Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Europa91    04/05/2020    2 recensioni
[Erwin x Levi]
[Ken x Uri]

Anno 850
Erwin e Levi si apprestano a combattere la battaglia decisiva per riconquistare i territori di Shinganshina, mentre Kenny Ackerman e i suoi uomini si arrendono alla Legione Esplorativa.

Anno 844
Il giovane caposquadra Smith continua a inseguire il suo sogno; quando viene misteriosamente indirizzato verso la città sotterranea. Li troverà l’incarnazione delle Ali della Libertà.

Questa può sembrare la solita storia di come è nata la relazione tra Erwin e Levi e del loro amore, ma non è così; è qualcosa di molto più complesso. E se il primo l’incontro tra i due non fosse stato casuale? Se qualcuno dietro le quinte avesse scelto di manipolare gli eventi a suo piacimento? Ma chi, e soprattutto perché? Riusciranno Erwin e Levi a scoprire la verità? In un intreccio tra passato e presente ci sono misteri che devono ancora essere svelati.
[Canon Divergence]
Genere: Angst, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Erwin Smith, Kenny Ackerman, Levi Ackerman
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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10.

 

 

 

844 - Quartier Generale della Legione Esplorativa

 

Era tutto finito. Farlan era morto. Isabel era morta. Anche il caposquadra Flagon era stato divorato. Se chiudeva gli occhi, Levi poteva ancora vedere i volti dei suoi migliori amici; sentiva le urla di Isabel e il suo sguardo implorante; Farlan che lo salutava con un cenno mentre, consapevole, andava incontro alla sua fine. Poi il nulla, aveva sentito crescere dentro di lui oltre alla cieca e semplice rabbia anche una forza sconosciuta, non si era inizialmente reso conto di quello che stava facendo, quando ritornò in se era ricoperto di sangue, mentre ai suoi piedi c’erano i resti dei giganti. Li aveva tagliuzzati, affettati, ridotti in mille pezzi, non si distingueva nulla, nemmeno gli arti, aveva fatto un vero e proprio massacro. Si ricordava poco anche del dialogo che aveva scambiato con Erwin, in quel momento era ancora sconvolto e sotto shock; tuttavia, quando aveva incrociato quegli occhi azzurri si era sentito a casa; aveva come improvvisamente capito che quello era il posto a cui apparteneva, d’altronde ora non possedeva altro, c’era solo Erwin Smith e la sua promessa, il suo sogno, avrebbe donato le sue ali e il suo talento alla Legione Esplorativa e avrebbe seguito quel cazzo di comandante; ma ovviamente, solo per essere presente nel momento in cui anche lui sarebbe crollato e i suoi sogni si sarebbero scontrati con la dura realtà. Era ancora troppo orgoglioso per ammettere di essere rimasto colpito da Erwin e dalle sue parole.

 

Smith era ancora dietro di lui mentre si dirigeva verso la stanza che aveva condiviso solo fino a qualche giorno prima con Farlan e Isabel. Non si erano più parlati, non servivano altre parole inutili o frasi di circostanza; Erwin conosceva bene il senso di colpa e impotenza che accompagnava sempre i sopravvissuti ad ogni missione; aveva negli anni perso amici e compagni, di molti non ricordava quasi i nomi, ma poteva ancora vedere i loro volti pieni di terrore nell’attimo prima della fine. Guardò Levi, per un istante gli sembrò così fragile, avrebbe voluto stringerlo a sé e dirgli che sarebbe andato tutto bene. Pensò di essere completamente impazzito, tuttavia quando si trattava di Levi lui perdeva veramente il senno; quando aveva sentito in lontananza le urla e visto quei giganti avvicinarsi aveva subito temuto il peggio, aveva cavalcato il più velocemente possibile verso i suoi uomini; mentre la sua mente gli trasmetteva immagini del corpo senza vita del ragazzo. Quando lo vide, tutto intero, ergersi su quella pila di resti non poté evitare di sentirsi sollevato. Poi incrociò il suo sguardo. Era stato forse troppo duro in quel momento, troppo sincero, tuttavia non voleva che i suoi sentimenti per Levi cambiassero la situazione. Voleva che quel ragazzo capisse cosa fosse realmente successo quel giorno; che i suoi amici non erano morti invano, nessuno di loro sarebbe mai morto invano. 

