Anime & Manga > Dragon Ball
Segui la storia  |       
Autore: KikiShadow93    15/05/2020    4 recensioni
Lui è resuscitato senza sapere né come né grazie a chi e, dopo attente considerazioni, ha deciso di provare ad integrarsi a sua volta sulla Terra.
Lei, per scappare dal proprio passato e per provare a salvaguardare il proprio futuro, decide di fuggire in città.

Lui è cresciuto tra i guerrieri, nell’odio e nel rancore, ed ha sviluppato un forte senso di inferiorità.

Lei è cresciuta tra i reietti, nella paura e nella violenza, arrivando quasi a perdere la speranza di poter avere una vita felice.

Sono diversi eppure incredibilmente simili, ed entrambi sono inconsapevoli pedine di un disegno molto più grande.


[Radish prende spunto da DBR&R; Post Cell Game; Possibile OOC]

Genere: Commedia, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Radish
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'La vita secondo Radish'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Ve lo dico subito: ormai i capitoli sono tutti di minimo 30 pagine, non vi dirò neanche più se è più o meno lungo.


𝟙𝟡. 𝒩𝑒𝓁𝓁𝒶 𝓉𝒶𝓃𝒶 𝒹𝑒𝒾 𝓁𝓊𝓅𝒾




Sei giorni di assoluto divertimento e di divampante passione, ecco cosa hanno vissuto Radish e Sherry, che spesso vengono definiti come Raderry o Shedish. Il Quartetto ancora non è certo di quale sia la versione migliore, così li usano entrambi a momenti alterni.
Radish si è involontariamente ritrovato dentro al loro mondo, rendendosi sorprendentemente conto di non volerne uscire. Perché il loro è un mondo colorato e frizzante dove ogni sera si fa festa, dove si scherza e si gioca, dove ci si spalleggia sempre e si fa ciò che si vuole.
Lo ha capito la sera dopo l’inizio della loro convivenza, quando al posto di Sherry si è trovato i quattro folli lupi per casa a inchiodare nuove mensole sopra al divano, dove hanno piazzato svariati oggetti di dubbio gusto e utilità, e a spargere un numero imbarazzante di fotografie un po’ ovunque. In ogni foto vi è immortalata una parte della loro vita, si possono scorgere volti di giovani Spettri che adesso non ci sono più, c’è spesso Fern che li stringe, li bacia o gli spiaccica in faccia qualche dolce, ma la maggior parte sono quelle del compleanno, così che lui sia quanto più presente possibile. Lui e le persone alle quali vuol bene, indice che li hanno più o meno accettati tra loro.
Lo hanno preso tanto in giro dicendogli che è sempre imbronciato e, prima che lui potesse controbattere con una frecciatina o con qualche gesto violento, Maddox gli ha avvolto un possente braccio attorno al collo, gli ha mollato una birra ghiacciata in mano e lo ha trascinato sul divano, sfidandolo ad una partita ad uno sparatutto ambientato nello spazio. La considerava una cosa da idioti e si è rifiutato, all’inizio, ma poi si è ritrovato costretto ad ammettere che non era così male giocare con loro, scherzare ed insultarsi senza cattiveria, scoprire sempre più cose che li riguardano ed ascoltare i loro racconti, sia sui loro trascorsi che sui vari membri del branco.
Quando Sherry è rientrata, dopo essere andata a caccia con Bree, li ha trovati a bere birra mentre prendevano in giro un violentissimo film sull’occulto che le ha messo i brividi e l’ha costretta a rintanarsi in camera. Ciò che è successo dopo quando è stata raggiunta dal compagno, ha spinto pure il Quartetto ad abbandonare l’appartamento per cercare a loro volta dolce compagnia, dal momento che si sono ritrovati tutti eccitati come poche altre volte. Maddox era messo così male da fregarsene del calore della compagna, e adesso vive nel terrore di una possibile rinnovata paternità.
Ha capito ancora di più di essere considerato come un loro compagno quando, dopo qualche giorno, si è ritrovato a fare una grigliata sul tetto del palazzo con il Quartetto, Bree, Mimì, Becca, Domino e i due timidi cuccioli di Maddox, Amos e Maximilian. Quando i Quattro hanno attaccato la base per cantare in pieno stile boyband Signed, Sealed, Delivered I'm Yours, il Saiyan si è sentito terribilmente chiamato in causa… e per una delle primissime volte in vita sua non gliene è potuto fregare di meno. Era felice, spensierato ed eccitato, con Sherry che ballava languidamente tra le sue braccia, e si è un poco mosso a propria volta quando sono stati raggiunti da River e la bella Cacciatrice che aveva sedotto quel pomeriggio. Ma la sua presenza non gli ha dato particolarmente fastidio, perché quella era una serata fatta per ridere, dove si cantava, ballava, mangiava, beveva e dove si lanciavano palloncini pieni di latte andato a male contro i passanti per strada. Verso fine serata Bree e Mimì hanno annunciato di aspettare davvero due maschietti, con l’immensa gioia di Micah, e che li avrebbero chiamati Chuck e Magnus, mentre Major quasi piangeva nell’annunciare a sua volta i nomi scelti assieme ad un’eccitatissima Domino: Hana e Moira. Le prese in giro che ne sono seguite sono valse tutta la serata per Radish, che poi si è ritrovato a fare sesso per le scale.
La sera precedente, infine, è stata un qualcosa di strano: avevano deciso di restare a casa e riposarsi, ma prima di riuscire ad ordinare la cena si sono ritrovati sbalzati fuori dal branco di esagitati che aveva scoperto che un gruppo che gli piace avrebbe tenuto un concerto non troppo lontano.
Hanno spiegato a Radish che si trattava di un gruppo che suona rock alternativo, industrial metal e symphonic metal, e che per loro spaccano di brutto. Il Saiyan, ormai abituato alla musica energica che ascolta Sherry, non ha fatto storie e li ha seguiti, trovandosi così per la prima volta ad un concerto. In fondo la sua compagna ha solo 25 anni ed è abituata a festeggiare fino a tarda notte quando le pare, non se la sente ancora di dirle che preferisce restarsene calmo e tranquillo a casa. Sentirsi dare del vecchio da quella sgallettata non rientra decisamente nei suoi piani così come il lasciarla girare indisturbata da sola.
Non ha capito fino in fondo se l’ambiente caotico e chiassoso gli piacesse, ma si è ritrovato molto propenso per il sì quando una ragazzetta l’ha avvicinato, mettendo le mani dove decisamente non le avrebbe dovute mettere, e Sherry, che fino a quel momento si scatenava con Domino e Micah, gliel’ha tolta di torno con una clamorosa sberla a mano aperta. Ha riso come un pazzo nel vederla correre via terrorizzata e si è poi ritrovato a fare sesso in piedi lì in mezzo a tutti, con Sherry avvinghiata addosso che si muoveva su e giù quasi a tempo di musica. Un amplesso veloce e divertente, che ha fatto sì che Sherry decidesse che Monster sarebbe stata la loro canzone. A quel punto, ubriaco di sesso e divertimento, si è lasciato trascinare in mezzo al loro chiassoso gruppo e si è messo a saltare con loro, tenendo Sherry e Domino sulle spalle, facendole cantare a squarciagola.
Una serata perfetta, che si è conclusa alle due del mattino con loro due addormentati con ancora indosso le scarpe.
Una serata perfetta, che però è stata rovinata da uno dei terrificanti risvegli di Sherry. Aveva sognato che Jäger la traeva in trappola minacciando l’incolumità di Bree e che riusciva a farle ciò che non era riuscito a fare quindici anni prima, e senza volerlo ha di nuovo aperto un braccio a Radish.
Le ha spezzato le braccia per svegliarla e farle capire che era al sicuro, e con loro anche le costole che le hanno bucato i polmoni.
Se già per questo gesto si era sentito malissimo, si è sentito proprio morire dentro quando l’ha vista tossire fiotti di sangue, e a poco sono valse le sue parole per rincuorarlo. Le ha fatto del male, seppur a fin di bene, e questo non poteva proprio tollerarlo.
L’ha fatta riaddormentare tra le sue braccia dopo essersi fatto curare i tagli, e in quel momento ha deciso che non potevano più perdere tempo a cazzeggiare come un gruppetto di adolescenti in piena tempesta ormonale.
Essendo diventata l’esistenza di Jäger un problema concreto pure per lui e dal momento che nessuno di loro vuol dirgli dove trovarlo per ordine di Sherry, si è ritrovato costretto a chiedere ad altri. Ha cominciato con Bulma che, malgrado tutta la sua tecnologia avanzatissima, non ha comunque idea di dove si nascondano dal momento risultano inesistenti.
Aveva preso brevemente in considerazione una seconda opzione per stanarli, ma l’ha scartata immediatamente: sarebbe infatti incredibilmente stupido invocare Shenron solo per scoprirne l’ubicazione, e su questo si sono trovati tutti d’accordo.
Inutile poi parlarne con Sherry, che è decisamente troppo orgogliosa anche solo per pensare di chiedere il suo aiuto.
Dal momento che si è reso ben conto che andarlo a cercare personalmente sarebbe alquanto inutile, ha finalmente deciso di fare due chiacchiere direttamente con Piccolo e Vegeta, seppur l’idea non lo facesse proprio impazzire. Ma di mezzo c’è la sicurezza di Sherry, quindi si è sforzato.
I due guerrieri si sono mostrati entrambi un poco incuriositi dalla sua evidente fretta di parlargli e si sono ritrovati sorpresi nell’apprendere che gli Spettri che loro hanno conosciuto e che hanno allenato per qualche ora non sono assolutamente tra i più forti della loro gente come erroneamente pensavano. I Quattro lo hanno spiegato a Radish mentre giocavano alla console, affermando che quelli che nascono e crescono per generazioni nel loro habitat lo sono molto di più perché vengono mischiati solo i geni dei più forti e vengono addestrati sempre da lupi esperti, al contrario di quelli nati in superficie come loro che possono solo arrabattarsi. Gli hanno pure spiegato che ogni coppia dà alla luce uno o due cuccioli ben più forti dei genitori e che per questo ogni generazione è sempre molto più forte della precedente.
Ha detto loro che sarebbe come minimo consigliato addestrarli ai loro metodi di combattimento, metterli sotto sforzo quanto più possibile poiché potrebbero risultare, quanto meno, validi diversivi in scontri futuri, ma Vegeta ha avuto giustamente da ridire. Ha infatti fatto notare loro che se un mostro come Cell avesse assorbito un Purosangue, loro avrebbero potuto avere dei problemi non da poco poiché si sarebbe ritrovato con il loro particolare corredo genetico in circolo.
Ma Radish aveva già preso in considerazione l’idea e ha controbattuto dicendo che si accerteranno della situazione prima di lanciarli all’attacco e che sono capacissimi a nascondersi meglio di chiunque altro pur di non farsi trovare. Ci ha tenuto anche a sottolineare che prima del suo incontro con Sherry nessuno di loro sospettava dell’esistenza di quella forte specie e che di conseguenza non devono temere troppo per eventi catastrofici come quelli previsti da Vegeta.
Sono rimasti in silenzio per un po’, pensando ai pro e ai contro.
I contro non erano pochi, dal momento che si tratta di creature decisamente selvatiche che mai hanno interagito tanto con altre specie e che non sembrano per niente intenzionate a cominciare a farlo, che sembrano divertirsi ad uccidere senza particolare ragione, che non sembrano troppo inclini ad eseguire il volere di nessuno ad eccezion fatta di quello di Sherry, che a sua volta non sembra particolarmente incline a chiedere aiuto o simili.
Di pro, ovviamente, c’era il fatto che imparano molto velocemente, che danno senza dubbio delle soddisfazioni, sono un buon modo per sgranchirsi le ossa e che sembrano quasi instancabili.
In ultimo hanno preso in considerazione il fatto che se li aiutassero a riprendersi casa loro, luogo che bene o male tutti loro agognano, potrebbero anche infrangere una delle loro regole fondamentali e dar loro quel sangue miracoloso come ringraziamento. A conti fatti, averne a disposizione contro avversari del calibro di Freezer e Cell sarebbe un vantaggio decisamente non trascurabile.
Hanno infine detto che ci penseranno ancora un po’, e per Radish è stato sufficiente. Non ci voleva certo un genio per capire che erano molto propensi a dirgli di sì, per questo ha pensato di non insistere fino a far cambiare loro idea e di andarsene da Chichi. Sia chiaro, non l’ha fatto perché si è affezionato particolarmente a lei o ai ragazzi, ma perché ha scoperto che tengono sotto osservazione casa sua e voleva capire come si comportano, ed è rimasto piacevolmente sorpreso nel constatare che non c’era traccia di nessuno di loro, indice che aveva assolutamente ragione nell’affermare che sanno nascondersi meglio di chiunque altro.
È rimasto poi bloccato dalla cognata per un’oretta, dal momento che questa pare sentirsi un poco sola da quando Goku non c’è più e ripiega quindi come meglio può. Oltretutto, chi meglio di un Saiyan può aiutarla a gestire la forza e le energie di altri due piccoli Saiyan? Per quanto questi lo siano solo per metà, in fondo, hanno comunque una forte traccia paterna addosso, e quindi stancarli risulta difficile.
Tutto sommato non è stato un pomeriggio particolarmente felice per lui, soprattutto a causa dei continui flash del brutto risveglio subito, ma alla fine si è potuto dire soddisfatto.
Adesso, camminando verso casa, non può fare a meno di pensare a quanto la sua vita sia radicalmente cambiata, di quanto si stia evolvendo velocemente e di quanto Fern avesse ragione nel dire che quando creature come quelle entrano nella tua vita finiscono con lo stravolgerla e con il legarti in modo inscindibile a loro. E ne è felice, davvero, per quanto si renda conto che tutto ciò sia quanto di più lontano dalla vita ideale di un Saiyan come lui. Però gli sembra tutto così dannatamente normale, tutto così giusto
«È stressante non riuscire a scovarci, vero?»
Alza repentinamente lo sguardo, ritrovandosi brutalmente di nuovo con i piedi per terra nel sentire quella voce profonda e mortalmente fastidiosa.
River se ne sta poggiato sul cofano di una macchina di fronte a casa sua, le braccia incrociate al petto e il solito sguardo derisorio con il quale lo guarda ogni volta. Questo dettaglio lo fa sorridere sempre, dal momento che è lui ad aver vinto la loro silenziosa ed infantile battaglia. Se pensi davvero che riuscirai a metterle di nuovo le tue luride zampe addosso, beh… povero scemo.
«Non credevo fossi tanto masochista da trascinarti fino a qui solo per sentirle urlare il mio nome mentre me la sbatto.»
Non possono prendersi a pugni, Sherry li allontanerebbe definitivamente entrambi se solo ci provassero e questo lo sanno per sua stessa ammissione dopo che ci hanno riprovato cinque giorni prima, quindi devono per forza di cose accontentarsi di scambiarsi frasi acide dette con quanto più disprezzo possibile.
«Un vero Lord, non c’è che dire.» Per River è una situazione terribilmente frustrante perché, per quanto si sia mostrato spesso diplomatico e più incline a risolvere i problemi con la sua parlantina, adesso si trova di fronte ad un uomo stronzo quanto lui, se non di più, con le sue stesse capacità di ferirti solo a parole.
«Intanto vive con me.»
«Per ora.»
Il sorriso meschino di Radish si allarga ulteriormente e, senza perdere altro tempo, si avvicina con passo lento e calcolato allo Spettro. Tiene le mani nelle tasche per evitare di stringergliele attorno al collo e dentro sente che potrebbe esplodere da un momento all’altro. L’unica sua speranza è che l’altro sia così scemo da attaccarlo per primo.
«Sei venuto fin qui per prenderne ancora, Scooby?»

