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Autore: Dragon mother    16/05/2020    1 recensioni
Isabella sta tornando da una breve vacanza insieme ai genitori. Poco prima di giungere nella sua città, l'auto su cui viaggia precipita in un laghetto. Lei viene salvata miracolosamente ma dei suoi genitori non vi è nessuna traccia... per alcuni anni...
Eccomi qui a ripubblicare questa storia dal mio vecchio account. Tutti i capitoli sono stati revisionati e all'occorrenza corretti.
Spero entrerete a dare un'occhiata.
Genere: Fluff, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Cullen, Carlisle Cullen, Edward Cullen, Esme Cullen, Isabella Swan | Coppie: Alice/Jasper, Bella/Edward, Carlisle/Esme, Charlie/Renèe, Emmett/Rosalie
Note: OOC, Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Buon sabato ragazze.. vi ringrazio come sempre e vi lascio a questo capitolo che ho personalmente soprannominato “esagerato”.. leggendo capirete perché.
Magari ad alcune di voi non piacerà o potrà risultare eccessivo però io avevo una gran voglia di sognare.
Buona lettura e fatemi sapere che ne pensate. Ciao
 
 
 
Bella

Edward mi scruta in una muta richiesta di spiegazioni per quello che è appena successo.
“Ho fatto un incubo.. lo stesso che faccio da anni ma che credevo mi avesse finalmente abbandonata.
Sogno ogni volta il giorno dell’incidente”
Sono consapevole che non è positivo tutto ciò ma non so come porvi rimedio.
Nonostante Carlisle abbia provveduto in tutti questi anni a farmi seguire da uno specialista, gli incubi non mi hanno mai abbandonata.
La sua espressione si rilassa; si siede sul letto e dolcemente mi attira contro il suo petto fresco.
“Non preoccuparti Bella, adesso ci sono io” mi sussurra accarezzandomi i riccioli arruffati.
E’ così rassicurante la sua stretta su di me;
mi avvolge e mi tiene a sé come se fossi un bene prezioso, un bene da proteggere a tutti i costi, come a farmi scudo col suo corpo.
“Grazie” riesco a dire prima di sospirare pesantemente sulla sua camicia.
“Vuoi provare a dormire ancora un po’, è ancora presto per alzarsi”
Guardo l’orologio e sì in effetti è presto.
“Sì, forse è meglio” concordo mentre uno sbadiglio mi coglie.
Mi distendo coricandomi su un lato sempre sotto il suo sguardo attento.
Mi sistema le coperte e poi mi lascia un fresco bacio sulla fronte sistemandomi un ciuffo di capelli dietro un orecchio.
Vorrei che restasse qui con me, a farmi compagnia, come aveva fatto tante volte in passato ma stanotte non ho il coraggio di chiederglielo.
Sono grande ormai anche se ora mi sento così piccola.
Edward, forse vedendomi pensierosa, non accenna ad andarsene.
“Che c’è Bella?” mi chiede dolcemente accarezzandomi un braccio da sopra le lenzuola.
“Oh.. mh.. ecco io.. vorrei..” non so se dirglielo ma alla fine lo capisce da solo.
“Vorresti che io restassi qui con te, perché ti sentiresti più tranquilla, è così?”
Annuisco debolmente, abbassando completamente le mie barriere di autostima.
Oddio, mi sento così stupida ad avere bisogno di lui per addormentarmi.
Edward non sembra affatto dispiaciuto della mia richiesta indiretta e ben presto mi ritrovo stretta tra le sue braccia, con la testa sulla sua spalla.
Mi sento così bene.
“Mi dispiace per quello che è successo, avrò svegliato tutti”
Una risatina scappa dalla sua bocca; poi tornando serio mi confida.
“Non preoccuparti Bella, tutti abbiamo i nostri incubi personali”
Convinta a riprendere sonno, cerco di rilassarmi ed Edward trova il modo più dolce per farlo: inizia a cantarmi una ninna-nanna ma non una qualsiasi, una che sembra sia stata composta proprio per me
 
La notte è cominciata
e l’oscurità è arrivata
quindi dormi,Bella
la mia luce e la mia stella.
Ora niente da sentire
ma non voglio più dormire
resterò a vegliare
quindi dormi mio amore.
 
