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Autore: storiedellasera    02/05/2020    0 recensioni
Le ombre osservano, si avvicinano, attendono...
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Sono fermamente convito che l’esistenza del genere umano si basa sulla sua limitata capacità di percepire il mondo in cui vive, poiché ci sono cose, attorno a noi, che non sono fatte per essere viste o conosciute. Apprendere della loro presenza condurrebbe ogni uomo alla follia.
Che sia per volontà di un Dio benevolo, per un biologico processo evolutivo o per semplice fortuna, i nostri sensi possono avvertire solo uno scorcio di quello che noi chiamiamo “realtà”.

Purtroppo ho visto, sebbene solo in parte, ciò che si trova oltre il nostro concetto di “realtà”. Ciò è stato sufficiente a gettarmi in un abisso di paure e terrore, un abisso da cui non posso fuggire, poiché sono venuto a conoscenza delle Altre ombre.

Tutto ebbe inizio durante una nuvolosa, e apparentemente tranquilla, giornata d’autunno.
Ricordo che ero in città e passeggiavo da solo, immerso nei miei pensieri, senza badare troppo alla gente attorno a me. Neanche mi resi conto che le nuvole si stavano diradando, permettendo al sole di illuminare il quartiere.
Fu allora che per la prima ne vidi una. Un’ombra su un muro di una casa mi stava fissando.
Aveva la forma di una persona ma nessun uomo la stava proiettando.
Inizialmente neanche mi resi conto dell’orrore che si era palesato di fronte alla mia persona. Forse la mente cercava cancellare quell’immagine sul muro, al fine di proteggermi da uno shock.
Ma più guardavo quell’ombra e più mi rendevo conto della terrificante realtà.
La paura si espanse in me, tremai e mi sentivo le gambe leggere.
Ricordo che cercavo di dare una spiegazione razionale a quel fenomeno… e devo ammettere che il terrore era così intenso che mi risultava difficile formulare ogni pensiero.
Magari si trattava di uno scherzo, di un disegno o di un effetto ottico. Continuavo a fissare quell’ombra e pian piano dovetti scartare ognuna di queste ipotesi.
Il terrore più grande mi travolse come un’onda quando dovetti ammettere a me stesso la realtà dei fatti: un’ombra, non proiettata da nessun uomo, mi stava fissando… e sembrava avere un intelletto.

Indietreggiai di un passo, poi un altro e un altro ancora.
Mi voltai di scatto e iniziai a correre. Non immaginavo che perdere il contatto visivo con l’ombra potesse risultare così spaventoso. Non potevo sapere infatti se ero inseguito, se l’ombra era veloce o poteva apparire in un altro punto della strada esattamente come si era palesata a me su quel muro.
La paura era così intensa da annebbiarmi i ricordi di quella fuga.
I passanti attorno a me mi guardavano con sospetto e timore ma io non badai a loro.

Il secondo incontro con un'Altra ombra avvenne un paio di mesi dopo.
Proprio quando iniziavo a pensare che il primo, terribile avvenimento era solo frutto della mia immaginazione, o un crudele scherzo della mente, vidi un’Altra ombra.
Ero in un ascensore con altri sette uomini, tutti a me sconosciuti. Mentre raggiungevamo il pian terreno, notai uno strano movimento con la coda dell’occhio.
Mi voltai istintivamente e vidi l’ombra di uno degli uomini ruotare la testa verso di me… eppure l’uomo non stava muovendo.
La paura mi impedì di respirare, fu come un attacco claustrofobico ma più forte.
Non riuscivo a muovermi.
L’ombra continuava a guardami e io mi sentivo minacciato come non mai.
Quando le porte dell’ascensore si aprirono scattai fuori travolgendo gli altri uomini.

Dopo quell’esperienza decisi di non uscire più di casa.
Pensavo che la mia abitazione fosse un luogo sicuro, poiché le terrificanti apparizioni erano avvenute all’esterno della mia dimora. Ma ben presto mi pentii moltissimo della mia decisione.
Era mezzanotte passata quando un rumore mi svegliò di soprassalto.
Stordito nel destarmi così rapidamente, inizialmente dubitai di aver sentito qualcosa. Poi le mie orecchie captarono di nuovo quel rumore.
Si, questa volta ne ero certo: si trattava di qualcuno che mi stava chiamando.
Proveniva dalla sala ed era una voce che non avevo mai udito. Il timbro vocale era acuto e sinistro, nessun uomo è in grado di produrre quel tipo di suono.
Qualcosa di non umano mi stava chiamando.