River non è un codardo, non lo è mai stato. Preferisce da sempre evitare lo scontro per il semplice fatto che lo trova stupido, un rischio inutile che il più delle volte non porta a niente, ma adesso sente il desiderio malato di snudare le zanne e affondarle nella sua gola, così da poterlo soffocare con la forza della mascella. Ma non può muoversi e, come per Radish, può solo sperare che sia così stupido da attaccarlo per primo. Perché non provarci istigandolo in qualche modo?
«Tu non sei come noi, non puoi capire le dinamiche del branco e le nostre usanze, non puoi capire cosa proviamo quando seguiamo una preda e quando la mangiamo che è ancora viva. Tu non puoi neanche capirci mentre ci parliamo, non puoi apprezzare a pieno il canto che nasce dai nostri ululati. Eppure pretendi di stare con una donna come Sherry, non riuscendo a capire quanto tu possa solo danneggiarla. Sei forse convinto di poter fare la differenza solo perché vieni dallo spazio e conquistavi pianeti? Beh, notizia dell’ultima ora: non è così. Per poter stare al suo fianco dovresti essere in grado di fare una cosa che invece non vuoi fare. Sempre ammesso che tu sia fisicamente in grado di farla, ovviamente. Quindi, davvero, smettila di giocare al dolce fidanzato che l’accontenta in tutto e togliti di mezzo.»
Lui non scherza come fanno gli altri quattro, Radish ne è consapevole. Così com’è consapevole che probabilmente sentirà molti di questi discorsi da tantissimi altri Spettri che non vogliono ancora accettare che lui abbia vinto a mani basse contro tutti quanti, ma la verità è che non gli interessa particolarmente.
Sa con assoluta certezza cosa c’è tra loro e, malgrado non ne parli neanche con lei, sa anche cosa vuole per il futuro, quindi non ha alcuna intenzione di farsi rovinare l’umore da un povero cagnolino col cuore spezzato convinto di poterlo sottomettere con un paio di cattiverie. È cresciuto nell’ombra di Vegeta e di Nappa, è dovuto sottostare agli ordini di Freezer, Zarbon e Dodoria: come potrebbero mai scalfirlo le loro parole?
Malgrado questo, però, è consapevole che sia molto meglio mettere in chiaro le cose sia con il bastardo del Sud che con qualsiasi altro Spettro che alza troppo la cresta, giusto per sottolineare la sua superiorità.
«Se è vero che io sono così sbagliato per lei… per quale motivo mi offre il collo ogni volta che le sono vicino? E questo non accade da un paio di giorni, sia ben chiaro, ma da sempre. Da quel che mi risulta, con te invece non l’ha mai fatto in sette anni. Come mai?» Gli si avvicina di un paio di passi, sostenendo il suo sguardo e ricambiandolo con la stessa arroganza, se non addirittura di più. Per quanto si renda conto che è anche solo stupido da pensare ed anche tremendamente infantile, tutta questa sceneggiata lo diverte davvero molto.
«Prima che tu risponda con una delle tue solite stronzate, vedi di tenere ben a mente una cosa che invece pare sfuggirti sempre: lei è mia. E credimi se ti dico che non mi farei il minimo problema ad uccidere a mani nude chiunque provi anche solo a pensare di toccarla. Sono stato abbastanza chiaro?» Sogghigna realmente divertito nel vederlo arricciare le labbra per mostrargli i denti adesso molto più bestiali, un gesto che, tra loro, è una chiara sfida.
Potrebbe attaccarlo, potrebbe spezzargli le ossa una dopo l’altra, potrebbe tirargli un calcio così forte da sbalzarlo in aria e poi rispedirlo a terra con una gomitata, potrebbe farlo sparire senza particolare sforzo, ma non lo fa. Si limita ad avvicinarlo ancora un po’ con un’infinita arroganza e soddisfazione nello sguardo, mal celando il desiderio di vederlo scattare per primo così che Sherry poi non possa prendersela con lui. Ma il suo è un desiderio sprecato, perché River non è così stupido da abboccare tanto facilmente e Radish lo sa benissimo.
«Ritira le zanne, Beethoven. Non vorrai mica che rovini il tuo bel musetto?»
Lo sente ringhiare sommessamente e, deciso a giocargli un brutto tiro facendogli davvero sentire le urla di piacere di Sherry, gli volta le spalle e s’incammina con le mani nelle tasche verso il portone, ma la voce del lupo lo richiama subito.
«Ti tengo d’occhio.»
«Spero che ti piaccia la vista.»
Cammina calmo su per le scale, sbuffando scocciato nel rendersi conto che River è corso via e che quindi il suo malefico e per niente infantile piano per ferirlo sia andato in fumo, ma decide saggiamente di non pensarci troppo. Se Sherry lo vedesse troppo nervoso gli estorcerebbe la verità in un modo o in un altro e addio sesso. No, decisamente è meglio accantonare la faccenda e mostrarsi il più calmo possibile.
In suo aiuto arrivano le note leggere di una canzone che in più di un’occasione ha sentito echeggiare per casa. Non che gli piaccia in modo particolare, anzi lo lascia piuttosto indifferente, però sa bene che Sherry spesso si lascia andare su quelle note e balla ondeggiando piano i fianchi, muovendo lentamente la testa da un lato all’altro mentre si passa le dita tra i capelli… e sa anche altrettanto bene che ogni volta finiscono poi col danzare assieme, seppur non nel senso letterale del termine.