Riesco solo a dirgli grazie prima che il sonno arrivi un’altra volta.
 
Il mattino al mio risveglio mi ritrovo nel letto da sola e un po’ mi rattristo.
Beh cosa speravi Bella, che restasse a farti la balia fino a quando ti saresti svegliata?
Avrà anche lui le sue cose da fare.
Ah vocina fastidiosa.
Sbuffo pesantemente e ancor prima di posare i piedi per terra la porta della mia camera si apre: sulla soglia un Edward con un sorriso a 32 denti mi appare in tutto il suo splendore;
ma ciò che mi stupisce di più è ciò che ha in mano: un vassoio pieno di prelibatezze, un vassoio con la mia colazione.
“Buongiorno splendore” ah lui lo dice a me, pensa un po’.
“Hai dormito meglio dopo il tuo incubo, sono felice” quindi è stato con me tanto tempo, magari fino a poco fa??
“Ho pensato che ti avrebbe fatto piacere fare colazione in camera tua, così ho chiesto ad Esme di prepararti un vassoio con un po’ di cose.
Non conosco ancora bene i tuoi gusti ma vedrò di rimediare presto, quindi ti ho portato un po’ di tutto. Scegli pure quello che preferisci” mi fa l’occhiolino.
“Ok, ringrazia Esme da parte mia, poi lo farò anche io”
Mi passo una mano tra i capelli, consapevole di essere in uno stato pietoso.
“Ehm senti ti va di restare a fare colazione con me, qui c’è da mangiare per un esercito”
Annuisce felice, forse immaginando che glielo avrei chiesto.
“Ok, allora io vado un attimo in bagno a sistemarmi e poi arrivo”
Quando torno lo trovo fuori in terrazza, il tavolino già apparecchiato.
Assaggio un po’ di tutto golosa come sono e non c’è cosa che non incontri i miei gusti.
Edward mi guarda soddisfatto mentre sorseggio l’ultimo goccio di caffè.
“Che vuoi fare oggi? Bagno in piscina, passeggiata nel parco o.. oh al diavolo Alice!” sbotta innervosito, alzandosi in piedi dirigendosi verso la porta e scomparendo dietro ad essa.
Beh e ora che gli è preso? E che c’entra Alice?
Cinque minuti più tardi una pimpante Alice entra in camera mia seguita da un alquanto affranto Edward.
“Mi dispiace Bella, non ho potuto evitarlo” sussurra guardando la sorella in cagnesco.
“Oh finiscila Edward, lo so che lì dietro mi stai guardando storto. Non preoccuparti non te la sciupo mica la tua nuova sorellina, che è anche la mia sorellina. Andiamo a fare un po’ di shopping mica a giocare alla roulette russa!”
Ok, è ufficiale, non ci sto capendo un fico secco, a parte la cosa dello shopping.
“Alice, vuoi portarmi a fare shopping?”
“Oh sì Isa, senza offesa ma credo che tu ne abbia davvero bisogno. Sei una donna ora e questi vestiti" dice indicando la cabina armadio “non sono più adatti. E poi dobbiamo comprarti dei vestiti per la scuola e un vestito stupendissimo per..” ma non finisce la frase perché Edward le dà una gomitata e lei allora cambia argomento
“..niente, per niente. Ok dai andiamo che altrimenti facciamo tardi e Rose è giù che ci aspetta. Poi quando torniamo dobbiamo visitare il resto della casa” dice le ultime parole quando è già sulle scale mentre io sono ancora in camera.
Sono qui da un giorno e mi sembra di esserci da una vita.
“Alice aspettami” le urlo acchiappando la borsa e rincorrendola.
Saluto Edward a malincuore e mi assicura che più tardi starà un po’ con me.
 
