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Autore: Dragon mother    13/05/2020    2 recensioni
Isabella sta tornando da una breve vacanza insieme ai genitori. Poco prima di giungere nella sua città, l'auto su cui viaggia precipita in un laghetto. Lei viene salvata miracolosamente ma dei suoi genitori non vi è nessuna traccia... per alcuni anni...
Eccomi qui a ripubblicare questa storia dal mio vecchio account. Tutti i capitoli sono stati revisionati e all'occorrenza corretti.
Spero entrerete a dare un'occhiata.
Genere: Fluff, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Cullen, Carlisle Cullen, Edward Cullen, Esme Cullen, Isabella Swan | Coppie: Alice/Jasper, Bella/Edward, Carlisle/Esme, Charlie/Renèe, Emmett/Rosalie
Note: OOC, Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Ecco qui la seconda parte.. buona lettura!


 
La pausa in cucina dura una ventina di minuti dopo di che -addio mondo per non so quanto tempo-.
Vengo sottoposta ad ogni sorta di trattamento in ogni centimetro del mio corpo.
Scrub al viso e a tutto il corpo, manicure, pedicure, smalto a mani e piedi, bagno con sali rilassanti, shampoo tonificante, balsamo ristrutturante, maschera di argilla e poi al kiwi sul viso.
Penso di averne un po’ le scatole piene e in un momento in cui le mie carceriere si sono allontanate per sistemare alcuni dettagli alla festa, sto seriamente pensando di scappare anche se ho ancora quella dannata maschera al kiwi addosso.
Se Edward mi vedesse con questa cosa verde credo che salterebbe come una cavalletta per la paura.
Non mi accorgo di aver detto quelle parole ad alta voce quando sono io a sussultare per la paura.
“Chi è che salterebbe come una cavalletta? Ah comunque per me sei bellissima anche cosi”
Riconosco che è lui.
Sempre il solito gentiluomo.
Ma cosa ci fa qui nel mio bagno con me che sono mezza nuda? Cerco di coprirmi più che posso.
“Ho visto le ragazze in giardino e ne ho approfittato per salire a vedere come stavi. Tutto ok?”
Che carino.
“S.. sì sì tutto a posto grazie” balbetto
“Edward Antony Cullen che ci fai qui dentro?” oh oh capitan Alice è tornata.
“Niente capo, ho solo fatto un giro per vedere come sta la mia sorellina preferita”
“Ah ah ora che hai controllato puoi andare. Su, via, sciò-sciò!”
Edward se ne va lasciandomi ancora in balìa di queste due.
Provo a dire la mia sperando che non si arrabbino.
“Ragazze ecco io vi sono molto grata per tutto quello che state facendo ma ecco io sarei anche un po’ stanca” schiaccio gli occhi a fessura e mi faccio piccola aspettando una reazione.
“Tranquilla Bella, ora togliamo la maschera, asciughiamo un po’ i capelli e poi iniziamo col vestirti, ti pettiniamo e ti trucchiamo. Poi aspetteremo il tuo grazie”
Vedi Bella non c’era motivo di avere paura.
La “tortura” non dura poi molto e quando mi avvisano che posso guardarmi allo specchio stento a riconoscere una Bella veramente cambiata.
Il trucco è leggero, dai toni pastello rosa e azzurro; i capelli sono semi raccolti in una pettinatura classica, ricca di boccoli che mi ricadono sulle spalle; il vestito è bellissimo ma altrettanto semplice: bianco, con due laccetti che si annodano dietro il collo, la schiena scoperta e la gonna a ruota.
Ai piedi un paio di sandaletti bianchi.
Sono sempre io e mi piaccio parecchio, ma sono diversa.
Non ho ancora parlato ma è giusto che io le ringrazi per come mi hanno trasformata.
“Immagino che stiate aspettando il mio grazie? Beh altro che grazie ragazze, qui vi devo mille grazie!”