Apre la porta, già pregustandosi la scena e ancor di più i dolci risultati che ne seguiranno, ma quello che trova non appena alza lo sguardo lo lascia così di sasso che quasi non si dimentica pure come si chiude la porta.
Se ne sta lì in cucina e gli dà le spalle, un aderentissimo tubino nero decisamente corto e con uno scollo profondo sulla schiena a fasciare quel corpo granitico e voluttuoso, un paio di tacchi vertiginosi a slanciare la sua figura.
Non l’ha mai vista vestita così, neanche una volta. Dire che faticava ad immaginarlo è dire poco.
Quando poi si volta a guardarlo con i suoi occhioni civettuoli ben truccati e gli sorride con le labbra tinte di un intenso rosso rubino, sente tutto il sangue affluire in basso, stordendolo violentemente. Ma non vuole passare per un povero scemo che si rincoglionisce così tanto solo perché la sua donna si è messa in tiro per lui, così si schiarisce a fatica la gola e si sforza di parlare.
«E questo cosa significa?» Ora che ci fa caso, nota che le luci sono spente e che l’illuminazione della stanza è dovuta alle tante candele che ha disseminato in giro. Sente inoltre un odorino particolare che gli fa venire l’acquolina, ma vederla muoversi come una pantera verso di lui gli impedisce categoricamente di capire di cosa si tratti.
La guarda con l’espressione di chi non ci sta capendo assolutamente niente mentre gli allaccia le braccia al collo e lo bacia dolcemente a fior di labbra, ritrovandosi a tirarsela addosso senza neanche accorgersene.
Se prima di arrivare sulla Terra gli avessero detto che sarebbe andata a finire così… beh, di certo non avrebbe combattuto contro suo fratello. Non avrebbe neanche perso tempo a cercarlo. Si sarebbe messo subito alla ricerca del focoso Spettro che gli sta delicatamente mordendo il labbro inferiore e fanculo Vegeta, Nappa, Freezer, Zarbon, Dodoria e tutti quelli che conosceva.
«Becca ha notato che ero giù di tono oggi… così abbiamo parlato un po’ e mi ha detto che quando fa arrabbiare o preoccupare molto Maddox, lei fa così per tranquillizzarlo o farsi perdonare. Ho pensato che fosse una buona idea…» Il suo tono è sorprendentemente dolce, caldo, seducente, e Radish tenta disperatamente di non farle capire che con questo atteggiamento potrebbe ottenere da lui tutto ciò che vuole in qualsiasi circostanza «… mi sono sbagliata?»
«Ero dispiaciuto per averti fatto così male, ma di certo non ero arrabbiato e neanche preoccupato, sapendo come dover agire.» Si stupisce davvero di essere riuscito a parlare tanto. Si stupisce anche di non essersi impappinato a metà frase di fronte a quel sorriso luminoso che gli ha rivolto. Non si è stupito neanche per sbaglio nel rendersi conto di aver spostato le mani sulle sue natiche e di averle strette con forza. Si è però piacevolmente stupito nel constatare che sotto al tubino non indossa la biancheria intima.
«Quindi tutto questo non è necessario ed è meglio se mi cambio e ordino una pizza?» Scherza realmente divertita dalla sua reazione, fingendo di provare ad allontanarsi dalla sua morsa d’acciaio.
Se le avessero detto che sarebbe finita col comportarsi in questo modo, tanto più con un uomo che non appartiene alla sua specie neanche alla lontana, avrebbe riso in faccia al suo interlocutore e poi lo avrebbe preso a pugni. E invece eccola qui, stretta tra le sue braccia, abbandonata nel suo calore, rapita dalle sue labbra peccaminose che la marchiano costantemente… e non ne è mai sazia.
«Non ci provare.» Mormora contro il suo collo, facendola ridere un poco. Ma poi decide di separarsi e allunga curiosamente lo sguardo su ciò che sta preparando per lui in cucina, e una nuova frecciatina esce prepotentemente dalle sue labbra «Sempre ammesso che tu sappia cucinare qualcosa all’infuori di un piatto di pasta col sugo preconfezionato.»
«Stronzo malfidato. Io odio cucinare, ma ciò non significa che non ne sono capace.» Si dirige a grandi falcate verso i fornelli tenendolo saldamente per mano. Per quanto quell’abbigliamento sia fortemente fuori dalla sua zona confort e il fare la dolce casalinga che prepara una bella cena per il suo uomo le faccia accapponare la pelle, in questo momento si sente profondamente fiera di sé ed entusiasta. Non saprebbe dire perché, ma è così. Se non avesse ancora forti problemi col catalogare le emozioni, capirebbe che ciò è dovuto solo allo stupore e alla gioia del compagno.
«Come antipasto gamberi viola scottati, pistacchi e barbabietola. Come primo ravioli al caglio di latte, nero di seppia, calamaretti e broccoli. Per secondo rombo in crosta di cacao, patata bianca e piselli alla menta. Per finire, un mini dessert alla crema e lamponi.» Afferma tutta fiera mentre con un cucchiaino raccoglie un poco di sugo e lo avvicina alle labbra tese in un sorriso divertito dell’uomo «Prova.»
È un poco scettico, Radish, anzi lo è molto, ma decide saggiamente di accontentarla, sgranando poi gli occhi nel rendersi conto che sì, è davvero buono malgrado sia ben lontano da ciò che mangia di solito.
«Hai mangiato uno chef in passato?» Domanda serio, continuando a fissare le pietanze in preparazione.
«Dev’essere capitato…»
«Non ordineremo più a domicilio, sappilo.» E perché mai dovrebbero? Certo, a lei i soldi non mancano, ma adesso che sa che è capace di certe cose di certo non si accontenterà facilmente di pizza e roba simile.
«Allora impara a cucinare, bonobo.»
«Non penso proprio.»
«Ho di meglio da fare che mettermi a fare la dolce mogliettina, io.»
Rimane immobile ed interdetto alle sue spalle, le mani ancora appoggiate sui suoi fianchi. Sa bene quanto sia difficile farle cambiare idea se si impunta su qualcosa, soprattutto se quel qualcosa può minare in qualche modo la sua concezione di donna forte o roba del genere, ma sa anche altrettanto bene di avere un ascendente terribile su di lei e di essere capace di farla capitolare. Certo, per quanto riguarda la questione lasciami-uccidere-quel-maledetto-figlio-di-troia non c’è niente da fare, vuol fare da sola e dubita fortemente di avere un potere abbastanza forte da farle cambiare idea, ma per il resto…
«Scommettiamo che riesco a convincerti?»
Si abbassa un poco di lato col busto e con estrema lentezza, quasi indugiando, fa scorrere i polpastrelli sulla coscia liscia, risalendo piano fino a raggiungere le natiche sode. L’idea che sotto quel vestito non indossi niente lo eccita molto più del necessario.
Esplora le curve del sedere rotondo fino a raggiungere la profonda fessura verticale che separa i due emisferi di carne, che sfiora con la punta delle dita, trovandola umida di umori.
Sherry, dopo un attimo di smarrimento, volta un poco la testa per incrociare i suoi lussuriosi occhi d’onice che la fissano con insistenza, nella bruciante attesa di vederla cedere come accade ogni volta.
«Quelli della tua razza sono tutti costantemente arrapati?»
«Come se ti dispiacesse…» Non regge più, la sua bocca è troppo vicina ed infine si incontrano in una battaglia impetuosa dove non ci sono mai né vincitori né vinti.
Tutto questo è tutto fuorché un atteggiamento da Saiyan, che tante cose avrebbe fatto eccetto che occuparsi tanto della propria compagna. Suo padre, forse, lo avrebbe fatto, ma lui era diverso. E sua madre era diversa. Forse il loro essere tanto diversi dagli altri ha in qualche modo contaminato i figli, e questo spiegherebbe non solo la bontà di suo fratello ma anche la sua, che emerge prepotentemente di giorno in giorno da quando ha incontrato il giovane Spettro.
Radish vuole disperatamente credere che sia così, perché sennò dovrebbe ammettere di essere qualcosa di molto simile a quello che loro definiscono un Freak, e questo non potrebbe proprio accettarlo. Anche se, tutto sommato, la vita con Sherry potrebbe anche valerne la pena…
«No, aspetta, dai! Si rovina tutto!» Si lamenta debolmente Sherry, tentando in modo visibilmente falso di toglierselo di dosso.
Il Saiyan si abbassa frettolosamente i pantaloni e i boxer e le alza in malo modo il vestito fino alla vita, ridacchiando nel vedere i suoi goffi tentativi di riabbassarlo per potersi concentrare sui fornelli. Come se ti credessi!
«Che mi frega?»
La penetra subito, a tradimento, strappandole un urletto di sorpresa che lo fa sogghignare vittorioso.
Per una volta non vuole uno dei loro amplessi devastanti, uno di quelli che lo lascia senza forze e che poi richiedono quasi forzatamente qualche goccia del suo sangue per evitare di collassare lì dove si trova; vuole un qualcosa di veloce e travolgente, qualcosa che la soddisfi ma che le lasci comunque l’amaro in bocca, così da farla scatenare in un secondo momento. E Sherry lo sa. Eccome se lo sa. Conosce troppo bene il suo scimmione per non capire questi suoi giochetti, ma di certo non se ne lamenta.
Si lascia sostenere dal suo braccio forte e si abbandona a lui,  sconquassata dal piacere che riesce a farle provare dopo pochi minuti, concedendogli di farle tutto ciò che gli viene in mente e in qualsiasi modo voglia.
Gli sorride languidamente quando lo sente premersi sulla sua schiena, una mano appoggiata al piano della cucina e una avvolta attorno al suo addome per sostenere entrambi. Non credeva che un qualcosa di così fugace lo avrebbe lasciato tanto soddisfatto e a corto di fiato, ma deve proprio ricredersi.
Le abbassa alla meglio il vestito e si allontana con passo calmo, non prima però di averle dato un lieve morso sulla clavicola ed una pacca sul sedere, in un misto di possessione e gioco.
«Vado a farmi una doccia.»
Sherry lo osserva ridacchiando divertita dai suoi modi rozzi misti alle tenere attenzioni che le rivolge ogni volta che può senza neanche rendersene conto, solo per poi rigirarsi e rimettersi a cucinare.
«Se la mettiamo così, penso proprio che preparerò più spesso la cena…»


