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Autore: The_Kimo    03/05/2020    5 recensioni
Quattro anni fa, su Jakku l'impero ha subito una sconfitta che pare aver segnato la sua fine...o così sembrava! Diverse navi della nuova repubblica stan misteriosamente scomparendo...chi ci sarà dietro?
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Da quattro anni era finita la guerra. E con la fine della guerra era iniziato il caos! 
Ovviamente non si trattava di un caos su scala galattica, ma col crollo dell'Impero molti pianeti erano inevitabilmente finiti tra le mani di criminali, uomini d'affari o mercenari ripuliti, che ne avevano fatto i loro piccoli regni all'interno di una galassia che non poteva più ostacolarli col pugno di ferro.
L'ordine di Mon Mothma di mandare in disarmo il novanta per cento delle forze militari della Nuova Repubblica avrebbe dovuto rendere la galassia un posto più pacifico, e sulla carta era così, ma non certo nell'Orlo Esterno! 
Troppe centinaia di migliaia di pianeti costituivano la più ampia delle regioni galattiche, e le navi armate per la guerra rimaste ufficialmente operative non avrebbero mai potuto controllare tutto quello spazio.
Erano però più che sufficienti a sbarazzarsi dei signori della guerra abbastanza audaci da sfidarle apertamente. E questo non stava certo bene alla maggior parte di essi.
Tuttavia, poste le dovute condizioni, riuscire lanciare una sfida alla Nuova Repubblica senza che questa lo sapesse, non era certo impossibile, come Cribe intendeva dimostrare per la terza volta agli uomini e donne che avevano deciso di seguirlo. 
La plancia della Revenge -il suo vecchio Star Destroyer che negli ultimi anni aveva fatto costantemente modificare- era gremita di ufficiali, tutti ai propri posti come se fossero stati ancora negli anni d'oro dell'Impero, ma era evidente a tutti che non era proprio così.
Nessuno di loro indossava l'uniforme, malgrado alcuni avessero conservato il berretto e tutti avessero deciso di appuntarsi alla giacca delle mostrine col loro grado; ma ognuno era armato fino ai denti, come se si aspettasse di dover prendere parte ad un eventuale abbordaggio, cosa che onestamente non era certo da escludere.
Il cinquantasettenne Cribe era al centro della plancia, passandosi le mani sui capelli ormai completamente grigi che aveva lasciato crescere per darsi un'aria meno marziale. Stava aspettando qualcosa, ma nessuno osava parlare per chiedergli cosa: ognuno era seduto sulla sua consolle pronto a scattare appena avesse ricevuto un ordine: la tensione si tagliava con un coltello.
Accanto alla Revenge fluttuavano due incrociatori classe Arquitens, posti aprotezione di un MC80 Calamariano che avevano catturato un anno prima e ribattezzato 2nd Chance: ora era stato modificato per installarci due pozzi gravitazionali, recuperati da un incrociatore modello Interdictor trovato distrutto in orbita vicino ad un pianeta dell'Orlo Intermedio. Alle spalle del Destroyer, protetti dalla sua immensa sagoma, attendevano quattro Gozanti.
Una temibile forza d'attacco, degna di una vecchia unità operativa imperiale, assieme alla quale vi erano ben centosessanta caccia TIE pesantemente modificati e personalizzati dai relativi piloti. Ai tempi della gloria dell'Impero, Cribe non avrebbe mai potuto equipaggiare una squadra in quella maniera, sarebbe stato fermato dai burocrati, che però ora non c'erano: erano tempi duri, e con durezza andavano affrontati!
Da oltre mezz'ora nessuno diceva una parola: occasionalmente l'ex viceammiraglio buttava l'occhio sull'addetto ai controlli radar, che però ogni volta scuoteva la testa sconsolato. Alla settima volta che la tacita domanda gli venne rivolta, costui era pronto a dare la medesima, muta risposta, ma in quel preciso istante il suo viso si illuminò, così come lo schermo del suo computer.
"Ci siamo!" Urlò estasiato, azionando inconsapevolmente una vera e propria catena di montaggio che dilagò per la nave:
-L'addetto alle comunicazioni avvisò seduta stante il comandante della 2nd Chance, che però non si era fatto cogliere impreparato ed aveva già attivato i pozzi gravitazionali.
-Il secondo addetto alle comunicazioni disturbò i segnali per le trasmissioni a lunga distanza: chiunque fosse arrivato non avrebbe potuto scappare né chiedere aiuto.
-Gli artiglieri prepararono subito i missili ionici, pronti ad essere sparati per mettere fuori uso le navi nemiche prima che avessero il tempo di attivare gli scudi deflettori.
-I quattro Gozanti attivarono i motori e si prepararono a scattare addosso alla più grossa delle prede che sarebbero apparse di fronte a loro da un momento all'altro.
-I piloti dei caccia si sparpagliarono, preparandosi a sciamare come un tornado addosso al nemico che da un momento all'altro sarebbe apparso di fronte a loro.
Il tutto avvenne in meno di dieci secondi, perché poi i pozzi gravitazionali trascinarono le prede fuori dall'iperspazio.
Iniziò così la battaglia!