Mi alzai per accendere la luce ma sobbalzai prima di raggiungere l’interruttore, poiché vidi un’Altra ombra far capolino dall’oscurità della sala.
Aveva la sagoma di un uomo ma neanche questa volta vi era alcun essere umano con lei.
L’ombra si era avvicinata a me di qualche passo, si appoggiò a un muro e iniziò a fissarmi. Giudicai sadico il suo comportamento, come se trovasse piacere nel tormentarmi.
I tremori scatenati dalla paura erano così forti che iniziai a vacillare. Alzai lentamente la mano verso l’interruttore e in quel momento l’ombra si avvicinò a me di un altro passo, pur restando nella sala.
Si era fatta euforica, benché priva di un corpo la potevo vedere tesa come una corda. Non sapevo cosa volesse da me ma poiché continuavo a fissarla mi accorsi solo in ritardo di una seconda Altra ombra apparsa al mio fianco, proprio nella mia stanza.
Mi lasciai sfuggire un urlo di terrore: oramai incapace di pensare, allungai una mano verso l’interruttore della luce.
Il mio polso fu agguanto da una terza ombra, nascosta nel buio da chissà quanto tempo.
Persi la ragione, iniziai ad agitarmi e a urlare. Chiusi gli occhi, mi tirai i capelli e urtai diversi mobili. Finii poi molto vicino all’interruttore e con un repentino movimento lo raggiunsi.

Nonostante riuscii ad accendere la luce non fui in grado di aprire gli occhi per moltissimo tempo.  
Mi ero disteso sul tappeto e lì restai in posizione fetale.
Sbirciai lentamente la mia stanza: nessuna ombra attorno a me.
In quel momento, sotto la luce artificiale, giudicai assurda l’esperienza che avevo appena vissuto. La mia mente si rifiutava di credere a ciò che era appena successo.
Suggestionato dai miei pensieri, decisi di spegnere la luce per dimostrare a me stesso di aver solo sognato quelle ombre.
Quando i miei occhi si abituarono al buio compresi di essere circondato da decine di Altre ombre.

Questa volta urlai con tutte le forze che avevo in corpo.
Chinai il capo e corsi per tutta la casa fino a raggiungere il bagno. Chiusi a chiave la porta e accesi la luce.
Sentii poi le ombre bussare alla porta mentre cercavano di aprirla.
Ridacchiavano… dovevo esser completamente uscito fuori di senno ma le sentivo ridacchiare.
Il mio era un piccolo bagno con una finestra troppo minuscola per scappare.
Gridai aiuto per diversi minuti poi mi pietrificai dalla paura poiché anche la mia ombra aveva iniziato a fissarmi.
L’orrore che provai mi trascinò nei meandri più oscuri della follia e l’unica via di fuga che vidi in quel momento si poteva realizzare solo attraverso una lametta sui miei polsi.  

Più il sangue fluiva via dal mio corpo e più sentivo il freddo impossessarsi di me.
Il pavimento si tinse di un rosso bruno. Scivolai a terra, con la schiena contro una parete. Desideravo solo un attimo di sollievo prima della mia morte ma fu in quel momento che tutto mi fu terribilmente chiaro: delle Altre ombre apparirono nel bagno e mi presero.
Ero debole e non potevo reagire in alcun modo.
Mi presero eppure non mi alzai mai dal pavimento insanguinato. Era come se non avessi più peso e non avvertivo la forma del mio corpo.
Vidi, ma non con gli occhi, che mi allontanavo dal bagno mentre venivo issato fin sul soffitto mentre le Altre ombre si apprestavano a farmi uscire di casa.
L’ultima immagine che osservai fu il mio corpo ancora disteso sul pavimento insanguinato.

Secondo i medici fui morto per otto minuti.
Quando i soccorsi sfondarono la porta della mia casa, chiamati dai miei vicini spaventati dalle mie urla nel cuore della notte, mi ritrovarono nel bagno con i polsi squarciati, gelido e pallido.
Mi risvegliai in un letto di ospedale, sorvegliato ogni ora della notte e del giorno. Del resto chi tenta il suicidio deve avere un trattamento speciale.
Raccontai agli infermieri e ai dottori la mia storia e, come tutta risposta, fui sottoposto a moltissimi esami. Ovviamente non mi aspettavo di essere creduto ma tra i vari esami fu scoperto un tumore nella mia testa. Era aggressivo e in stato avanzato
A quanto pare comprime il mio cervello causandomi allucinazioni uditive, tattili e visive.

Io so benissimo che le Altre ombre non sono entità partorite dal mio cervello compromesso dalla massa tumorale. So benissimo che le Altre ombre vivono attorno a noi.
Attendono il momento della nostra morte. E più le ombre sono numerose più il momento della nostra dipartita è vicino. Solo allora le Altre ombre sono in grado di prenderci e di condurci in un luogo di vera oscurità. Un luogo che ho appena percepito dopo essermi tagliato i polsi.

Lascio questa testimonianza a chiunque sia così folle da voler sapere la verità: che tra le comuni ombre si nascondo altre ombre, le Altre ombre, capaci di osservaci e tormentarci.
Non ci lasciano mai, neanche un attimo della nostra vita.
Domani all’alba mi opereranno per rimuovere il tumore. I medici si ritengono fiduciosi sull’esito dell’operazione ma io so per certo che morirò sotto i ferri, perché ho visto decine e decine di Altre ombre che mi attendono nella sala operatoria.

   
 
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