Balza a sedere nel letto come se qualcosa le avesse ustionato la schiena e a fatica riesce a capire cosa stia succedendo. Si sente strana come poche altre volte, sente lo stomaco attorcigliarsi dolorosamente e il cuore le pare sul punto di esplodere tanto le batte velocemente. Annaspa per qualche istante in cerca d’aria, guardandosi freneticamente attorno per capire quale pericolo possa aver captato nel sonno, non trovando assolutamente niente. Poi però percepisce un sobbalzo nel letto, un lieve scalciare seguito da un lamento sommesso, ed abbassando gli occhi vede la figura dormiente di Radish semi-raggomitolato su un fianco, il corpo nudo imperlato di sudore e il volto aggrottato in un’espressione sofferente.
«È solo un incubo, va tutto bene…» Lo scuote piano per una spalla, facendolo solo mugolare più forte in risposta. Sente che sta implorando qualcuno di smettere di fare qualcosa e nelle sue parole avverte un tale dolore che si blocca per qualche istante.
«Radish? Radish, svegliati…» Lo scuote con più forza per la spalla e, dopo l’ennesimo richiamo, si ritrova di colpo con la sua mano ruvida stretta dolorosamente attorno alla gola.
L’uomo la guarda ma non la vede per davvero, davanti ai suoi occhi c’è qualcuno a lui sin troppo familiare che stava facendo l’unica cosa al mondo capace di distruggerlo. Purtroppo per lui non era neanche solo, e questo ha amplificato solo il suo dolore.
Quando però sente la mano calda di Sherry sfiorargli la guancia nel disperato tentativo di riportarlo alla realtà senza dovergli fare del male esattamente come facevano all’inizio con lei, ecco che la vista gli viene restituita e con orrore si rende conto di quello che le stava facendo.
La lascia andare di scatto e si allontana all’indietro, non perdendo l’equilibrio quando si porta in piedi solo per pura fortuna.
Lo Spettro annaspa un poco in cerca d’aria per poi puntare lo sguardo nel suo. Non c’è traccia risentimento però, poiché più di chiunque altro sa come ci si senta ad essere vittima del proprio subconscio che ti spinge a difenderti violentemente senza rendertene conto.
«Che è successo?» Si porta in ginocchio sul materasso madido di sudore e lo avvicina lentamente, ma non appena riesce a sfiorargli una mano con la punta delle dita l’uomo si ritrae di scatto e senza neanche pensarci entra in bagno. Non fa però in tempo a chiudere a chiave la porta prima che la ragazza la spalanchi con una spallata decisa, e per questo si ritrova come in trappola.
Sa bene che vuole aiutarlo così come lui l’aiuta quando ha i suoi di incubi, ma adesso davvero non saprebbe come guardarla negli occhi. Era tutto così maledettamente reale e schifosamente possibile da fargli male e farlo vergognare per davvero.
L’allontana di nuovo e, senza neanche pensare troppo a ciò che sta facendo, si infila sotto la doccia ed apre il getto.
«Così mi fai paura…»
L’acqua fredda lo investe in pieno, facendolo rabbrividire ed aiutandolo per qualche secondo a ritrovare un minimo di lucidità, tempo sufficiente per allungare un braccio verso di lei.
«Cosa fai?»
«Guarda da sola.» Non potrebbe dirglielo a parole, non ci riuscirebbe mai. In realtà non sa neanche dove stia trovando il coraggio di mostrarglielo.
Sherry, seppur titubante, gli prende delicatamente la mano e vi fa un piccolo taglietto con un artiglio per far fuoriuscire qualche goccia di sangue, dentro il quale trova immagini orribili che le fanno capire a pieno cosa l’abbia sconvolto tanto.
Un paesaggio devastato, tanti fuochi e crateri sparsi un po’ ovunque. L’aria è irrespirabile pure per lui, che si ritrova come immobilizzato ad osservare un qualcosa di fronte a sé. C’è River riverso a terra in una pozza di sangue, un grosso buco che gli trapassa il petto all’altezza del cuore, gli occhi spalancati che puntano il cielo, rivoli di sangue che scendono dalle labbra dischiuse. A qualche metro di distanza c’è lei, inchiodata a terra da qualcuno che all’inizio non riesce ad identificare. Una specie di ombra, un uomo senza volto grande e grosso che continua ad infierire sul corpo nudo e sofferente con furiosi colpi di bacino, che ride sguaiatamente nel sentirla supplicare e piangere. Alle sue spalle giunge un secondo uomo che identifica velocemente come il suo ex-compagno pelato, Nappa, che esorta l’assalitore a sbrigarsi perché è il suo turno, e solo a quel punto Radish - e di conseguenza Sherry - riesce a capire che non si tratta d’altri che di sé stesso. Il vecchio lui, quello che non si sarebbe fatto troppi problemi a violentare una bella donna che si era violentemente difesa dopo la conquista del suo pianeta.
Nappa poi riesce in qualche modo a rendersi conto di essere osservato dallo stesso uomo che l’ha sconfitto nella realtà e lo schernisce dandogli del codardo, del traditore, del fallito e per spregio la violenta brutalmente davanti ai suoi occhi.
L’altro Radish, quello che Sherry ha visto più volte nei suoi ricordi e che è ben felice di non aver mai conosciuto, gli si avvicina velocemente, pronto ad attaccarlo mentre afferma che come Saiyan non vale niente, che è un rifiuto, e a quel punto l’incubo finisce, riportandola alla realtà.
È distrutto da ciò che ha sognato, lo capisce nel momento esatto in cui lo trova a corto di fiato e tremolante con i gomiti poggiati contro il muro, mentre l’acqua gelida ancora tenta in qualche modo di calmarlo.
«Radish…» Senza pensarci due volte lo raggiunge sotto il getto e lo stringe il più forte possibile, nascondendo il volto contro il suo petto «Quell’uomo che hai sognato… quello non sei più tu.»
«No.»
«Ra—»
«No!» Prova ad allontanarsi, a spingerla lontano come per proteggerla da quello che era un tempo e adesso teme possa riemergere, ma Sherry glielo impedisce categoricamente stringendolo con più forza «Non capisci che quello che ho sognato è esattamente ciò che sarebbe accaduto se le cose fossero andate diversamente?!» Le abbaia contro nel tentativo disperato di allontanarla, non suscitando in lei la reazione desiderata.
«Ma non è successo! Possibile che non riesci a capirlo?» Gli afferra con forza il mento con una mano e lo costringe a guardarla negli occhi, imponendosi davvero su di lui da vero Spettro Alpha qual è, come una vera Regina che deve far valere la propria voce in una situazione difficile.
«Tu non sei più l’uomo che eri. Non sei lo stesso Saiyan. Non lo sarai mai più perché sei cambiato, i tuoi orizzonti si sono ampliati, provi sentimenti umani adesso… riesci a capirlo? Quello non sei te. È morto quel giorno, non ti si avvicinerà mai più.»
La guarda come se le avesse davvero fatto del male, come se quegli eventi orribili si fossero davvero svolti e le viene da piangere nel vederlo così sconvolto, così pieno di vergogna per un qualcosa che non ha commesso. Sa perfettamente cos’era e cosa faceva ma lo ha accettato, consapevole del suo cambiamento radicale e del suo ripudiare sé stesso, e di conseguenza non gliene ha mai fatto un cruccio né lo ha mai allontanato malgrado il proprio passato. Sa anche altrettanto bene che è proprio per quest’ultimo punto che sta reagendo in questo modo e le si stringe il cuore. A quanto pare, Jäger, riesci a contaminare col tuo schifo anche ciò che non hai mai toccato… complimenti, davvero, è un talento davvero singolare!
Gli carezza dolcemente una guancia, sorridendo timidamente di fronte al suo sguardo dispiaciuto, quasi supplichevole. Allunga poi la mano sulla sua nuca e lo tira in basso, così da poter poggiare la fronte contro la sua. Sente il suo respiro tiepido sulla pelle, il suo cuore calmarsi mentre gli sfiora delicatamente il petto e questo la fa rilassare un poco.
Non pensava che si sarebbe lasciata andare tanto malgrado tutto ciò che hanno passato in un mese e mezzo, ma il momento le pare quanto più adatto possibile per fargli capire per bene quanto lui non sia più quello di un tempo: «Non permetterò mai a quel Radish di tornare in vita, puoi credermi. Come farei poi ad amarlo?»
Non sa cosa dire, Radish. Non sa neanche cosa pensare o fare. È totalmente pietrificato dalle sue parole. Dovrebbe dirle che nessuno gli ha mai detto di volergli bene, figurarsi che lo amava? Dovrebbe dirle che prova lo stesso? Dovrebbe dirle che, malgrado il contesto, non è mai stato così felice? Dovrebbe baciarla e stringerla così forte da spezzarle il respiro? Non ne ha assolutamente idea. Non era pronto a questo, malgrado dentro lo sapesse benissimo e lo aspettasse con trepidazione.
Rimane immobile a fissarla ad occhi sgranati mentre gli sorride, si lascia trasportare fuori dalla doccia e afferra con mano incerta il grosso asciugamano che gli porge.
«Torniamo a letto, dai.» Non le importa niente che le risponda con il tanto sospirato “anch’io”, non se ne farebbe molto. Sa ciò che prova per lei già da parecchio, l’ha visto nel suo sangue e l’ha capito davvero quando si è presentato in casa sua dopo quell’orrenda lite e tutte le incomprensioni che ne sono seguite. Inoltre, seppur senza rendersene conto, glielo dimostra spesso e volentieri con piccoli gesti.
«Dubito di riuscire a dormire.» Borbotta sempre un poco imbarazzato dalla sua inaspettata dichiarazione, sdraiandosi al suo fianco senza esserne troppo convinto. Da una parte si sente malissimo per ciò che ha visto in sogno e l’ennesima presa di consapevolezza di ciò che era prima di morire, dall’altra si sente profondamente stordito dalle sue parole. Lo sapevo già, eppure sentirlo…
«Andiamo, hai avuto altri incubi eppure dormi sempre come un sasso… tipo quello dove mi faccio scopare da tuo fratello.» Scherza con un sorriso di scherno stampato in volto, decidendo saggiamente di non aggiungere altro. Gli ha già detto che Goku/Kakarot - non ha infatti ancora capito come deve chiamarlo - non le fa né caldo né freddo, ma non ha trovato il coraggio di dirgli che, contro ogni logica, trova che fosse suo padre quello davvero sexy tra loro tre. Non se ne capacita proprio per il fatto che lui e il figlio minore fossero due gocce d’acqua, eppure…
Si lascia avvolgere dal suo braccio e si accoccola maggiormente contro di lui, intrecciando le dita con le sue. Solo adesso si rende conto che le tiene la mano sulla pancia e che è un gesto che compie spesso, motivo per cui decide di metterlo al corrente di un piccolo ma non irrilevante dettaglio che è bene che tenga a mente in futuro.
«Una dritta, fustacchione: non fare mai un gesto del genere davanti ad uno Spettro. Forse giusto Bree non lo fraintenderebbe.»
«Perché? Ha un qualche significato particolare dalle tue parti?» Gli occhi sono già chiusi, il tepore del suo corpo contro il proprio e il fatto che ciò che ha visto non abbia significato niente per lei lo sta in qualche modo calmando profondamente.
«Sì, soprattutto tra le coppie.»
Ecco, adesso è di nuovo vigile e attento alle sue parole, consapevole che non sarà un qualcosa né di piacevole per lui né di normale: «Del tipo?»
«I maschi lo fanno per… segnare l’utero, ecco. Un modo silenzioso ma efficace per far capire che vogliono dei figli. O che sono già in arrivo, talvolta.» Si trattiene con tutta sé stessa dallo scoppiare a ridergli in faccia quando, voltandosi, lo trova come sbiancato e con gli occhi sgranati al massimo.
Sa bene che non gli piacciono i bambini, che li trova troppo fragili e che, nell’assai remoto caso in cui si trovasse con un figlio tra le braccia, avrebbe paura di spezzarlo in due o spiaccicarlo a terra, ma non le importa assolutamente. In fondo neanche lei ha mai preso davvero in considerazione l’idea di avere dei figli, non per i prossimi dieci anni quanto meno, quindi perché mai preoccuparsene adesso?
«Stai scherzando?»
«Lo sai che gli Spettri hanno modi strani, no?»
«Quindi se faccio così davanti alla tua gente pensano che voglio metterti incinta?!»
«A grandi linee.»
Scatta di lato e si rigira sull’altro fianco, ignorando le sue risate sguaiate. Non ne vuole sapere, proprio no, e solo l’idea che abbiano in qualche modo sollevato l’argomento lo manda in panico. Che serata di merda, dannazione!
«Non ti toccherò mai più la pancia per tutta la vita, giuro.» Borbotta imbarazzato e nervoso mentre si tira addosso le coperta con fare goffo, non pensando neanche per un istante di scansarla quando la sente accoccolarsi contro la sua schiena.
Devo davvero andare da Fern e farmi raccontare quanti più dettagli possibile, sennò non si può vivere sereni con queste strane bestiacce!