 

Levi fece per aprire la porta della camera, allungò il braccio per poi ritrarsi subito come scottato. Erwin dietro di lui non disse nulla; gli mise semplicemente una mano sulla spalla. Se a Levi diede fastidio non lo fece notare, riprovò ad aprire, questa volta ci riuscì. Entrò seguito dal caposquadra, fece brevemente il giro della camera e poi si sedette sul letto a castello che fino a qualche giorno prima aveva diviso con Farlan, c’erano ancora le sue cose sparse per la stanza, il suo pigiama era ancora abbandonato per terra. Levi aveva solo una gran voglia di piangere in quel momento; eppure le lacrime non volevano saperne di uscire, se ci pensava non aveva pianto nemmeno quando Kenny lo aveva abbandonato, ed era solo un moccioso a quei tempi. Ora era di nuovo solo. Alzò lo sguardo, Erwin era ancora lì, aveva fatto solo qualche passo all’interno della stanza e poi si era fermato, era in attesa, stava aspettando qualcosa, forse il permesso di Levi. Il ragazzo sbuffò:

 

“Vuoi startene lì fermo come un idiota per tutto il giorno?” Erwin sorrise, almeno quel mutismo era finito

 

“Volevo lasciarti il tuo spazio” disse semplicemente

 

“Questa cazzo di stanza è vuota, ho tutto lo spazio che mi serve, anzi è fin troppo grande per me, voglio una nuova stanza più piccola” non voleva essere così scontroso ma proprio non era riuscito a controllarsi, quando c’era di mezzo Smith non ragionava mai lucidamente.

 

“Va bene Levi. Tutto quello che vuoi” il moro storse il naso; 

 

“Smettila subito Erwin. Smettila con questo cazzo d’atteggiamento accondiscendente. Non sono un moccioso” il caposquadra si avvicinò 

 

“Lo so benissimo. Però so come ti senti o perlomeno posso immaginarlo, se posso fare qualcosa qualsiasi cosa per aiutarti ecco” Levi alzò lo sguardo per incontrare quello del biondo. Smith si trovò improvvisamente in difficoltà, erano vicinissimi; 

 

“Ecco io, insomma..” il ragazzo tornò a sbuffare

 

“Rilassati cazzo, non voglio più ucciderti e ti ho detto che avrei continuato ad essere le vostre fottute Ali della Libertà, che problemi hai?!” Non riesco a toglierti dalla mia testa, avrebbe voluto rispondere il caposquadra invece si girò di colpo dandogli le spalle

 

“Ora riposa, domani ti trasferiremo in un’altra stanza” disse prima di andarsene lasciando Levi confuso, ancora seduto a letto.

 

 

Quella sera...

 

“Così hai battuto in ritirata?” Nile fece un’espressione divertita mentre si scolava l’ennesima birra; Erwin iniziò a pentirsi di essersi confidato con lui; tuttavia, a conti fatti era l’unico amico che aveva; mai avrebbe raccontato le sue pene d’amore ad Hanji o altri. Solo il pensiero di quella donna gli provocò un brivido lungo la schiena. Bevve un sorso dal suo boccale.