“Di niente Bella anche se quando si parte da una buona base non è difficile fare bene, vero Rose?”
“Verissimo. Bella è una ragazza molto carina, noi l’abbiamo solo curata un po’ e vestita, niente più, il gran merito non è nostro.”
“Ben detto Rose. Ora io scendo un attimo a vedere com’è la situazione, poi vengo a prenderti. Rosalie resterà con te se vuoi.”
“Ok Alice, io ti aspetto qui” le dico mentre esce dalla mia camera.
Guardo l’orologio e inizio ad essere un po’ in ansia.
E’ quasi ora di scendere e di incontrare tutta quella gente.
Rosalie sembra notare il mio stato.
“Andrà tutto bene Bella, non ti preoccupare. Ti divertirai, conoscerai tante persone e ti farai dei nuovi amici. Alice ha invitato dei ragazzi davvero carini…”
I ragazzi, neanche ci avevo pensato io ai ragazzi.
“E poi conoscerai i nonni, vedrai sono troppo simpatici e..”
Il rumore di una porta che si apre con ben poca delicatezza ci interrompe.
Dietro c’è Alice.
“Forza Bella è ora di scendere”
Esco dalla mia stanza e percorro il corridoio fino alla scalinata. Ho paura a guardare di sotto ma devo affrontare questa cosa.
Sbircio di traverso e il mio cuore perde un battito quando il mio sguardo incrocia quello di Edward. Tra tutti vedo lui che mi sorride e mi aspetta in fondo alle scale.
E allora mi faccio forza.
Alice e Rosalie restano ferme.
C’è un po’ di confusione e non mi stanno guardando tutti, molti sono accanto ai buffet che Alice ha fatto preparare.
Dovrei avere timore di inciampare nei miei stessi piedi ma non ce l’ho.
Forse perché Edward mi aspetta giù.
Vorrei essere già vicina a lui, per sentirmi più sicura.
Sono a più di metà scala, ormai il peggio è passato, quando alzo la testa e mi accorgo che sta salendo e viene verso di me.
Quando mi raggiunge mi prende la mano e insieme percorriamo gli ultimi scalini.
I nostri sguardi si fondono uno nell’altro.
“Sei bellissima” mi sussurra all’orecchio e poi mi posa un bacio sulla fronte.
Due brividi mi attraversano la schiena: succede ogni volta che ci tocchiamo.
Sto così bene con lui che ci passerei ogni minuto della giornata ma so che non posso.
E anche adesso lo voglio ma la festa è per me e questo è il mio posto.
Ci mischiamo con gli invitati e mi stupisco di non avere ancora visto gli altri.
“Bellina ma come sei bellinaaaa” Emmett, appunto.
E’ alle nostre spalle, sento la voce.
Mi volto e accanto a lui c’è Jasper.
“Ciao ragazzi, grazie Emmett, è tutto merito delle tue sorelle”
“Certo, di mia sorella e della mia fidanzata” esatto, Rose non è sua sorella, più o meno.
“Edward ti ha già portata fuori in giardino? Dovresti vedere che figata che è!”
“No fratello, la stavo portando ma sei arrivato tu a fare della confusione. Quindi ora, se volete scusarci noi usciamo. Ciaoo” e mi spinge dolcemente fuori dalla vetrata.
Fuori splende ancora un sole caldo.
Non avevo ancora avuto modo di visitare il giardino ma già da quello che vedo posso dire che è stupendo.
Edward mi guida tra tavolini, panchette e tavoli imbanditi e pare che non voglia buttarmi subito in mezzo alla folla.
“Ti porto prima a vedere un paio di cose e poi ti lascio libera” mi dice tenendomi sempre per mano e facendomi l’occhiolino.
“Ok” gli rispondo sorridente
Attraversiamo quasi tutto il giardino e prima di svoltare un angolo della casa mi dice di chiudere gli occhi e di non sbirciare.
E’ una sorpresa e lui sa che mi piacciono tanto le sorprese.
