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Autore: AkaNagashima    01/05/2020    1 recensioni
« TIKKI SPOTS ON! »
« PLAGG, CLAWS IN! »
Marinette ed Adrien sono i nuovi Ladybug e Chat Noir.
Ma cosa succederebbe se, dietro ai loro Miraculous, ci fosse un passato difficile dovuto ai vecchi supereroi?
Una lotta tra due ex colleghi che continua con le generazioni successive, un Miraculous rimasto nelle mani sbagliate ed una ragazzina che farebbe di tutto per salvare la propria madre dal coma.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Gabriel Agreste, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Sabine Cheng
Note: AU, Movieverse, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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Parigi 1997

Questo nemico era pericoloso più che mai. Papillon stava creando mostri continuamente usando le akuma, lei e Chat Noir erano veramente stanchi, per non dire distrutti. Non avevano idea del perché desiderasse i Miraculous, ma non avevano intenzione di consegnarglielo.
Un’altra giornata carica di emozioni, di combattimenti, ma Ladybug frenò davanti alla nuova akumatizzazione, restando a bocca aperta.

« EMILIE? »

« Ladybug. »

Perché Emilie? Perché una delle sue amiche più importanti? Che cos’era successo per farla akumatizzare. L’eroina si inumidì le labbra, attendendo Chat Noir per ottenere aiuto. Non sapeva come fare, come comportarsi, Emilie era una sua amica, le voleva davvero bene e conosceva la sua cotta per Gabriel. Che fosse quello ad aver causato tutto quello? Cos’aveva fatto Gabriel, stavolta, con la sua freddezza?

« Emilie ti prego, calmati. » tentò l’eroina, sorridendole. « Possiamo parlarne e sistemare tutto. »

« Calmarmi? Non sono mai stata meglio! » annunciò ridendo. « Troverò Gabriel Agreste e gliela farò pagare. »

Pagare?
Pensa Ladybug, PENSA!
Ricordò improvvisamente: Emilie aveva chiesto a Gabriel di parlare in separata sede di qualcosa, poi aveva visto la ragazza andarsene piangendo. Il ragazzo non aveva detto niente al riguardo, tornando ad essere il solito di sempre, e Sabine aveva smesso di pensarci.
Che idiota. Avrebbe dovuto seguirla in anticipo.
Adesso doveva battersi contro la sua migliore amica usando i poteri di Ladybug per deakumatizzarla, e non se la sentiva minimamente.



Parigi 2017

Doveva liberarsi immediatamente di quei sentimenti o sarebbe finita male. Ladybug era di nuovo pronta per affrontare il gatto, ma non riusciva a smettere di pensare a mille cose. Era andata a trovare sua madre, nella speranza che se anche addormentata, potesse dare un segno, ma niente. Dalla bocca di Sabine Cheng non era uscito niente se non il proprio respiro addormentato.
Luka non le rivolgeva la parola, non l’aveva ancora visto, e si sentiva così stupida per aver reagito in quel modo. Doveva combattere contro colui che, ormai, aveva capito di ‘amare’, anche se quel sentimento era ancora piccolo e senza forma. Non voleva comunque fargli del male e vederlo soffrire, in cuor suo sperava in ben altro.
Poi era successo altro.
Adrien aveva deciso di aggiungere altro peso sulle spalle della povera ragazza, dichiarandole il suo amore. Era stato così imbarazzante che avrebbe voluto cancellare tutto. Le aveva detto che per lei provava più di una semplice amicizia, ma lei aveva risposto che lo vedeva come un fratello, e che sarebbe stato assurdo poter pensare di stare insieme.
Non avrebbe voluto vedere quello sguardo affranto, i suoi occhi verdi si erano completamente spenti, soprattutto quando gli aveva detto che provava quei sentimenti per qualcun altro. E quel qualcun altro era un suo nemico: Chat Noir.
Che eroina da strapazzo era. Si andava ad innamorare del suo stesso nemico come una ragazzina qualunque, e non poteva dirlo a nessuno. Idiota.

« Marinette, non essere così dura con te stessa. » rispose Tikki. « Al cuor non si comanda, giusto? Guarda Adrien. »

Annuì, comunque delusa da se stessa e da quello che provava. Combatteva per una causa importante, e non voleva che passasse altro tempo dal risveglio di sua madre, Sabine Cheng doveva tornare.


[ . . . ]


Dal canto suo, Tikki aveva deciso di muoversi per conto proprio. Sapeva che Plagg era dalla famiglia Agreste, di conseguenza sapeva anche che il nuovo Chat Noir doveva essere per forza lo stesso Adrien. La piccola Kwami aveva captato la presenza del gatto nero durante le ore scolastiche della padrona, ed era molto vicino a lei, tanto da riuscire persino a vederlo.
Lo aveva visto svolazzare in giro, quando nessuno poteva vederlo, ed aveva trovato la mensa scolastica dove c’era sempre del formaggio incustodito. Nonostante i millenni non era ancora cambiato.
Quel giorno lo aveva trovato lì ad ingozzarsi come se niente fosse, e quando si era trovato davanti la sua amica millenaria, l’aveva immediatamente abbracciata.

« Oh zuccherino, che bello vederti! »

« Plagg, hai idea del guaio che ne è venuto fuori? » domandò diretta la coccinella. « Tu stai lasciando credere ad Adrien che la nostra guardiana è davvero una pazza che si è montata la testa e volesse toglierti alla loro famiglia. Perché!? »

Plagg la guardò attentamente, poi sospirò. Sapeva che Tikki aveva ragione: lui non era un prigioniero, non era tenuto con la forza, perché sapeva tutta la verità. Aveva visto cos’era successo in precedenza, aveva vissuto completamente la situazione, ed aveva visto Gabriel mangiarsi le mani nel rimorso, per poi nascondere tutto dietro alla propria facciata fredda, allenando il figlio per diventare il nuovo Chat Noir.