 

“Ha appena perso i suoi migliori amici, ora ha bisogno di tempo” aggiunse in sua difesa;

 

“Bah sarà; da quello che mi hai raccontato sembra solo il classico stronzetto pieno di sé, affascinante, bel culo, ma a parte questo, davvero Erwin devo capire cosa ti attragga tanto di lui” il biondo sospirò 

 

“Non lo so, ho cominciato a sentirmi strano la prima volta che l’ho visto volare, dovresti vederlo sembra nato per quello” Nile fece una faccia annoiata

 

“Ok, sa volare bene e a quanto pare ha un fottuto talento per il massacro di giganti su larga scala, carattere di merda, bassino, continuo a non trovarci nulla d’interessante; cioè ti ricordi l’amica di Marie che ti ho presentato tempo fa? Lei almeno aveva un bel davanzale!” Smith sorrise;

 

“Sai che non mi sono mai fermato all’apparenza” Nile fece spallucce

 

“So solo che ti conosco da anni eppure mi sembra di non conoscerti affatto” fece una pausa “allora porterai lui al matrimonio?” Erwin sputò la birra

 

“Matrimonio?!” Nile rise dandogli una pacca sulla spalla

 

“Al matrimonio mio e di Marie, mi aspetto di vederlo, mi raccomando Erwin, devi presentarcelo come si deve” fece ammiccante. Il caposquadra si passò una mano sulle tempie, per un attimo si era immaginato Levi vestito da sposo, stava veramente perdendo il senno.

 

 

 

850 - Mitras

 

Erwin aveva consultato ogni biblioteca ed archivio presente nella capitale e non c’era traccia di Uri Reiss, nessuno aveva mai sentito quel nome prima, non compariva in nessun registro ufficiale, apparentemente non esisteva nessun individuo con quel nome; possibile che Ackerman si fosse inventato tutto per prendersi gioco di lui e guadagnare tempo? Era un’ipotesi per quanto assurda da non sottovalutare. Nemmeno i ragazzi della squadra Levi avevano avuto fortuna con Historia, d’altronde quella ragazza conosceva così poco sulla sua vera famiglia oltre al fatto che avevano manipolato la sua mente. Per un attimo Erwin fu colpito da un’illuminazione, i ricordi di Historia erano stati riscritti, come era accaduto secoli prima con gli abitanti dell’isola di Paradise, era dunque possibile che qualcuno avesse cancellato anche l’esistenza di Uri Reiss? Quella storia stava diventando sempre più assurda; ma chi avrebbe mai potuto fare quello? E soprattutto, perché? Cosa nascondevano Ackerman e quell’individuo, cosa poteva mai essere così importante da arrivare a manipolare delle menti pur di nasconderlo?! Con la conquista di Shinganshina, Erwin aveva trovato delle risposte ma ora le domande aumentavano sempre di più, inoltre aveva il bruttissimo presentimento che Levi c’entrasse in qualche modo con tutta quella storia. Richiamò Hanji, sarebbero andati ad interrogare direttamente Rod Reiss.

 

 

 

Quella sera - Prigioni della Legione Esplorativa 

 

“Ho parlato con Levi”

 

“E io ho avuto una piacevole conversazione col biondino del cazzo, allora quale sarà la loro prossima mossa?” Chiese impaziente

 

“Erwin al momento avrà capito che ho il potere di manipolare i ricordi e che ho cancellato completamente la mia esistenza, è intelligente l’ho sempre detto.” Kenny fece un’espressione schifata e offesa

 

“Non fare il bambino” disse Uri avvicinandosi alle sbarre 

 

“A proposito di bambini; Levi?” Chiese fingendo disinteresse

 

“Sta dormendo. L’ho lasciato a casa, sai non è stata una giornata facile, è molto cocciuto” ammise rabbuiandosi di colpo

 

“Mi ricorda qualcuno” ghignò l’altro; ricevendo l’ennesima occhiataccia dal biondo

 

“Mi ha chiesto della sua nascita” aggiunse dopo qualche minuto l’ex sovrano. Kenny si allarmò 

 

“Cosa gli hai detto?”

 

“La verità: che era nato alle prime luci dell’alba e c’era la neve, non ha fatto altre domande, forse perché aveva intuito che per il momento non avrei detto altro” l’uomo non fece nulla 

 

“Ha accettato a parlare con te ma vuole che anche Smith sia presente” 

 

“E allora perché sei qui? Cioè sei venuto per farmi evadere o sbaglio?” Chiese lo squartatore divertito.