È corsa alla tana che ancora il Sole non era del tutto sorto.
Si era levato un allarme, forte e chiaro, un coro di ululati pieni di rabbia ed un pizzico di paura. Qualcuno aveva varcato di nuovo il confine, lo avevano fiutato e lo stavano braccando. Voleva dare man forte, ma i Quattro le hanno comunicato che erano sulle sue tracce, che non avrebbero permesso a nessuno di avvicinarsi e che lo avrebbero eliminato, così si è diretta alla tana per calmare gli animi irrequieti dei suoi lupi.
Aspetta da un’ora ormai, alcuni gruppi sono tornati ed hanno comunicato che gli invasori si erano divisi e che erano stati eliminati tutti, eccetto uno. Quell’uno adesso è braccato dai Quattro, che messi assieme raggiungono una forza superiore al normale e che, di conseguenza, non hanno molti nemici da temere.
Ma Sherry è irrequieta, ha fiutato la tempesta, sa che qualcosa sta per accadere. Non saprebbe dire cosa con l’esattezza, ma sa che è lì, dietro l’angolo, pronto a scatenarsi su tutti loro.
Il branco è irrequieto mentre attende il ritorno dei Quattro, nella speranza non solo che stiano bene ma anche che abbiano delle informazioni utili, dal momento che quelli abbattuti erano pressoché ignari di tutta la faccenda e pure molto deboli per gli standard del Nord.
Pedine. Non erano altro che pedine senza valore da sacrificare a cuor leggero per il tuo divertimento. Ma qual è il gioco? Qual è il reale obiettivo finale?
Si volta di scatto verso il ringhiare furioso del Quartetto che sta scortando un ospite inatteso.
Bree si porta al suo fianco, il manto gonfio sulla schiena e le zanne snudate. Malgrado le sia stato categoricamente vietato di buttarsi negli scontri per via della gravidanza, facendola non poco risentire, non riesce a fare a meno di frapporsi tra Sherry e qualsiasi pericolo le si pari davanti, ma la vista del nemico fa un poco vacillare le sue convinzioni e tremare le zampe.
«Darren?!» Bercia Sherry, gli occhi iniettati di sangue e il corpo che freme per attaccarlo.
Darren, secondo fratellastro maggiore di Bree, uno dei migliori Segugi del Nord, pazzo e violento probabilmente quanto il fratello maggiore Daryl.
Si sono sempre somigliati tutti, tra loro. Tutti di bella presenza, alti e dalla pelle ambrata, i capelli di diverse tonalità di biondo e gli occhi chiari. Daryl è sempre stato quello forte, Darren quello veloce, Bree quella sveglia. In comune possono dire di avere l’odio reciproco che li ha portati ad attaccarsi in più occasioni e sempre
per futili motivi, tutto qua.
Il lupo rimane calmo in mezzo a tutti loro, le braccia dolorosamente strette nelle mani di Maddox e Mordecai non lo scalfiscono minimamente. Doveva andare così, ed è rimasto piacevolmente sorpreso nello scoprire che un reietto come loro sia stato capace di raggiungere la sua velocità. Non poteva certo pretendere di meno da Micah, il famoso Leone Dorato
* delle Terre di Nessuno.
Li guarda uno per uno con un’aria di estrema sufficienza che fa loro ribollire il sangue e, un poco, spera che siano così folli da attaccarlo e ucciderlo. Anche se poi non potrebbe assistere personalmente al loro annientamento, l’idea di essere lui il motivo scatenante di una guerra lo rende euforico.
«Sherry! Quanto sei cresciuta! Capisco perché Jäger è tanto impaziente di riaverti a casa.» Esclama con occhi bramosi mentre la ispeziona da capo a piedi, lasciando poi scivolare lo sguardo su Bree, nervosa e col pelo irto dietro di lei. Il suo sorriso lascivo e meschino si allarga ancora di più, le parole escono da sole dalle sue labbra sottili «Dammi un bacio, dolce sorella, magari cambio i tuoi strani gusti.»
La Mezzosangue prova a scattare in avanti per attaccarlo, venendo bloccata da un gesto secco di ammonimento da parte di Sherry. Micah si porta presto al suo fianco e il suo gesto viene poi imitato da River e altri due Alpha.
«Era un no?» Scherza realmente divertito il Segugio, gli occhi accesi dal malato desiderio di sangue.
«A cosa devo questa spiacevole sorpresa, Darren?» Il tono di Sherry è fermo, piatto, gelido. Lo guarda dritto negli occhi, non provando altro che pietà. Non era così, da bambino. Era solare, giocava molto e si sforzava come pochi altri per mettersi in mostra agli occhi dell’indifferente padre. Era un cucciolo sorridente che da un giorno all’altro ha smesso di pensare da solo, che si è lasciato infettare da quel morbo chiamato Jäger, arrivando così a gioire della morte della madre poiché il suo “amico” la considerava inutile. Uno Spettro che ha perso sé stesso senza accorgersene e che adesso non ha più niente al mondo se non una cieca devozione per un uomo che non proverebbe il minimo fremito nel vederlo morire.
«Eravamo curiosi di vedere come ti sei organizzata… sai che delusione quando riferirò di essermi ritrovato di fronte ad un branco di cani senza nome e senza valore?» La sua calma che rasenta quasi una folle indifferenza li disarma totalmente, intimorendoli. Darren lo sa benissimo, fiuta il loro timore e capisce che sta facendo breccia, che sta instillando nei loro cuori quel doloroso e fetido parassita che li porterà alla sconfitta.
Lascia vagare gli occhi di lato, un sorriso mellifluo e lascivo ad increspargli le labbra sottili deformate dalla lunga cicatrice che le attraversa.
«A tuo favore posso dire che avete qualche puttana decente.»
Camila e le poche ragazze con le quali ha stretto una sincera amicizia negli anni si stringono tra loro, abbandonandosi a qualche guaito spaventato. La sola idea del destino che le attenderebbe se venissero catturate vive è sufficiente a farle tremare come foglie.
«Sai che potremmo ucciderti, vero?» Sherry non si muove dalla propria posizione di vantaggio e superiorità, non mostra alcun genere di reazione emotiva alla sua presenza. Dentro, in un angolo a tutti nascosto della propria mente, è profondamente turbata dalla sua sconvolgente potenza, troppo superiore a quella di un normale Segugio. Li ha addestrati e allenati oltre ogni limite… il Sud cadrà se non verrà avvertito per tempo. È pure possibile che, tutti insieme, possano soverchiare pure Roman…
«Apophis non sarà molto felice nell’apprendere dei due piccoli bastardi.» Insiste il Segugio, guardando con riluttanza Bree. Micah non ci sta, ma non potendo attaccare senza venire meno al volere di Sherry, cosa che minerebbe fortemente sulla sua autorità, si limita a nascondere totalmente l’amica dietro la propria mole e a mostrare i denti al nemico in un chiarissimo avvertimento a farla finita.
«Dimmi, Leone Dorato, sono roba tua? Avranno un minimo di valore, col tuo sangue. Almeno una nota positiva l’ho trovata.»
«Cosa ti fa credere che ti rimanderò indietro?» Sherry si piazza di nuovo davanti a tutti loro, il cuore improvvisamente più irrequieto. È una sensazione strana, come se qualcosa dentro di lei si fosse improvvisamente svegliato e ruggisse furiosamente per attaccare.
«Perché uccidendomi daresti al mio Re la giusta spinta motivazionale per uccidervi tutti prima della Festa del Fuoco.»
«Sei così scemo da credere davvero che muoverà anche solo un dito per te?»
Darren allunga le braccia in avanti, incurante del fatto che i due Cacciatori che lo affiancano potrebbero picchiarlo nuovamente per un gesto simile.
«Puoi vederlo dal mio sangue, se non mi credi.»
Sherry lascia saettare per un secondo gli occhi su Mordecai, che sul mento e sul petto porta ancora le tracce del suo sangue dopo averlo violentemente azzannato per catturarlo, e un ringhio frustrato le risale su per la gola nel vederlo annuire.
«E cosa sta aspettando a farlo?» Domanda con tono quanto più calmo possibile River, che non ha mai provato altro che disprezzo per il folle Segugio. Un ragazzo che incita un pazzo sadico a violentare sua sorella… quante cose ci sono più disgustose di questa?
«Questo non mi è dato saperlo… e poco m’importa, ad essere sincero. Tanto il risultato non cambierà: vi attaccheremo, vi uccideremo, banchetteremo con la vostra carne, prenderemo le vostre femmine migliori, la mia cara sorellina diventerà la puttana di Apophis e tu… tu prenderai il tuo posto al fianco del Re.»
«Io non credo.» Ringhia in risposta Sherry, quella strana sensazione che continua a montarle nel petto si sta facendo sempre più forte di secondo in secondo. Le pare quasi che quella cosa le stia raschiando il petto da dentro per uscire e scatenarsi, e ormai riuscire a mantenere il sangue freddo sta diventando difficilissimo.
«Pensi davvero che importi se sei consenziente o meno?»
Major alza per un breve istante gli occhi chiari verso l’arcata che loro stessi hanno superato per entrare nel grande spazio dove si sta tenendo la spinosa conversazione, ed un sorrisetto divertito gli increspa le labbra mentre gli occhi si accendono per l’eccitazione.
«Cosa intendi?» Forza biondino, parla chiaramente… regalaci un grande spettacolo!
«Che la stuprerà finché non arriverà a piac—» Non respiro. Perché non respiro? Lo stomaco. Lo stomaco è compresso. Cazzo… si è spostato! Si è compresso e si è spostato in alto, comprime i polmoni. Che cazzo succede?!
La spina dorsale scricchiola in modo preoccupante quando viene colpita a tradimento con una gomitata, il corpo impatta violentemente a terra.
Il braccio si torce in modo innaturale all’indietro, facendo un giro completo e maledettamente doloroso fino a puntarsi in alto. La spalla si spezza, esce fuori posto, il dolore è insopportabile.
Qualcuno gli sta strattonando la testa all’indietro trattenendolo per i capelli e poi lo ributta in avanti, il naso va in frantumi e per sbaglio si morde la lingua nell’impatto, la bocca si inonda di sangue. Sente una nuova pressione in mezzo alle scapole, i polmoni si comprimono di nuovo, il sangue cola come lava incandescente sul volto, inzuppando il terreno. Sputa, si sbarazza del liquido in eccesso che gli sgorgava dalle labbra, con gli occhi cerca l’avversario.
Nessuno, lì dentro, sarebbe capace di tutto questo da solo in forma umana.
Non riesce a sentire bene il suo odore, il proprio sangue gli ostruisce le vie respiratorie, le costole rotte non riescono a risanarsi a causa della pressione e i polmoni non possono guarire.
Prova a mutare, deciso a combattere contro il primo avversario davvero interessante che abbia mai incontrato fuori dai Territori del Nord, ma non appena ci prova, la presa dai suoi capelli si annulla e sente due mani forti afferrargli le caviglie.
Un piede piazzato a metà schiena lo tiene a terra, le gambe vengono torte all’indietro fino a rompersi. È piegato in due, come un foglio.
Quando sente gli arti essere rigettati a terra e il proprio sangue affluire violentemente per riparare i danni, finalmente può voltare lo sguardo. Nota una coda marrone che ondeggia beffarda davanti ai propri occhi, ma non è una coda delle loro. È sottile, il pelo è troppo corto.
«Tutti a fare i draghi e poi siete solo dei maltesi.»
Le gambe sono massicce, ma non fiuta una grande percentuale di massa grassa nel suo corpo. Ben sotto il 10%, un pasto poco saporito… e sicuramente indigesto.
«Mi hai rovinato la maglia, cane.»
Ha visto pochi umani con un busto così ampio e così muscoloso, ma non gli ci vogliono che un paio di istanti per capire che quei muscoli sono fatti di qualcosa di diverso dalla semplice carne.
Le braccia sono schifosamente enormi, dalle sue mani gli pare di vedere sgorgare tutto il sangue di cui si sono macchiate, quella fascia rossa stretta al bicipite sinistro pare sul punto di strapparsi tanto è tesa.
Il suo sguardo... c’è il fuoco dentro. E Rabbia. E Odio. E Disprezzo. E Arroganza. E Superiorità. E Ferocia.
Si può uccidere interiormente qualcuno con uno sguardo del genere.
Darren non può sopportarlo e per questo scatta in piedi, menando un colpo nell’aria per aprirgli la gola con gli artigli.
La faccia si rivolta dall’altra parte, un molare salta fuori dalla sua bocca, perdendosi tra la folla che osserva la scena con occhi impauriti e oltremodo sorpresi.
Ride di gusto nel vederlo a terra, tremante per lo sforzo di rimettersi in piedi e per il dolore. Non gli serve il loro fiuto per avvertire la sua sofferenza, può toccarla con mano e crogiolarvisi dentro da sempre. Lo ha sempre fatto sentire bene, ma mai come in questo momento.
Alza lo sguardo sui presenti. Lo temono, lo vede dai loro occhi spettrali che lo fissano col fiato sospeso. Ma non sono i loro occhi che vuole vedere, non è per loro che è corso fino a lì.
Si è svegliato da solo e gli è sembrato strano. Si era raccomandato di non farlo più, non dopo la faccenda di Apophis, e già si stava alterando in modo significativo. Poi eccolo lì, attaccato al pupazzetto a forma di lama che tiene sul comodino. Aveva un post-it giallo attaccato sul ridicolo muso, una parola scritta in fretta e furia capace di mandarlo fuori di testa: “Pericolo”.
Si è messo i pantaloni in fretta e furia, la maglia se l’è infilata strada facendo, il tutto in un riflesso involontario ed automatico.
Maddox, qualche giorno prima, gli aveva pazientemente spiegato come si accede alla tana, come ci si deve muovere per non perdersi e come raggiungere il centro. Non ha mai prestato tanta attenzione a qualcosa in vita sua, non ha mai registrato tanto velocemente una nozione.
Sentiva che qualcosa non andava per il verso giusto, avvertiva una strana preoccupazione dentro e questo lo ha solo fatto infuriare di più. Poi ha semplicemente sentito i discorsi del lupo che adesso annaspa
alle sue spalle, traballando per rimanere in piedi, e a quel punto non ci ha visto più.
Avrebbe potuto ucciderlo senza problemi, gli sarebbe bastato un colpo per donargli un bel buco nel petto come quello che aveva River nel suo incubo, ma se Sherry ancora non aveva ordinato di attaccarlo un motivo doveva esserci, così ha ripiegato su un pestaggio vecchio stile.
Volta lo sguardo, la trova in cima a tutti. Se non la conoscesse, potrebbe pensare che è furiosa… ma lui sa bene che non è così: la vede quella scintilla perversa nei suoi occhi, lo vede il suo petto che si alza e si abbassa con più energia. È eccitata, in tutti i sensi, ed è stata la sua brutalità a scatenarla.
Ghigna soddisfatto e s’incammina in mezzo a tutti quegli Spettri che tanto si sono lamentati della loro relazione, che tanto hanno sparlato alle sue spalle, e che adesso si aprono silenziosamente al suo passaggio, gli occhi sorpresi e spaventati che lo guardano con circospezione e rispetto.
Sente il ringhiare furioso di Darren alle proprie spalle, lo sente scattare veloce come un proiettile per prenderlo a tradimento e, non senza una forte soddisfazione personale, si rigira altrettanto velocemente e con un manrovescio in piena regola sbalza l’enorme lupo contro la parete.
«Non è molto sveglio, mh?»
«Mai stato.»
Per la prima volta in assoluto, Radish e River non si guardano con disprezzo. Non c’è neanche la loro solita e non troppo muta sfida, no: c’è divertimento, c’è solidarietà e una traccia di rispetto reciproco. Lo Spettro farà sempre da muro a Sherry, dando così tempo al Saiyan di sbarazzarsi di ogni nemico che le si piazzi davanti a minacciare la sua incolumità, e questa presa di consapevolezza non dispiace a nessuno dei due.
Riprende il proprio cammino verso la sua Regina, la fissa dritto negli occhi come pochi altri lì dentro osano fare per una questione di gerarchia, e si lascia andare ad un sorrisetto nel vedere la luce perversa che le illumina lo guardo.
«Lascialo tornare da quel cane rognoso.» Sibila con tono divertito e meschino, ormai al suo fianco. Continua a dare le spalle a Darren, accerchiato dai Cacciatori e dagli Alpha. Pure i cuccioli sembrano essersi ferocemente rianimati dopo l’arrivo di Radish, caricati dalla sua potenza e dalla sua brutalità.
«Ra—»
«Che veda.» Porta velocemente una mano sul suo addome scoperto e lì la lascia, tirandola un poco contro al suo fianco. Si guardano dritto negli occhi, Sherry capisce il suo gioco senza che le dica una parola.
Jäger non è a conoscenza delle loro intime chiacchiere. Nessuno lo è, lei le tiene ben celate ai loro invadenti sguardi. Come possono capire che stanno bluffando?
Volta un poco la testa, i lunghissimi capelli corvini lasciati sciolti oscillano ad ogni suo movimento conferendogli un’aria ancor più tetra, la mano ben ferma a stringere un poco il ventre piatto e forte della compagna pare aver sconvolto tutti quanti, primo tra tutti Darren che quasi non respira più per lo shock. Sarei curioso di vedere lo sguardo di quel bastardo quando capirà contro chi si è messo.
«Che i Cacciatori lo scortino ai limiti del territorio e torni al Nord dal suo Re.» La voce di Sherry risuona dura e autoritaria per tutta la tana, i vari Spettri la guardano con rispetto e annuiscono. I loro occhi si spostano poi sull’uomo che la sta toccando, che continua imperterrito a stare al suo fianco e a dar loro le spalle per sottolineare fino in fondo quanto, per lui, non siano una minaccia.
Non è uno di loro, questo è certo. È certo anche che non è un comune umano, lo strano odore che emana il suo sangue parla per lui. E questo, contro ogni aspettativa e convinzione generale, va bene a tutti: è quanto di più forte si sia mai avvicinato ad uno qualsiasi di loro, ha messo al tappeto senza alcuno sforzo una bestia del calibro di Darren… e per questo merita di essere riconosciuto come il maschio dominante del branco.
Chinano debolmente la testa ed espongono timidamente il collo quando incrociano il suo sguardo duro e Sherry se ne compiace oltremisura, aggiungendo quindi un piccolo ma decisamente significativo dettaglio al suo precedente ordine: «Sarete guidati dal vostro Capitano.»


