Anime & Manga > Altro - anime/manga vari
Segui la storia  |       
Autore: Master Chopper    12/05/2020    1 recensioni
[Shūmatsu no Valkyrie]
[Shūmatsu no Valkyrie]Per decidere le sorti dell'umanità, gli dèi di ogni pantheon si riuniscono e, disgraziatamente, la loro decisione è unanime: distruggere il genere umano. Una voce però si leva in opposizione, ed è quella di un dio misterioso di cui nessuno sa niente, ma che sfida dieci dèi ad affrontare dieci umani prima di poter accettare quel destino crudele.
Dieci esseri umani provenienti da qualsiasi epoca affronteranno dieci dèi provenienti da qualsiasi cultura: questo è il Ragnarok.
Genere: Azione, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 Chapter 7: Let the Show Begin

L’incertezza e la paura tra gli umani dilagava dopo che il loro campione aveva subito un attacco così devastante. Neppure Masutatsu Oyama aveva mai riportato un danno tanto grave nel duello precedente, e l’ulteriore silenzio nell’arena lasciava presagire una sconfitta.

Ovviamente tutti pregavano affinché ciò non accadesse, confidando invece nel miracolo che solo l’umanità avrebbe saputo dar loro.

 

All’interno del campo di battaglia, Sun Wukong avanzò a passo lento fin dove aveva scaraventato il suo sfidante. Il bastone allungabile pendeva sulla sua spalla, appoggiato svogliatamente.

“Reputi davvero necessario soffrire così tanto pur di dare spettacolo ?” Stavolta lo scimmiotto mostrò un tono di voce molto diverso da quello usato in precedenza per parlare con Ramses: non presentava più spavalderia nel fargli una predica che contraddistingue chi nutre pietà per il suo nemico, ma piuttosto era calmo e riflessivo.

Il suo interlocutore, il quale non era affatto un uomo morto, si mosse.

Con un minimo sforzo il faraone si liberò dalla roccia dentro la quale era stato conficcato, così da rimettere piede per terra. La sua testa penzolava all’ingiù.

“Eheh …” Tuttavia, una rauca risata risalì la sua gola. “Senza offesa, o Re delle Scimmie, ma …”

Quando mostrò a tutti i presenti il suo viso, presentava un sorriso smagliante dal quale colava sangue come una cascata.

“Non posso sprecare il mio fiato spiegando il valore della spettacolarità a chi non sa nemmeno cosa farsene della propria vita illimitata !”

Gli occhi della scimmia si sgranarono, diventando due pozze di fuoco rosse e torbide. I peli sul suo corpo si rizzarono come saette, iniziando a serpeggiare nell’aria.

“Che cosa… hai detto ?!” Sibilò tra i suoi denti mostruosi in bella vista.

Il faraone fece spallucce, con aria di finta rassegnazione: “ Dico che non te ne fai niente della tua immortalità. Per questo motivo sei un dio inutile, e se non ti eliminassi qui ed ora sarebbe una grave sconfitta morale per l’umanità: perdere contro un dio che spreca il suo stato di divinità-”

Non fece nemmeno in tempo a concludere il suo discorso, siccome si ritrovò con la testa conficcata nella parete dell’arena, questa volta però molto più a fondo. Il fragore, simile ad un’esplosione, fece balzare dai propri posti tutti gli spettatori per la sua improvvisa violenza.

 

Fu possibile intravedere solo per una frazione di secondo la mano di Sun Wukong che aveva incastonato Ramses nella pietra, prima che entrambi sparissero.

Un boato sonico si sollevò al centro del colosseo, ed in men che non si dica per qualche strana ragione tutte le mura del campo di battaglia si creparono, per poi sgretolarsi sempre più.

Con la stessa imprevedibilità con la quale tutto era iniziato, piombò di sasso il silenzio: Sun Wukong riapparve e scagliò il corpo di Ramses al centro dell’arena.

 

“I-Incredibile! Senza che nessuno di noi se ne accorgesse …” Dissero i conduttori, non riuscendo a credere ai loro occhi mentre facevano proiettare delle immagini a dir poco terrificanti.

Le pareti dell’arena ora presentavano dei solchi ben scavati che ne percorrevano la sua circonferenza svariate e svariate volte. Tutto ciò fino a poco prima non c’era.

Dopo aver lanciato come un peso morto il suo avversario, Sun Wukong riprese parola buttando fuori un gran sospiro. La sua carnagione ora ben più rossastra e con il pelo arruffato che lo faceva apparire il doppio delle sue reali dimensioni, gli donavano un aspetto terrificante.

