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Autore: Ookami_96    16/05/2020    1 recensioni
Dal primo capitolo:
Sakura varcò la porta di casa ancora assorta nei suoi pensieri, gli stessi praticamente di ogni giorno, ogni sera, ogni tragitto. Si stava svestendo e preparando per un bel bagno caldo, quando un rumore alla finestra la risvegliò dalle sue riflessioni.
Un piccolo falchetto, appollaiato davanti alla finestra, picchiettava sul vetro per attirare la sua attenzione.
Aprì la finestra e lasciò che il falco le si posasse sul braccio.
«Buonasera Takami, fatto buon viaggio?» disse, sorridendo.
In tutta risposta l’animale si lisciò le penne e le strofinò il becco sul braccio.
"Un altro messaggio da Sasuke-kun, eh?"

Prima Fic in assoluto! Spero di trasmettervi qualcosa attraverso la mia scrittura su una delle coppie che amo di più!
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
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Capitolo 17

Un boato l’aveva portato istintivamente a volgere lo sguardo vermiglio nella direzione presa da Sakura poco prima; percepiva diversi chakra mediamente potenti, in mezzo ai quali svettava quello della compagna.
«Oh, ecco il famoso Sharingan» a Tamashi non era sfuggita l’attivazione del potere oculare, l’oggetto del suo desiderio «è la prima volta che ho il piacere di vederlo»
Sasuke sorrise sghembo.

«E sarà anche l’ultima» sguainò la spada, posando a terra le sacche da viaggio.
Era intenzionato a catturarlo il prima possibile, per riunirsi all’Haruno.
Ma lui si mise a ridere.
«Non sono qui per combattere, Sasuke-kun»

Il moro non era propenso a perdere tempo: scattò fulmineo, fendendo con la lama in corrispondenza dell’addome dell’uomo. Lui però, con un balzo, lo distanziò, portandosi a una distanza di sicurezza.
Era veloce, indubbiamente; e la sua capacità di reazione sembrava non essere da meno. Che fosse più propenso a un combattimento a distanza?
Per Sasuke non faceva molta differenza, ma doveva impostare lo scontro in modo da essere in vantaggio sin da subito; rinfoderò la spada e lesto compose i sigilli della sua arte più caratteristica.

Un’enorme palla di fuoco si infranse nel punto in cui poco prima si trovava Tamashi; ma di nuovo, il ninja aveva schivato abilmente il colpo e ora si trovava di fronte all’Uchiha.
«Hai fretta, Sasuke-kun?»
Sospirò. Certo che aveva fretta, e lui lo sapeva benissimo; la sua strategia probabilmente si basava proprio su di quello.
Diede un altro sguardo in direzione di Sakura: era in inferiorità numerica, ma basandosi sui livelli di chakra poteva quasi sicuramente cavarsela da sola fino al suo arrivo; inoltre non era così sicuro che avrebbe apprezzato un suo intervento, dopo quello che era successo.

«No. Credo tu abbia sottovalutato Sakura, in realtà»
«Forse. Ma almeno non si intrometterà come l’ultima volta.»
*

Dopo che il traditore della Foglia si era palesato di fronte a lei, erano apparsi altri 4 ninja, tutti appartenenti a Villaggi diversi. Questo voleva dire che probabilmente avrebbe dovuto fronteggiare nemici con abilità differenti.
Nonostante tutto sorrise. Era una situazione complicata, ma profondamente differente da quella in cui si era trovata durante il salvataggio di Sasuke: aveva a malapena intaccato le sue riserve di chakra e il suo corpo aveva iniziato a scaldarsi durante la corsa, ed era pronto al combattimento.

«Seguici senza fare storie, e ti risparmieremo un po’ di sofferenze»
La stavano sottovalutando, come al solito. Agli occhi dei più lei sarebbe sempre stata una ragazza dai bei capelli rosa, con un fisico minuto e gracilino, senza nessuna abilità se non l’attitudine medica. 
E, come al solito, avrebbe sfruttato questa cosa a suo vantaggio.
Si mise in posizione di guardia, mentre i nemici la accerchiavano lentamente; avrebbe aspettato la loro prima mossa per contrattaccare.
Un ninja della Roccia posizionò le mani e il terreno cominciò a vibrare, mentre i compagni si preparavano ad attaccarla sui quattro lati; lei rimase ferma, al centro di quel terremoto, in attesa di un attacco ravvicinato.