Ha corso più velocemente di quanto non abbia mai fatto in ventinove anni di vita, neanche avesse il Diavolo alle costole. La verità è che lo ha fatto non perché un gruppo di Cacciatori lo stava scortando con le zanne snudate e la morte negli occhi, e neanche perché c’era quell’uomo con la coda da scimmia a volare sulla sua testa, no: lo ha fatto perché non poteva far aspettare ulteriormente il suo Re.
Ora cammina a testa alta tra coloro che sognano ardentemente di entrare nella guardia, tutti intenti a riposare nei pressi dello spettrale maniero dove dimora ciò che rimane della loro famiglia reale.
Gli eventi dovevano andare diversamente. Molto.
Sherry doveva essere così a terra dopo la visita di Apophis da non riuscire più a governare, quei rifiuti dovevano essere molto più abbattuti e spaventati di quanto non erano. Doveva essere lei così spezzata nello spirito da decidere di seguirlo, poiché consapevole di non poter mai e poi mai reggere un confronto diretto con un esercito come il loro. Ma c’era quello.
Non ha mai fiutato niente del genere, ha sentito solo delle voci su un gruppo di strani e fenomenali guerrieri che avrebbero combattuto contro un mostro che minacciava il pianeta. Ma si trattava di voci, qualcosa con il quale spaventare i cuccioli… voci! Questo erano e questo sarebbero dovute rimanere. Ma quell’uomo con la coda da scimmia era lì, lo ha massacrato senza sforzo, ha marchiato Sherry in modo plateale ed ha scoperto uno dei sentieri che usano per avvicinarsi indisturbati.
Come posso dargli una notizia del genere?
«Darren, fratellino!»
Alza di scatto gli occhi chiari, scontrandoli con la figura massiccia del fratello maggiore, Daryl. Malgrado la parentela, malgrado abbiano condiviso il ventre materno per cinque inesorabili mesi stretti l’uno all’altra, non si assomigliano particolarmente. Certo, hanno la stessa carnagione bronzea, gli stessi occhi chiari e i capelli biondicci, ma hanno lineamenti ben differenti e pure la loro corporatura è diversa, infatti il maggiore appare con lineamenti ben più marcati, con quella sua bella mascella squadrata e il sorriso ferino che gli mette i brividi ogni volta. Anche a lui non sa come dirglielo, e sentire il suo grosso e micidiale braccio avvolgergli le spalle non lo fa certo sentire meglio.
«Com’è andato il viaggio? Spero che la nostra cara Regina abbia gradito il presente del suo promesso sposo!»
«Assolutamente.» Sogghigna contento nel percepire la soddisfazione generale, nel vedere gli occhi del loro spietato Beta illuminarsi. Nota anche che gli occhi glaciali del Re saettano per un istante alle sue spalle, tornando poi a concentrarsi sulla sua figura. Voleva vederla tornare assieme a Darren, ma non ci contava veramente più di tanto. E ciò non lo delude particolarmente, perché sennò questo loro gioco sarebbe finito.
«Il morale si è abbassato nel vederti arrivare?» Insiste Daryl, afferrando il mento il fratello per guardarlo negli occhi.
«Certamente.»
«Era buona la carne del suo umano?» Insiste nuovamente, gli occhi chiari illuminati da una scintilla perversa degna pure del più feroce dei Saiyan.
Cammina in avanti di un paio di passi, Darren, tentando così di sottrarsi all’abbraccio del maggiore, che però non molla facilmente la presa. Il suo non è certo un gesto fraterno, ma un modo come un altro per tenerlo fermo per potersi assicurare delle cose e poter agire in base alle sue azioni.
«Ecco, qui cominciano le note dolenti…» Mormora abbassando lo sguardo, guaendo involontariamente nell’avvertire le dita lunghe e forti del fratello immergersi nei suoi capelli per strattonargli il capo all’indietro.
«Come hai detto?» Ringhia vicino al suo volto, lasciando la presa quando vede la figura forte e minacciosa di Apophis muoversi un poco nell’ombra.
«Non hai ucciso il suo lurido umano?!» La sua voce è sempre stata bassa, anche da bambino. La sua forza e la sua aggressività erano il vanto dei genitori… che poi hanno provato sulla propria pelle fino a che punto era capace di spingersi.
«Mi ha attaccato!» Urla di rimando il Segugio, gli occhi che brillano tetramente in quella semi oscurità.
«Cosa?!» Daryl è a tanto così dal colpirlo, dallo sferrargli un pugno tale da sfondargli la cassa toracica per estrarne il cuore ancora pulsante e gettarlo nelle fiamme per spregio, ma sa bene che deve attendere il permesso di Jäger prima di poter fare qualsiasi cosa. O quello di Apophis, se il primo fosse troppo contrariato e decidesse solo di andarsene.
«Il sangue del mio sangue vinto da un misero e gracile umano?!»
«Non è un umano normale! È un guerriero molto forte, con una coda da scimmia!» Tenta di difendersi come può, notando quanto i suoi stessi compagni d’armi siano totalmente insofferenti a ciò che sta accadendo. Karin è l’unica a mostrare qualcosa di simile alla compassione in quel suo unico occhietto chiaro, senza però emettere neanche un fiato in sua difesa.
«Una coda da scimmia, uhhh! PAURA!» Gli urla contro il maggiore prima di sferrargli un pugno in volto, rivoltandolo a terra «Sciocco, stupido rognoso!» Insiste, sferrandogli un calcio nella schiena. Lo guarda con odio e disprezzo mentre si rialza in piedi, domandandosi cosa abbia fatto di male per meritarsi dei fratelli simili: uno morto a quindici anni in uno scontro semplice, uno inetto come Darren, altri due inetti morti con la madre quando lui aveva quattro anni, due Mezzosangue incapaci di arrivare pure alle ventiquattrore di vita e una Mezzosangue lesbica. E pensare che mio padre era tanto potente… tsk.
«Cos’altro hai visto?»
Gli occhi di tutti si spostano sulla figura ancora in ombra del Re, richiamati dalla sua voce calda e baritonale. Molti già pendono dalle sue labbra, quasi stesse per rivelare a tutti un segreto oscuro e importante per le sorti dell’intero pianeta. Ciò accade da sempre, lui stesso ormai non vi bada più.
Darren adesso è sicuro che si metterà a piangere. Vede i suoi occhi incredibilmente gelidi fissarlo da lontano, spettrali come una fiamma in un teschio, sente il suo odore farsi più forte e stordente, indice che potrebbe saltargli alla gola da un momento all’altro. Ma sa bene che è sciocco evitare di rispondergli, si indispettirebbe solo di più e reagirebbe solo peggio, e per questo risponde mentre si riporta in posizione eretta, parlando con voce bassa ed un poco tremolante: «Gli darà dei figli, Jäger.»
Cala il gelo, nella stanza. Alcuni potrebbero giurare di aver visto le fiammelle delle candele posizionate sulla piccole finestre chiuse smuoversi un poco, come se le gelide dita della Morte le avessero sfiorate.
«E tu non hai fatto niente…» Mormora ringhiando Daryl, i muscoli sempre più gonfi, pronti a mutare. Se evita di farlo, è solo perché sente il cuore dei due Spettri in subbuglio per la rabbia e non ha il coraggio di indispettirli con qualche gesto avventato.
I due fratelli si guardano dritto negli occhi, si sfidano silenziosamente ad attaccare per primo, finché il rumore sordo di passi pesanti si leva in aria.
La luce a poco a poco abbraccia la figura di Apophis, con i suoi capelli neri lunghi fino a metà schiena con una corta frangia, in lieve calo sugli occhi, che incornicia il suo volto pallido. Gli occhi grigi e affusolati come quelli di un gatto sembrano accendersi di una luce demoniaca quando incrociano quelli di Darren, ormai immobilizzato di fronte al suo corpo forte e slanciato, costellato di cicatrici e messo in evidenza dal fatto che indossa solo un paio di morbidi pantaloni scuri. Gli occhi di Darren per un secondo ricadono sulla grossa cicatrice che porta sulla spalla nuda e si sente gelare il sangue nelle vene all’idea che possa decidere di vendicarsi del gesto violento di suo padre su di lui anziché su Bree.
Sostiene il suo sguardo dando fondo a tutte le proprie forze anche quando sente la sua mano fresca carezzargli la guancia, morendo un poco dentro di fronte al suo sorriso stranamente ferino.
«Ti ho già detto oggi quanto tu sia straordinariamente ed irrimediabilmente imbecille ed incapace?!» Il tono di voce è andato via via salendo e con esso la mano, che si è spostata dal mento fin dietro l’orecchio, che poi è stato strappato con un gesto furioso, causando nel giovane lupo un guaito disperato e nel fratello una risata derisoria.
Lo guarda con disprezzo mentre si inginocchia a terra e si tiene le mani sulla ferita che si sta lentamente rimarginando. Danni simili ci mettono più tempo a richiudersi per il semplice fatto che l’organismo dà il tempo al lupo di riavvicinare il pezzo mancante per poterlo riattaccare, cosa che ha permesso ad Apophis di riattaccarsi le dita che Sherry gli aveva staccato. I segni dei denti e dello strappo sono ben evidenti, ma ciò non ha tolto niente alla loro mobilità.
Il problema, ora, è che il feroce Beta non ha alcuna intenzione di restituirgli l’orecchio. Anzi, in tutta risposta gli afferra nuovamente i capelli e gli sferra una micidiale ginocchiata in volto, facendolo annaspare nel suo stesso sangue quando lo lascia andare.
«Miserabile cane dalla mitica stupidità! Per colpa tua sanno quale sentiero hai battuto!»
«I nostri infiltrati?» Il tono di Jäger è fermo, calmo. Il fatto che non emani alcuna emozione in particolare insospettisce un poco i suoi fedeli, che però tengono la concentrazione sul furioso Beta, che sta assaggiando il sangue che gocciola dall’orecchio mutilato.
Lo fissano con insistenza mentre analizza le informazioni che riceve, domandandosi cosa possa aver visto. Perché tutti hanno notato quel brevissimo luccichio di totale sorpresa nei suoi occhi, ma sanno bene che dovranno attendere ancora un po’ prima di sapere i dettagli.
«No, quell’informazione è sicura.»
Jäger sposta lo sguardo sul Capitano mentre si alza pigramente dalla comoda e grande poltrona dove si era piazzato durante l’attesa, facendolo scattare sull’attenti ben prima di aver detto una sola sillaba.
«Trovali e portali subito qui, batti un nuovo sentiero.» Afferma con una certa noncuranza, dandogli le spalle e muovendosi con calma verso il corridoio che conduce ai piani superiori. Sente i passi di Daryl mentre si allontana e decide bene di rimarcare un piccolo particolare: «Niente più errori… o sul mio spiedo troverò posto per la tua carcassa.»
Apophis abbandona la sala assieme all’amico di una vita, seguendolo in silenzio fino nei suoi alloggi.