Sollevò il dito indice accanto al suo volto, scuro dalla rabbia: “ Un secondo. Mi ci è voluto un secondo per farti fare il giro dell’arena per ben cinquantadue volte.”

Sotto gli occhi increduli del pubblico, ora il guerriero scimmia presentava un ulteriore cambiamento: non aveva più i piedi poggiati per terra, bensì sedeva a gambe incrociate su di una nuvola dorata fluttuante.

Gli dèi cinesi impallidirono a quella visione, inevitabilmente spaventati anche dal proprio combattente:

“Quella tecnica !” Rabbrividirono dal timore reverenziale. “ È la famigerata tecnica di quel bastardo che lo rende così forte! Sembrava strano che non l’avesse usata fin’ora …”

Una delle arti magiche padroneggiate dal Re delle Scimmie, e che assieme al suo Nyoi Bo gli aveva concesso di conquistare il suo posto in Paradiso: Cloud Walking, la possibilità di richiamare una nuvola che gli permetteva di spostarsi ad una velocità inafferrabile.

 

- Niente …- Pensava intanto la scimmia, ancora accecata dalla rabbia.

- Io non me ne farei niente… della mia immortalità ?-

“Non è possibile! Ladies and gentlemen, ci crediate a no, ma anche dopo i temibili colpi inferti da Sun Wukong …”

Le urla di St. Peter e Adramalech lo riportarono alla realtà, assieme ad un sussulto inorridito della folla.

Quando guardò davanti a sé, non poté fare a meno di restare a bocca aperta.

“... Ramses il Grande si è rialzato !”

Il re d’Egitto, ora con una spaventosa ferita alla testa nascosta tra i capelli, ma dalla quale fuoriusciva un fiumiciattolo di sangue, stava raddrizzando la sua schiena.

La prima cosa che fece fu incrociare il suo sguardo con quello dell’avversario.

“Che c’è? Sembri del tutto diverso rispetto a prima.”

Quell’affermazione a bruciapelo fece tentennare persino Sun Wukong. Lui, in vantaggio e di fronte ad un mero umano prossimo alla morte, era scosso.

Di nuovo Ramses fece prorompere la sua risata giocosa, così infantile e limpida per appartenere ad un uomo potente come lui. Quando ebbe finito, asciugandosi una lacrima mentre sorrideva, lanciò un’occhiata d’intesa al suo avversario:

“ È davvero così brutto ammettere che finalmente hai realizzato che l’unica cosa che ti fa sentire vivo è combattere ?”

Il sole illuminava la sua espressione radiosa, per niente adatta a qualcuno nella sua posizione.

“Anzi, lasciamo correggere… non l’hai affatto realizzato. Tu te lo sei ricordato: qualcosa dentro di te per tutto questo tempo ha sottomesso il vero motivo per cui eri in vita !”

Sun Wukong non sapeva davvero più come reagire. Il suo cuore divino era straziato da quelle parole.

- Perché… perché questo umano …-

Rivide se stesso millenni prima mentre scalava una montagna di dèi abbattuti.

Rivide se stesso per millenni intento ad impiegare il suo tempo nel nulla più assoluto.

Era vero. Lui non aveva fatto niente con la sua immortalità.

- Perché questo umano ha ragione ?-

 

“E allora dimostrami che puoi anche godere della tua vittoria !” Esclamò il faraone, indicandolo con spietatezza. “ Solo così daremo un degno spettacolo agli dèi e agli uomini !”

- Il motivo per cui ho combattuto… il motivo per cui combatto …- Si disse Sun Wukong, all’apice della sua esperienza di vita eterna.

Tutti i suoi sensi si affinarono, ed il tempo stesso parve rallentare mentre la nuvola dorata era pronta a scattare. La presa sul bastone si rafforzò. I suoi muscoli erano tesi.

-… era in fin dei conti proprio di dimostrare agli dèi che io fossi qualcuno! Era… dare spettacolo !-

I due combattenti, pronti più che mai, si prepararono a riprendere le danze.

 

Il Re delle Scimmie fu più veloce, e in un baleno si era già fiondato sul suo avversario.

L’egizio venne sbalzato in aria per la potenza di innumerevoli colpi abbattuti su di lui senza nemmeno che potesse vederli arrivare. Il dolore lo raggiunse quando ormai lividi e squarci si erano aperti lungo tutto il suo corpo.

- Non ce la faccio così! Se prendo un altro colpo del genere potrei morire !- Non avrebbe mai potuto superare la velocità della nuvola dorata, soprattutto nelle sue condizioni attuali: ossa rotta e muscoli distrutti oltre il limite di sopportazione umana gli rendevano una sforzo disumano anche solo stare in piedi.