“Non sbirciare mi raccomando. Ti guido io non preoccuparti”
Mi prende entrambe le mani e iniziamo a camminare.
Dopo pochi passi si ferma e mi dice che posso aprire gli occhi.
Davanti a me una piscina attorniata da lettini, sdraio e ombrelloni.
Ok, dovevo immaginarmelo che avessero anche una piscina.
E’ stupenda.
“Ti piace? Domani possiamo fare un bagno se ti va?”
“E’ meravigliosa Edward e si mi piacerebbe farci un tuffo”.
Resto alcuni istanti a fissare quella vasca d’acqua per poi voltarmi verso Edward e tuffarmi in due pozze verdi che mi osservano brillanti.
Il mio sguardo scende alle sue labbra allargate in un sorriso solo per me.
“Allora domani piscina!” mi dice sostenendo il mio sguardo.
“Ora però devo riportarti dentro alla tua festa o si arrabbieranno per averti rapita per un lungo tempo.”
E dicendo cosi ritorniamo in mezzo alla confusione.
Non mi ero soffermata troppo a guardare gli addobbi, i buffet con ogni tipo di brelibatezze, le luci e la musica.
Alice e i ragazzi sono stati davvero eccezionali, hanno organizzato tutto per me, per il mio arrivo qui a casa.
Palloncini rosa a forma di cuore svolazzano ovunque, mazzi di fiori bianchi riposti elegantemente in vasi di un materiale che ha tutta l’aria di essere molto costoso, decorano ogni angolo di casa; una calorosa ghirlanda con su scritto WELCOME HOME BELLA è appesa all’ingresso.
Cammino tra le persone accanto ad Edward, saluto e scambio qualche parola mentre continuo a guardarmi attorno e senza accorgermene una lacrima di felicità scappa al mio controllo.
E’ da tanto tempo che non mi sento così felice e ricordi lontani riaffiorano ma non posso pensarci ora.
Sto per asciugarmi in fretta senza farmi notare quando la sua mano la raccoglie per me.
“Non piangere Bella, il mio cuore se possibile perde un battito ogni volta che una lacrima riga il tuo volto.”
Smettiamo insieme di camminare e mani nelle mani, uno di fronte all’altra incateniamo i nostri occhi.
Le persone intorno a noi parlano, la musica continua a suonare e noi non siamo lì: io sono in un posto bellissimo, con lui.
Purtroppo veniamo interrotti da Carlisle che reclama la mia presenza accanto a lui.
Mi avvicino lasciando a malincuore le mani di Edward.
E ora si che ho tanti occhi su di me e potrei giurare di aver cambiato colore in faccia.
Mi guardo un po’ in giro e cerco di rilassarmi e stare calma e quando incontro gli occhi di Edward tutto va meglio.
Carlisle chiede al dj di abbassare la musica e alzando la voce, attira l’attenzione di tutti.
“Amici, un attimo di attenzione per favore. Siete stati invitati qui per festeggiare insieme a tutti noi l’arrivo di Bella nella nostra famiglia. E insieme a voi vogliamo dirle che accogliamo una figlia, una sorella e una nipote; vogliamo dirle che la proteggeremo e faremo di lei una donna grande perché lei è già una grande donna. Quindi benvenuta nella tua famiglia Bella, occuperai uno spazio che è già tuo da tanto tempo”
Non potevo credere a quello che le mie orecchie avevano appena sentito.
Ho il cuore che batte forsennato, sembra debba fare gli straordinari.
Mentre Carlisle inizia a battere le mani in un applauso che via via si fa più potente e rumoroso, io sono un po’ imbarazzata e l’unica cosa che riesco a fare è sorridere e ringraziare con piccoli gesti del capo.
Edward è lì di fronte e durante tutto il discorso di suo padre non ha mai tolto lo sguardo da me.
Gli sorrido.
Man mano che l’applauso diminuisce io riacquisto un po’ di calma e il mio cuore torna a battere regolare.