Si stupì quando tutti però la attaccarono dalla distanza, scagliandole contro gli altri quattro elementi: davanti a lei il ninja della Foglia aveva lanciato un altro attacco di fuoco, mentre dietro di lei e ai lati scorgeva un’altra ondata d’acqua, una saetta azzurra e una raffica di vento tagliente. Si sarebbe ritrovata in svantaggio con qualunque arte ninja, e sarebbe comunque rimasta sguarnita.
Decise nella frazione di un secondo cosa dovesse fare: come pochi minuti prima caricò tutta la sua potenza in un pugno e lo infranse nel terreno. L’onda d’urto si estese tutto intorno a lei, facendole da schermo contro i quattro elementi.

Appena questi si esaurirono il ninja della Roccia le fu addosso, approfittando di un suo ritardo nel tornare in guardia; un poderoso calcio la colpì al braccio, provocandole un dolore acuto. Questo però sparì quasi subito, curato dal chakra accumulato nel sigillo.
Ora la attaccavano tutti assieme, senza darle tregua.
*

«Che cosa vuoi?»
«Mi sembra scontato: voglio i tuoi occhi»
Un altro boato, lontano.

Il cuore di Sasuke aveva preso a battere leggermente più veloce, mentre pensava a tutto il tempo che stava perdendo. Non poteva però lasciarsi perdere quell’opportunità.
Tamashi allungò la mano verso di lui.
«Puoi risparmiare fatica a tutti e consegnarmeli; almeno avrai salva la vita»
L’Uchiha sorrise.

«Non è che stai sottovalutando anche me?»
«Oh no, so benissimo quanto tu sia forte. Sei tu a non sapere niente di me, in realtà»
Purtroppo, era vero. Non era riuscito a scoprire nulla di più su quell’individuo così pragmatico e sfuggente, se non il nome; ed era costata la vita di Kaito questa informazione.
«Vedi non c’è niente di personale contro di te, Sasuke-kun. Sei stato solo sfortunato, a possedere un qualcosa di cotanto valore» Camminava tranquillamente, avanti e indietro, talmente sicuro da permettersi di distogliere lo sguardo dall’Uchiha.

«O fortunato, dipende dai punti di vista, certo.»
Doveva provare a interrogarlo, altrimenti avrebbe continuato a parlare a vanvera di cose che nemmeno lo interessavano.
Lui però lo sorprese, sedendosi proprio di fronte a lui.
«Lo sento, Sasuke-kun. Sei in apprensione per quella kunoichi?»

Il corpo del moro si tese impercettibilmente a quelle parole, scatenando la risata di Tamashi.
«Lo sapevo! Ma non ti preoccupare, ho ordinato espressamente ai miei sottoposti di non ucciderla. O mutilarla, si intende»
«Che cosa vuoi da lei?»
Era di nuovo per quella storia a cui mezzo mondo ninja sembrava credere? Credeva che ucciderla davanti a lui avrebbe rafforzato il suo potere oculare?1 Non gli bastava il potere che già aveva?

«E’ stata una bella seccatura averla tra i piedi; ma devo ammetterlo, ti sei scelto proprio un bel bocconcino, Sasuke-kun… Non vedo l’ora di giocare di nuovo con lei»
Sentiva il sangue ribollirgli nelle vene; Tamashi prese la maschera con la mano e la spostò appena, così che lui potesse vedere il suo occhio destro, illuminato dall’eccitazione e da un desiderio malsano, mentre con la lingua segnava il contorno delle labbra.
«Lo avrai visto no? Hai visto come ci siamo divertiti, Sasuke-kun?»

Lasciò cadere la spada, lanciandosi contro di lui mentre il chakra del fulmine prendeva possesso della sua mano.
Al diavolo le informazioni, al diavolo il protocollo e l’arresto.
Ora in mente aveva solo l’immagine di Sakura torturata da quel mostro, della sue notti insonni, degli incubi e le cicatrici ancora ben visibili sulla sua pelle.
Tamashi non si mosse, rimanendo seduto; quando la mano di Sasuke fu a pochi centimetri dal suo occhio potè sentire l’energia dell’elemento del fulmine pericolosamente vicino.

