Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: Juliet8198    11/05/2020    1 recensioni
Vivevano in un sogno meraviglioso. In quel mondo fittizio, i due ragazzi potevano fare quello che volevano ed essere quello che volevano. Potevano toccare le stelle e vivere in fondo al mare. L'unico limite era la loro immaginazione.
Ma i sogni nascondono ciò che temiamo di più. Essi liberano le ombre che cerchiamo di reprimere nella parte più nascosta della nostra psiche.
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-Tutto questo...non è reale.-
-Lo so, ma tu lo sei. Noi lo siamo. Questo mi basta. Questa può essere la nostra realtà.-
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Park Jimin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Un...palazzo?- 

 

Non appena le porte basculanti si chiusero dietro le loro schiene, i piedi dei ragazzi si ritrovarono in un piccolo cortile circondato da mura dalle tinte cariche di rosso e arancione e tetti spioventi elegantemente incurvati. Jein si guardò intorno confusa, cercando di capire dove l'avesse condotta la sua mente, finché non fu colpita da un'improvvisa realizzazione.

 

-Ah! Perdonami, il mese scorso ho riguardato Hwarang...- disse infine, con leggero disappunto nella voce.

 

Jimin la fissò confuso, aggrottando le sopracciglia. 

 

-Che cosa intendi dire?- 

 

Lei si voltò per guardarlo con fare ovvio. 

 

-Che siamo dentro il mondo del drama, più precisamente nel palazzo reale. Guarda, c'è perfino quel gran fi... fidato ragazzo di Park Hyung-sik.- rispose indicando il ragazzo che stava velocemente percorrendo il corridoio di fronte a loro. 

 

Abbassando lo sguardo nel tentativo di mascherare l'imbarazzo, prese ad osservare i fronzoli del suo vestito mentre si stiracchiavano e si gonfiavano, assumendo la forma di una lucente gonna rosa pastello che le raggiunse i piedi. Infine, una camicia dal bordo decorato le avvolse le braccia e il petto. Quando alzò lo sguardo, vide che anche Jimin aveva trasformato il suo vestito in un hanbok tradizionale, simile a quello del ragazzo che era appena passato di fronte a loro. 

 

-Quindi... quello è il tuo tipo?- eruppe lui, facendole spalancare gli occhi. 

 

Jein, di tutta risposta, distolse lo sguardo, fingendo noncuranza. 

 

-Non ho idea di cosa tu stia parlando.- replicò iniziando a marciare per i corridoi. 

 

Dopo poco tempo passato ad esplorare le misteriose stanze di quell'immensa costruzione, emersero presso un silenzioso giardino che sembrava volersi nascondere da occhi indiscreti. Non era grande, ma proteggeva una varietà di piante che lo adornavano riccamente grazie ai loro variopinti colori, che si specchiavano sul piccolo stagno al centro. I due ragazzi rimasero ad osservare la scena incantati, ma non appena fecero un passo verso quella natura lussureggiante  una voce li pietrificò sul posto. 

 

-Voi chi siete? Che cosa ci fate qui?- 

 

Jein sentì un brivido freddo percorrerle la schiena. 

 

"Ops..."

 

Voltandosi elegantemente e sfiorando il pavimento con la sua gonna voluminosa, abbassò lo sguardo non appena incontrò la figura femminile di fronte a sé e si inchinò prontamente. 

 

-Sono una nuova dama di corte, vostra altezza, e questa è la mia guardia.- disse indicando umilmente il ragazzo accanto a sé. 

 

Lui, confuso dalla situazione, aveva finito per inchinarsi maldestramente non appena aveva visto il comportamento bizzarro della ragazza. 

 

La regina Jiso era avvolta in un lussuoso hanbok e possedeva quello stesso sguardo sprezzante che l'aveva caratterizzata in tutta la serie tv. Percorse con gli occhi i due giovani mentre una punta di sdegno iniziava a dipingerle la bocca. 

 

-Non ho richiesto nessuna dama di corte e non ricordo di averti mai vista fra le figlie delle case nobiliari a me vicine. Quindi, chi sei?- chiese la donna con trasudante sospetto. 

 

"E va bene, passiamo al piano B." 

 

Indicando un vago punto alla sua destra, la ragazza alzò lo sguardo. 

 

-Ma quello è il re!- urlò.

 

Nel momento in cui la donna distolse gli occhi da lei, Jein afferrò la mano di Jimin. 

 

-Corri!- 

 

I due ragazzi sentirono dietro di loro la voce acuta della donna che ordinava aspramente alle sue guardie di inseguirli. Il rumore di passi concitati dietro di loro spinse le loro gambe ad andare più veloci, ma per qualche motivo i loro inseguitori sembravano avvicinarsi sempre di più. La ragazza teneva ancora per mano il giovane mentre percorrevano i lunghi corridoi sotto la scarsa illuminazione, cercando di immaginare una via di fuga. 