E finalmente Edward torna accanto a me.
“Benvenuta sorellina, come ti senti?” mi domanda dolcemente
“Grazie Edward, mi sento benissimo, sono felicissima”
“Allora adesso devo presentarti due persone molto importanti per la nostra famiglia… i nostri nonni”
Con passo lento e mano nella mano, mi conduce verso un angolo della stanza. Ci sono molte persone tra noi e le due figure che mi sembrano sedute vicino ad un tavolo e non riesco ancora a distinguerle perfettamente.
Ma appena la folla si dirada appena, due signori dai capelli grigi e occhi color del caramello mi sorridono alzandosi e venendomi incontro.
“Nonni voglio presentarvi Bella, Bella loro sono Elizabeth e Edward senior”
Sorrido a questi vecchietti che potrebbero essere i miei nonni e istintivamente ripenso a mamma e papà.. mi mancano cosi tanto.
Mi avvicino e tendo la mano cercando di non far notare quel mio momento di tristezza e li saluto.
“Ciao cara, Edward ci ha parlato molto di te, ti è molto affezionato, ti vuole già bene come ne vuole agli altri suoi fratelli. Ti troverai bene in questa famiglia e potrai sempre contare anche su di noi.”
Vorrei impedire di emozionarmi per le loro belle parole, non mi conoscono e già mi trattano come una nipote, ma non posso fermare una lacrima che dispettosa mi riga una guancia.
Svelta la scaccio via anche per evitare la ramanzina di Alice se mai dovessi sciupare il trucco.
“Oh tesoro vieni qui, fatti abbracciare e non piangere, ti si sciupa il trucco” mi sussurra all’orecchio nonna Cullen dopo avermi presa tra le sue braccia.
Mi allontana dolcemente e mi posa un bacio sulla fronte.
Posso solo ringraziarli ancora mentre il nonno mi fa promettere di andarli a trovare nella loro casa di campagna.
Poco dopo Edward mi trascina al buffet sostenendo che devo assaggiare le delizie preparate esclusivamente per me e non posso fare altro perché anche il mio stomaco sembra pensarla come lui.
Da vero gentiluomo Edward mi riempie un piatto di ogni bontà, poi prende qualcosa per se e riempie due bicchieri di coca cola.
Lo aiuto a portare da bere e ci sediamo al tavolino dove sono già seduti Emmett, Rosalie e Jasper.
Alice non c’è e chiedo dove sia finita.
“E’ in giro ad urlare dietro ai camerieri cosa non va bene e cosa devono fare” mi risponde ridendo Emmett.
Sto per ribattere che un urlo pauroso mi fa voltare in quella direzione: è Alice che sta inveendo contro un ragazzo del catering per non so quale motivo.
I ragazzi scoppiano a ridere e io non posso che imitarli.
Quando anche Alice ci raggiunge, sembra molto tranquilla e rilassata.
Passiamo il tempo a parlare, mentre gli ospiti si godono la festa.
Di tanto in tanto vengo avvicinata da persone che si presentano come amici o parenti dei Cullen e mi fanno i migliori auguri congratulandosi e dandomi il benvenuto.
Quando i primi invitati abbandonano la festa, inizio ad accusare un po’ di stanchezza e al secondo sbadiglio sento addosso lo sguardo di Edward.
“Sei stanca, vuoi che ti accompagni in camera?” mi chiede gentile accarezzandomi un braccio
“Mmm no posso aspettare ancora un po’, mmm ci sono ancora tante persone qui “
“Bella, non preoccuparti, stanno andando via tutti e poi ormai la festa è finita. Stai crollando dal sonno, non mi stupirei se dovessi portarti in braccio” mi sussurra facendomi l’occhiolino.
L’emozione che mi provoca quella sua frase non me la so spiegare nemmeno io ma ogni semplice parola che mi rivolge ha sempre il potere di farmi sentire le farfalle nello stomaco.
