Film > Pirati dei caraibi
Segui la storia  |       
Autore: Sophie_Wendigo    05/05/2020    2 recensioni
- Lei, da bambina, di nascosto, leggeva storie di mare, di assalti, di tesori, di pirati, e si sentiva più viva che mai. -
.
Una elaborazione del personaggio di Elizabeth Swann, con il pretesto dei vuoti fra film e fra scene originali, ma con un (grosso) pizzico di Sparrabeth :D
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Elizabeth Swann, Jack Sparrow
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

“Elizabeth Swann.”
“Cosa?!” Non riusciva a credere che Jack avesse pronunciato il suo nome.
“Lo so, curioso, non è vero?” Disse sorridendo sotto i baffi all’altro lato del lungo tavolo, guardandola dritta negli occhi, mentre i Pirati Nobili già iniziavano a rivoltarsi tutt’attorno.
Tia Dalma le aveva detto che avrebbe affrontato un lungo viaggio, che l’avrebbe cambiata radicalmente, ma mai avrebbe pensato di diventare capitano di una nave pirata, né tantomeno di partecipare al Consiglio della Fratellanza come Pirata Nobile del Mare del Sud della Cina.
E adesso, grazie a Jack, era appena stata eletta Re dei Pirati.
Lei, Elizabeth Swann, Re dei Pirati. Non le avessero appena lasciato la responsabilità di una dichiarazione di guerra contro la Marina Militare Inglese, avrebbe avuto del comico.
In un istante, lo stordimento iniziale lasciò il posto ad una sicurezza che pensava non le appartenesse, sostenne lo sguardo di Jack e gli sorrise indietro. Più tempo passava con quell’uomo più si rendeva conto che c’era ben altro sotto la maschera del pirata da strapazzo, e che c’era ben altro in lei della semplice figlia del Governatore di Port Royal.
Persino Will, non avendo raggiunto la Baia dei Relitti come previsto, si dimostrava diverso da ciò che Elizabeth aveva sempre creduto, le aveva mentito, e aveva tradito tutti quanti schierandosi dalla parte del nemico per seguire i suoi interessi. Avrebbe dovuto essere furiosa nei suoi confronti. Eppure, sapere che il suo Will si era macchiato dei suoi stessi errori, che anche lui poteva essere considerato un pirata tanto quanto lei, glielo faceva sentire di nuovo vicino. Il destino continuava ad unirli dopotutto.
Solo qualche giorno prima, quegli eventi, un tale titolo, e le conseguenze che comportava, l’avrebbero terrorizzata, ma adesso per la prima volta dopo molto tempo sentiva che tutti i pezzi erano al posto giusto, che lei era al posto giusto. Era finalmente la protagonista della sua storia, che somigliava sempre più a quelle che leggeva da bambina nei suoi libri.
Era ufficiale, la mattina seguente sarebbe stata guerra contro Cutler Beckett, e lei avrebbe guidato la flotta pirata più temibile che si fosse mai vista.
 
Il consiglio si era appena sciolto e ormai quasi tutti i Pirati Nobili erano usciti dalla sala, Elizabeth aveva appena congedato gli uomini della sua ciurma, ma prima di ritirarsi a sua volta, in attesa del giorno, le restava soltanto di estrarre la sua spada dal mappamondo all’ingresso del relitto, trafitto da tutte le altre lame del Consiglio come da tradizione.
“Posso avere l’onore di offrire una bevuta al Pirata Re?” Jack le scivolò accanto, sfilando per primo la sua spada dal Mar dei Caraibi. 
“Ci aspetta una guerra all’alba.” Commentò lei con un sopracciglio leggermente sollevato.
“Dove pensi che sia andato ogni buon pirata che si rispetti adesso? E vuoi farmi credere che con quello che ci aspetta domani chiuderai occhio?” Come al solito, aveva ragione.
“Solo un bicchiere.” L’altro sogghignò soddisfatto. “E solo perché voglio vedere meglio questo posto.” La Baia dei Relitti era un luogo affascinante, pochi avevano avuto la fortuna di sentirne parlare, ancor meno di vederlo con i propri occhi, e con tutta probabilità quella sarebbe stata la sua unica occasione.
Uscirono insieme nelle strade affollate ricavate fra le carcasse di navi, e non fu troppo sorpresa quando capì che quella leggendaria baia pullulava di taverne, ma ebbe giusto il tempo di vedere qualche vicolo che il Pirata già s’infilava nella feritoia adibita a ingresso di una chiglia diroccata, in alto campeggiava l’insegna: The Drunken Lady.
Si sistemò in un tavolino sul fondo della sala semi vuota, quel locale sembrava più fatiscente degli altri che avevano incrociato per arrivare lì, e i suoi avventori sembravano persino più ubriachi.
“Un tempo servivano ai tavoli in questo posto, i vecchi proprietari se ne sono andati da un pezzo e con loro gran parte della clientela.” Spiegò Jack, che come al solito sembrava leggerle nel pensiero, di ritorno dal bancone con due boccali. “Resta comunque lo spirito migliore della baia, dico io.” Elizabeth si aspettava già di dover bere il liquore ambrato preferito dal Pirata, ma invece dell’odore pungente del rum, un profumo dolciastro le solleticò il naso, era vino. “Il Porto si addiceva di più all’occasione, Gioia.” Di nuovo le rispose senza che vi fosse bisogno di porre una domanda. La ragazza sorrise, sarà anche stata l’occasione, ma le piaceva pensare che l’altro avesse avuto la gentilezza di non proporle quel liquore che non riusciva a sopportare.
“Al Pirata Re.” Disse sollevando il boccale.
“Alla vittoria di domani.” Rispose lei, e brindarono. 
Il vino, denso e rosso, era molto diverso da quello che aveva assaggiato a Port Royal, più dolce e decisamente più forte, sapeva di pirata e le piaceva.
“Sembra che tu sappia molte cose su questo posto.” Disse intrecciando le dita attorno al suo boccale e poggiando i gomiti sul tavolino.
“Soprattutto sulle bettole. Ho vissuto qui per un po’ da ragazzo.”
“Quindi conoscerai tutti i segreti della baia.” 