 

-In questo momento avremmo bisogno di...- 

 

Jimin non fece in tempo a terminare la frase che i loro corpi si scontrarono contro un altro, producendo un lamento da tutte e tre le vittime. Massaggiandosi leggermente la fronte, Jein alzò gli occhi stupita dal fatto che riusciva a sentire un leggero dolore stuzzicarle il punto di impatto e incontrò un viso che la fece illuminare in un sorriso. Anche Jimin, una volta che ebbe puntato lo sguardo sul ragazzo di fronte a loro, sorrise. 

 

-TaeTae!- 

 

 

Gli occhi di Taehyung rimbalzarono ripetutamente prima su uno e poi sull'altra con una buffa espressione interrogativa. Avvolto nel viola e nell'azzurro dell'uniforme da hwarang, protese le labbra in un broncio confuso e si scostò i lunghi capelli dal viso. 

 

-Jimin, che ci fai qui?- chiese infine osservando il suo migliore amico. 

 

L'interpellato lo fissò con eccitazione crescente, prima di realizzare che i passi dietro di loro si erano avvicinati ulteriormente. 

 

-TaeTae, devi portarci fuori da qui, al sicuro.- rispose il ragazzo, sorridendo. 

 

Questo, dopo un attimo di esitazione, annuì e iniziò a fare loro strada. Nel giro di qualche istante, però, Jein si sentì sollevare da terra. 

 

-Ehi!- esclamò, iniziando a colpire la guardia che l'aveva afferrata. 

 

-Jein!- 

 

Jimin si voltò preoccupato e fece per avvicinarsi, prima di essere bloccato dalla punta di una spada. Una seconda guardia puntava l'arma al suo petto, osservandolo con fredda determinazione. Mentre le braccia di Jein venivano strette sempre di più dalla forza del suo assalitore, una lama si scontrò con quella sguainata contro il ragazzo, producendo un acuto pianto di metallo stridente. Taehyung, con un arco delle braccia, fece deviare la spada dal petto del suo amico e si pose davanti a lui, stringendo nervosamente l'impugnatura. L'avversario, per nulla impressionato, fece volteggiare l'arma producendo schegge di luce lunghe le pareti, terminando nell'addome del ragazzo. 

 

-No!- 

 

L'urlo di Jimin lo condusse in ginocchio mentre osservava l'amico iniziare a sanguinare. Questo alzò gli occhi su di lui, ansimando e gorgogliando qualche parola incomprensibile. Jein alzò un sopracciglio osservando la scena. 

 

-Jimin.- provò a dire, senza essere ascoltata. 

 

-TaeTae, resisti!- urlò il ragazzo, tamponando la ferita con le mani tremanti. 

 

-Jimin.- ripeté la giovane, alzando gli occhi al cielo quando venne nuovamente ignorata. 

 

-Jimin... voglio... voglio che tu sappia...- sussurrò Taehyung con un filo di voce, interrompendosi senza fiato. 

 

Le sue pupille sparirono dietro le sue palpebre, portando l'amico a scuoterlo disperato sull'orlo delle lacrime. 

 

-Jimin.- 

 

Il ragazzo alzò gli occhi dal giovane ferito, incontrando lo sguardo vagamente scettico della ragazza. 

 

-È un sogno. Non è morto veramente.- disse lei con tono ovvio. 

 

-Sì, ma...- 

 

Jein, senza ascoltare la replica del giovane, sfilò una mano dalla presa ferrea della guardia dietro di lei e puntò un dito verso il corpo moribondo a pochi passi da lei. 

 

-Bibidibobidibu, nel nome di Netflix, io ti resuscito!-

 

Non appena ebbe schioccato le dita, il sangue che aveva macchiato il fine tessuto della divisa di Taehyung iniziò a ritirarsi velocemente rientrando nella ferita, che si richiuse magicamente su se stessa come una zip. Alzando un angolo della bocca, si voltò verso il suo accompagnatore che osservava la scena ammirato, mentre la guardia che la teneva prigioniera si allontanava velocemente urlando qualcosa del tipo "È un demone!". 

 

-Visto?- disse lei alzando le sopracciglia. 

 

Dopo un attimo di assorta riflessione, Jimin si alzò in piedi e fronteggiò la guardia con la spada ancora sguainata e il nugolo di uomini che si erano riuniti dietro di essa. Il ragazzo, senza esitazione, si pose davanti i suoi avversari e ritirò il braccio, preparandosi a colpire. Quando spostò il pugno con i muscoli tesi atti a trasferire tutta la loro energia, Jein vide che non aveva minimamente sfiorato il suo avversario, fermandosi a diversi centimetri dal suo corpo. 

 

"Ha seriamente fatto cilecca?" 