Siamo nel centro commerciale più grande di Seattle e dopo la bellezza di non so quanti negozi e quante borse e pacchetti, Alice ha ancora il coraggio di entrare da altre parti.
“Alice io credo che per oggi potrebbe bastare, mi avete praticamente rifatto il guardaroba senza contare il fatto che avete speso una fortuna e per voi non avete preso niente”
“Ah quante sciocchezze Isa, i vestiti non sono mai abbastanza” mi liquida lei senza troppi problemi, sventolando una mano a mezz’aria.
“Bella non farci caso, Alice in modalità shopping è inarrestabile fino a quando non lo decide lei” mi sussurra Rosalie facendomi l’occhiolino.
“Ti ho sentito Rose!!” le urla la sorella da almeno cento metri.
Mah, come ha fatto a sentirla da là?
Non ho tempo di farmi troppe domande che Alice mi richiama a sé.
“Dai Bella entriamo qui, sono sicura che troveremo ciò che cerco per te”
Quando leggo l’insegna del negozio quasi le scoppio a ridere in faccia.
“Ma Alice, credi che troveremo qui quello che cerchi, ne sei sicura?”
 
E’ un negozio della Disney.
 
“Mi stai cercando un vestito per carnevale o è un regalo di Natale in anticipo?” le dico prendendola in giro e lì non ce la faccio più e scoppio a ridere.
Rose a fianco a me si copre la bocca con una mano per nascondere le risate.
“Oh Isa, sei davvero una ingrata ma mi ringrazierai, come sempre, a tempo debito”
Bah, se lo dice lei.
La seguo mentre entriamo in quel negozio e la vedo camminare sicura verso un punto preciso.
Credo proprio di aver sottovalutato Alice perché ciò che mi appare davanti agli occhi è una esposizione di abiti da sera uno più stupendo dell’altro.
Ce ne sono di tutti i colori e di tutte le gradazioni ma Alice sembra già sicura di cosa vuole e alla commessa richiede abiti esclusivamente di colore blu notte.
Non che io abbia preferenze ma mi chiedo come mai abbia scelto proprio quel colore.
Non ho molto tempo per pensare perché mi spinge subito nel camerino intimandomi di fare presto perché è tardi.
Ppff, adesso è tardi, come se fosse colpa mia.
Mi svesto e infilo il primo abito che mi passa.
E’ lungo alla caviglia, con una profonda scollatura sul davanti. Cade abbastanza ampio grazie a due strati di sottogonna.
Le spalline si intrecciano sulla schiena che resta leggermente scoperta e in vita ha una cintura di perline.
Mi passa anche un paio di scarpe alte per vedere com’è nell’insieme.
Non mi sento molto a mio agio ma non posso negare che mi stia proprio bene.
Appena esco convinta che anche a loro piaccia, mi guardano con una smorfia e soprattutto Alice mi invita subito a provare il secondo.
L’altro abito ha una sola spallina che dalla spalla destra si unisce al corpetto sul retro del vestito ed è impreziosita da una spilla luccicante.
Il corpetto è a cuore ed è decorato con ricami semplici; sfuma poi in una gonna lunga che cade morbida fino ai piedi. Uno spacco generoso fin sopra il ginocchio dà il tocco finale.
Questo è anche peggio del primo, per me.
E anche le mie sorelle qui fuori la pensano come me.
“No Isa, non va. Prova l’ultimo altrimenti ne cerchiamo altri.”
A quelle parole spero con tutto il mio cuore che il terzo sia quello giusto, perché per oggi non ne posso più di provare cose.
Quando prendo tra le mani il vestito, sento come una scossa e non so perché ma capisco subito che è quello giusto.
E infatti..
“Oh Isa, sei stupenda” mormorano in coro.
Le trovo già fuori con le mani giunte in ammirazione.
“Sì Alice è lui lo credo anch’io”
E’ di tulle, tutto ricoperto da pagliuzze argentate che lo fanno rilucere per intero; ha uno scollo che lascia scoperte le spalle, con spalline a sbuffo, un corpetto stretto attorno alla vita.
Ha un pò di strascico ed è molto ampio.
Non so quanta stoffa c’è sotto per renderlo così.
Usciamo dal negozio soddisfatte e Alice più di tutte e decidiamo che è decisamente ora di tornare a casa.
Poi le parole di Alice attirano la mia attenzione..
“Edward ci resterà secco, il blu è il suo colore preferito e tu Isa, adesso sei la sua sorellina preferita.”
E a quelle parole tutto mi è chiaro.
 