*

Makrus Wells, un vecchio Umbarano in sovrappeso, fece il suo ingresso nella plancia della Chains Breaker, un MC82 lungo 900 metri nuovo di zecca che fungeva da ammiraglia della sua squadra, composta anche da due fregate e una piccola nave ospedale.
Wells era entrato nell'Alleanza Ribelle quasi subito dopo la sua fondazione, come ai tempi della Guerra dei Cloni aveva subito aderito alla resistenza contro l'invasione della vecchia Repubblica. Ora era solo uno degli ammiragli rimasti in carica dopo la fine della guerra, e finalmente poteva tornare a combattere un po'!
Pareva che su Nevarro fosse comparso un signore della guerra imperiale, con tanto di assaltatori e scout troopers con sè: Wells non poteva chiedere di meglio; finalmente avrebbe potuto di nuovo far fuori un bel po' di nemici, e legalmente per giunta!
Verrebbe perciò da pensare che per lui non sarebbe certo stato un dispiacere sapere che una squadra nemica lo stesse aspettando, ed in condizioni normali sarebbe stato così...ma in quel caso non si presentarono condizioni normali, poiché appena prese posto nella plancia, dieci minuti prima della prevista uscita dall'iperspazio, le scie delle stelle divennero rosse per un secondo, e poi la sua nave, assieme alle altre, si ritrovò a roteare nello spazio con diverse navi nemiche che giocavano al tiro al bersaglio col suo scafo.