“Qualcosa del genere.” Nascose l’espressione furba dietro al boccale, buttando giù un grosso sorso.
Quella sera trascorse veloce, pian piano gli ultimi ubriachi erano barcollati fuori dalla taverna, rimanevano solo l’oste, un giovanotto in un angolo con una chitarra a straziare le note di una vecchia canzone di mare, e loro due. Le tornò alla memoria la volta in cui Barbossa li lasciò soli su quell’isoletta deserta, solo che stavolta non finse di bere, e prima del fondo del boccale si sentiva già più leggera. 
Jack era già passato al rum mentre le raccontava di una spedizione alla volta di un magico tesoro, ma più tempo passava più non riusciva a seguirlo, con lo sguardo fisso sul fondo di porto rimasto, la testa le si riempì di immagini. 
Vide sé stessa nel futuro, e un po’ per l’alcol, un po’ perché stava faticosamente imparando a non giudicarsi, s’immaginò sulla sua nave, in mare da settimane alla ricerca di qualche tesoro perduto, vivere avventure che avrebbero fatto invidia ai suoi libri, gettare l’ancora in porti pullulanti di vita e dissolutezze, a bere porto con la sua ciurma in qualche pittoresca taverna. 
Immaginò anche di incontrare Jack, per caso, durante uno dei loro viaggi. 
Lo poteva vedere attraverso gli occhi della mente con una chiarezza tale da farle correre un brivido lungo la schiena, col suo cappello tricorno ad adombrargli il volto, in piedi sul ponte di poppa, lo vedeva abbassare il suo cannocchiale non appena avesse riconosciuto i suoi colori, e sapeva che si sarebbe fatto scappare un sorriso malizioso, fiero di trovarla in mare, e di poterla ancora chiamare Piratessa.
Avrebbe potuto vivere ogni giorno della sua vita così, da piratessa, senza timori ne rimorsi, libera, facendo e dicendo tutto ciò che voleva solo perché lo voleva, proprio come le disse Jack. Magari si sarebbe persino concessa di assecondare ciò che sentiva per lui, qualsiasi cosa fosse.
Ma per quanto quell’idea fosse allettante, per quanto desiderasse quella vita, si accorse ben presto che in quella visione mancava qualcosa. 
Fu quella sensazione, un dolore sottile, non del corpo ma fin troppo tangibile, che le fece impietosamente capire che anche se per natura sarebbe per sempre rimasta divisa, c’era una costante nella sua vita che non sarebbe mai cambiata. Non importava se avesse vissuto libera per mare, o chiusa per sempre nella sua bella magione a Port Royal, uno scherzo del destino aveva già scritto un capitolo fondamentale della sua storia, legandola indissolubilmente a Will. 
Qualsiasi vita avesse scelto, Will ne avrebbe fatto parte, di questo ne era certa.
Un tempo sarebbe stata incondizionatamente felice di quella chiarissima consapevolezza, ma adesso che aveva conosciuto la piratessa che era in lei, si rendeva conto di quanto quel legame potesse anche suonare come una maledizione.
Per natura, divisa, quindi avrebbe dovuto imparare a convivere con le sue scelte, con il suo futuro, e con il suo destino.
Jack aveva finito il suo racconto da un pezzo, rimase in silenzio ad osservarla, lo sguardo puntato sul fondo del boccale, tanto intenso che sembrava ci si fosse persa dentro. 
Riemerse pian piano dai suoi pensieri, finché non si rese conto che l’altro aveva smesso di parlare, che aveva appena fatto una terribile figura, e che con tutta probabilità adesso le avrebbe chiesto spiegazioni, ma forse non era ancora pronta a dire a voce alta ciò che aveva compreso. Con la testa ancora bassa, sollevò uno sguardo colpevole verso il suo compagno, che contro ogni sua aspettativa, sorrideva, mostrandole tutti i suoi denti d’oro.
“Sembra arrivato il momento di mostrarti qualcosa, Lizy.” 
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Pirati dei caraibi / Vai alla pagina dell'autore: Sophie_Wendigo