 
Appena tornate a casa, Alice mi aiuta a sistemare tutto quello che abbiamo comprato, abbinando attentamente ogni indumento.
Abbiamo speso metà carta di credito ma lei sembra esserne assolutamente contenta.
Appendo gli ultimi pantaloni alla gruccia quando, senza comprendere a cosa si riferisce la sento borbottare..
“Oh che scocciatore, sì entra, miseriaccia ladra; mai che possa stare un po’ con lei, la vuole sempre tutta per sè”
Sto per chiederle cosa non va che un sorridente Edward sbuca da dietro la porta.
Mah.. cosa..? Bah..
“Ciao principessa, è andato bene lo shopping?
Mi fai vedere cosa avete comprato di bello?” fa per avvicinarsi alla cabina quando una Alice agguerrita gli si para davanti.
“Direi di no principino però ho un’idea su cosa potresti fare insieme a Isa.. portala a fare quel giro per la casa” propone lei gesticolando con la mano per far meglio intendere il suo consiglio, che altro non è che un ordine.
Si guardano per alcuni secondi come in una muta conversazione nei quali i miei occhi passano da uno all’altro senza capirci niente.
“Ok bene” fa lei
“Ok bene” fa lui
“Isa non preoccuparti, qui finisco io. Vai con Edward, sono sicura che ti divertirai” e mi fa l’occhiolino.
Edward mi prende per mano e mi spinge fuori dalla porta.
“Bene, da dove vuoi cominciare? Da sopra o da sotto?”
C’è anche un sotto?
“Facciamo sopra” dico
“Ok teniamo il meglio per la fine.”
Mentre ci avviamo alle scale mi informa che le loro camere da letto si trovano tutte su questo piano e oltre a quelle ci sono due camere degli ospiti e tre bagni.
Anche al piano di sopra ci sono tante stanze ma tutte per il divertimento.
Mi mostra la palestra con tanti attrezzi di ogni tipo; la stanza della musica con un grosso pianoforte a coda nero, una batteria, una tromba, una chitarra elettrica e poi l’asta con un microfono, dei leggii e attrezzature a me sconosciute.
Sembra quasi una sala di registrazione con tutto questo materiale e ancora una volta mi chiedo quanti soldi possa mai avere questa famiglia.
“Ti piace? Magari se ti va posso insegnarti a suonare uno strumento?” mi sussurra
“Oh sì mi piace moltissimo, davvero lo faresti? Il piano, il piano mi ha sempre affascinato molto..” gli rispondo continuando ad osservare gli strumenti.
“Bene allora quando vuoi hai un insegnante tutto per te”
Non posso fare a meno di rivolgergli un sorriso mentre lui apre un’altra porta e mi introduce in quello che sembra essere un cinema.
Uno schermo che occupa tutta una parete e casse ai quattro lati della stanza.
Contro una parete scaffali pieni zeppi di dvd; contro ad un’altra una play station e diverse altre console con i loro giochi.
Sembra di essere nel paese delle meraviglie.
“Wow” mi lascio scappare dalle labbra.
“Potremo venire anche qui, ogni volta che vorrai”
L’ultima stanza del piano fortunatamente è un bagno.
Sono senza parole.
E’ una casa stupenda e da ieri è anche un po’ mia.
“Ora scendiamo, vieni” mi precede per le scale, lasciandomi immersa nei miei pensieri.
Non so cosa vedrò fra poco ma credo rimarrò di nuovo a bocca aperta.
E’ un po’ buio qui sotto prima che accenda la luce e istintivamente mi aggrappo al suo braccio ancorandomi a lui.