In quell’esatto momento, una spada spuntò fuori dal terreno, impugnata da un ninja rimasto abilmente nascosto; la lama si conficcò con precisione millimetrica in mezzo al palmo dell’Uchiha, arrestando la sua corsa.
*

Un pugno allo stomaco l’aveva costretta in ginocchio, in balia del ninja della Sabbia in piedi davanti a lei.
L’uomo la afferrò per i capelli, costringendola ad alzare lo sguardo; credeva di averla sopraffatta, non si aspettava di certo che la ragazza reagisse colpendolo con un pugno al ginocchio, facendolo cadere, e con un successivo colpo dritto alla mascella.
Aver abbassato la guardia era un errore che non avrebbe commesso di nuovo, visto che ormai giaceva svenuto, assieme ad altri due compagni.

Sakura aveva un leggero affanno, ma riusciva ancora a gestire il suo chakra e, cosa molto importante, ne aveva ancora da vendere.
I due nemici rimasti, un ninja della Nebbia e quello della Roccia, erano però praticamente indenni; non era ancora riuscita nemmeno a sfiorarli. Senza dubbio erano i due più temibili del quintetto.
Non ebbe nemmeno il tempo di prendere fiato: sotto di lei il terreno iniziò a modellarsi, prima bloccandole i piedi, e poi inglobandola in esso, lasciandole solo la testa in superficie.

Era una trappola abbastanza basilare, le ci sarebbe voluto uno sforzo minimo per uscire; fare finta di essere intrappolata però le avrebbe dato qualche attimo di respiro, e avrebbe fatto abbassare la guardia agli avversari. All’improvviso però, dietro di lei si era materializzata una terza persona: uno dei ninja si era ripreso?
Questi si inginocchiò, e Sakura sentì una mano accarezzarle il visto; le dita dell’uomo si portarono poi alle sue labbra.
«Ciao Sakura, ti ricordi di me?»

Il sangue le si gelò nelle vene, mentre un brivido le scendeva lungo la schiena.
L’uomo si alzò, portandosi davanti a lei.
Tenne lo sguardo basso, non aveva bisogno di vedere quella maschera e quegli occhi per sapere di chi si trattasse.
Lui però non era dello stesso avviso; le prese il mento e le alzò la testa, in modo da vederla negli occhi. Sakura non riusciva a sostenere quello sguardo, le veniva la nausea solo al pensiero di tutto quello che aveva provato a lasciarsi alle spalle, a tutto quello che era convinta di essere riuscita a superare.

Le teneva ancora il viso, mentre con il pollice il ninja andava a pulire un rivolo di sangue che fuoriusciva da un taglio sulla guancia, procurato da uno shuriken.
Il respiro accelerò.
La concentrazione stava svanendo, all’improvviso; in quel momento si scoprì persino incapace di mantenere il Byakugo attivo, talmente la presenza del suo aguzzino la terrorizzava e la paralizzava.
Chiuse gli occhi, stringendoli forte.

“Sasuke…”

Pensava a lui, pronunciava mentalmente il suo nome; come se sperasse che una volta riaperti gli occhi lui sarebbe comparso magicamente davanti a lei, a salvarla.
Proprio mentre aveva gli occhi chiusi, percepì l’uomo staccarsi da lei e allontanarsi velocemente.
Istintivamente, dischiuse le palpebre, e fu con enorme sollievo che sorrise al ninja davanti a lei.
 
*

Gli occhi di Sasuke erano ora rivolti al ninja appena emerso dal terreno; nella frazione di secondo che impiegò per fermarsi e guardarlo, questi aveva ruotato bruscamente la mano che impugnava l’arma.
Una lieve smorfia di dolore e sorpresa si disegnò sul volto di Sasuke; al contrario, Tamashi sfoggiava invece un sorriso vittorioso.

Riacquistando lucidità, l’Uchiha diede un poderoso calcio al nuovo nemico; questi, sorpreso, mollò la presa sull’elsa, consentendo al moro di prenderla con sé e allontanarsi di qualche metro.  
Con i denti afferrò l’impugnatura della spada corta  e tirò, estraendola dalla mano sanguinante; si era accorto subito che il suo assalitore aveva infuso nella lama il chakra del vento. Questo non solo gli aveva permesso di contrastare il suo Chidori, ma aveva reso la lama ancora più tagliente di quanto già non fosse.
Il risultato lo poteva constatare da sé. Con quella rotazione non solo gli aveva danneggiato nervi e tendini, ma gli aveva pure rotto due ossa.

