarlo veramente.- Jenny, no.- le sussurrò, scuotendo la testa.
-Dobbiamo ottenere tempo.- gli disse. -Torna alla coppa.-
-Ma, Jenny…-
-Fidati di me.- gli assicurò Jenny.
Allora, senza fare movimenti troppo bruschi, Draco si mosse verso il premio e Jenny si mostrò.
-Sia come vuoi.-
Voldemort fece un ghigno divertito.- Avada Kedavra!-
-Expelliarmus!-
Contemporaneamente, le loro bacchette vennero a contatto, creando un fulmine di luce: verde per lui e rosso per lei.
Jenny sentiva chiaramente la potenza nell’arma, tant’è che dovette tenerla con due mani.
Si voltò  verso Draco: aveva raggiunto la coppa, ora toccava a lei.
Però, qualcosa la distrasse.
Dal collegamento delle due armi, ne vennero fuori varie figure, come fossero fantasmi, ma molto più luminose.
In cielo, apparve Cedric e alla sua destra e sinistra, Lily e James Potter.
-Tesoro, quando il contatto si interrompe, devi arrivare alla passaporta.- le disse James. -Possiamo indugiare un momento, ma solo un momento, chiaro?-
Jenny annuì, quasi commossa dal suo nomignolo.
-Jenny.- intervenne Cedric.- Riporta indietro il mio corpo, riporta il mio corpo a mio padre.-
-Piccola, sei pronta, lascia andare.- le mormorò Lily.
Quindi Jenny mese fine alla loro unione  e corse verso Draco.
In quel momento, le piccole anime volarono verso Voldemort, distraendolo con una fitta nebbia.
Non appena Jenny toccò la coppa, si ritrovarono finalmente ad Hogwarts.
***
Jenny lasciò andare il cadavere di Cedric all’entrata del labirinto, come un pesante fardello.
Tutti presero a festeggiare per la loro vincita, anche Arthur e Amos.
La ragazza scoppiò in lacrime e gli chiuse gli occhi. -Mi dispiace.- singhiozzò sul suo viso.
Non c’erano risate in quel momento, né commenti sarcastici.
Silente e il Ministro si avvicinarono non appena capirono che Diggory non si sarebbe rialzato più.
Anche Harry corse in contro la sorella e quando si inginocchiò davanti a lei, la cicatrice iniziò a bruciargli.- Cosa è successo?!-
-E’ tornato!- gridò Jenny. -Voldemort è tornato: non potevo lasciare Cedric, non lì.-
-Fatemi passare!- esclamò Amos Diggory, facendosi spazio tra la folla. -E’ mio figlio! Il mio ragazzo!-
Jenny non riusciva a smettere di piangere.- Mi dispiace.- piagnucolò, mentre Draco l’abbracciava da dietro.
-Siete a casa, siete tutti a casa adesso.- le ripeté Silente, mentre un padre si disperava per suo figlio.
In quel momento, Draco vide arrivare Alastor Moody.
Avvertì Jenny di qualcosa, ma lei non riusciva a sentirlo: era come se le sue labbra si muovessero senza significato.
Era fin troppo sconvolta.
Di scatto, Moody la fece alzare e allontanare da lì.- Non è posto per te questo.-
La condusse fino al suo ufficio e le diede uno sgabello per sedersi e riprendere fiato.
-Ti fa male?- le chiese, indicando la ferita al braccio.
Jenny se ne era completamente dimenticata.- Non tanto.-
-Com’era lui?-
La ragazza tentò di asciugarsi le lacrime ormai secche. -Il male puro dentro una faccia da serpente.-
Ad un certo punto, il professore iniziò a comportarsi in modo strano, come se non riuscisse a respirare.
-Sta bene?- gli domandò lei, confusa.
-Al cimitero c’erano altri?- continuò lui, cercando incessantemente qualcosa tra le sue mensole.
Jenny si chiese come faceva a sapere che si trovavano in un cimitero se non l’aveva mai detto.- Io non credo di aver parlato di un cimitero, professore.-
Qualcosa non quadrava.
-Creature meravigliose i draghi, non trovi?- continuò lui, fissandola con uno strano sguardo inquietante, soprattutto per via del suo occhio.
La ragazza si ritrovò più confusa di prima.
-Credi che quel tonto di un gigante ti avrebbe fatto vedere i draghi, se io non lo avessi informato? Credi che Cedric Diggory, ti avrebbe detto cosa fare con l’uovo, se prima io non glielo avessi detto io? Credi che Neville Paciock, il rimbambito, ti avrebbe dato l’Algabranchia se io non gli avessi dato il libro con tutte le informazioni, eh?!-
Fu allora che Jenny intuì tutto: credeva che i Mangiamorte nascosti nel castello avessero messo il suo nome nel calice, ma aveva sbagliato da subito.- Era lei fin dall’inizio. Lei ha messo il mio nome nel calice, lei ha stregato Krum..-
-Gne, gne.- rispose l’altro, accovacciandosi su di lei.- Tu sei finita in quel cimitero perché era quello che era stato stabilito: così, grazie al tuo sangue, lui è tornato in vita.- le disse, afferrandole il braccio.- Il sangue che scorre in queste vene, scorre nel Signore Oscuro.-
Jenny si allontanò da lui prima che la situazione peggiorasse, nascondendosi dietro il grande baule nero.
-E finalmente.- continuò Moody, guardandola con la pelle che gli cadeva, come la cera di una candela.- Tutti vedremo la fine del grande Harry Potter!- esclamò, puntandole contro la bacchetta.
Improvvisamente, la porta si aprì.
   
 
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