Approfittò del momento in cui Sun Wukong dovette allontanarsi per prendere la rincorsa per agire.

Accasciato sulla sabbia sua alleata, si lasciò ricoprire da essa in una barriera. Ben presto, sorse qualcosa di spaventoso e bellissimo al tempo stesso: si trattava di una gigantesca armatura con tanto di maschera, copricapo e lancia.

Quella scultura di sabbia affascinò gli umani senza nemmeno che sapessero il perché, anche chi di loro non aveva mai visto in vita sua i meravigliosi sarcofaghi dell’Antico Egitto.

Armatura del Re !” Brandendo la sua arma in posizione di difesa, il colosso si preparò ad incassare l’ennesimo colpo del suo nemico, di circa un metro e mezzo più piccolo.

Sun Wukong comprese immediatamente quale fosse lo scopo del suo avversario: si era preparato a bloccare la sua carica con quella mole gigantesca e con la durezza della sabbia, per poi colpirlo dopo che avesse finito l’inerzia.

Non se ne badò, ed anzi assottigliò lo sguardo per prendere al meglio la mira. La nuvola vibrò.

 

Un istante dopo aveva tracciato una saetta dorata nell’aria, e si trovava alle spalle dell’Armatura del Re: quest’ultima era stata distrutta con un sol colpo dalle gambe in su, cancellandola completamente dal creato.

All’occhio dello scimmiotto però balzarono due dettagli: il primo fu che l’impatto aveva arrestato inevitabilmente la sua carica, mentre il secondo fu che nell’armatura non si trovava più il suo avversario.

In quel momento, approfittando della sua distrazione, dalla sabbia balzò fuori Ramses con la lancia puntata direttamente al suo petto. Il faraone, mascherato tra l’esplosione di granelli e al di sotto dell’ombra che gettava la nuvola di Sun Wukong sul pavimento, non era stato visto fino all’ultimo istante.

Con precisione micidiale però il Re delle Scimmie gli inflisse un colpo secco al centro della testa, spaccandogliela in un’esplosione di ossa craniche, occhi e cervello.

Si accorse troppo tardi però, che tutto ciò che il suo bastone aveva colpito non era nient’altro che sabbia, o meglio, l’ennesima copia di sabbia.

Fu proprio allora che dalla parte inferiore dell’Armatura del Re, dov’era rimasto nascosto fino ad allora, il vero Ramses II raccolse tutte le sue forze per scagliarsi a braccia spalancate verso il suo avversario. Stavolta Sun Wukong non poté fare niente per fermarlo, avendogli lasciato il fianco scoperto.

Si aspettava un colpo letale, ma il Faraone aveva sacrificato il peso di un’arma per una strategia migliore: lanciandosi sulle gambe dell’avversario, le cinse in un abbraccio per potergli far perdere l’equilibrio e disarcionarlo dalla nuvola.

Così accadde, ed i due si ritrovarono avvinghiati sul terreno mentre al di sopra delle loro teste la folla urlava selvaggiamente in preda a speranza e disperazione.

I combattenti, con i sudori freddi a causa di come le sorti dello scontro si erano ribaltate in fretta, ebbero modo di guardarsi negli occhi solo per un istante. Poi raccolsero tutto il loro fiato.

 

Provando a tener bloccato lo scimmiotto sulla sabbia, Ramses lanciò un grido di rabbia per far appello a tutte le sue forze.

Alle spalle di Sun Wukong si stagliarono improvvisamente molteplici figure, e quando lui si voltò venne assalito dal terrore: si trattava di un ippopotamo, un coccodrillo ed una sciacallo con le fauci spalancate, ed anche un falco in picchiata sulla sua testa con gli artigli protratti.

“La carica degli animali più pericolosi dell’Egitto !” Li presentarono gli annunciatori: “Ora che Sun Wukong si trova nella sabbia è a tutti gli effetti nel dominio del faraone !”

Le fiere piombarono sulla loro preda pronti a divorarla, ma una di esse venne intercettata al volo da un pugno.

Ne seguì un altro, poi un altro ancora.

Ramses, il quale aveva la testa schiacciata contro il petto del suo avversario per immobilizzarla a terra, poté udire il suono delle sue copie di sabbia venir distrutte.

- Com’è possibile?! Da questa posizione non dovrebbe potersi difendere …- Quando suo malgrado si ritrovò costretto a sollevare lo sguardo, lo accolse una visione così impensabile da provocargli grande paura.