 

Improvvisamente, un turbine di vento partì dalla mano del ragazzo colpendo in pieno viso la guardia e spazzandola all'indietro insieme a tutti gli uomini dietro di essa, che caddero uno dopo l'altro come tessere di uno sconclusionato domino. Il giovane si girò verso la ragazza con un sorriso fiero e soddisfatto, ottenendo uno sbuffo divertito. 

 

-Tu... sei un esibizionista.- disse infine lei, puntandogli un dito contro. 

 

-Disse quella che ha appena resuscitato una persona.- replicò lui, piegando leggermente la testa. 

 

Le risate dei due furono interrotte da Taehyung che, alzatosi in piedi, li aveva afferrati per le mani. 

 

-Andiamo!- esclamò con un tono da bambino emozionato. 

 

Trascinandosi dietro i ragazzi, la guida prese a correre verso una porta di legno, che fece scorrere velocemente prima di trascinarli in un ambiente buio e popolato di persone che marciavano imperterrite con degli auricolari nei timpani. 

Il ragazzo lasciò le mani dei due, che osservarono i suoi capelli accorciarsi e il suo corpo venire avvolto da una camicia ricoperta di piccoli atomi di luce e pantaloni che gli stringevano la vita. Jein si guardò intorno confusa, prima di vedere la schiena di Taehyung allontanarsi da loro e scomparire nell'oscurità. 

 

-Beh... non era esattamente questo che intendevo con "al sicuro" ma penso che possa andare.- disse Jimin con noncuranza. 

 

La ragazza si voltò verso di lui con un interrogativo negli occhi e il giovane sorrise divertito. 

 

-Ti andrebbe di diventare una star?- chiese, avvolgendo la sua voce nel mistero. 

 

Lei, presa alla sprovvista, non seppe fare altro che seguire il ragazzo che aveva preso a marciare sotto una bizzarra impalcatura di metallo, indifferente alla indecifrabile musica che bombardava l'ambiente facendo vibrare il pavimento sotto di loro. Quando emersero in uno spiazzo carico di attrezzatura e operatori pronti ad accoglierli al loro arrivo, Jimin afferrò un microfono argentato e si voltò per la prima volta verso di lei. 

 

-Blu può andare bene?- chiese, facendole sbattere le palpebre confusa. 

 

-Di cosa stai...- 

 

Prima che potesse terminare la frase, una ragazza le si avvicinò aprendo una valigetta metallica. Al suo interno, protetto da un cuscinetto scuro, si stagliò un microfono dello stesso colore del vestito che aveva indossato la prima volta che avevano ballato. Stupita, la ragazza afferrò l'oggetto studiando i piccoli diamanti che ne ricoprivano il manico, e vide l'hanbok di Jimin avvolgergli le gambe in un paio di pantaloni di pelle scura e accarezzargli le spalle prendendo la forma di una camicia dall'aspetto impalpabile. 

 

-Siete pronti?- 

 

La voce che era giunta dalle spalle di Jimin prese forma nel viso di un allegro J-hope, che emerse al suo fianco mettendole un braccio intorno alle spalle. 

 

-Non puoi salire sul palco così.- esclamò poi squadrando con schiettezza il suo vestiario, dal colletto della camicia fino all'orlo della gonna che raggiungeva il pavimento. 

 

Dopo un istante di confusione, la ragazza iniziò a capire perciò strinse il suo ingombrante hanbok in un paio di pantaloncini scuri e modellò la parte superiore in una maglia che catturava i colori intorno a sé. Hoseok fece un sorrisetto soddisfatto annuendo, mentre due fossette facevano capolino agli angoli della sua bocca. Namjoon allora si fece avanti radunando il resto del gruppo, che emerse dall'oscurità intorno a lei e la circondò, trascinandola in un cerchio. I BTS erano al completo e l'avevano letteralmente circondata. 

 

-Ok, ragazzi.- iniziò il leader. 

 

-Aspettate, ma io...- 

 

Le parole della ragazza furono interrotte dallo sguardo rassicurante di Jimin e dall'esclamazione di Namjoon, portandola a tacere. 

 

-Bangtan!- 

 

-Bang-Bangtan!- esclamò in coro il gruppo, abbassando le mani al centro del cerchio.

 

 

DUNQUE...

Man mano che scrivo questa storia, mi rendo conto che c'è molto nonsense in tutto ciò, ma penso che dato il contesto sia giustificato. Avete visto Hwarang? Se no, avete fatto fatica a capire il capitolo? Ero un po' indecisa sé adattare alcuni particolari che non coinvolgessero la trama perciò sono stata abbastanza generica. 

Come avrete notato, questa volta ho iniziato impostando sin da subito la storia con diverse descrizioni, in modo che possa essere più omogenea, spero che vi piaccia il modo in cui sono scritte.

   
 
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