« Dimmi un po’, Tikki. Se ti venisse chiesto riusciresti ad abbandonare la famiglia che ti ama? » domandò. « Perché io non ci riesco. Tante volte ho pensato di dire tutto al ragazzo, ma poi lo vedevo così contento in mia compagnia che.. non ci sono riuscito. »

« Oh, Plagg. Io ti capisco, ma.. » cominciò. « Noi siamo dei Kwami, e dobbiamo prima di tutto pensare alla salvezza dell’intero universo, non possiamo permetterci certi comportamenti egoisti. Ti prego, amico mio. Pensaci.. »

Si sorrisero e tornarono dai propri padroni prima che la campanella suonasse. Tikki aveva ragione, probabilmente era meglio se si fosse messo l’anima in pace ed avesse raccontato la verità ad Adrien prima che anche i nuovi supereroi si distruggessero a vicenda.



[ . . . ]



Parigi 1997

Aveva sentito un enorme boato provenire dalla Torre Eiffel. Affacciandosi dalla finestra della propria camera notò immediatamente che qualcosa stava succedendo e doveva intervenire immediatamente. Trasformatosi in Chat Noir arrivò immediatamente a destinazione, notando che Ladybug stava prendendo tempo per come riusciva.
Non capì immediatamente il motivo, ma quando alzò lo sguardo contro il nuovo nemico, impallidì: Emillie era stata akumizzata.

« Non ti mettere in mezzo, Ladybug! » annunciò. « Lasciami fare ciò che devo ed andrà tutto bene. »

Chat Noir guardava la situazione con orrore, ricordando cos’era successo quella stessa mattina e provando rabbia per se stesso. Quanto avrebbe voluto essere più umano, a volte, e provare ad essere empatico com’erano Sabine ed Emilie stessa.

« Chat Noir, finalmente sei qui! Dammi una mano, dobbiamo trovare l’akuma prima dello scadere del tempo. »

Strinse il pugno e digrignò i denti. Avrebbe salvato Emilie ed ogni costo, lo avrebbe fatto, e successivamente si sarebbe scusato con lei, a costo di impazzire per aiutarla. Era solo colpa sua e della sua arroganza se la sua migliore amica era stata presa da Papillon, e lui non poteva fare altro che salvarla, in qualche modo.



Parigi 2017

La delusione che provava si poteva tagliare col coltello. Adrien era stato distrutto da delle semplici parole: sono innamorata di qualcun altro. Marinette, la sua migliore amica, la ragazza che amava, era presa da un altro. E lui sapeva benissimo chi era: Luka Couffaine. Già li vedeva, felici e contenti, mano nella mano.
Magari Marinette aveva raccontato ciò che aveva fatto e quel ragazzo si era preso gioco di lui. La rabbia e la delusione erano talmente alte che avrebbe voluto distruggere tutto.

« Adrien, ho bisogno di parlarti. » mormorò Plagg, anche se non era ancora sicuro.

« Non adesso, Plagg. Abbiamo una missione da compiere. »

« Ma.. Adrien.. »

« PLAGG, CLAWS IN! »

Chat Noir correva come un pazzo sui tetti di Parigi, rabbioso come non mai, voleva solo far finire quella situazione e rispedire Ladybug da dov’era venuta. Una cosa era certa: non si sarebbe mai più esposto così tanto, se doveva soffrire in quel modo. Digrignò i denti, fermandosi di botto.

« Ladybug, dove sei!? » urlò nella notte, indifferente se qualcuno l’avesse sentito.

« Non hai motivo di urlare, sono qui. »

Una macchia rossa uscì allo scoperto, due occhi azzurri – come i suoi – lo guardarono con un cipiglio di superiorità che infastidirono maggiormente l’eroe. Schioccò le dita, preparando il bastone, e sogghignando.

« Stasera sarà il momento della verità, Bagaboo. » spiegò il ragazzo. « Assaggerai un mio cataclisma e questa volta vincerò io. »

« Ma davvero? » domandò lei, sorridendogli. « Solo se riuscirai a prendermi, Chaton! »

Qualcosa non andava in lui e Ladybug se n’era accorta, sembrava arrabbiato ed infastidito. Sembrava fuori di sé, come se qualcuno lo avesse punzecchiato in precedenza. Che fosse deluso per qualcosa? Non gliel’avrebbe chiesto, sapeva che non avrebbe risposto.
Lottarono per un tempo indefinito, e si concluse come sempre. Stanchi ed affaticati, coi poteri agli sgoccioli, nessuno aveva vinto un bel niente, in compenso Chat Noir aveva sfogato tutta la propria ira e si sentiva decisamente meglio.
Ladybug prese un profondo respiro, stanca come non mai, e guardò il gattino. Sapeva di aver deciso di non chiedere, ma era troppo curiosa..

« Dovevi essere particolarmente nervoso.. Qualcosa non va? »

« Credi davvero che lo racconterei alla mia nemica numero uno? » ridacchiò Chat, sospirando poco dopo. « Comunque adesso sto meglio, mi sono sfogato. »

« Tu dici? » domandò, notando i muri distrutti dal cataclisma. « Non me n’ero decisamente accorta, Chaton. »

« Perché non osservi abbastanza, Bagaboo. E’ ovvio tu sia abbagliata dalla mia bellezza. » commentò, alzandosi pronto per tornarsene a casa. « Alla prossima! »

Non diede minimamente il tempo alla ragazza di rispondergli per le rime che se n’era già andato, e lei era sprofondata nell’imbarazzo più totale. Lanciò il Miraculous Ladybug e rientrò di conseguenza, la sua infatuazione era decisamente aumentata.
  
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