“È-È l’altra famosa tecnica del Re delle Scimmie !” La riconobbero al volo gli dèi cinesi, per quanto le loro espressioni di sorpresa non fossero dissimili da quella del faraone.

 

Sun Wukong era ancora bloccato al suolo, con le spalle rivolte a dove poco prima si trovavano le bestie di sabbia, eppure qualcosa di sbagliato stava accadendo: proprio dalla sua schiena erano emerse delle braccia, e poi sempre più rapidamente delle figure antropomorfe.

Ramses assistette impotente alla generazione di svariati cloni del re scimmia a partire dal suo corpo, tutti imbraccianti il Nyoi Bo e con un ghigno trionfante sul viso.

Quando riportò lo sguardo sull’originale, il suo vero avversario gli mostrò un sorriso altrettanto maligno, con i suoi occhi ancora fiammeggianti come due pietre laviche.

Shen Wai Shen Fa: una tecnica magica che consente a Sun Wukong di creare un clone a partire da un singolo pelo della sua pelliccia. Senza questa magia non avrebbe mai potuto schiacciare l’armata di settantadue divinità mandatagli contro per fermarlo.

Ovviamente non ricorreva a questa tecnica proprio da quella leggendaria battaglia, e la scarica di adrenalina generata nel suo corpo proprio in quel momento gli stava ricordando la sensazione inebriante di potere appartenente a quell’evento.

Sun Wukong aveva risvegliato la cognizione di sé, ampliandola oltre ogni limite impostogli dal tempo passato a non far nulla, che aveva proprio soppresso ogni suo sogno e desiderio di potenza.

Se non si ambisce al potere non si può ottenere il potere, e chi smette di combattere dimentica anche perché solo avesse desiderato combattere. La rinascita dello scimmiotto era giunta.

 

“N-No !” Grugnì il faraone, colto alla sprovvista da quella straordinaria evoluzione. Provò ad allontanarsi dal nemico, ma anche il minimo spostamento gli costò un’emorragia interna sempre più grande.

Intanto il suo avversario, ora fiancheggiato da una decina di cloni, si era rialzato in piedi.

“Ti ringrazio per aver risvegliato in me la volontà di combattere. Se non mi mettessi in mostra proprio ora che ne ho la possibilità, allora tutta questa attesa fino ad oggi non significherebbe nulla !” Le sue parole sincere traboccavano forza come un fiume straripante, e con la loro intensità travolsero chiunque era in ascolto.

Dèi ed umani percepirono un brivido freddo lungo la loro schiena, incapaci di immaginare cosa avesse potuto rappresentare quel breve scontro nella lunga vita di Sun Wukong per portarlo a dire qualcosa del genere.

 

Tuttavia, Ramses II non volle ascoltare, ed agitando una mano fece ergere una schiera di copie sabbiose per proteggerlo.

Bastò poco ai cloni di Sun Wukong  per polverizzarle tutte.

“Purtroppo per te ho scovato il limite della tua Arma.” La voce rigida dell’avversario lo fece tremare dalla paura, incoraggiandolo ad arretrare sempre più mentre creava altre copie.

“A quanto pare non puoi esattamente creare qualsiasi cosa tu voglia, o almeno non senza delle ripercussioni. Per questo fino ad ora hai solo generato qualcosa che tu conoscessi bene: la tua lancia, quegli animali, l’armatura, i pugnali e persino… te stesso. Al contrario, non hai ricreato subito il mio Nyoi Bo, nonostante avessi detto che lo desiderassi già da un po’. Hai aspettato, dovendo persino incassare diversi colpi, con il solo scopo di imprimerlo al meglio nella tua memoria. Questo è il tuo limite: non puoi generare qualcosa di cui non conosci ogni singolo dettaglio alla perfezione.”

La scimmia continuava ad avanzare, mentre tutto attorno a lui svolazzavano i cloni  dissolti del suo avversario.

“Ti devo fare i miei complimenti per aver imparato la conformazione del mio bastone mentre sopportavi tutti quei colpi. Comunque sia, non ho finito qui: la seconda limitazione del tuo potere è che dopo aver generato qualcosa dalla sabbia il tuo corpo non è immediatamente pronto ad agire. Per questo prima mi hai mantenuto a distanza con quei pugnali, ed ora fai lo stesso con i tuoi cloni.”

Gli occhi del faraone, sbarrati per la disperazione che ora lo stava possedendo, riflettevano proprio l’ombra oscura dell’avversario che ormai incombeva su di lui.