*

Non appena i quattro scafi delle navi nemiche comparvero a circa una sessantina di miglia di fronte a loro, i tiratori imperiali aprirono il fuoco con tutto quel che avevano!
I missili ionici bersagliarono il massiccio scafo della Chains Breaker, spegnendo via via i suoi sistemi di difesa e di manovra, ben prima che questa potesse anche solo ri-stabilizzare la sua rotta dopo essere stata sbalzata fuori dall'iperspazio.
In pochi secondi i caccia TIE sfrecciarono ai lati della plancia assieme ad uno dei due incrociatori Arquitens, puntando ad ingaggiare subito in battaglia le due fregate nemiche, rimaste quasi illese grazie alla protezione data loro dallo scafo della loro ammiraglia.
Quello che però fu una protezione per le fregate, finì con l'essere una condanna per la piccola nave ospedaliera, che non riuscì a rimettere in funzione i suoi motori e si schiantò direttamente contro la poppa dell'incrociatore, spezzandosi in due nell'impatto.
"Due navi già fuori gioco!" Pensò Cribe osservando lo scontro: un effetto sorpresa quasi perfettamente riuscito!
"Ora!" Urlò per sovrastare le esultanze dei suoi uomini "Avanti i Gozanti, sanno cosa fare!"
Eccome se lo sapevano! Le quattro navi, dei piccoli carri armati di sessantaquattro metri l'uno, si precipitarono addosso all'incrociatore spento, senza temere il fuoco delle due fregate, ormai impegnate dai loro commilitoni, che già iniziavano a sopraffarle con relativa facilità. Agilmente i Gozanti atterrarono sullo scafo nemico, poggiando le loro quattro massicce zampe sulle lamiere di duracciaio, ed ancorandosi ad esse tramite i costrittori magnetici che normalmente utilizzavano per i quattro caccia con cui venivano equipaggiate.
"Ora signore?" Domandò tramite comlink il comandante Thorn, ufficiale al comando di quelle quattro navi, in attesa dell'ordine di procedere con l'abbordaggio.
Cribe attese: "Quanti su quella nave?" Chiese all'addetto allo scanner massaggiandosi il mento, reso ispido dalla barba di tre giorni.
"Duemilatrecentoventisette forme di vita!" Esclamò costui. "Ignoriamo però il numero dei droidi!"
"Ne avete almeno Duemilatrecentodiciassette da affrontare Thorn!" Esclamò Cribe al comlink.
"Ventisette!" Lo corresse puntigliosamente l'addetto allo scanner.
"Pardon, DuemilatrecentoVENTIsette!" Ripeté l'ex viceammiraglio con tono sarcastico: "Proseguite pure ragazzi! E fate buon lavoro!"
Dalla piccola plancia del Blood Crow, il Gozanti che fungeva da ammiraglia di quella piccola squadra, Thorn sorrise sotto i baffi: "Sissignore!" Concluse spegnendo il comlink per cambiare frequenza: "Sergenti corazzati, che la forza sia con voi!" Disse infine per dare ai soldati, quattro per ogni nave, l'ordine di irrompere.

*

Il sergente Samak si calcò l'elmo in testa e trasse un respiro profondo: anche se era la seconda volta che si sarebbe gettato in una missione simile, sapere che avrebbe affrontato un'orda di nemici più numerosa di lui e dei suoi compagni in un rapporto di almeno duecento a uno non lo metteva proprio a suo agio.
Il sistema di taglio laser avrebbe aperto una falla nello scafo dell'incrociatore nemico in pochi secondi, dopodiché sotto ai suoi piedi si sarebbe aperto un vuoto, e lui sarebbe piombato nei corridoi di quella nave. A separarlo dalla morte ci sarebbe stata solo la pesante corazza potenziata che lui ed i suoi colleghi indossavano.
Accese lo scudo deflettore modello Droideka che era in dotazione con l'armatura; attivò poi i due blaster da spalla, ognuno dei quali aveva montato in sé un piccolo cervello droide, in modo da rilevare le forme di vita più vicine e sparare automaticamente ad esse. Ricontrollò per l'ottava volta il lanciafiamme e il mitragliatore blaster che aveva montati sulle braccia, poi, appena il pannello sotto i suoi piedi fu completamente tagliato, si lasciò cadere in bocca al nemico.

*

L'impatto non fu molto violento, ma Samak non seppe dire se fosse stato grazie agli ammortizzatori presenti nei suoi stivali o perché era atterrato sopra ad un Twi-lek che stava attraversando il corridoio. In tutta onestà non gliene importò più di tanto, ma fu sollevato visto che i suoi blaster automatici tacevano ancora; significava che colui che gli aveva attutito l'impatto non era sopravvissuto.
Uno di meno!
Sedici sergenti corazzati erano atterrati dentro la nave, e tutti loro erano collegati l'un l'altro da un comlink posizionato nell'elmo, che li metteva in contatto con un droide programmato per scansionare la nave ed indirizzarli verso la plancia.
"Qui Samak! Sono in un corridoio vuoto! Dove mi dirigo?" Domandò mentre sedici metri davanti a lui, anche Charro, uno degli altri tre sergenti della sua nave, atterrava pesantemente dentro l'incrociatore.
"Proseguite in avanti per duecentosedici metri! Svoltare a sinistra al termine del corridoio dopo la terza curva, poi a destra dopo centodue metri, scendete di tre livelli, altri cinquanta metri e la plancia sarà di fronte a voi! Questo percorso prevede duecentotrentasette nemici sulla via!" Spiegò una voce metallica nell'elmetto dei due, che con un cenno di intesa avanzarono all'unisono. 
A differenza di Samak, Charro montava un solo blaster sulle spalle, ma era di un modello diverso: una pesante arma a comando vocale che avevano recuperato da una contrabbandiera catturata alcuni anni prima. Oltre ad esso anche Charro portava il piccolo deflettore e il lanciafiamme, ma al posto del mitra, aveva preferito un blaster da polso con baionetta laser, ideale per aprire le porte antilaser. 
"Cinque crediti che ne ammazzo più di te!" Esclamò Charro prima di mettersi a correre in avanti. 
"Andata!" Esclamò Samak unendosi alla carica "Droide! Tieni il conto!"
In quell'istante svoltarono alla prima curva, ed i blaster di Samak aprirono il fuoco: una trentina di nemici correva verso di loro.