È tutto tetro e spettrale lì dentro, da otto anni a questa parte. Un tempo c’erano molti oggetti preziosi ad adornare i corridoi e le pareti, tappeti ed arazzi colorati, armi scintillanti e pregiate, tutto voluto dalle varie Regine nel corso della loro storia. Pure la sala delle riunioni dove si trovavano prima adesso è spoglia, gelida. Ci sono tre grandi poltrone attorno ad un grosso e lungo tavolo di legno massiccio, e vi possono sedere solo il Re, il Beta e il Capitano. Se qualcun altro può partecipare alla seduta, dovrà farlo in piedi.
Nessuno sa bene perché Jäger si sia sbarazzato di tutto, perché lo abbia sbattuto alla rinfusa nelle segrete del maniero, lontano dagli occhi di tutti quanti. Sanno quanto gli piacciano le comodità, la sua stanza calda e sempre ben illuminata da tante candele rosse e piena di pellicce di ogni genere ne è la prova, eppure non ha voluto niente del suo passato. Ma Apophis sa bene che si liberò di tutto quanto da un giorno all’altro perché decise che sua moglie avrebbe avuto la possibilità di arredare tutto come più l’aggradava, che le vuole dare tutt’ora la possibilità di riempire quell’enorme tana anche con oggetti schifosamente umani. Vuole che si diverta in sua assenza, che i lupi che le darà come guardie schiumino per accontentarla, e ciò implicava necessariamente, almeno secondo lui, sbarazzarsi di tutto il resto.
Afferra il calice di vino rosso e corposo che gli porge una volta arrivati nei suoi alloggi e, senza chiedere alcun permesso come invece devono fare pure le donne con la quale si trastulla di tanto in tanto, si siede scompostamente sul suo letto grande e soffice, guardando con sguardo concentrato il vino che ondeggia nel pregiato cristallo.
Hanno sempre avuto occhio per le cose belle, loro due, e ne hanno prese parecchie nel tempo. Le usano solo loro, però, ad eccezione del servito che usano quando mangiano assieme a tutto il corpo di guardia e a pochi altri membri più fedeli. 
«Se attaccassimo adesso?» Domanda realmente pensieroso a riguardo, facendo saettare gli occhi sull’amico quando lo sente sospirare.
Lo trova stanco e frustrato, con il corpo mollemente abbandonato al suo fianco. Tiene gli occhi chiari puntati sul soffitto, i lunghi e lisci capelli grigi sparpagliati attorno alla testa. Come lui, indossa solo un paio di pantaloni scuri e lenti, che mettono così in risalto il busto forte e allenato, con i muscoli granitici che sembrano sempre sul punto di strappargli la pelle. Come ogni altra volta in cui lo guarda lontano dagli altri, non può fare a meno di osservare per qualche secondo i sottili segni sul bicipite destro, lasciati dalle zanne di Everett per un motivo che nessuno, neanche Jäger stesso, ha mai capito. Vendetta, presumono, ma non ne sono totalmente convinti.
«Siamo troppo vicini alla Festa del Fuoco. Non possiamo rischiare di pestare la coda a Roman.» È diverso con Apophis, lo è sempre stato. Con lui può parlare di ogni cosa, così come può stare in silenzio per ore senza che gravi loro addosso.
Sono amici, lo sono per davvero. Apophis lo ha sempre sostenuto in ogni sua scelta, ha visto in lui il Re che il Nord meritava, il Re che meritano tutti gli Spettri. Jäger ha sempre trovato in lui la figura fraterna, a tratti pure quella paterna, che non ha mai avuto - o meglio, che non ha mai riconosciuto.
Troppo forti per essere trattati come gli altri, troppo soli da bambini per poter conoscere un qualsiasi sentiero alternativo. Quando avevano appena raggiunto la maturità sessuale, intorno ai 10/11 anni, molti Spettri più grandi insinuavano che fossero “due frocetti innamorati”, ma era profondamente sbagliato: il loro è sempre stato un amore fraterno, mai niente di più per nessuno dei due. Sono cresciuti assieme, fianco a fianco, si sono sempre spalleggiati, hanno sempre tramato assieme, hanno ucciso assieme e non hanno mai avuto neanche il più che ben minimo segreto. Non gli è neanche mai passato per la testa di non dirsi qualcosa.
«Siamo sicuri della sua forza?»
«No, ma non ci tengo a scoprirla. Più di mille anni di esperienza non sono da sottovalutare, senza contare che era lui il più forte tra i tre e che ha dalla sua i poteri di Angelina e, forse, anche delle altre fate.» Si alza svogliatamente, Jäger, portandosi a sedere. Beve un sorso di vino e poi si lascia andare ad un sospiro, la mente avvolta da strani pensieri che finora non aveva mai preso in considerazione.
Come descrivere Jäger? Straordinariamente dotato e del tutto privo di coscienza, i cui occhi sono sempre accesi dal fervore e dall'ossessione per il sangue, il potere e per Sherry. Lui non riesce a concepire che possa non volerlo, figurarsi il fatto che lo odi da sempre. Nella sua testa è come un assiduo corteggiamento mescolato ad una caccia sfrenata. Niente potrà mai dissuaderlo della convinzione che diventerà la sua compagna.
«Beh, tutto sommato sappiamo per certo che abbiamo ancora un buon margine di tempo prima che possa concepire, quindi non dobbiamo considerarlo un problema. Occorre però tenere la guardia alta in ogni caso.»
«Non mi pare di essermi mai mosso incautamente.»
«Non ho detto questo.» Gli sorride appena, facendolo sorridere a sua volta. Sono sempre stati questi strani modi di comportarsi quando si trovano da soli a far mormorare gli altri, ma non è che a loro due sia mai importato davvero: che pensassero ciò che volevano, poi si sarebbero fatti le loro donne per spregio.
«Quell’uomo—»
«Esatto.» Lo interrompe bruscamente, Jäger, cercando il suo sguardo. Ci stava pensando dal momento esatto in cui ne aveva parlato Darren, era sicuro che lo stesse facendo anche lui.
«Il bambino delle montagne. Mezcal e Greywind ordinarono categoricamente ad ogni Spettro esistente di tenerglisi ben alla larga perché il suo odore era troppo strano… inumano, dicevano.»
«Quella è stata una mossa incauta. Peccato solo che i tempi non fossero maturi, altrimenti avremmo potuto ucciderlo noi stessi.»
«Gli hanno dato il tempo di diventare sempre più potente… tanto da poter affrontare quel mostro insetto e di mettere al mondo una progenie altrettanto forte.» Si alza dal letto, Jäger, per dirigersi verso la grande portafinestra e poter osservare il circondario. Sono tutti relativamente calmi, poiché lo è anche lui. Sanno di dover tremare se ha la giornata di traverso, ma sanno altrettanto bene che finché è tanto occupato a pensare ai fatti propri non li degnerà neanche di un pensiero.
«Si dice che sia morto, dopo lo scontro. Potremmo avvicinarci alla sua casa per verificare la veridicità di questa voce.» Butta lì con poca convinzione Apophis,
cercando di escogitare sia una qualche idea vincente sia un qualche passatempo divertente che possa dare un poco di sollievo all’amico fraterno.
«Aspettiamo quei luridi ratti per capire fin dove stanno spingendo le loro difese. Dopo la Festa del Fuoco escogiteremo il da farsi.»
Il Beta si alza per versarsi altro vino e poi lo affianca, non facendosi alcun problema a poggiargli una mano sulla spalla neanche ora che sta giocherellando con un grosso coltello da caccia seghettato. Non gli si rigirerà mai contro, ne è pienamente e giustamente consapevole.
«Andrà bene, Jay. Lei è tua.»
«Avrei dovuto morderla quel giorno…» Mormora un poco affranto, sapendo però bene per quale motivo non lo fece. Motivo che conosce pure l’altro, che si premura subito di ricordarglielo per allontanare l’idea di aver commesso un errore.
«Mezcal l’avrebbe uccisa per togliertela, lo sai.» Per quanto gli voglia bene e per quanto non voglia mai vederlo a terra per nessuna ragione, non può fare a meno di dar voce ad un altro dubbio: «Se rimanesse incinta prima del tempo?»
«Non può.»
«Ma se potesse? Quello non è un uomo normale, questo è evidente anche senza fare troppe ricerche. Se per qualche motivo inerente alla sua specie potesse ingravidarla prima del suo tempo?»
Jäger si volta e gli sorride con aria affabile, per poi scrollare semplicemente le spalle e rispondergli con voce allegra: «Uccideremo i cuccioli, mi pare piuttosto scontato.»
«Se volesse proteggerli, potrebbe essere un problema.» Sorride anche l’altro, divertito ed eccitato solo all’idea. Nella sua mente, inoltre, già pregusta il momento in cui ammazzerà i due figli di Bree e del Leone Dorato, possibilmente davanti ad entrambi. In realtà anche lontano da loro, l’importante è solo farli fuori.
«I nostri cuccioli sono curiosi e si allontanano spesso, nessuno di loro sarebbe capace di tenerli lontani da me, se decidessi di prenderli.» Risponde con una certa ovvietà, non sorprendendo per niente Apophis, che si limita a picchiettare con le dita terribilmente sfregiate contro il bicchiere.
«Ammetto che non mi dispiacerebbe per niente divorarli davanti agli occhi della madre… sarebbe la giusta punizione per un tale affronto…» Afferma poco dopo, sorridendo con la sua solita arroganza mista ad eccitazione, facendo sogghignare pure il Beta, solo per poi imporsi una nuova serietà «Ma il primogenito deve essere mio. Questo è di vitale importanza, lo sappiamo.»
«Per questo me ne preoccupo.» Arriccia un poco la bocca, pensieroso, ridestandosi solo quando sente il frusciare in aria di una pelliccia. Volta pigramente lo sguardo, trovandolo intento a coprirsi per poi dirigersi a grande falcate verso la porta, un paio di grossi coltelli infilati all’interno della grande pelle d’orso.
«Che stai facendo?» Domanda realmente incuriosito da questo suo inusuale gesto, seguendolo pigramente. Non è da lui coprirsi, non dal momento che pare non sentire il freddo pungente delle loro parti, tanto meno è solito indossare il vello che ha ancora addosso il forte odore della bestia alla quale è stato strappato.
«Voglio andare a fare due passi. Avrai il comando in mia assenza, scopri tutto ciò che sanno quegli inetti. Non deludermi.» Gli sorride allegro prima di rigirarsi e cominciare a correre, non sorpreso dalla risata strozzata dell’altro, che a sua volta rotea gli occhi e si dirige dalla parte opposta.
Ha capito bene quali sono le sue intenzioni e, essendo più che consapevole che non correrà alcun rischio, lascia semplicemente correre e pensa bene di ritirarsi nelle proprie stanze, dove ad attenderlo ci sarà una delle sue tante amanti. L’unica cosa urgente alla quale deve pensare adesso, è in quale nuovo modo dovrà sbarazzarsi dei bastardi che ha concepito.




