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Autore: Nao Yoshikawa    13/05/2020    6 recensioni
Raccolta di flashfic/oneshot spin-off de “L’effetto farfalla” costituito da momenti dolci/teneri/divertenti.
1 {Notte insonne} Una volta l’uno, si erano detti. Ma era più facile a dirsi che a farsi.
2 {Primo bagno} «Hai mai fatto un bagno ad un neonato?»
3 {Coliche} «Angelo, ma perché stai piangendo anche tu?!»
4 {Un semplice trucco} «Ma che schifo! Che roba è? Angelo, vuoi avvelenarla per caso?»
5 {Somebody to love} «Ora basta, non ce la faccio più con questa melodia infernale»
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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22 – Crescono così in fretta
 
Crowley aveva sempre odiato i posti affollati. E, paradossalmente, da quando c’era El, per un motivo o per un altro si ritrovava sempre nei luoghi più affollati. Durante le belle giornate primaverili, El voleva essere portata al parco a tutti i costi. Si divertiva ad andare sull’altalena e a parlare con gli altri bambini. Era molto socievole e faceva amicizia praticamente con tutti, aveva una propensione ad amare il prossimo che forse aveva preso più da Aziraphale che da lui.
«Voglio andare a casa», si lamentò il demone, a braccia conserte sulla panchina. «Odio tutto questo caos!»
Praticamente lì erano solo famiglie. E quindi tanti, tanti ragazzini urlanti.
«Insomma, caro. Possibile che non ti sia ancora abituato al dolce brusio dei bambini che giocano?» domandò Aziraphale, che invece era rilassato.
«Dolce brusio? Tu sei pazzo. E poi come fai ad essere rilassato? El va tenuta d’occhio!» borbottò, abbassando un po’ gli occhiali per vedere cosa sua figlia stesse combinando. El era un pericolo, non per se stessa, ma per gli altri quanto ad esempio perdeva la pazienza o litigava. Aveva una forza sorprendente. Per fortuna la bimba era occupata ad intrattenere un’amabile conversazione con una bambino della sua età.
«E chi è quel ragazzino?» domandò con fare sospetto.
Aziraphale guardò i due, alzando poi le spalle.
«È soltanto Seth.»
Seth. Come dimenticare quel nome? El aveva un debole per quel bambino e la cosa l’aveva messo in allarme. Poco importava che fossero ancora piccoli e innocenti, il suo istinto di protezione era fin troppo forte.
«Non mi piace. Lo vedo come la guarda.»
«Ma Crowley, sono dei bambini! E vedi di non spaventarlo, perché stanno venendo da questa parte!» lo avvertì.
Poco dopo El arrivò mano nella mano con quell’adorabile bimbo dalle guance paffute e i capelli biondi.
«Papà, lui è Seth, è il mio fidanzato!» annunciò allegra.
Fidanzato? Ma allora faceva sul serio! Insomma, che gli dessero un po’ di tregua!
Crowley si sistemò sulla panchina, guardando attentamente quel ragazzino.
«Così tu sei Seth, eh? Ho sentito parlare di te. Che intenzioni hai con mia figlia?»
Aziraphale si coprì la bocca con una mano per evitare di ridere. Perché Crowley, così serio e teso, era uno spettacolo comico imperdibile.
«Vorrei comprarle un gelato», rispose Seth tranquillo.
«Mh. E dimmi. Quante ragazze hai avuto fin ora?» continuò il suo interrogatorio.
«Amh… tre!»
Il ragazzino era precoce.
«E che lavoro fai?»
«Nessuno, signore. Faccio la terza elementare.»
«Ah-ah! Non lavori, quindi sei uno scansafatiche!» lo indicò Crowley. «Non mi piacciono i nulla facenti.»
El gonfiò le guance, arrossendo.
«Papà, mi metti in imbarazzo, uffa!» si lamentò. «Noi ora andiamo a prenderci il gelato, ciao ciao!»
Quindi era così che finiva? La sua dolce bambina era già pronta a volare così lontano con un ragazzo?
Non ci poteva credere.
«Angelo, guarda che ti sento, come puoi ridere di me?!» borbottò.
«Sei oggettivamente divertente. Sai che El è ancora piccola, vero?»
Crowley si accasciò sulla panchina, più calmo.
«Sì, faccio pratica per quando sarà più grande. Seth voleva offrirle un gelato, bene i ragazzi quando diventano più grandi, vogliono offrire altro e…»
«Crowley! Se non ti spiace, preferirei non immaginarmi mia figlia mentre fa certe cose!» lo interruppe Aziraphale a disagio.
«Ma lei non le farà certe cose», sorrise e poi però si ricordò che c’era poco da sorridere, perché lui era un demone e sapeva bene che gli adolescenti certe cose le facevano eccome. «Oh, cavolo.»
Aziraphale gli accarezzò la spalla.
«Su, tesoro. Non ci pensare», sospirò. Per fortuna c’era ancora tempo.

Nota dell'autrice
Mi sono divertita non poco a scrivere di un Crowley così sclerato che fa il terzo grado ad un bambino. Bravo, fai pratica per quando ce ne sarà motivo, quanto è tenero che cerca di convincersi che sua figlia non farà mai certe? Che poi lo fa inutilmente perché in quanto demone SA le tentazioni quali sono.
   
 
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