Aveva solo un braccio, e ora pure la sua unica mano era danneggiata.
«Non ti facevo così impulsivo, Sasuke-kun»
Tamashi se la rideva di gusto, mentre Sasuke si malediva mentalmente per essere cascato in un trucco tanto banale.
Non aveva però minimamente percepito la presenza di quel ninja sotto di lui, nemmeno con lo Sharingan. C’era qualcosa di strano in tutto quello.

«Ottimo lavoro» L’altro gli sorrise, compiaciuto. Era un ninja di media statura, senza nessun segno particolare o caratteristico; non aveva nemmeno con sé il coprifronte del suo villaggio, o un simbolo di appartenenza a un qualche clan.
Con tutta probabilità Sasuke si trovava di fronte ad un ninja assassino, un professionista quasi certamente. Ma perché non provare a colpirlo direttamente in un punto vitale? Temeva che avrebbe comunque colpito il suo capo con il Chidori?

«Il mio unico obiettivo è ottenere i tuoi occhi, Sasuke-kun. Perciò te lo ripeto, consegnameli e io mi dimenticherò dei sottoposti che hai ucciso»
«Come se ti fosse mai importato di loro»
«Mi dipingi troppo meschinamente, caro Uchiha»
«Troppo meschinamente? Non ti sei fatto scrupoli a mandarli incontro a una missione suicida e hai pure avuto il coraggio di uccidere i figli di Asano» tutto la concentrazione di Sasuke era focalizzata sul mantenimento dell’autocontrollo; cercava di apparire il più calmo possibile, mentre nella sua testa si delineava un nuovo piano d’attacco.

«Oh quindi li avevi già conosciuti. Bambini deliziosi, senza dubbio» una smorfia sulle labbra contraddiceva le sue parole, era evidentemente schifato e infastidito «E’ stato il moccioso a dirti il mio nome, presumo.»
«Mi spiace per te, non l’hai ucciso in tempo»
«Lo immaginavo. E’ stato particolarmente difficile trovare un momento per metterlo a tacere, non poteva che esserci il tuo zampino dietro. Era controllato notte e giorno, un lavoro quasi esemplare»

Con un leggero movimento Sasuke della testa il ciuffo di capelli che copriva l’occhio sinistro si spostò, lasciando libera la visuale al Rinnegan.
Fu in quel momento che si accorse che il chakra di Sakura non era più potente come prima, ma aveva ancora due nemici da affrontare. Era nei guai? Aveva bisogno di lui?
«Lo senti? La tua amica sembra essere in difficoltà…»

Digrignò appena i denti, ripassando mentalmente ogni passo del piano che aveva appena ideato.
«Non ti permetterò di fare più del male a nessuno, Tamashi»
Un colpo sull’elsa della sua spada con il piede la alzò da terra, facendola roteare fino all’altezza del suo viso; ora impugnava l’arma tra i denti, quasi pronto al combattimento.
Si concentrò appena, e dietro di lui comparve un portale nero-violaceo.

Intuendo le sue intenzioni, il sottoposto di Tamashi fece un salto verso di lui; Sasuke però era già sparito e il portale si era dissolto.

*

Il moro era comparso praticamente dal nulla, salvandola dal suo aguzzino.
«Stai bene, Sakura?»
Lei annuì, sorpresa dalla sua presenza, ma comunque poco convinta.

«Non è da te finire in una trappola così banale»
Diretto, come sempre. Ma era vero; si era fatta prendere di sorpresa e non aveva nemmeno provato ad uscire da lì. Si era arresa alla presenza dell’uomo mascherato.
«Cerca di riprenderti, ti copro io»

Lei abbassò lo sguardo, si sentiva in qualche modo mortificata ad essere vista in quello stato, per lei pietoso, dal compagno di squadra.
«D’altronde si sa, voi donzelle avete sempre bisogno di un fiero compagno che vi salvi nel momento del bisogno»
Sentì il fuoco del suo orgoglio bruciarle dentro, e con una ritrovata energia superò i suoi limiti: attivò di nuovo il Byakugo e riuscì a rompere la roccia che la teneva imprigionata.

«Non ho bisogno né che mi salvi, né che mi corpi, Baka!» Così dicendo gli assestò un bel pugno sul petto.
«Ora ti riconosco. Forza, abbiamo un po’ di pulizia da fare»
Subito il suo pennello iniziò a vorticare sulla pergamena, disegnando quanti più leoni potesse.