- N-No… no! Io non posso… morire qui !-

 

 

Il sole, secondo gli egizi simbolo del dio Rah, stava tramontando all’orizzonte.

Tra la linea gialla rappresentata dal deserto ed il cielo purpureo c’era solo qualche macchia di imperfetta perfezione: oasi che riflettevano i raggi, splendendo come premature stelle sulla terra.

Il Nilo, di fianco al palazzo, ospitava qualche barca di pescatori. In lontananza la città con i suoi lavoratori era ancora in piena attività.

Tra le sabbie c’erano cammelli, scorpioni, mercanti e tanti altri esseri viventi.

Insomma, sotto quel tramonto non tramontava affatto la vita dell’uomo.

“ Amon …” Ramses II, soffermatosi ad osservare quel panorama mozzafiato con affianco il piccolo primogenito, lo richiamò con voce dolce ma autorevole.

Amonherkhepshef sollevò il capo. La tristezza tradiva come anche lui fosse estasiato da tale paesaggio.

“Mi vuoi chiedere qualcosa, vero ?”

Il bambino annuì, prendendosi le guance tra le mani e chinando ora lo sguardo.

“Padre, volevo chiederti da giorni ormai… come mai non avessi versato una lacrima al funerale di mia madre, la tua regina Nefertari. Tutto il regno ha pianto, persino i consiglieri ed i soldati.”

L’uomo accennò un sorriso, come a voler giustificare la risposta: “ Già, era molto amata.”

“E tu l’amavi? Me lo chiedo perché… se tu non l’avessi amata allora giustificherebbe come mai tu non abbia pianto.” 

“ L’amavo moltissima, Amon.” Stavolta il faraone fu diretto, non volendo torturare ulteriormente suo figlio nel dubbio.

“Nefertari era la mia amata prima che la mia regina. Lei era padrona di tutto ciò di cui io ero padrone, l’unica a cui mi sentissi sicuro di affidare il mio regno… ed anche la mia vita. Mi manca moltissimo.”

Amonherkhepshef rimase in silenzio, guardando il tramonto assieme al proprio genitore. Forse stava cercando di scorgere il viso della madre tra le nubi rosate del crepuscolo.

“ Ti manca moltissimo, ma comunque non smetti di fartela anche con altre donne.”

Quel commento così estraniato del figlio fu come una pugnalata al cuore per Ramses, il quale, colto in flagrante, non seppe proprio come rispondere. Divenne così rosso che fu grato ai colori del tramonto, nel caso l’avessero fatto passare inosservato.

“Ehm… sì. Ma non è questo il punto.” Cercò di salvarsi, schiarendosi la voce.

“Comunque sia, io non amerò mai nessuna donna come ho amato Nefertari. Però… il giorno del suo funerale non ho pianto perché ho sentito che, anche in quel momento, io non potevo cedere… dovevo andare avanti. Anche nell’ora più buia il mio cammino deve proseguire !”

Quest’ultima frase venne pronunciata con una fierezza tale da confondere il figlio, il quale non avrebbe mai pensato che una simile motivazione si nascondesse dietro le azioni del padre.

“M-Ma perché ?”

“In modo che lei, anche se da morta, possa continuare a vedermi rigare dritto, e ad essere fiera di me quando farò del bene per il prossimo.”

Ramses il Grande lanciò un’ultima occhiata passionale all’Egitto che si stagliava davanti a sé.

- Guardami! Anzi, guardatemi tutti! Costruirò un regno così splendido che mai nessuno potrà cancellare dalla storia: perché sarò io la storia, e per sempre si parlerà di me !-

 

Ritornato all’ora più buia di cui avesse mai avuto esperienza nella sua lunga vita, il faraone si ricordò di quella promessa all’ombra delle piramidi.

Un giuramento fatto, sin dal principio, proprio agli umani che lo avrebbero succeduto.

- Io non voglio sparire! Io non voglio sparire !-

Unì le mani in una posizione di preghiera, per poi formare due pugni e sbatterli sulla sabbia.

- Io voglio aggiungere anche questa vittoria alla mia storia leggendaria !-

“Oath to the Nile: Palazzo del Re del Deserto !”


Angolo Autore:
Welcome back! 
Siamo arrivati quasi alla fine dello scontro, e nel prossimo capitolo si avrà il tanto atteso vincitore! 
Intanto, giusto per tenervi aggiornati con l'avanzamento della storia, ieri ho concluso il quarto scontro, e presto inizierò a scrivere il quinto per portarmi avanti.
A domani!

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Altro - anime/manga vari / Vai alla pagina dell'autore: Master Chopper