*

"Solo sedici?" Si stupì Wells sudando freddo: si era aspettato una missione di sbarco truppe, magari un bell'assalto spaziale contro qualche piccola nave, al limite un bombardamento orbitale, non una battaglia in piena regola dove le sue navi venivano prese alla sprovvista e distrutte una dopo l'altra: i sistemi esterni della sua ammiraglia ormai erano fuori uso, ed almeno per altri dieci minuti lo sarebbero rimasti, ma alcuni interni funzionavano ancora, e potevano fargli notare come sedici puntini rossi si stessero facendo strada nella sua nave: sei nella direzione della plancia, altri quattro verso il reattore principale, mentre gli altri erano già entrati nell'hangar e stavano sterminando chiunque osasse entrarci.
"Quali sono gli ordini?" Chiese il primo ufficiale, un'elomiana col braccio sinistro robotico e lo sguardo terrorizzato sul volto.
Wells esitò, rifletté un momento, poi si decise: "Le fregate presto saranno andate! Dobbiamo ripristinare l'energia per autodistruggere la nave!" Disse causando alcuni mormorii: "Ordinate a tutto l'equipaggio di dividersi in due: metà attacchi l'hangar e sistemi quei sei!" Esclamò indicando i sei punti sulla mappa olografica della nave: "Sei contro mille non avranno speranza, per quanto potenti possano essere!" Sospirò deluso: "Tutti gli altri vengano qui! Non possiamo lasciare che ci raggiungano prima che abbiate reso operativi i sistemi di bordo!"

*

"Il mio deflettore non reggerà ancora per molto!" Urlò Samak nel comlink mentre continuava a sparare col mitragliatore davanti a sé: attorno a loro c'erano cataste di cadaveri e schizzi di sangue che inondavano il corridoio, ma spuntavano nuovi nemici da ogni angolo, e l'avanzata diventava sempre più difficoltosa.
"Coprimi col fuoco, ho un'idea!" Gli gridò Charro dopo aver tirato un manrovescio ad un uomo che aveva oltrepassato il suo scudo attaccandolo con un coltello. "Apro un passaggio nel pavimento!" Disse accendendo la baionetta laser che aveva montata sul braccio sinistro: si trattava di una sottile lama, lunga più di un metro, che poteva però forare quasi qualunque cosa: l'avevano costruita con la spada di un inquisitore morto diversi anni prima; molte delle armi più insolite che  usavano erano in effetti riciclate.
Il fascio di luce rossa penetrò nel metallo, e con pochi passi il sergente aprì un cerchio che crollò nel ponte inferiore, schiacciando due droidi protocollari sotto di sé.
"Giù!" Urlarono i due all'unisono, e si gettarono nel varco, mentre una pioggia di colpi li raggiunse alle spalle, mancandoli per un soffio.
Appena ebbero ripreso l'equilibrio, dopo una caduta di quasi quattro metri, si rimisero in corsa, chiedendo al droide le indicazioni per proseguire.

   
 
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