 

“Non ci resta molto tempo, ecco perché sono venuto a prenderti, ti farò uscire e tu andrai a caccia di Smith, quando l’avrai trovato lo porterai da me e Levi, racconteremo loro tutto e forse tutta questa storia avrà fine” Kenny allungò una mano fino ad accarezzargli il viso. 

 

“Andrà tutto bene. L’hai detto tu, ed io mi sono sempre fidato di te” Uri sorrise, era veramente felice di sentire queste parole; gli davano sicurezza

 

“Anche io mi fido di te Kenny, sei l’unico di cui mi fidi, questo vale ora come allora” si guardarono a lungo negli occhi, entrambi sapevano a cosa si stava riferendo. Appena Uri aprì la cella lo squartatore gli fu letteralmente addosso, sollevandolo di peso e baciandolo con passione facendo attenzione a non schiacciarlo contro la parete.

 

“Quanto tempo abbiamo?” Chiese il capitano Ackerman staccandosi controvoglia dalle labbra dell’altro. Uri sorrise malizioso 

 

“Tutto il tempo che vogliamo” disse prima di catturare le labbra del suo uomo. Gli era mancato da morire.

 

 

Il giorno dopo - Mitras 

 

Historia fissava il comandante Erwin. Era appena stata informata che la Legione Esplorativa voleva prendere in consegna suo padre per interrogarlo, e lei voleva essere presente.

 

“Verrò con voi comandante, anche io ho il diritto di sapere la verità o forse non lo ritiene necessario? Siete voi che mi avete messo su questo trono, io vi servo, inoltre mio padre potrebbe parlare in mia presenza, potrei esservi d’aiuto” la ragazza era irremovibile.

 

Così alla fine Erwin dovette acconsentire.

 

Lord Reiss era stato confinato per ragioni di sicurezza nelle sue stanze; quelli che un tempo erano i sontuosi appartamenti del sovrano erano diventati la sua prigione. Tutto questo dal momento in cui Ackerman aveva deciso di tradirlo; non se lo aspettava, quello era un cagnolino fedele, era stato da sempre al suo servizio, da quando aveva memoria. Restò sorpreso nel vedere sua figlia in compagnia dei suoi carcerieri,

 

“Avanti, cosa volete sapere? Parlerò, vi dirò ogni cosa” non era mai stato un uomo coraggioso, aveva sempre lasciato che altri combattessero le sue battaglie e anche ora si sentiva solo un povero vecchio; voleva solo che tutta quella storia finisse, voleva ritornare alla sua vecchia vita.

 

Erwin si avvicinò osservandolo bene, a prima vista sembrava innocuo ma sapeva per esperienza personale che nessuno andava sottovalutato. Il suo piano era semplice, avrebbero provato ad estorcere informazioni a Rod Reiss alla vecchia maniera, altrimenti sarebbero ricorsi ad Eren; quando erano in quella grotta, gli era bastato toccare Historia perché la ragazza ricordasse, forse sarebbe capitato lo stesso anche a suo padre, sempre che qualcuno avesse manipolato anche la sua di mente. Entrambe le soluzioni si rivelarono inutili, Reiss non sapeva nulla di questo Uri e nemmeno l’intervento di Eren aveva sbloccato la situazione. A complicare la situazione c’era anche il fatto che il giovane Jaeger non aveva ancora pienamente superato la scomparsa di Armin; ogni volta che si trovava a fianco di Smith, Eren non poteva fare a meno di provare rabbia e risentimento ma non verso l’uomo, bensì verso il capitano Levi; era lui che aveva preso la decisione finale quel giorno, era lui che aveva condannato Armin e salvato Erwin.

 

“Eren ascolta, ti posso parlare per qualche minuto?” Chiese il comandante una volta concluso l’interrogatorio; erano rimasti soli nella stanza

 

“Certo, mi dica”

 

“Una volta, subito dopo aver recuperato quei libri nella tua cantina mi hai detto di avere visto come dei ricordi di tuo padre, cioè cosa significa, pensi veramente di aver visto eventi del passato?” Eren lo fissò negli occhi

 

“Non lo so comandante è tutto così confuso ultimamente, ci sono dei momenti in cui fatico a distinguere i miei ricordi da quelli di mio padre o di Eren Kruger, fatico anche a distinguere passato, presente e futuro” ammise incerto.