«Facci volare, Sai» a quelle parole un grande uccello bianco e nero si materializzò vicino a lei, permettendole di salirgli sulla groppa.
I due nemici intanto si stavano riorganizzando sotto le attente direttive del loro capo; questi non sembrava comunque preoccupato dal nuovo arrivato, anzi.
«Dopo tutta questa fatica sarà ancora più divertente giocare assieme, Sakura Haruno»

Il moro lo guardò dubbioso.
«Che problema ha il tizio mascherato?»
Sakura gli tese la mano, per far salire anche lui sulla cavalcatura alata.
«Lasciamo perdere.»
*

«Lo sentite, capo?»
«No. C’è un nuovo ninja sul campo, ma lui non riesco ancora a percepirlo.»
Il suo sottoposto guardava intorno, allerta e pronto a rispondere a un nuovo attacco. Erano passati pochi minuti da quando l’Uchiha si era lasciato inghiottire da quello strano portale, ma di lui non c’era traccia.
Sapevano entrambi che in quelle condizioni combattere per lui sarebbe stato difficile: senza entrambe le mani non poteva comporre i sigilli per le tecniche e la spada era praticamente inutile.
Non dovevano dimenticare però che si trattava di Sasuke Uchiha.

«Eccolo.»
Entrambi volsero il loro sguardo verso l’alto: Sasuke era appena sbucato fuori da un nuovo portale, a una ventina di metri sopra di loro, in caduta libera.
Una gran quantità di chakra viola lo avvolse subito, riparandolo dall’attacco di un drago di roccia che si stava avventando verso di lui.

La spada di Susanoo si abbatté su di lui, distruggendolo in un solo colpo; appena questi fu disintegrato, la spada mutò in una balestra, pronta a scagliare un dardo di chakra avvolto dalle fiamme nere di Amaterasu.
La freccia si infranse a terra, sollevando un gran polverone; il chakra di Susanoo si dissolse appena Sasuke toccò terra.

Sotto di lui la terra si spaccò, facendo emergere l’assassino; l’Uchiha però, svelto, indietreggiò e con un rapido fendente di spada aprì una ferita sul petto dell’avversario.
Questi con un balzo si riportò al riparo, in mezzo al fumo non ancora completamente diradato.
«Non ti aspettavamo così presto, Sasuke»
Tamashi non sembrava avere intenzione di nascondersi, si ergeva in piedi dietro di lui, con solo un kunai alla mano.

L’occhio gli cadde sulla mano di Sasuke: durante la sua assenza l’aveva fasciata con la manica vuota, strappata, e vi aveva fissato la spada grazie ai fili usati per manovrare gli shuriken.
Rudimentale, ma efficace visto lo sbrego sanguinante sul petto del suo alleato.
«Sakura non ha bisogno di me» l’aveva percepito poco prima di sparire, un nuovo chakra in aiuto della rosa aveva fatto il suo ingresso sul campo di battaglia.

I suoi occhi si infiammarono, mentre attorno a lui la figura di Susanoo tornava a delinearsi, avvolgendolo e proteggendolo, pronto all’attacco ad un suo minimo pensiero.
«Ti consiglio di richiamare i tuoi ninja. Sei tu quello che ha bisogno di rinforzi ora, Tamashi.»
 
Salve a tutti! 
Ce l'ho fatta, ho finalmente aggiornato! Devo dire che trovo sempre un po' complicato descrivere le scene di combattimento, ho sempre paura di non riuscire a rappresentarle in un modo abbastanza fluido e sensato... Spero che il risultato sia decende, dai XD
Ringrazio chi ha letto lo scorso capitolo, chi ha da poco iniziato a seguire la storia e l'ha messa tra i preferiti/seguiti e chi trova il tempo per lasciarmi un commento: grazie a tutti e alla prossima!

NB: La nota che ho aggiunto è una "citazione" alla Novel di Sakura (Pensieri d'amore trasportati da un vento primaverile); quando l'ho letta la prima volta mi ha fatto sorridere il fatto che i nemici volessero uccidere la povera Sakura per rendere lo sharingan di Sasuke ancora più potente... Come se già di per se non fosse già potente XD 
Perdonatemi per questo ultimo svarione, grazie...
 
  
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