*Leone Dorato è il soprannome che è stato affibbiato a Micah, unico tra i Quattro ad averne uno. Lo chiamano così perché ha una criniera particolarmente folta che ricorda quella dei leoni e il suo vello è biondo dorato.


ᴀɴɢᴏʟᴏ ᴅᴇʟʟ’ᴀᴜᴛʀɪᴄᴇ
Beh, che dire? Una giornata decisamente da dimenticare per Darren!!! Porello, mi ha fatto pena. È uno stronzo sadico, sicuro, ma stava eseguendo gli ordini e si è ritrovato prima mazziato di fronte a tutti e poi pure con un orecchio in meno!

Ebbene sì gente: Goku non mi piace, ma suo padre… ODDIO!!!
🤤🤤🤤 Eppure sono uguali, vai a capire!

Ma quanto sono stronza con Radish? QUANTO?! Povero tesoro, non gliene va una per il verso! Mi sento una persona orribile!!! Però dai, una piccola rivincita se l’è presa: prima mette River all’angolo, poi massacra Darren ed infine ottiene il comando - seppur in modo minore - del branco. Per uno che è nato come guerriero di infimo livello ed è sempre stato schifato da tutti, direi che è un bel risultato! Senza contare ciò che gli ha detto Sherry…
Ah, tanto per puntualizzare: nessuno Spettro penserebbe mai di dargli un potere maggiore di quello che ha adesso, non lo vorrebbero mai come Re perché lui non è uno Spettro. Possono accettarlo all’interno del branco (con una carica altissima per lui) solo per due motivi: è il più forte in assoluto tra loro, sta con Sherry.
Così, ci tenevo a puntualizzarlo XD

Ora una piccola sciocchezza: almeno uno dei figli del Quartetto ha il nome che inizia per M, così da onorare - seppur in modo tutto loro - la caratteristica che più salta all’occhio e che li accomuna.

Prima di concludere, ci tengo a ringraziare di cuore
💛 _Cramisi_, Celeste98 e Chimera__ per le splendide recensioni al precedente capitolo!

A presto
Un bacione
Kiki
🤙🏻





PS: Queste sono alcune delle domande che mi sono state fatte da _Cramisi_ nelle sue recensioni, ho pensato di pubblicarle con annesse le risposte per chiarire eventuali piccoli dubbi :)

Fern dove e come ha trovato il quartetto? In una scatola con la scritta adottami? E poi non ho capito se quei quattro pazzoidi sono fratelli.

Non so se riuscirò a metterlo bene nella storia, quindi te lo dico qui: tutti e Quattro sono rimasti orfani prima dei cinque anni e si sono trovati strada facendo. Il primo a rimanere solo è stato Mordecai, che ha poi trovato Maddox. Insieme hanno trovato Major ed infine Micah. Sono sopravvissuti al massimo delle loro possibilità, e somigliando a dei normali lupi hanno trovato vitto e alloggio negli zoo e simili, ma quel genere di cattività non faceva per loro, così una sera finirono a rovistare nella spazzatura di Fern. Lei aprì per controllare e trovò quattro bambini nudi, sporchi e malnutriti che mangiavano gli avanzi dal bidone… che poteva fare?! E da lì loro l’hanno presa come mamma <3

Ma i mini spettrini li sfornano in versione lupi o umani, nel senso che forma assumono durante il parto? E i cuccioli vengono fuori lupacchiosi o in forma antropomorfa?
Vengono al mondo da umani e di solito anche la madre è umana durante il parto, ma niente le vieta di cambiare forma. Tanto non le cambierebbe una ceppa! E i cuccioli mutano su ordine della mamma - o di chi se ne prende cura, nel caso questa sia morta - entro e non oltre i sei mesi di vita.

A che età gli Spettri raggiungono la maturità sessuale?
La maturità sessuale varia proprio come per gli esseri umani: i maschi sono tendenzialmente più precoci, verso i 10/11 anni sono già pronti, per le femmine dipende da quanta sfiga hanno.

Bree essendo una mezzosangue potrebbe imparare a utilizzare il ki? Si allenerà anche Mimì?
Tecnicamente i Mezzosangue potrebbero usare il ki se i geni del padre (perché una femmina di Spettro non ci penserebbe proprio ad andare con un essere umano) fossero deboli. Nel caso di Bree, questo non è decisamente possibile: suo padre era un mostro di forza, il fatto che si fosse preso una sbandata per un’umana fu uno shock generale!

Qualunque Cacciatore o Segugio può elevarsi ad Alpha se è abbastanza forte? E nel caso come funzionerebbe? Bisognerebbe ucciderne uno o venire scelto come funziona per i re/regine?
Se un branco è senza Alpha, può essere eletto quello con la forza e la velocità superiori al resto del gruppo, che per il Quartetto - e quelli che girano con loro - è sempre stato Mordecai. Ma uno come lui figurarsi se si faceva carico di una simile responsabilità!
In pratica ti elegge il branco, ma devi accettarlo, gli occhi ti cambiano e fine della questione. Sennò avviene tramite Ordalia, ovvero botte da orbi. Per la carica di Sovrano c’è l’Ordalia o l’incoronazione da parte del Re in carica.

Tra due lupi della stessa categoria, possono nascere cuccioli di tipo diverso? Tipo da due segugi possono nascere anche dei cacciatori ecc..?
Tra due lupi della stessa categoria possono nascere cuccioli di tipo diverso se nel loro corredo genetico ci sono diversi tipi, come per Bree (e che corredo il suo!), Major e Maddox. Sherry è venuta fuori da due Alpha (soprattutto perché femmina, aveva il 50% di possibilità di esserlo), Mordecai da Cacciatori e Micah da Segugi da generazioni. Se poi il maschio è Alpha, ci sono più possibilità che abbia figli Alpha, mentre per le femmine è più difficile.

Un'umana incinta di uno spettro, morirà sempre e comunque? Oppure è possibile che porti a termine la gravidanza riuscendo a sopravvivere?
Un'umana incinta di uno Spettro Purosangue muore sempre. Il corpo non riesce ad adattarsi alla forza spropositata dei cuccioli che crescono troppo alla svelta e durante il parto i cuccioli si puppano tante energie della madre. Con i Mezzosangue le possibilità di sopravvivenza sono più alte perché il sangue è diluito.

Come mai le femmine di spettro non andrebbero mai con un umano? Perchè sono troppo deboli? Ma in quel caso non varrebbe anche il contrario? La cosa varrebbe anche con umani dotati come quelli dei gierrieri Z?
Le femmine non andrebbero con un umano perché darebbe loro figli deboli, mentre in genere i maschi si lasciano trascinare dagli ormoni (diciamolo chiaramente) e poi abbandonano i cuccioli. Sono pochi quelli che se li sono tenuti, anche se poi alla lunga si stancavano perché inferiori alla media.
Per i guerrieri Z, invece, potrebbero andare contro la loro natura perché sono molto superiori alla media degli umani, ma sarebbe comunque difficile. Per i Saiyan invece agiterebbero la coda perché, come loro, hanno caratteristiche animali che le incuriosiscono.

River ha dei fratelli effettivi o solo fratellastri? E che rapporto ha con loro? (Sia con gli eventuali fratelli che con i fratellastri)
Graywind quanti bastardi ha avuto? E perchè proprio River è il preferito?
River ha una sorella gemella, oltre ai fratellastri e le sorellastre (sia bastardi che riconosciuti). I rapporti con loro non sono male, si prende con il più grande perché secondo lui è uno stronzo altezzoso (che poi, porello, non è vero… è più uno con un’indole simile a quella del Quartetto che però si è ritrovato a dover reggere un peso enorme sin da piccolo e quindi non ha possibilità di sfogarsi come vorrebbe!)
Greywind ha avuto 11 figli legittimi (12, ma una è stata fatta fuori) e gli sono rimasti 6 bastardi (lì si scannano spesso per robe loro e i cuccioli sono lasciati molto liberi di andare dove credono, figurati se sono arrivati tutti all’età adulta), e River si è mostrato il più forte tra tutti e l’unico Alpha. Poi lo ha semplicemente preso in simpatia, ma alla fine vuol bene a tutti. Non è male Greywind, però è cresciuto in un ambiente rigido che lo ha indurito.

Perché gli spettri ce l'hanno con i mannari?
Perché per diventare un lupo mannaro devi essere morso, la loro condizione altro non è che una malattia, mentre gli Spettri sono così dalla nascita per volere di qualcosa di superiore. Anche a me girerebbero se mi paragonassero ad una creature infetta XD

Curiosità, hanno tutti la stessa età?
Sì, i Quattro e Sherry sono dello stesso anno (in ordine sono: Maddox, Mordecai, Major, Sherry, Micah), River ha tre anni di più, Bree esattamente cinque mesi meno di Sherry, Pip e Jane un anno meno degli altri (Pip è di Marzo e lei di Luglio)

Gli spettri nei due regni, vivono perennemente in forma di lupo?
La forma di lupo li ripara dal freddo ma, per quanto li faccia sentire a loro agio, non la tengono sempre. Da umani sono più piccoli, così hanno più spazi di manovra.

Come fa uno spettro ad aumentare la sua forza? Mangiando creature forti? Ci sono atri modi?
Aumentano la propria forza mangiando bene e spesso, e allenandosi fino a sputare il sangue, come i Saiyan e via cantando. Poi ci sarebbe anche un altro modo in realtà, ma nessuno lo conosce perché non si è mai verificato.

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Dragon Ball / Vai alla pagina dell'autore: KikiShadow93