 

“Futuro? Hai per caso visto eventi futuri?” Quella notizia lo esaltava e preoccupava allo stesso tempo;

 

“Penso di aver visto qualcosa” mormorò quasi dispiaciuto 

 

“Cosa hai visto Eren?” Il ragazzo scoppiò a piangere 

 

“Io che distruggevo il mondo, prendevo il controllo dei giganti che formano le mura e dichiaravo guerra ai nemici degli Eldiani; ero insieme a mio fratello, a Zeke, al gigante Bestia, combattevo insieme a lui” Erwin non poteva credere alle sue orecchie; Eren aveva visto tutto questo e non ne aveva parlato con nessuno; e lui era stato così preoccupato e preso da Levi di essersi completamente dimenticato del suo ruolo e dei suoi doveri. 

 

“Vieni con me Eren; non accadrà nulla, il futuro non è scritto su pietra può cambiare” disse cercando di sembrare convincente, in realtà credeva poco a quelle parole ma voleva essere di conforto, Eren gli serviva al massimo della forma, non poteva lasciare che si abbattesse così, doveva reagire. Il ragazzo sorrise tristemente

 

“So che può cambiare, è già cambiato” disse in un sussurro. Erwin lo fissò per qualche secondo attendendo spiegazioni 

 

“Ecco, dalla mia prima ehm visione sul futuro sono cambiate delle cose, all’inizio Armin era vivo, l’avevo visto nel futuro” spiegò abbassando di colpo lo sguardo.

 

“Eren è importante; dimmi da quando le cose hanno iniziato a cambiare secondo te?” Il ragazzo ci pensò per qualche secondo

 

“Penso da quando siamo ritornati da quella grotta, quando mesi fa il capitano Ackerman si è arreso e ha liberato me e Historia. Anche la battaglia di Shinganshina l’avevo sognata diversamente”

 

“Sognata?” Chiese Erwin sempre più sorpreso e curioso

 

“Ecco più che visioni sono sogni, a volte mi capita di sognare cose che si avverano; prima della battaglia avevo visto l’attacco di Reiner e Berthold e anche il sacrificio di Armin però in quel futuro cioè in quel mondo, il capitano Levi ha dato a lui il siero e non a lei” il comandante era senza parole

 

“Ho anche visto la morte di Ackerman” Erwin non sapeva più cosa dire, non si aspettava quello che stava accadendo, era tutto così assurdo 

 

“Come sarebbe morto quel bastardo?” Chiese senza curarsi di mostrare educazione o rispetto verso quell’uomo che si stava sempre più rivelando la causa di tutti i loro problemi.

 

“Rod Reiss si iniettava il siero ma qualcosa andava storto e si trasformava in un gigante anomalo, provocando il crollo della grotta ed Ackerman restava gravemente ferito e ustionato. Prima di morire però riusciva ugualmente a consegnare il siero al capitano Levi” Smith era senza parole; pensò che sarebbe stato un epilogo migliore con Ackerman fuori dai giochi; tuttavia era sorpreso dai dettagli, anche li Levi avrebbe avuto per le mani quel siero, in ogni futuro possibile la sua vita sarebbe stata nelle mani di quel ragazzo.

 

“Eren, ti dice qualcosa il nome di Uri Reiss?” Il ragazzo ci pensò qualche secondo.

 

“Nulla signore. Però mi ricordo che nel sogno Kenny Ackerman prima di morire continuava a chiedere perdono ad un certo Uri” Smith non ebbe più alcun dubbio

 

“Vieni con me Eren” disse deciso

 

“Dove signore?” 

 

“Torniamo alle prigioni, dobbiamo far parlare Ackerman”.

 

  
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