Sorrido di rimando e annuisco mentre allontanandoci dalla sala mano nella mano, salutiamo i ragazzi, gli invitati ancora presenti, abbraccio i nonni, Esme e Carlisle augurando la buona notte.
Ad ogni passo, su per le scale verso la mia camera, il chiacchiericcio della festa va via via scemando.
Io ed Edward restiamo in silenzio mentre raggiungiamo la mia camera.
Vorrei dirgli tante cose ma ho quasi timore di rompere quella bolla perfetta che si è creata, ma una volta arrivati di fronte alla porta della mia stanza, sento Edward prendermi anche l’altra mano e portarmi di fronte a lui.
Mi sorride e solamente con quel gesto sembra parlarmi.
“E’ stata una serata piena di emozioni, eri bellissima e tutti sono rimasti incantati da te e anche io lo sono”
Nel pronunciare le ultime parole rafforza la presa sulle mie mani e un brivido di emozione mi attraversa.
D’istinto, per l’imbarazzo, abbasso lo sguardo ma vengo subito invitata a rialzarlo.
“Non abbassare lo sguardo, sorellina, non privarmi la vista dei tuoi occhi”
Non posso fare altro che accontentarlo, sorridendogli.
“Ora vai a dormire, domani so già che sarà una giornata impegnativa… Alice ha in serbo alcune cose da fare con te e Rosalie.. ah ma io non ti ho detto niente eh.. é un segreto tra di noi, non dirle che ti ho avvisata altrimenti.. zac” e con fare teatrale imita le parole facendomi capire che Alice gli taglierebbe la testa.
Rido della sua scenetta.
“Non preoccuparti, sarò muta come un pesce. Grazie per la splendida festa, domani ringrazierò a dovere anche Esme e Carlisle”
Non so bene perché lo faccio ma di slancio sciolgo le nostre mani e le mie braccia si incrociano sulla sua schiena in un stretto abbraccio che per me sa di casa.
All’inizio non contraccambia: le sue braccia restano lungo i fianchi e temo di aver fatto una stupidaggine.
Quando poi sento le sue fresche dita tra i miei capelli, capisco che è tutto a posto.
Chiudo gli occhi, mi perdo nel suo profumo, accarezzando la sua camicia con una guancia ed è come se avessi trovato il mio posto nel mondo.
Non vorrei che finisse, ma sento che non resisterò ancora molto: gli occhi faticano a restare aperti e non riesco più a soffocare gli sbadigli.
“E’ davvero ora di andare a dormire. Ci vediamo domani” mi sussurra all’orecchio e poi mi lascia un bacio sulla guancia.
Gli sorrido e annuisco; poi, dopo un ultimo sguardo, entro in camera e mi chiudo la porta alle spalle.
Ho davvero bisogno di dormire quindi dopo essere passata in bagno a lavare i denti, mi infilo il pigiama e mi butto sotto le coperte.
Mi addormento dopo pochi minuti ma sento subito che non sarà un buon sonno.
Sarà un incubo.
Sono irrequieta e continuo a rotolarmi nel letto.
Sono in auto con i miei genitori, stiamo tornando dalla nostra vacanza.
Stiamo parlando e ridendo quando, dopo aver imboccato un ponte, all’improvviso l’auto sbanda a destra poi a sinistra.
Papà perde definitivamente il controllo.
E per me c’è il buio.
E lì urlo, urlo con tutta la voce che ho in me.
Urlo talmente forte che sono le mie stesse urla a svegliarmi, facendomi ritrovare seduta in mezzo al letto con i capelli aggrovigliati e la fronte imperlata di sudore.
Le mani a stringere le lenzuola.
Ma è il tonfo che si ode dalla porta a farmi scattare per lo spavento: Edward con gli occhi spalancati, mi fissa a pochi centimetri dal mio viso.
Ed è così che mi trova, sconvolta da quell’ incubo che ormai pensavo mi avesse lasciata per sempre.
   
 
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