“Non avere paura, prima di visitare la stanza delle torture ti faccio vedere il garage, l’atelier di Esme e quella che noi chiamiamo sala degli hobby
Oh wow, quante cose belle anche qui e aspetta.. stanza delle torture.. l’ha detto veramente?
Pianto i piedi per terra anche se lui continua a tirarmi senza troppo sforzo.
Mi sembra che stia sorridendo, dai forse sta scherzando, si sta prendendo gioco di me.
Ppff, stanza delle torture.. negli anni 2000?
Mica siamo nel medioevo o..
“Questo è il garage, con tutte le nostre auto” interrompe così il flusso dei miei pensieri.
Per un attimo il mio cervello si scollega perché se quello che ho visto fino ad ora mi ha lasciato senza parole beh qui sono proprio senza pensieri.
Mi trovo davanti due file di auto perfettamente parcheggiate: questo non è un garage è un autosalone!
Due Audi, una Mercedes, due Volvo, una Aston Martin, una Jeep, una Maserati, una Bentley e in fondo una Ferrari.
Le riconosco tutte.
In orfanotrofio molto spesso i ragazzi portavano dei giornaletti di auto e a volte la domenica pomeriggio ci divertivamo a guardarli.
“Le mie preferite sono la Volvo c30 e la Aston Martin” mi accorgo di averlo detto quando sento Edward sorridere.
“Hai buon gusto principessa, quelle sono le mie”
Un sorriso scappa anche me mentre mi trascina verso un’altra porta.
“Questo è il regno di Esme, il suo ufficio, il suo cantiere: qui c’è tutto il suo lavoro.”
Esme è una stilista di moda e nel tempo libero si diletta a dipingere e da quello che vedo è davvero molto brava.
“E per finire qui accanto abbiamo la nostra sala hobby. Disegniamo, modelliamo la creta, componiamo poesie, abbiamo una camera oscura per sviluppare le fotografie; insomma, qui creiamo tutto ciò che la fantasia ci consente.”
Ok, con questa mi ha decisamente stesa.
“Complimenti davvero, non ho mai minimamente immaginato che potesse esistere una casa del genere ma vi ringrazio per avermi dato la possibilità di poterne usufruire.”
Edward sembra soddisfatto del mio complimento anche se sono consapevole che per lui tutto questo è normalità, la vita di tutti i giorni, in cui gli basta allungare la mano per afferrare ciò che vuole.
“Mi fa piacere ti piaccia Bella perché tutto questo adesso è anche tuo” sorrido alle sue parole.
“Bene e ora come promesso, non ci resta altro che visitare la stanza delle torture”
A quelle parole il sorriso scompare dalle mie labbra.
Credevo che scherzasse ma a quanto pare.. c’è davvero?
A nulla serve puntare i piedi, fare il peso morto perché lui prima mi spinge e poi mi strascina fin davanti alla porta senza alcuno sforzo e senza accendere la luce entra portandosi dietro me.
Mi afferra da sotto le braccia e non mi lascia mai fino a quando mi dice che avrebbe acceso la luce.
Con gli occhi chiusi, schiacciati fino a farmi quasi male, caccio un urlo che avrebbe ridato l’udito anche a un sordo.
Non so neanche io perché lo faccio, in fondo non sono lì da sola ma l’idea di quello che avrei potuto trovare lì dentro mi terrorizza.
Sto ancora urlando quando Edward scoppia a ridere.
Ok, un attimo c’è qualcosa che non quadra.
Prima smetto di urlare e poi piano piano inizio ad aprire prima un occhio e poi l’altro.
E capisco che mi sono fatta un’idea completamente sbagliata di quella stanza.
   
 
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