Vi capita mai di essere in una situazione complicata ma che allo stesso tempo è la cosa più stupida che potesse capitarvi?
Beh, a me sì.
Non so bene come spiegarlo ma mi sento chiusa in una bolla e vorrei trovare una via d'uscita-
termino il mio discorso nel gruppo di sostegno psicologico. Purtroppo dovrò frequentarlo per altri 2 mesi a causa di una rissa.
- Beh, è normale. Ce la farai! Sono certo che ci riuscirai- Jackson, seduto alla mia destra mi disse queste parole.
Il suo discorso di incoraggiamento e ottimismo venne interrotto da una voce proveniente dal fondo dell'aula.
- Cazzate- si limitò a dire.
- Come scusa?- disse Jackson , voltandosi verso la "voce misteriosa"
- Penso che siano cazzate. Non siamo mai in una situazione dalla quale non si può uscire. Se ci fosse, ci sarebbe un nome per quella situazione e il fatto che non ci sia sul dizionario fa capire che in realtà è solo il frutto delle nostre seghe mentali e dei nostri problemi inventati. Quindi, non fare troppo la drammatica, ragazzina-
Detto ciò, si voltò e uscii dall'aula, con un'espressione soddisfatta sul volto.
La signorina Dolovat, la nostra "psicologa" si alzò e disse:
- Scusatelo, Wilson non è sempre bravo ad esprimere i suoi pareri in modo cordiale.
Che coglione
Avevo sentito parlare di lui: era il solito ragazzo che pensa che la scuola sia inutile, con l'educazione pari a 0 e una famiglia ricca che gli permette di fare tutto.
Odiavo i tipi così.
La mano di Jackson si poggiò sulla mia gamba, come per dirmi di stare calma.
Stavamo insieme da quasi 2 anni ma ci conoscevamo da più di 10.
- Non pensare a lui
- Non mi interessa dell'opinione di un viziato figlio di papà- risposi
La giornata passò in fretta e con essa anche la notte.
La mattina precedente, il sole splendeva alto in cielo- il che era strano, considerando il meteo Londinese.
Oggi sarà proprio una bella giornata.
Il mio pensiero rimase lo stesso per le 4 ore successive.Mi sentivo tranquilla e i caldi raggi del sole mi riscaldavano entrando dalle finestre dell'aula del professor Smith.
- Ragazzi, l'anno è appena iniziato. Ho deciso di provare un approccio diverso, una specie di "aiuto-reciproco" tra di voi. Ho creato delle coppie in base alle qualità e ai punti deboli di ognuno di voi. Ora vi leggo i nomi.-
La classe si riempí in fretta di un mormorio incessante, c'era chi era felice per la decisione del prof, chi avrebbe voluto scegliere il compagno e poi c'era chi- come me- era totalmente indifferente a quella notizia. Sentivo poco chiaramente i nomi pronunciati dal prof finché il mio apparato uditivo non captó il mio cognome;
- Bennett e Wilson
La mia indifferenza iniziale sparí appena collegai a chi appartenesse il cognome:
- Wilson?